Pizzo batte esercito 3 (% ) a zero.
Sarà paradossale, sarà una forzatura ma è – ancora una volta – la cruda realtà in Calabria.
Nonostante la presenza per mesi e mesi dell’Esercito italiano nei cantieri regionali – magnificata da chi crede che questa presenza possa davvero incidere nella lotta alla ‘ndrangheta – la cosca Nasone-Gaietti che opera nell’area di Scilla avrebbe continuato, imperterrita, a imporre il pizzo del 3% negli appalti per la realizzazione del 6° macrolotto dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria.
L’operazione condotta dai Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria su delega della Direzione distrettuale antimafia, ha portato poche ore fa all’arresto di 12 presunti appartenenti alla cosca “Nasone-Gaietti”, responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata dall’aver favorito un sodalizio mafioso.
Le investigazioni hanno documentato un’infiltrazione pervasiva, costante della ‘ndrangheta, che sarebbe ricorsa a metodi violenti su mezzi e persone pur di perseguire l’intento, quella “regola aurea” del 3% che molte, troppe indagini hanno già documentato in Calabria. Alcuni imprenditori, vessati, avrebbero ad un certo punto detto basta: da qui l’indagine della magistratura partita a fine 2010 e che già nel 2011 aveva portato all’arresto di alcuni esponenti della cosca che, nonostante tutto, voleva dimostrare di essere più forte dello Stato e continuare ad applicare il pizzo.
A giugno 2011 era stato infatti arrestato per estorsione Giuseppe Fulco, che pretendeva il pagamento di seimila euro (corrispondente al 3% dell’appalto aggiudicato dall’Anas) come condizione “assolutamente necessaria alla prosecuzione dei lavori per la realizzazione del tratto Scilla-Favazzina dalla Statale 18”.
Le investigazioni dei Carabinieri hanno consentito di dimostrare che Fulco, ritenuto dagli investigatori organico alla cosca, dopo due danneggiamenti perpetrati ai danni della ditta si era più volte recato sul cantiere pretendendo il pagamento della tangente.
Lo Stato, per il momento, riscattando anche l’impegno profuso dall’Esercito, ha vinto in quel micro lotto che diventa “macro” per l’affermazione della Giustizia e della libertà d’impresa.
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