Confindustria Reggio Calabria punto e a capo: un’interdittiva antimafia fa dimettere il presidente Andrea Cuzzocrea – Il precedente

Ci risiamo: Confindustria Reggio Calabria è senza presidente dopo le «irrevocabili dimissioni» di Andrea Cuzzocrea, giunte il 3 maggio. Fino all’elezione del nuovo presidente, come da statuto associativo, assumerà le funzioni il vicepresidente Filippo Arecchi. Per la seconda volta in 10 anni c’è una crisi in Confindustria Reggio Calabria e la speranza è che il parto per la nuova presidenza non duri cinque anni come nel caso precedente (lo leggeremo al fondo di questo servizio).

A spiegare i motivi delle dimissioni è lo stesso ingegnere, con un conciso e al tempo stesso esaustivo comunicato stampa emesso il 2 maggio: «Quest’oggi è stata notificata a una delle aziende di cui sono contitolare, la Aet srl, un’informazione a carattere interdittivo da parte della Prefettura di Reggio Calabria. Alla luce di ciò, ho immediatamente comunicato al direttivo di Confindustria Reggio Calabria la volontà, che formalizzerò domani, di rassegnare le mie dalla carica di presidente dell’Associazione».

Tutto qui? No, perché Cuzzocrea annuncia battaglia legale che, però, non avrà alcun esito sul suo ripensamento, alla luce delle annunciate «irrevocabili dimissioni».

«Esprimendo piena fiducia nella magistratura amministrativa, competente su questa materia – si legge infatti nel comunicato stampa – impugneremo in sede giurisdizionale il provvedimento interdittivo, nella consapevolezza della legittimità e della correttezza delle nostre condotte. Tuttavia, a tutela del buon nome e dell’onorabilità di Confindustria, ritengo necessario, per ragioni di opportunità, concludere la mia esperienza alla guida della prestigiosa associazione che ho avuto l’onore di presiedere in questi anni. Ringrazio il direttivo e indistintamente tutti gli imprenditori per la fiducia e il sostegno che mi hanno accordato in questo lungo periodo, nel quale abbiamo condotto battaglie per la legalità, per la giustizia e per lo sviluppo del territorio».

Ed infine la fiera uscita di scena: «Ribadisco infine il mio più fermo ripudio della ‘ndrangheta, male di questa terra, che sta togliendo ogni speranza e opportunità di futuro ai nostri giovani».

Lungi dalla volontà di questo umile e umido blog giudicare, ricostruiamo alcune recenti vicende, che hanno riguardato direttamente (o indirettamente) l‘ormai ex presidente reggino. Partiamo dalla più recente. Anzi: recentissima e che coinvolge in vero tutti gli imprenditori calabresi e che la dice lunga sul fatto che questa regione sta attraversando una fase tra le più buie della sua storia.

2 maggio 2017: più attenzione alla sicurezza

Dallo Stretto al Pollino si registra una recrudescenza delle intimidazioni subite dagli imprenditori. Sono delle ultime ore quelle ricevute da due attività imprenditoriali del settore edile operanti in provincia di Cosenza di cui sono titolari Pasquale Cundari e Andrea Lo Gullo, dirigenti di Ance Cosenza. Solidarietà ai colleghi imprenditori, ai dipendenti delle aziende ed ai familiari viene espressa dal mondo associativo da parte del presidente degli industriali calabresi Natale Mazzuca e del numero uno di Ance Cosenza, Giovan Battista Perciaccante.

«Stiamo combattendo una battaglia estenuante. Quasi tutti i giorni – commenta Natale Mazzucasiamo sottoposti a tensioni di varia natura. Il clima di insicurezza che respiriamo ci mortifica come cittadini e come imprenditori e ci sottopone a dure prove. Questi atti inqualificabili ci sviliscono. Tentano di indebolirci ma non arretreremo. Così come i rappresentanti delle istituzioni e gli amministratori pubblici, anche noi imprenditori abbiamo bisogno del sostegno della pubblica opinione ed in particolare dello Stato perché faccia sentire la sua presenza, presidiando il territorio e garantendo certezza del diritto».

Affermare la cultura della sicurezza e della legalità, in tutti i territori, coinvolgendo tutti i cittadini, le categorie produttive, le organizzazioni sindacali, il terzo settore, il mondo della scuola, della ricerca e della formazione è la via da intraprendere seriamente per il dirigente di Unindustria Calabria.

