Cari lettori di questo umile e umido blog, dalla sorsa settimana vi do conto di alcuni aspetti straordinariamente interessanti non affrontati o affrontati di striscio nel corso degli Stati generali delle lotte alle mafie svolto a Milano e organizzato dal ministero della Giustizia.
Rimando ai link a fondo pagina per tutti i servizi precedenti.
Oggi proseguo con un argomento che ho cominciato a trattare venerdì scorso grazie agli spunti molto interessanti offerti dal direttore generale del dipartimento delle informazioni per la sicurezza Alessandro Pansa: il deep web, la Rete nascosta e più profonda. L’ho fatto anche ieri proponendovi la prima parte dello straordinario contributo scritto (ripeto ancora una volta affinché resti scolpito: ma perché non è stata invitata a parlare? Perché non è stato proiettato un suo video intervento?) di Roraima Ana Andriani. Da settembre 2015 è direttore del Dipartimento crimine organizzato e crimini emergenti di Interpol.
Ma andiamo a leggere la seconda parte del suo intervento.
«Fuori da ogni controllo o quasi è l’utilizzo del deep web per traffici e negoziazioni illecite. Nello spazio commerciale virtuale si vende illegalmente veramente di tutto: prospera, tra gli altri, lo spaccio digitale di ogni tipo di droghe, in particolare le sintetiche, cocaina, oppiacei e cannabis. Il web riflette la realtà dei mercati illeciti, che vede nel traffico di sostanze stupefacenti un’attività criminale in continua ascesa. Il mercato delle droghe cavalca senza indugi i processi di globalizzazione cogliendone tutte le opportunità. Le organizzazioni criminali investono in poly drug trafficking, trafficando al tempo stesso diversi tipi di sostanze nelle diverse direzioni e utilizzando le diverse droghe come merce di scambio e pagamento.
L’Africa è il continente emergente per il crimine organizzato in quanto offre nuove occasioni di mercato sia in termini di domanda, produzione e transito, considerando la fragilità economica, politica ed istituzionali di molti Stati. Il mercato africano offre l’intera gamma delle droghe: cocaina, eroina, cannabis, captagon, metamfetamine. Lo scorso gennaio è stato effettuato il primo grande sequestro di cocaina in Gibuti. L’arrivo di 500 chili di “zucchero” dal porto di Santos in Brasile ha colto di sorpresa le autorità locali che non avevano mai visto una quantità di droga di quella portata nel loro Paese. Stupiti sono rimasti anche gli specialisti del settore che consideravano prevalentemente i Paese dell’Africa dell’ovest la rotta di transito della cocaina proveniente dal sud America. Si è di fronte al “poly drug trafficking” ma allo stesso tempo anche a “poly criminal groups”, poiché le organizzazioni criminali dedite al narcotraffico di stupefacenti gestiscono anche altre attività illegali come traffico di merce contraffatta, traffico di essere umani e migrazione illegale. Così come allo stesso tempo, si servono di quei crimini che definiamo enabling, ossia che consentono lo svolgimento delle attività criminali come corruzione, produzione e traffico di documenti di identità e viaggio rubati o contraffatti, riciclaggio.
Accanto alle tradizionali organizzazioni criminali che si connotano per struttura organizzativa gerarchica e consolidata, alcune, come noto, anche per lo stretto legame con il territorio e la pervasività istituzionale, si ritrovano in gruppi organizzati a geometria variabile. Si compongono di un numero limitato di associati, criminal network che operano in maniera veloce, flessibile, fluida e che si caratterizzano per diversificazione di competenze e specializzazioni di settore. Questi network criminali sono anche modus operandi delle organizzazioni criminali più consolidate che si servono di gruppi operativi dove rileva il ruolo e la competenza piuttosto che l’affiliazione e l’appartenenza, poiché vengono reclutati per operazioni specifiche. La massimazione del profitto rimane l’obiettivo comune di tutte le organizzazioni criminali: quello che cambia è la solidità strutturale, il volume di attività, l’egemonia sul territorio, la pervasività ed influenza sulla politica e le istituzioni, la disponibilità al rischio, l’’indice di violenza e la cultura criminale».
Ora vi saluto.
- 6 – The end (per le precedenti puntate si leggano
http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2017/12/06/lotta-alle-mafie5-roraima-ana-andriani-interpol-il-deep-web-invisibile-sta-sconvolgendo-il-modus-operandi-delle-mafie-mondiali/)