Il mammasantissima Peppe De Stefano rivolto al suo ipotetico rivale: “Ma chi è ‘sto don Mico Oppedisano?”

Peppe De Stefano – dell'omonima cosca dominante da Reggio a Milano passando per Roma – rilascia il 20 aprile 2011 dalle 17.36 un interrogatorio nel carcere milanese di Opera. Di fronte a lui ci sono Giuseppe Pignatone e il pm della Dda reggina Giuseppe Lombardo.

Li ha chiamati lui a Milano e il motivo lo spiega alla fine dell'interrogatorio lo stesso De Stefano: "Io volevo che mi conoscesse il dottore Lombardo perché mi conosceva solo tramite collaboratori".

Nel corso dell'interrogatorio sostanzialmente dice una ed una sola cosa: io, con la 'ndrangheta, non c'entro nulla.

E lo dice in maniera talmente convincente che Lombardo lo incalza fino a che, sostanzialmente, non lo metterà all'angolo nella parte conclusiva (come vedremo nei prossimi post che dedicherò a questo interrogatorio).

 UNA CARICA MAI ESISTITA

 De Stefano lo dice chiaro e tondo: "dottore sta carica istituzionale non è mai esistita".

Leggete infatti come dialoga con Lombardo sulla carica di "crimine" che, come rivelerà in seguito il pentito Nino Fiume che lo chiama pesantemente in causa come "padrone" di Reggio, equivale a quella che una volta era la carica di "mammasantissima".

Lombardo – questa carica di crimine

De Stefano- non è mai esistita

Lombardo – ma non è mai esistita per lei o non è mai esistita..

De Stefano – per me non è mai esistita. Io sono stato al carcere di Reggio Calabria

E poco dopo cosi prosegue.

De Stefano – no io sono qui perché è veramente una tortura subire determinate cose, se ci fossero stati i riscontri dottore Lombardo se noi avessimo avuto i riscontri..

Lombardo – si

De Stefano – io facevamo il rito abbreviato, ci prendevamo il terzo di pena in meno a Tolmezzo ero a Tolmezzo rimanevo

Lombardo – si

De Stefano – dottore fantasia

Lombardo – ecco questo le stavo chiedendo

De Stefano – fantasia mi perdoni, pura fantasia

 

OPPEDISANO CHI?

Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere perchè – e la domanda sorge spontanea – se non è lui il mammasantissina o "crimine" chi comanda? Vuoi vedere che è don Mico?

Lombardo non può fare a meno, dunque, di proseguire l'interrogatorio toccando proprio il ruolo di don Mico Opeedisano, arrestato circa 9 mesi prima nell'indagine "Il Crimine/Infinito " con l'accusa di essere il boss dei boss, l'ottantenne venditore di piantine che tremare il mondo fa. 

Ovviamente Lombardo non arretra di un millimetro ben sapendo chi si trova di fronte e sapendolo non certo attraverso le sole parole di Fiume ma attraverso le convergenze di numerose dichiarazioni di collaboratori di giustizia, la storia familiare, le intercettazioni, una condanna definitiva passata in giudicato, processi aperti tra cui Meta  e chi più ne ha più ne metta.

De Stefano – però abbiamo toccato con l’operazione Crimine abbiamo toccato il fondo dottore…da quello che leggo abbiamo toccato il fondo e se vi confesso che la giravo con i guanti quelli per lavare i piatti per cose…perché lì sento..quando leggo che la carica dei templari..ma dice perché i templari? Chi sono? Dice ho visto il film…dottore c’è…le mie disgrazie non mi potrebbero, non mi possono portare

 

Lombardo – ma i nominativi…mi consenta una domanda

De Stefano– si

Lombardo – ma i nominativi che lei ha letto nell’operazione Crimine le dicevano qualche cosa?

De Stefano– niente dottore tranne i nomi delle famiglie che leggiamo nei giornali ma sennò non mi dicevano niente

Lombardo – quindi i nomi di quelle famiglie lei li conosce per averli letti sui giornali

De Stefano – di quello che ho letto nel Crimine..

Lombardo – ad esempio la domanda è questa…di Mico Oppedisano lei ha mai sentito parlare?

De Stefano– mai dottore, dottore Lombardo mai

Lombardo – lo sa perché io non intendo approfondire le domande su questo? Prima perché è un’indagine completamente diversa da questa e che non ho curato io

De Stefano– io la tocco per la carica di capo crimine che ho io

Lombardo – si assolutamente io non voglio che..

De Stefano– sennò figuratevi se ci interessava, c’è un passaggio

Lombardo – ci siano fraintendimenti da me…tra me e lei…lei può toccare tutti gli argomenti che vuole

De Stefano– dottore c’è un passaggio…c’è un passaggio nell’operazione crimine dove un certo Gattuso Nicola dice ad un altro

Lombardo – si

De Stefano– Peppe De Stefano è il mammasantissima

Lombardo – bravo esatto

De Stefano – io mi vado a cercare sto mammasantissima e non lo trovo…non lo trovo

Lombardo – dove se lo cerca?