«E’ un problema che ci riguarda tutti – sottolinea il presidente di Ance Cosenza Giovan Battista Perciaccante – perché non riusciremo a crescere e svilupparci se intorno al collo avremo il cappio stretto della cultura criminosa che distrugge quello che di buono si cerca di costruire, con fatica, impegno, sforzi personali e collettivi. Quello che bisogna fare nella direzione della legalità non è mai abbastanza e non dobbiamo abbassare la guardia. Occorre denunciare, impegnarsi quotidianamente al fianco delle istituzioni e delle forze dell’ordine, realizzare iniziative anche nelle scuole dove si iniziano a formare le coscienze».

12 luglio 2016: la visita in Senato di Cuzzocrea e Paolo Romeo

A pagina 2000 dell’ordinanza relativa all’indagine Mammasantissima della Dda di Reggio Calabria, il 12 luglio 2016 il Gip Domenico Santoro, nel tracciare il profilo di Paolo Romeo, indagato e con una sentenza già passata in giudicato per concorso esterno in associazione mafiosa, scrive che «il 16 gennaio 2014, una delegazione di Associazioni di Cittadinanza attiva, composta da Romeo Paolo, Pietropaolo Domenico e Bova Giuseppe, unitamente a una rappresentanza di Confindustria Reggio Calabria, guidata dal Presidente Cuzzocrea Andrea, coadiuvato da Tropea Antonino e Latella Giampaolo, venivano ricevuti, in audizione informale, dall’ufficio di Presidenza della 1^ Commissione permanente “Affari Costituzionali” del Senato».

3 agosto 2016: l’impresa nelle carte della terna prefettizia

Il 3 agosto 2016 a seguito di una presa di posizione del M5S locale l’ingegner Cuzzocrea sente il bisogno di intervenire su quanto contenuto nella relazione della commissione d’accesso al Comune di Reggio Calabria del 2012 (che poi portò allo scioglimento per contiguità mafiose del consiglio comunale), nella quale l’impresa Aet veniva citata e di cui è socio.

«Viene citata per vicende che sono state chiarite da tempo e superate da successive certificazioni della Prefettura scrive e ricorda Cuzzocrea – che hanno comprovato un fatto a tutti noto, e cioè il nostro operare nel pieno alveo della legalità. Il possesso dei requisiti di moralità dell’impresa Aet srl e dei suoi soci (oltre al sottoscritto, l’ing. Antonino Martino) non è mai stato in discussione, e peraltro ha sempre trovato conferma in esito alle verifiche obbligatoriamente disposte dalle pubbliche amministrazioni, in occasione dell’aggiudicazione di ogni commessa. Quelle vecchie vicende, come migliaia di altre citate nella relazione, alcune per la verità dimostratesi assai imprecise, oggi vengono brandite come una scimitarra dal Movimento 5 Stelle che si chiede come mai la Aet srl sia aggiudicataria del parcheggio del nuovo Palazzo di giustizia. E’ evidente che questa richiesta è un attacco politico nei confronti del Comune di Reggio Calabria nel quale vengo strumentalmente chiamato in causa. La risposta alla richiesta del M5S è banale (o almeno lo è per chiunque conosca l’abc del diritto amministrativo): abbiamo vinto un regolare appalto pubblico. Peraltro non si capisce bene a che titolo si chieda conto al Comune di Reggio Calabria visto che, per finalità di legalità e trasparenza (stiamo parlando del parcheggio di un Tribunale!) l’intera procedura è stata espletata dalla Stazione unica appaltante provinciale. La Suap ha ovviamente verificato che fossimo nel pieno possesso dei requisiti di moralità e legalità necessari per l’affidamento dei lavori e, anche successivamente alla data della Relazione della Commissione d’accesso, la Prefettura ha confermato la correttezza dell’operato della Aet srl nell’ambito peraltro del percorso legalitario e delle stringenti regole che ci siamo dati in Confindustria, che mi onoro di presiedere».

