A pochi giorni dall’udienza preliminare del procedimento Gotha – fissata per il 1° marzo di fronte al gup di Reggio Calabria Olga Tarzia – scaturito dalla riunificazione delle inchieste Sistema Reggio, Reghion, Fata Morgana, Mammasantissima e Alchemia, che nei mesi scorsi hanno in minima parte svelato il volto della cupola segreta della ‘ndrangheta, mi appare in vero sconcertante quanto ha dichiarato ancora una volta l’ex prefetto Mario Mori.
Da una parte sta per debuttare in Calabria un processo finora osteggiato in ogni modo negli anni di gestazione e che punta a dimostrare l’esistenza di un livello “invisibile” della ‘ndrangheta; dall’altra un servitore dello Stato che – non nuovo a queste dichiarazioni del tutto lecite, legittime ma diametralmente opposte al pensiero di questo umile e umido blog che esattamente da 10 anni si batte per far capire che le mafie sono soprattutto altro rispetto a coppole storte e lupare che sparano – torna a dire che la mafia è stata sconfitta.
Per mafia – presumo – che Mori si riferisca a Cosa nostra. Per mafia – dico invece io – va invece inteso quel consorzio criminale di mafie, stato deviato, massoneria deviata, politica marcia, professionisti al soldo e giornalisti complici che sta continuando a inquinare impunemente società ed economia. E ripeto: impunemente e lo testimonia il tasso sempre più alto di corruzione, vale a dire l’altra faccia della medaglia mafiosa.
Mori il 27 gennaio, intervenendo al programma “La Zanzara” su Radio24, risponde così al timoniere Giuseppe Cruciani e al vogatore David Parenzo che gli chiedono, appunto, se la mafia è stata sconfitta: «Oggi la mafia è quasi sconfitta definitivamente. Sconfitta non dalla polizia e dai magistrati ma perché è venuta meno la società che la supportava. La mafia è una deviazione culturale, è stata sconfitta da una società che si è evoluta. E quella società che la teneva in piedi si è sgretolata».
Francamente – credetemi – non ho voglia di spendere altre parole per confutare questa analisi, visto che sono 10 anni che su questo umile e umido blog provo a spiegare – con la modestissima intelligenza a me fornita e i miserrimi strumenti cognitivi in mio possesso – la differenza che passa tra una “coppola storta” e una “cupola coperta”.
Così va il mondo, anche se v’è chi non si rassegna all’idea incredibile che la mafia è morta e crede invece – novello apostata del pensiero unico imperante – che sia più viva, fluida e carsica che mai.
Salvatore Borsellino (inutile dire chi è) il 17 febbraio a Savino Balzano che su www.lintellettualedissidente.it gli ha posto esattamente la stessa identica domanda di Cruciani («la mafia è stata sconfitta? ») ha dichiarato che «La mafia ha cambiato aspetto. Non è più rappresentata dai morti ammazzati per le strade, quelli che mi hanno fatto lasciare Palermo più di cinquant’anni fa, non è più così visibile. Resta però pericolosissima in quanto è diventata altro: finanza, accaparramento degli appalti, traffico dei rifiuti pericolosi. La mafia ha una capacità di trasformarsi grandissima e se la gente non si rende conto di questo allora davvero il pericolo è estremamente più concreto».
A modesto avviso di questo umile e umido blog la risposta è stata ampiamente lacunosa perché la mafia in perenne evoluzione è molto altro ancora ma bisogna tenere contro della visione “Palermo centrica” (e dunque limitata) dell’intervistato.
Il 22 febbraio, come scrive Aaron Pettinari su www.antomafiaduemila.it, il questore di Palermo, Guido Nicolò Longo, appena nominato prefetto di Vibo Valentia, ha voluto salutare i giornalisti. Tenete conto che Longo (che conosco da anni e stimo in modo particolare) negli anni Ottanta è stato il vice del capo della Squadra mobile Arnaldo La Barbera. Ebbene, nel congedarsi da Palermo, Longo ha dichiarato: «Non dobbiamo pensare che la mafia è vinta. Si è trasformata, più soft, più subdola ma sul piano economico è sempre presente. C’è una mafia economica che distrugge l’economia sana e questo lo dobbiamo impedire»
Che volete che vi dica amati lettori: barrate la risposta sulla casella che più vi piace. Io l’ho già fatto da tempo
r.galullo@ilsole24ore.com
(Si leggano anche