L’aspetto innovativo e per questo di maggiore interesse degli Stati generali della lotta contro le mafie della scorsa settimana a Milano è stato l’unico a non essere approfondito pubblicamente, se non dal direttore generale del dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) Alessandro Pansa.
L’aspetto, diciamolo subito, è quello del deep web, all’interno del quale si nascondano insidie e pericoli inimmaginabili per la stessa tenuta democratica dei Paesi (è stato lo stesso Pansa a ricordarlo). E nel deep web, la Rete nascosta e più profonda, le mafie sono protagoniste.
Non c’è da meravigliarsi della noncuranza sul tema. L’arretratezza culturale della politica e, di conseguenza, di gran parte delle istituzioni (a parte chi, come in questo caso l’ex capo della Polizia Pansa, rappresenta la parte nobile e Servitrice delle stesse) è devastante e, se sono uscito con una certezza dai due giorni di lavoro a Milano, è che le mafie sono ancora anni luce avanti rispetto a chi dovrebbe fare prevenzione. Non solo in Italia. Anzi. Il nostro Paese, rispetto al resto d’Europa, quantomeno ha la sensibilità che, come ha detto il capo della Procura di Catanzaro, Nicola Gratteri, dal centro Europa in su manca del tutto.
Pansa, nel corso del suo intervento straordinario, ha affermato che «ci confronteremo con fenomeni sempre più sofisticati e la mafia del bidone (facendo riferimento ai soldi di Totò Riina nascosti decine di anni fa in bidoni in Svizzera, ndr) sarà sostituita dalla mafia del bitcoin. Già esistono forme criminali particolarmente sofisticate. Gli attacchi informatici sistemici condotti da strutture probabilmente istituzionali che sono ancora in corso. Il sistema del web per disinformazione e influenzare nasconde attività gestite da entità che lo fanno illegalmente. Un Totò Riina informatico ci sarà».
Facendo poi riferimento all’attacco che il 13 maggio di quest’anno bloccò per ore i server di 99 Paesi nel mondo Pansa ha detto: «i sistemi di controllo sono andati in tilt per ore quando ci fu l’attacco informatico. Cosa accadde in quel periodo? Possono aver fatto di tutto, non certo guadagnare 40/50mila dollari di riscatto».
E infine, facendo riferimento alla necessità di un più stretto legame tra le intelligence dei vari Paesi, Pansa ha affermato: «Quando si parla di cooperazione tra servizi bisogna circoscrivere l’oggetto e su determinati temi funziona. L’analisi strategica spesso viene condotta congiuntamente tra più Paesi. L’abilità è trasformare l’informazione in conoscenza, fornendo alla politica scenari previsionali. Dove ci sono instabilità geopolitiche le mafie hanno tutto l’interesse a entrare».
Ora vi saluto ma la prossima settimana proseguo.
- – To be continued (per le precedenti puntate si leggano