Riguardo all’interdittiva al consorzio Sant’Agata, al centro di un articolo pubblicato lo stesso 3 agosto 2016 dal quotidiano La Gazzetta del Sud, Cuzzocrea precisò che: «la società è stata posta in liquidazione dopo il completamento dell’opera che costituiva l’unico scopo del consorzio, il collaudo è avvenuto nell’aprile 2015 e subito dopo ognuno è andato per la sua strada. L’interdittiva è datata agosto 2015. E la consortile aveva cessato il suo oggetto sociale già dal 2014 prima del provvedimento della prefettura, che non ha riguardato la Aet srl ma l’altra società del consorzio. E’ noto cosa io pensi dello strumento delle interdittive, su cui non intendo tornare per l’ennesima volta. Però trovo necessario precisare (sebbene l’articolo di Gazzetta si contraddistingua per la correttezza dei fatti rappresentati) che il provvedimento non riguarda me né l’impresa della mia famiglia. Quanto agli accertamenti giudiziari che nella vita di molti cittadini e imprenditori capitano, dall’articolo di Gazzetta si evince chiaramente che si sono conclusi tutti con un ‘nulla di fatto’. Con buona pace dei parlamentari a 5 Stelle affetti da quello che Enrico Mentana definisce giacobinismo automatico e, aggiungo io, un po’ ipocrita alla luce delle recenti vicende romane».

Nelle carte della relazione conseguente alla Commissione d’accesso della terna prefettizia, si leggono altri risvolti relativi a Cuzzocrea (da pagina 106 a 108), tra i quali, oltre a vicende giudiziarie pregresse di cui la Commissione non racconta gli sviluppi, anche il fatto che il 16 gennaio 2003 venne controllato a Villa San Giovanni (Rc) con due affiliati alla cosca Libri e che dal 2001 al 2008 tra i dipendenti della società partecipata al 50% da Cuzzocrea ci fosse Giandomenico Condello, nipote del capo cosca Pasquale Condello arrestato il 18 febbraio 2008.

10 agosto 2016 : idem sentire con il sindaco Giuseppe Falcomatà

Ancora a proposito di interdittive antimafia, che secondo (l’ex?) leader confindustriale reggino avevano bisogno di un “tagliando di controllo”, il 10 agosto 2016 Cuzzocrea dichiarò: «Prendiamo atto con favore della presa di posizione del sindaco Giuseppe Falcomatà sul tema delle interdittive antimafia: uno strumento che si prefigge una finalità sacrosanta, cioè il contrasto alle infiltrazioni criminali nell’economia, ma che da tempo sosteniamo debba essere rivisto. Per anni abbiamo condotto una battaglia solitaria, è un bene che finalmente si sia attivato il Comune. Il problema fondamentale, come le ultime vicende cittadine stanno dimostrando, è quello di garantire la continuità aziendale, mantenendo i posti di lavoro ed evitando il default di imprese ben avviate. Su questo, come Confindustria e Ance, siamo attivi da molto tempo e abbiamo avanzato proposte ai nostri vertici nazionali.

Chiediamo al sindaco di aprire in tempi brevi un tavolo con le parti sociali e le associazioni di categoria, per contribuire ai contenuti delle proposte che dal consiglio comunale dovranno essere indirizzate al Governo. L’impegno per la legalità impone misure rigorosissime e stringenti,  che siamo certi possano essere contemperate con la tutela del diritto al lavoro delle persone oneste».

16 febbraio 2016: solidarietà post minacce

«Esprimiamo la nostra più convinta solidarietà al collega Andrea Cuzzocrea, presidente di Confindustria Reggio Calabria per la vile intimidazione subita la notte scorsa su un escavatore della sua azienda edile»: è quanto il 16 febbraio 2016 dichiararono il presidente di Unindustria Calabria Natale Mazzuca e i componenti del Consiglio di presidenza: Daniele Rossi, che presiede Confindustria Catanzaro, Filippo Callipo alla guida di Confindustria Vibo Valentia e Michele Lucente, presidente di Confindustria Crotone. Commentando l’accaduto, i vertici di Confindustria parlarono del clima di insicurezza e di tensione a cui sono sottoposti, ormai tutti i giorni, non solo gli imprenditori ma anche i rappresentanti delle istituzioni e gli amministratori pubblici. «Come imprenditori – si legge – stiamo combattendo una battaglia estenuante. Eppure crediamo in quello che facciamo, nelle nostre imprese, produciamo e diffondiamo ricchezza sui territori, ricompensando gli sforzi dei dipendenti che hanno abbracciato il nostro sogni di vivere in una terra normale e di vederla crescere. Le intimidazioni inqualificabili e dolorose, ci fanno precipitare nell’abisso. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti ed in particolare dello Stato perché faccia sentire la sua presenza, presidiando il territorio e garantendo certezza del diritto».

