Se non avete intenzione di leggere l’ennesimo “allarme mafie al Nord”, cambiate blog. Continuate a chiudere gli occhi e sognare un mondo bellissimo, dove i fiori sono nei cannoni anziché i cannoni delle mafie all’uscio di casa.
Ci siete ancora? Quanti siete? Due? Me ne bastava uno: giusto per non sentirmi solo.
Allora allora, cari due-bloggeristi-due, vi metto in fila questi gradevoli episodi. Il 21 novembre a Lecco viene fatto fuori come un leprotto in una battuta di caccia un giovane originario di Crotone (è il terzo delitto in Lombardia in un paio di mesi).
Sempre da quelle parti, due giorni dopo, pum-pum e altri due fratelli (ancora di origine crotonese) vengono bucati come una quaglia in volo. Giriamo provincia e passiamo a Lodi, precisamente a Tavazzano con Villavesco (come si chiameranno i cittadini?), dove un coraggioso attore-regista, Giulio Cavalli, da sette mesi riceve minacce e intimidazioni perché mette in scena una rappresentazione – “Do ut des” – che ridicolizza le mafie.
Vogliamo passare in Brianza? Bene nel neo (e inutile) capoluogo di provincia, Monza, sabato 29 novembre, il quotidiano “Il Giorno” (giustamente sacro ai lombardi) organizza per le 10 all’Urban center di Via Turati un convegno dal titolo: “Vecchie e nuove mafie – Le mani della ‘ndrangheta in Brianza”. Devo aggiungere commenti? Non credo serva.
Voliamo nella provincia di Milano, dove a Buccinasco accade che un consiglio comunale si spacca (o meglio: la maggioranza esce dall’aula e non vota) sulla cittadinanza onoraria da conferire a Roberto Saviano. Si, proprio quella Buccinasco che dagli anni 70 è diventata la “Platì del Nord” grazie alla demenziale scelta del nostro Legislatore (un oggetto virtuale senza un soggetto reale) di mandarvi al confino ‘ndranghetisti, il migliore dei quali sarebbe stato capace di cavare gli occhi alla mamma con un cucchiaino (di plastica; il ferro, sapete com è, serve per le pallottole).
Proprio quella Buccinasco dove il verde è appetibile alle imprese edili (quasi tutte direttamente o indirettamente di calabresi) che non aspettano altro che cementificare, e proprio quella Buccinasco dove, appena insediato, circa un anno fa, il sindaco Loris Cereda (che oggi non vuole dare la cittadinanza onoraria a Saviano per ragioni che vi invito ad ascoltare nella mia trasmissione “Guardie o ladri” in onda su Radio 24 sabato 29 novembre alle 19.30) decise che un bene immobile confiscato alle mafie non doveva diventare una pizzeria (come deciso dalla vecchia giunta) ma qualcos altro. Cosa? Boh, e chi lo sa! Le saracinesche di quel locale sottratto alla ‘ndrangheta – a due passi da Milano – sono ancora abbassate.
Ma la perla arriva da Cernusco sul Naviglio, dove nelle more di un Legislatore sveglio come un pugile suonato e una politica (a destra, centro e sinistra), coraggiosa come Don Abbondio, il rampollo di Totò Riina, Salvatore jr – libero per decorrenza dei termini, ma condannato a 8 anni e 6 mesi per associazione mafiosa e con un fratello ergastolano – esprime il desiderio di andare a svernare proprio lì, in quel paesino a 20 km da Milano dove, oltretutto avrebbe trovato anche un lavoro. Ipotesi che il sindaco di Cernusco, Alberto Comincini, liquida così: “o è un’opera pia oppure l’impresa che lo assume ha altri scopi”.
E’ un caso il tentato sbarco in Lombardia di Riina jr? Beata ingenuità! Allora, cari due bloggeristi-due (a meno che nel frattempo uno non si sia addormentato), seguite quanto è strana la vita…
Dove viene ospitato il papà di Riina jr, Totò, in regime di carcere duro (41bis)? A Opera, grazioso e accogliente carcere di Milano. E come può attualmente comunicare il rampollo con suo padre? Via telefono da Corleone: rigorosamente controllato e registrato.
Bene: a Cernusco, pur mantenendo l’obbligo di firma, starebbe a due passi dal papà, che potrebbe vedere di persona fino a due volte al mese, dietro autorizzazione. Registrazioni dei colloqui? Certo: ma dietro autorizzazioni.
