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Confesercenti, nel rapporto di Sos Impresa presentato oggi, 21 novembre nel corso del No usura day, ha il pregio anche di mettere in luce i cosiddetti “usurai dalla faccia pulita”.
In questo universo i cui le tipologie presentano anche interscambio di ruoli, informazioni e clientela, le prime a distinguersi sono le società di intermediazione o di servizi finanziari.
“Si tratta di un fenomeno in preoccupante espansione negli ultimi anni – spiega Lino Busà, presidente di Sos impresa Confesercenti – e rappresenta una delle più insidiose forme d’illegalità economica, perché gioca sulla fiducia che può nutrire una persona bisognosa nei confronti di una struttura apparentemente legale ed impersonale, visibilmente pubblicizzata sui mezzi di informazione. I prestiti di queste finanziarie non sono mai di grossa entità e i tassi d’interesse iniziale abbastanza tollerabili, il meccanismo di usura o truffa scatta sul tasso di interesse che non è mai a scalare, ma fisso o sull’obbligo di acquisto di un servizio tanto inutile, quanto oneroso”.
La legge sulla costituzione dell’Albo dei mediatori, intendeva porre un argine al proliferare di queste società, che però non sono mai state seriamente regolamentate. La realtà è ben diversa e nel magma di più di 150.000 società di servizi e d’intermediazione finanziaria si nascondono, organizzazioni dedite ad attività usuraie.
C’è poi il gruppo dei professionisti insospettabili, che operano di sponda con bancari infedeli, dai quali ricevono una clientela selezionata. Avvocati, commercialisti e notai che avvalendosi di amicizie e convivenze in ambienti finanziari intervengono per operazioni superiori a 20mila euro.
Un terzo gruppo è costituito più direttamente da bancari infedeli che, conoscendo le difficoltà economiche del cliente, si propongono per un prestito personale.
Tutti e tre i gruppi hanno una finalità comune: agiscono non solo per lucrare sugli interessi, con la modalità del rinnovo degli assegni, ma puntano ad una azione espropriativa. L’obiettivo è svuotare la persona di ogni bene ed attività economica.
Altra caratteristica comune è la divisione delle funzioni e dei compiti all’interno della rete usuraia (capo-organizzatore e finanziatore, coordinatore-consulente legale, recuperatore dei crediti, brokers, intimidatore delle vittime, ecc.). Le stesse sono, talvolta, utilizzate in service o collegate da accordi operativi o patti di gestione. In questo modo, si legge nel rapporto di Confesercenti, una volta agganciate le vittime in punto qualsiasi della rete, queste vengano poi inevitabilmente travolte da una serie di rapporti a catena innescati volontariamente dagli usurai.
La professionalizzazione dell’usura è il drammatico filo rosso che unisce le diverse tipologie di prestatori.
A presto per un nuovo approfondimento (la prima puntata è stata pubblicata su questo blog poche ore fa, oggi, 21 novembre. La trovate in archivio)
2 – to be continued
r.galullo@ilsole24ore.com