Le reazioni alle dimissioni di Cuzzocrea: il M5S e Ance

Non sorprende –  leggendo quanto sopra a proposito delle interdittive antimafia –  che il 3 maggio i “grillocomandati” abbiano accomunato sotto lo stesso cielo stellato Cuzzocrea e Falcomatà

«Le dimissioni di Andrea Cuzzocrea da presidente degli Industriali di Reggio Calabria non sollevano dall’imbarazzo il sindaco renziano Giuseppe Falcomatà –  affermano in una nota i deputati M5s Dalila Nesci, Paolo Parentela e Federica Dieni –. Nei mesi scorsi avevamo rammentato che a Reggio Calabria l’appalto per i parcheggi del Palazzo della Giustizia andò alla ditta Aet, già ben segnalata nella relazione della commissione d’accesso al municipio. Ci riferivamo a un lavoro da 20 milioni di euro e chiedevamo il perché del silenzio, sulla vicenda, da parte del sindaco Falcomatà e dell’allora ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Sollecitavamo l’indifferente Falcomatà a fornire le necessarie garanzie riguardo all’aggiudicazione di quei lavori, perfino durante un’iniziativa di piazza, a Reggio, insieme ai colleghi Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Laura Ferrara e Nicola Morra. Insistevamo sul fatto che pulizia e normalità si fondano sulle risposte e sugli atti degli amministratori pubblici, che hanno una responsabilità precisa connessa al loro mandato. Quel mutismo fisso di Falcomatà ha una qualche connessione politica con gli emersi rapporti tra il Cuzzocrea e il Romeo, nonché con la presenza dei due, di Domenico Pietropaolo e Giuseppe Bova all’audizione del 16 gennaio 2014 presso l’ufficio di Presidenza della commissione senatoria Affari costituzionali in tema di Città metropolitana, promossa dal poi arrestato per ‘ndrangheta senatore Antonio Caridi?».

Anche Francesco Berna, presidente di Ance Calabria, ha preso una posizione che è – per forza di cose – prevedibile:  «Sono molto dispiaciuto per quanto è accaduto ad Andrea Cuzzocrea, a cui mi lega un rapporto di sincera amicizia personale. Conosco bene lui e la sua famiglia e sono convinto della linearità e trasparenza delle sue condotte. Andrea è un imprenditore lungimirante e ha guidato Confindustria Reggio con senso di responsabilità, dimostrato anche con la decisione, sofferta quanto risoluta, di rassegnare le dimissioni dalla presidenza. Intendo attestare pubblicamente la mia stima nei suoi confronti nella convinzione che riuscirà in sede giudiziaria a ottenere il pieno riconoscimento della legittimità che ha sempre caratterizzato il suo agire. Le informazioni a carattere interdittivo, a mio avviso, sono uno strumento necessario ma da rivedere. Rispettiamo le leggi e coloro che sono chiamati a interpretarle, ma crediamo sia anche doveroso indicare i limiti di alcuni meccanismi normativi che vanno riformati. Per gli imprenditori che operano nell’ambito dei lavori pubblici le interdittive sono un vero e proprio dramma che non coinvolge solo i titolari delle aziende ma l’intera collettività, i dipendenti e le loro famiglie. Auguro ad Andrea Cuzzocrea di uscirne, come sempre ha fatto, a testa alta e di vedere risolta al più presto la sua situazione».

Insomma anche Berna vuole rivedere le interdittive.

Film in parte già visto

La storia è diversa ma con tutti i distinguo possibili e immaginabili sembra di vedere un film già visto in Calabria e nella Confindustria locale. Certo, il finale sembra diverso perché (al momento) non si parla di commissariamento ma di nuove elezioni per la presidenza reggina.

Il 22 settembre 2007 la giunta nazionale di Confindustria sciolse i vertici dell’Associazione degli imprenditori di Reggio Calabria. La decisione, presa su indicazione dei probiviri della confederazione nazionale, si tradusse in un commissariamento della sede reggina al fine di «assicurare la massima trasparenza delle attività e per tutelare l’immagine del sistema Confindustria». Gli organi direttivi decaddero e la responsabilità politica venne affidata al presidente uscente Francesco Femia che assunse il ruolo di delegato straordinario con «l’obiettivo di ricostituire gli organi associativi per arrivare a regolari elezioni, al più tardi entro il 10 maggio 2008. La decisione si è resa necessaria in seguito agli accadimenti organizzativi interni a Confindustria Reggio Calabria, che hanno visto l’intervento di magistratura e forze dell’ordine».