Per carità: le orecchie del Grande Fratello della Giustizia sono sempre spalancate perché il 41bis è ampiamente aggirabile. Basta toccarsi il naso o l’orecchio per mandare messaggi in codice…
La vita è proprio strana… Cernusco, Milano, Buccinasco, Trezzano, Lecco, Corsico etc etc etc sono solo punti sulla mappa geografica?
Nossignori. La ‘ndrangheta i-ne-qui-vo-ca-bil-men-te si sta già posizionando in vista dei subappalti miliardari di Milano Expo 2015 e in Lombardia può contare su centinaia (centinaia ripeto) di basi logistiche. Non lo dico io – umile scrivano – ma Enzo Macrì, sostituto procuratore nazionale antimafia, anche se il sindaco di Milano, Letizia Moratti, grida che l’emergenza mafia non esiste (ma quando mai!) e dunque la commissione comunale antimafia può attendere.
E Cosa Nostra? Cosa Nostra è in ritardo, in forte ritardo. E allora diciamo che ha bisogno di punti di riferimento per recuperare terreno e mettersi al tavolo con le ‘ndrine per ragionare magari tra una sopressata e un cannolo a fine pasto. Ci vogliono personaggi forti e autorevoli. Dove trovarli? Beh, in carcere è complesso, ma fuori…O credete che Cosa Nostra stia lì a vedere gli altri mangiare, anzi abboffarsi, senza saltare sulla tavola imbandita?
Sono sicuro che le Forze dell’Ordine stanno già battendo in lungo e in largo Trezzano, Corsico, Cernusco e magari anche Pioltello per scoprire se qualche familiare delle famiglie mafiose allargate – che so – è proprietario di immobili o di appartamenti di recente costruzione da dare in affitto oppure di interessi commerciali e imprenditoriali da mandare avanti (verso il futuro).
Certo che la vita è curiosa. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, l’ex Dc Elio Vito “100mila pr
eferenze”, il 26 novembre, rispondendo a un’interrogazione parlamentare dell’onorevole leghista Marco Rondini, che gli chiedeva conto della possibile gita lombarda di Riina jr, ha risposto testualmente: “Non risulta che Giuseppe Salvatore Riina abbia depositato alcuna istanza al tribunale ovvero alla corte d’appello diPalermo nell’intento di potersi trasferire da Corleone a Cernusco sul Naviglio".
L’onorevole Rondini – quarantenne odontotecnico con il fazzoletto “verde ramarro”, che rappresenta una nazione inesistente della quale straparla fino a suscitare conati di vomito, ma che fino al 2000 rappresentava posizioni ultranazionaliste nella Fiamma Tricolore di Rauti e ancor prima nel Fronte nazionale di Franco Freda, come si legge in un articolo di “Liberazione” del 2 maggio 2008 – si dice “soddisfatto della risposta”. Soddisfatto? E la Lega ha pure applaudito, come riporta testualmente il resoconto stenografico a pagina 47 della seduta n.93 della Camera. Soddisfatto di cosa? Applausi a chi e per cosa?!
Al di là della sibillina risposta (“non risulta”; scusi “Vito 100mila preferenze”, non risulta a chi? A lei? Al suo vicino di banco? O al pizzicagnolo sotto casa?), a me, che sono un umile scrivano, risulta invece un’altra storia, e cioè che Riina jr ha fatto recentemente domanda al Tribunale per le misure di prevenzione di Palermo, chiedendo la possibilità di trasferirsi a Cernusco. La Direzione distrettuale antimafia ha espresso parere negativo (consultivo e dunque non vincolante). Che cosa ha disposto il Tribunale per le misure di prevenzione? Non è dato sapere ma – a intuito – si è espresso negli stessi termini negativi. Solo così, infatti, Riina jr potrebbe essere (ma al ministro non risulta) tornato alla carica chiedendo il trasferimento al Nord con tanto di lavoro (che a Corleone non trova), vera chiave di volta per lasciare la Sicilia e avvicinarsi a papà e agli interessi economici (intendo il posto di lavoro che ha trovato!).
Strana la vita. Il ministro smentisce ma il sindaco, in un’intervista a me rilasciata (e non smentita da alcuno) per il Sole-24 Ore, dichiarò testualmente sabato 20 novembre: “Ho trovato riscontri in Prefettura della richiesta di Riina jr”.
Strana davvero la vita. Vito smentisce, il sindaco trova riscontri, la Dda di Palermo dice picche al trasferimento e Riina jr sogna Cernusco, il paese con i fiori nei cannoni. O un paese con i cannoni all’ingresso che puntano verso i lavori di Expo 2015?
roberto.galullo@ilsole24ore.com