Ieri ho commentato, definendolo demagogico, il disegno di legge “Educazione allo sviluppo della coscienza democratica contro le mafie e i poteri occulti”, presentato nell’assemblea regionale siciliana dal deputato regionale del Movimento 5 Stelle Gianina Ciancio.
Per questo disegno di legge e per la sua analisi rimando al post.
Ora ricevo davvero volentieri la lettera del deputato Gianina Ciancio, che replica alle obiezioni.
In calce la mia risposta
LA LETTERA
Salve, sono Gianina Ciancio, la sconosciuta prima firmataria. Mi sento in dovere di rispondere ad alcune affermazioni.
A chi dice: “Questa è un’operazione demagogica fatta ad arte per le elezioni!”
Un link di una discussione di 6 mesi fa, quando, in occasione del 30° anniversario dalla morte di Carlo Alberto Dalla Chiesa, il M5S di Catania organizzò un incontro di commemorazione in cui si parlò proprio di promuovere “l’ora di Antimafia” e di inserire la proposta nel programma Regionale (curioso vedere come, da gran demagoghi e propagandisti che siamo, ricevemmo un plauso dal procuratore Salvi, il quale disse testualemente “… sono contento che è un iniziativa che non è stata caratterizzata politicamente. Avete saputo mantenere quel taglio istituzionale che è l’unico che ci consente di ricordare una figura come quella di Carlo Alberto Dalla Chiesa“)
Vi riporto anche il link del progetto, che inizialmente (2008), venne portato avanti tramite una petizione, arenatasi nel 2009, alla quale avevano partecipato personaggi come Don Luigi Ciotti, Maria Falcone, Nando Dalla Chiesa, Francesco Forgione, Vincenzo Agostino, Tano Grasso, Pasquale Scimeca, Oliviero Diliberto, Margherita Asta, Sonia Alfano e tanti, tanti altri: http://www.antimafiaduemila.com/2012052637406/primo-piano/ora-di-antimafia-a-scuola.html
Mi dispiace che proprio per lo stesso motivo per cui veniamo accusati, e cioè propaganda elettorale, qualcuno si permetta di minimizzare il lavoro di docenti, dirigenti scolastici, associazioni e personalità importanti da anni impegnate nella lotta alla mafia.
A chi dice: “Una Legge esiste già!”
Non siamo sprovveduti, lo sappiamo. Pensiamo però che non sia sufficiente. Vi riporto il testo: L.R. 15/2008
“1. La Regione, al fine di contribuire alla promozione civica degli studenti, supporta le
istituzioni scolastiche primarie (quarte e quinte classi) e secondarie di primo grado
attraverso appositi finanziamenti finalizzati all’attivazione di laboratori di studio e
approfondimento dei valori della legalità, dell’etica pubblica e dell’educazione civica, con particolare riguardo al rispetto del decoro urbano e alla tutela del patrimonio architettonico, artistico e monumentale dei comuni. Tali laboratori possono essere realizzati anche in rete con il coinvolgimento di istituzioni pubbliche e private, associazioni, fondazioni. Gli stessi inoltre possono avvalersi delle testimonianze orali e scritte di personalità che si siano distinte nella lotta al crimine nonché dei documenti ufficiali che siano particolarmente significativi nell’ambito della lotta alla mafia.”
Come vedete la suddetta legge prevede dei finanziamenti “… agli istituti scolastici che ne facciano richiesta“. Ovvero è su base volontaria.
Inoltre prevede dei finanziamenti “una tantum” per le quarte e le quinte classi, e per le secondarie di primo grado.
Essendo il nostro Ddl rivolto alle scuole medie e superiori, abbiamo specificato, nelle norme finali, di abrogare le parole “… e secondarie di primo grado” della legge 15/2008, proprio perché per queste ultime l’educazione antimafia andrebbe inserita sistematicamente nei programmi.
Chiedo a chi fa dichiarazioni in merito di informarsi bene su ciò che critica e quantomeno leggere, prima di attaccare, gli atti che (forse pregiudizialmente) non condivide.
A chi chiede: “Chi dovrebbe insegnarla?”
Nel testo diciamo chiaramente che la priorità va data ai docenti di ruolo interni e a quelli a tempo determinato che risultino già inseriti nella graduatoria d’istituto per aver fatto richiesta di insegnamento della disciplina, purché abbiano “… comprovate competenze ed esperienze nel campo dell’educazione alla legalità o materie analoghe;”
In alternativa si potrà fare ricorso, anche a titolo gratuito, a:
a) esperti appartenenti alle istituzioni, alle forze dell’ordine, alla magistratura e ad enti pubblici e privati;
b) associazioni, con almeno cinque anni di documentata esperienza, che abbiano tra i propri scopi statutari il contrasto alle mafie, alla criminalità organizzata e ai poteri occulti;
c) esponenti di chiara fama del mondo della cultura, dell’economia, della politica e delle religioni.
A chi chiede: “Dove si dovrebbero collocare le due ore?”
Esse non sono, di per sè, sostitutive nè delle due ore di “Cittadinanza e Costituzione” nè di altre, ma all’interno della quota regionale andranno a rimodulare altre ore esistenti, fino al numero di ore assegnate alla nuova disciplina.
ll curriculo complessivo di ore d’insegnamento riguarda tutte le discipline, all’interno di questo complessivo, sarà decurtato circa del 15%.