De Stefano– Crimine..

Lombardo – eh

De Stefano– "Vieni via con me" di Saviano e tutti questi giornali… "Fratelli di sangue" "Metastasi" che devo dirvi dottore…dottore ve lo dico guardate…


Lombardo – ma non chiediamoci se c’è il mammasantissima

De Stefano– dottore


Lombardo – ma perché si fa riferimento anche lì sempre a Peppe De Stefano?

De Stefano– dottore perdonatemi dottore senza…a me mi ha rovinato la detenzione a Reggio Calabria non perché mi hanno dato il crimine perché arrivava gente lì…il figlio di Paolo De Stefano giocavamo a pallone..


ESCE SEMPRE IL SUO NOME

Lombardo continua a tirare dritto mettendo Peppe De Stefano di fronte a una "cascata" di richiami al suo (indiscutibile) ruolo di "padrone" di Reggio e non solo.

Lombardo – poi le ha fatto riferimento a un’altra intercettazione in cui si dice che De Stefano Giuseppe è mammasantissima

De Stefano– si

Lombardo – giusto?

De Stefano– si

Lombardo – e lei è andato a cercare che cos’è sto mammasantissima mi ha detto ma non si è chiesto perché parlano di De Stefano Giuseppe

De Stefano – no non me lo sono chiesto…

Lombardo – perché?

De Stefano- me lo sono chiesto come non me lo sono chiesto..


Lombardo – com’è che esce sempre il nome suo?

De Stefano– non lo so dottore

Lombardo – e quella non è gente di Reggio

De Stefano – perdonatemi..perdonatemi..no quella è gente che fa le estorsioni a Reggio..quella è gente che fa le estorsioni a Reggio e al centro di Reggio dove fino a ieri la pertinenza era esclusiva de De Stefano perché lo diceva il signor Fiume che gli era stata tramandata da Audino..o sono i De Stefano sul podio o siamo i De Stefano che Audino ci tramanda al centro di Reggio..però nel 2007 ero latitante e questi signori hanno fatto una estorsione da Cesare gelati..Gattuso e Caridi e sono di Modena


V.M. – signor procuratore..

De Stefano– se bruciavano..se bruciavano o s
paravano alla serranda di Cesare la colpa era di Giuseppe De Stefano..non è così la realtà dottore Lombardo vi prego dottore Pignatone…sono onorato di avervi qui davanti…non è così…dottore se io incassavo cento milioni al mese come dice Fiume avrei, sarei riuscito a tenere quei pochi beni che aveva lasciato mio padre..abbiamo mandato tutto all’asta..abbiamo mandato tutto all’asta e in altra sede vi dimostrerò cosa e come dottore Lombardo e dottor Pignatone

Lombardo – non le ho fatto ancora una domanda

De Stefano– cento milioni al mese..settanta milioni di estorsione e trenta milioni della droga Coco Trovato e li teniamo sotto il tetto…lei mi dirà perché dice così Fiume? Ma perché dice così Moio?

Lombardo – la mia domanda di fondo è sempre quella lei ormai l’ha capito

De Stefano– si lo so dottore

Lombardo – e cioè che per me non è una coincidenza

De Stefano– dottore e sono al suo fianco e al fianco del dottore Pignatone per riuscire a portare la verità se c’è una virgola che io debba pagare se c’è..

 

Lombardo (rivolto a Pignatone che era entrato in quel momento ndr)– io ho spiegato a lui che non si procede nei suoi confronti perché si chiama De Stefano

De Stefano – non avevo il minimo dubbio..che c’è un piccolo aggravante me lo dovete dare però dottore che se mi chiamavo Postorino..tutto sto passaggio non c’era non da parte vostra, da parte di questi signori che appena sentono..basta. io ancora..vorrei fare un quadretto.

 

Per questo aver letto – integralmente, dopo averlo fatto parzialmente per stralci pubblicati su alcuni siti – con voi ora l'interrogatorio di aprile 2011 rafforza, dall'interno dell'organizzazione 'ndranghetista di cui la cosca De Stefano è protagonista assoluta, la certezza che la carica di Don Mico Opeeddisano vale esattamente quel che, dopo anni di silenzi, i più acuti osservatori hanno sottolineato: don Mico è un custode delle regole. I capi sono altrove. E – sia ben chiaro – Peppe De Stefano non è certo "il" capo. Semmai "un" capo, un protagonista assoluto e determinante della cupola mafiosa che a Reggio e in Calabria vanta ben altre tessere fatte crescere negli anni: dalla politica ai professionisti passando per pezzi marci dello Stato, della Gisutizia e dei servizi segreti.

A domani

r.galullo@ilsole24ore.com

1 – to be continued

Per ora direi di fermarci qui con una sensazione nettissima: non so se Peppe De Stefano abbia mai sentito o meno nominare don Mico Oppedisano. Quel che a me appare – leggendo in filigrana – è che di sicuro Peppe De Stefano non tollera neppure che possa essere accostato il suo nome a quello dell'arzillo ottantenne di Rosarno.