Il 30 novembre 2010 l’ex presidente di Confindustria Calabria Filippo Callipo venne nominato commissario di Confindustria Reggio Calabria dopo l’azzeramento delle cariche sociali deciso dei probiviri. In precedenza si erano dimessi 20 dei componenti del consiglio direttivo (che hanno determinato, di fatto, l’autoscioglimento della stessa Giunta) presieduto da Francesco Femia. Nel documento che prevedeva il commissariamento, firmato da Floriano Botta, Silvia Corinaldi, Pier Francesco Del Conte, Michele Matarrese e Rodrigo Rodriguez si leggeva che «non può essere prolungata un’azione sostitutiva e di supplenza, esercitata negli ultimi mesi dallo scrivente Collegio a salvaguardia del rispetto formale e sostanziale della disciplina statutaria e regolamentare e a tutela dell’immagine e dei valori richiamati in premessa, per cui è assolutamente necessario attivare una ripresa immediata dell’ordinato svolgersi della vita associativa ritrovando le ragioni personali, professionali ed associative dello stare insieme per stare insieme».

Il documento si soffermava  sull’indispensabilità di «inserire tale processo organizzativo in un più ampio progetto volto a recuperare credibilità, autorevolezza, attrattività associativa e rappresentatività di Confindustria Reggio Calabria».

Così, tanto per gradire, va ricordato quanto accadde nel dicembre 2010. E per farlo riportiamo quanto si legge su www.repubblica.it del 14 dicembre 2010: «Grave intimidazione nei confronti di Confindustria e in particolare del suo presidente, Emma Marcegaglia. Venerdì scorso è stato recapitato alla sede di Confindustria, a Roma, in viale dell’Astronomia, via posta, un caricatore di pistola vuoto. La scatola in cui era contenuto era accompagnata da un biglietto recante le iniziali ‘E.M’, Emma Marcegaglia e ‘A.M’, Antonello Montante, delegato per i rapporti con le istituzioni preposte al controllo del territorio. Si tratta – secondo quanto si apprende – di un’intimidazione all’impegno dell’associazione degli industriali sul fronte della lotta alla criminalità e al racket.

Il fatto – su cui sta indagando la Digos – segue di pochi giorni il commissariamento dell’Unione degli Industriali di Reggio Calabria da parte del Collegio dei Probiviri di Confindustria, il 30 novembre scorso. Viale dell’Astronomia ha consegnato agli organi di polizia il caricatore, la scatola che lo conteneva e il biglietto con cui era accompagnato. Confindustria è da tempo impegnata nella lotta all’infiltrazione della criminalità organizzata nella vita economica del territorio e delle imprese e nella lotta al ‘pizzo’ che le organizzazioni criminali chiedono alle aziende».

Il 19 maggio 2012 Federico Landi, a capo dei probiviri nazionali di Confindustria, scrisse ai 5 probiviri a conclusione dei lavori della commissione di designazione per il rinnovo della presidenza di Confindustria Reggio Calabria, come visto commissariata. «Cari probiviri – scrisse Landisi è concluso da  pochi minuti il nuovo giro di consultazioni per il rinnovo della presidenza di Confindustria Reggio Calabria, in ottemperanza del voto dell’aprile scorso. I risultati emersi confermano una concentrazione pressoché unanime sul nominativo dell’ing. Andrea Cuzzocrea. Più specificamente i risultati di oggi migliorano addirittura quelli registrati a gennaio, con una percentuale che raggiunge l’83% del totale dei voti assembleari. Con ogni probabilità verrà quindi convocata una giunta entro la fine di maggio per la designazione del nuovo residente e una seconda giunta entro la prima decade di giugno per la proposta della squadra dei vice presidenti e relative deleghe. Si immagina, poi, in una data compresa tra il 15 e il 20 giugno di effettuare l’assemblea generale elettiva alla presenza della neo vice presidente per i rapporti organizzativi, Antonella Mansi. Seguirà una lettera ufficiale della commissione di designazione di Confindustria Reggio Calabria a voi indirizzata, con il dettaglio di tutte le operazioni effettuate nonché una lettera del commissario straordinario nonché presidente di Confindustria Calabria, ing. Giuseppe Speziali, indirizzata al cav. Lav. Antonello Montante a garanzia di tutti gli approfondimenti e le valutazioni fatte».

Una domanda: ma Confindustria in Calabria troverà mai pace?

r.galullo@ilsole24ore.com