Questo mio servizio è stato pubblicato il 19 ottobre a pagina 41 nel dorso Finanza del Sole-24 Ore. Lo ripropongo ai lettori del blog perché…la storia merita.
Domanda che vale un tesoro: come portereste in Italia, dalla Germania, un bond falso da 500 milioni di dollari?
Prima che vi ingegniate, la risposta è nell’operazione Revolution, con la quale la Dda di Reggio Calabria il 18 ottobre ha sgominato un’associazione calabro-pugliese dedita al narcotraffico: con un corriere espresso. Le indagini, coordinate dal Procuratore aggiunto Nicola Gratteri con i pm Federico Perrone Capano e Francesco Tedesco, hanno portato alla luce tutta la passione delle mafie per i “trasporti pericolosi” e per i falsi bond.
Così come ha usato le Poste argentine per far arrivare ad Africo Nuovo un pacchetto di cocaina – individuato allo scalo di Malpensa il 20 marzo 2010 e che ha dato il via alle lunghe indagini transnazionali – l’organizzazione ha anche fatto ricorso ad un corriere Dhl per introdurre dalla Germania in Italia un falso bond della Federal reserve degli Stati Uniti del valore nominale di 500 milioni di dollari, al fine di precostituire delle linee di credito da utilizzare per successivi investimenti imprenditoriali.
La “mente” finanziaria che legava la ‘ndrangheta calabrese alla Sacra corona unita, secondo l’accusa era Antonio Flore, imprenditore edile di Ostuni (Brindisi). È proprio a casa sua che il 24 marzo 2011 la Guardia di finanza ha trovato, chiuso in una cassaforte nascosta in un garage, il falso bond americano, che con ogni probabilità gli era stato affidato per “monetizzarlo”.
I sospetti di un traffico più ampio non mancano, perché nella stessa perquisizione la Gdf ha trovato due documenti in inglese (“irrevocable fee protection agreement”, datato 13 luglio 2010 e “confirmation of the donation of titles to realize humanitarian projects”) entrambi con un tratto di penna blu e la dicitura “annullato”.
La scoperta del traffico di bond falsi – parallelo al narcotraffico – è nato ascoltando una serie di telefonate a partire dal 20 ottobre 2010 nelle quali Flore parlava di non meglio precisati titoli di credito.
A novembre 2010 il falso bond Usa era in Germania e agli inquirenti è apparso chiaro che questo tipo di operazioni finanziarie venivano fatte per conto di altre persone, come sottolineato da un altro indagato a colloquio con Flore: “tienimi tranquille le persone per favore a costo che vado io in Germania a prenderlo …Porca puttana sempre queste chiacchiere….tienili tranquilli Anto devo andare in Germania a prenderlo…”.
Paradossale a dirsi ma il titolo è invece partito con un corriere espresso come un qualunque pacchetto di delicatessen bavaresi ed è giunto a destinazione in Puglia, tanto che Flore avvisa i sodali dell’arrivo del plico con il titolo: “quella cosa mi è arrivata, ce l’ho in mano, ce l'ho in mano io eh…te lo volevo far vedere pure capito prima di metterlo…eh che lo mettiamo insieme in cassaforte...”.
Cassaforte nel quale è stato sequestrato.