Terra dei fuochi/3 La lungimiranza dello Stato: campi Rom accanto alle discariche di rifiuti abusivi. E vai con gli incendi!

Amati lettori di questo umile e umido blog, da alcuni giorni affronto l’interessantissima audizione che il 3 agosto 2016 – nel silenzio pressoché totale della grande stampa nazionale – il sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci ha svolto presso la Commissione parlamentare sul ciclo illecito dei rifiuti, presieduta dal Pd Alessandro Bratti, sulla situazione nella cosiddetta Terra dei fuochi.

Rimando in fondo pagina al link precedenti per il quadro complessivo e oggi mi concentro su aspetto, sotto mille punti di vista, delicatissimo.

Il tema è quello che coinvolge rom (senza voler generalizzare e senza voler apparire razzisti, il tema è oggettivo) negli incendi dolosi e altamente inquinanti di sostanze tossiche.

Il 18 luglio 2016 – anche in questo caso l’episodio è stato perlopiù circoscritto alle cronache locali – è divampato un altro incendio all’interno del campo rom di Afragola (Napoli) che ha completamente distrutto i manufatti abusivi, i rifiuti e materiali di diversa tipologia ammassati all’interno. L’impatto è stato molto forte per i fumi neri e acri che si sono levati dall’aria e che si sono diretti soprattutto nel vicino comune di Casalnuovo, creando ancora una volta allarme nella popolazione. Sono in corso le indagini per individuare le cause dell’incendio, le cui operazioni di spegnimento si sono protratte per quasi due giorni, mentre i circa 200 rom che occupavano l’insediamento si sono spostati nei campi limitrofi.
L’episodio – ha ammesso il sottosegretario Bocci – è ricollegabile alla pratica di utilizzare le aree in prossimità e interne ai campi rom per il deposito e lo smercio di materiali ferrosi, rame e plastica, talvolta rubati, suscettibili, attraverso canali di commercio irregolare, di procurare un guadagno consistente.
Sugli incendi in prossimità o all’interno di insediamenti rom, ha continuato a spiegare il sottosegretario, le amministrazioni comunali sono state sensibilizzate ad attuare uno sforzo supplementare, volto a garantire anche interventi straordinari urgenti di rimozione di quelle tipologie di materiale che presentano una maggiore capacità di combustione e di propagazione dei fumi tossici.

Facile a dirsi, difficile a farsi. Per mille motivi, non ultimo – anzi primo – quello della pervasività minacciosa e crudele della mano camorristica e casalese.

Non a caso il presidente Bratti ha rimarcato sì che la natura degli incendi è varia. In alcuni casi, quando sono all’interno di alcuni impianti, sono di natura dolosa perché, probabilmente, ci sono degli interessi di un certo tipo ma in altri casi la diffusione è in stretta relazione dall’attività dei rom o di gruppi organizzati per estrarre rame o altro.
«Quando siamo stati a Giugliano, nella famosa discarica Resit, all’interno di questo comprensorio di ex discariche, che già di per sé non è un ambiente sicuro – ha ricordato Bratti al sottosegretario – abbiamo notato che l’averci messo anche il campo dei rom è quasi incentivante affinché succedano cose di questo genere. È evidente, infatti, che se in mezzo a due discariche, dove c’è già una situazione di un certo tipo, mettiamo anche 400 rom, con i loro problemi, peggioriamo il quadro. Dopodiché, mi rendo conto che non è facile dislocare questa popolazione».
E a quel punto Bratti ha chiesto a Bocci se, almeno in funzione previsionale, il Viminale stia pensando di collocare altrove, ove sia possibile, questi campi, magari anche in accordo con gli enti locali. «Non dico che devono andare in quartieri residenziali perché si aprirebbero altri problemi – ha aggiunto Brattiperò sicuramente non possono stare in mezzo a due cumuli di rifiuti perenni, dove già ci sono criticità enormi dovute proprio a questa situazione».

Generica – ma non si poteva certo chiedere di più – la risposta del sottosegretario: «Bisognerebbe evitare di sommare emergenze ad altre emergenze, altrimenti il sistema diventa ingovernabile. Su questo c’è un lavoro del tavolo presso le prefetture di Napoli e di Caserta, in sintonia con il ruolo del questore, non perché è gerarchicamente sopra al comandante provinciale dei Carabinieri e della Guardia di finanza, ma perché ha una responsabilità di pubblica sicurezza. Si sta cercando, quindi, di trovare alternative per rimuovere quelle situazioni che rendono la situazione ancora più drammatica, sommando a emergenze in corso altre emergenze».

Per il momento mi fermo qui.

r.galullo@ilsole24ore.com

3 – the end (per le precedenti puntate si leggano anche

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2016/10/11/terra-dei-fuochi1-per-il-viminale-nei-primi-sei-mesi-2016-il-fenomeno-cala-a-napoli-meno-a-caserta/

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2016/10/14/terra-dei-fuochi2-per-spegnere-gli-incendi-i-vigili-del-fuoco-intervengono-in-media-19-volte-al-giorno/)