Amati lettori di questo umile e umido blog, continuo ad onorare la memoria del giudice Paolo Borsellino (e dunque anche del suo collega di vita e di morte Giovanni Falcone, unitamente alle loro scorte) con una nuova analisi.
Anche quella odierna (così come quella degli ultimi due giorni) trae spunto dalle dichiarazioni, rese per il venticinquennale della strage di via D’Amelio, da Fiammetta Borsellino, figlia del giudice, secondo la quale, come ha dichiarato al giornalista del Corriere della Sera Felice Cavallaro, «questo abbiamo avuto: un balordo della Guadagna (Vincenzo Scarantino, ndr) come pentito fasullo e una Procura massonica guidata all’epoca da Gianni Tinebra che è morto, ma dove c’erano Annamaria Palma, Carmelo Petralia, Nino Di Matteo, altri…».
La notizia di ieri è che Di Matteo ha chiesto di essere audito dalla Commissione parlamentare antimafia. Verosimilmente in ordine alle dichiarazioni di Fiammetta Borsellino che, ovviamente, l’hanno colpito nel vivo anche con riferimento alla scarsa anzianità di servizio ed esperienza che all’epoca vantava, secondo la figlia del giudice.
Quel riferimento alla massoneria non era casuale abbiamo visto come – nell’indagine “Sistemi criminali” della Procura di Palermo poi archiviata il 21 marzo 2001 – il ruolo della massoneria capitanata da Licio Gelli fosse stato ritenuto fondamentale nel tentativo di stravolgere l’ordine democratico del Paese, far nascere una nuova forma di Stato (anche, se necessario, attraverso la secessione). Un ruolo deviato che si cementava con la strategia stragista dell’ala corleonese di Cosa nostra e (per altri e più raffinati versi) della ‘ndrangheta.
Un ruolo centrale della “massoneria mafiosa di Stato” che è stato avvalorato – come abbiamo visto ieri – anche da alcuni pentiti. Ma non pentiti qualunque.
Oggi vorrei concludere la riflessione traendo spunto da un’altra domanda e un’altra risposta nell’intervista di Felice Cavallaro a Fiammetta Borsellino.
Questa: “Cosa dirà alla commissione presieduta da Rosy Bindi?” «Più che dire consegnerò inconfutabili atti processuali dai quali si evincono le manovre per occultare la verità sulla trama di via D’Amelio». Fiammetta Borsellino, infatti, il 19 luglio 017 è stata audita a Palermo dalla Commissione antimafia
Non sappiamo cosa ha detto e cosa ha consegnato Fiammetta Borsellino ma sappiamo che le risposte – quelle su Scarantino, sulla procura massonica e sulle manovre occulte – si fonderanno e daranno a Bindi e a tutta la Commissione parlamentare un’occasione irripetibile.
Già perché una cosa va ora sottolineata.
Nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti tra mafie e massoneria, la Commissione parlamentare antimafia, il 1° marzo 2017, ha deliberato all’unanimità il sequestro degli elenchi degli iscritti, dal 1990 a oggi, alle logge di Calabria e Sicilia delle associazioni massoniche: Grande oriente d’Italia (Goi del Maestro Venerabile Stefano Bisi, la più importante, con circa 22mila affiliati), Gran loggia regolare d’Italia (Gri), Serenissima gran loggia d’Italia; Gran loggia d’Italia degli antichi liberi accettati muratori.
Il provvedimento è stato assunto in seguito alla mancata consegna degli elenchi più volte richiesti dalla Commissione a partire dall’agosto 2016. Al fine di acquisire la documentazione necessaria, la Commissione ha delegato lo Scico della Guardia di Finanza di Roma, agli ordini del generale Giuseppe Grassi, a procedere alle perquisizioni delle sedi nazionali delle quattro associazioni.
Ripeto a chi fosse sfuggito: il sequestro degli elenchi calabri e siculi (per misteriose ragioni solo quelli anche se Bindi ha fatto capire che potrebbero essere sequestrati anche quelli di altre regioni; peccato che la legislatura stia per finire) riguarda gli anni dal ’90 in poi.
E mi domando e vi domando: quale migliore occasione per scoprire – e, attenzione, in questo specifico caso, se necessario render noto – i nomi e i cognomi di quanti, affiliati alla massoneria, hanno avuto a che fare con le indagini prima e dopo la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nelle procure, negli uffici giudiziari e investigativi?
O dobbiamo forse pensare che Fiammetta Borsellino con quel riferimento alla Procura massonica retta all’epoca da Giovanni Tinebra, sia una riflessione dal senno fuggita?
Si badi bene: Fiammetta Borsellino non ha parlato di Tinebra massone ma di procura massonica, che è un concetto molto più ampio e degno di approfondimento viscerale.
Ora, per la cronaca, l’allora procuratore di Caltanissetta Giovanni Tinebra (morto a Catania il 6 maggio di quest’anno) colloquiando con l’Ansa il 23 luglio del 1994, disse «Scarantino non ha subito nessun tipo di violenza o di imposizione: si è autonomamente deciso a collaborare e ciò l’ha fatto in maniera che ci ha pienamente convinti. È un’operazione che conduciamo con consueti, usuali metodi».
Scarantino, come abbiamo visto, arrestato a settembre 1992, è il famoso «balordo della Guadagna» (quartiere di Palermo, ndr) citato nell’intervista da Fiammetta Borsellino. Le sue false confessioni hanno portato ingiustamente al carcere persone innocenti e la procura di Catania, pochi giorni fa, rivedendo il processo, le ha tutte assolte dall’accusa di strage.
Resta un’ultima cosa da sottolineare, vale a dire un rischio di cui tutti dobbiamo essere coscienti, a partire dalla Commissione parlamentare antimafia.
Negli anni Ottanta e Novanta erano molti i fratelli “alla spada” o “all’orecchio” dei Gran maestri delle varie obbedienze massoniche. Vale a dire massoni della la cui affiliazione solo il vertice sapeva (sa ancora?).
E secondo voi – in quegli anni – i massoni di altissimo profilo nelle procure, negli uffici giudiziari, negli uffici investigativi e in tutte le Istituzioni erano tutti regolarmente iscritti o erano anche “alla spada” o “all’orecchio” del Gran Maestro di turno?
A Bindi e alla Commissione antimafia il compito sacrosanto di illuminare anche su questo aspetto la famiglia Borsellino e l’Italia tutta.
Presto però, che sono già passati, quasi inutilmente, 25 anni dalla morte di un giudice che ha illuminato per sempre la mia strada e quella di milioni di italiani.
8 – the end
(per le precedenti puntate si leggano