Es. I Licei 1º anno ore settimanali 31-totale nell’anno (31 x 33) =1023 il 20% =204; la nuova disciplina che si articola in 2 ore settimanali X 33 settimane =66 ore, in totale utilizzerà solo una parte delle 204 di curricolo di cui ha competenza la Regione, per cui il totale delle ore resterà 1023, ma in queste 1023 ore saranno assegnate ore 66 alla nuova disciplina;
A chi dice: “L’Antimafia non va confinata a due ore di lezioni settimanali, non può essere qualcosa di ‘didattico’”
Anche qui chiedo ai “critici” di leggere il testo prima di sparare a zero.
Riporto gli obiettivi di cui all’Art. 3
a) studiare il fenomeno mafioso nelle sue manifestazioni storiche, per conoscere le condizioni economiche, sociali e politiche che ne hanno consentito la nascita e la diffusione;
b) conoscere i movimenti sociali, culturali e politici della lotta alle mafie e i loro protagonisti;
c) sviluppare l’attitudine all’etica pubblica e alla responsabilità sociale;
d) acquisire competenze e modelli comportamentali congrui con una cittadinanza dei doveri e dei diritti, anche
attraverso la sperimentazione di pratiche di educazione al rispetto dei beni comuni e alla non violenza, al fine di prevenire l’insorgere di condotte antisociali;
e) favorire la creazione e il consolidamento di reti sociali, attraverso azioni di sistema che coinvolgano le istituzioni, le organizzazioni e le associazioni presenti nei territori di riferimento delle scuole e che valorizzino la pluralità delle figure professionali in essi attive nella lotta alle mafie e ai poteri occulti.
Qualcuno potrà non essere d’accordo, ma noi pensiamo che solo conoscendo bene un problema si possa essere in grado di affrontarlo e superarlo, ma soprattutto di riconoscerlo.
La mafia è presente nella nostra società nelle maniere più subdole. Dal pizzo del parcheggiatore abusivo alla corruzione nelle istituzioni. Dal sistema clientelare al totale disinteresse del bene comune.
Solo conoscendo bene le istituzioni, le leggi, i personaggi illustri e le loro lotte solitarie, il sistema della giustizia e i familiari vittime della mafia, si può debellare il fenomeno. E questo, a scuola, non lo insegnano.
Ancora, agli scettici, ricordo che il 50% del monte ore destinato a tale disciplina sarà riservato ad attività di tipo laboratoriale, che non consiste certo nel creare pupazzetti di Pio La Torre, o costruire il modellino di Via D’Amelio.
Chiediamo di far conoscere ai ragazzi: forze dell’ordine, magistrati, familiari delle vittime della mafia.
Chiediamo alla scuola di far toccare con mano ai bambini cosa significhi rischiare la vita ogni giorno e, in alcuni casi, perderla.
Ognuno può pensarla come vuole al riguardo, ma vi prego di rispettare prima di tutto la nostra, forse ingenua, volontà di rispettare il programma per il quale siamo stati eletti.
Ma soprattutto vi chiedo di non denigrare, senza conoscerlo, il lavoro, i sacrifici e i sogni delle tante persone che credono in questo progetto.
LA MIA RISPOSTA
Forse la giovane età, forse un po’ di legittima confusione indotta dalle luci della ribalta, fanno mischiare al deputato varie risposte come in un frullatore impazzito.
Ciò che – la malizia è tipica della giovane età anche se si ravviene in soggetti maturi, soprattutto della specie politica e dunque Ciancio accoppia mirabilmente insieme le cose – il deputato regionale infatti non dice è che la lettera non è indirizzata al blog ma “anche” al blog.
Infatti sul sito del Movimento 5 Stelle siciliano potrete tutti leggere il 22esimo commento (quello del deputato Ciancio) che così attacca in risposta non – si badi bene – al mio articolo ma alle critiche che gli sono piovute sul sito e che io ho solo incidentalmente riassunto per poi analizzarlo per mio conto: “Buongiorno a tutti, rispondo ad un paio di critiche, più che legittime…” E via con la lettera che trovate sopra indirizzata, ripeto, “anche” a me.
Per quel che mi riguarda – dunque – faccio finta di non aver letto le spudorate frasi della Ciancio che rivendica il diritto a non essere denigrata.
Di grazia: chi la denigra? Non io né tantomeno – mi pare – i commenti dei suoi compagni di viaggio sul sito del suo Movimento. Tutti molto educati.
Santa ragazza scambiare le critiche – il sale della democrazia – con la denigrazione è arduo! Mi verrebbe voglia di dire (ma non lo dico né lo scrivo) che più che lezioni di antimafia per alcuni giovani (magari politici) ci sarebbe bisogno di tornare sui banchi di scuola per imparare l’abc della lingua italiana e dell’educazione. Ma non lo dico. Né lo scrivo. Tantomeno lo penso.
Le risposte frullate e omnicomprensive della deputato Ciancio non le commento perché ritengo che aggiungano particolari importanti al suo disegno di legge che non solo è legittimata a presentare ma anche a difendere a spada tratta. Io quel che dovevo dire l’ho detto. E scritto.
Certo che ci sono delle risposte che nulla hanno a che fare con quanto io ho scritto, come ad esempio la presunta propaganda elettorale della sua iniziativa. Io non l’ho scritto e comunque per la politica del Movimento 5 Stelle, così come degli altri partiti o coalizioni, se mai Ciancio volesse saperlo, finora nutro il più profondo disgusto. Voterò, certo, ma turandomi naso, orecchie e gola. Ma del resto abbiamo ciò che ci meritiamo: Grillo compreso.
Se Ciancio mi consente – disinteressandomi con tutto il rispetto di quanto dice il procuratore Salvi, delle firme autorevoli in calce al progetto del 2008 e via di questo passo – sono legittimato a confermare che la sua (la loro) idea è demagogica e assolutamente inutile perché l’antimafia (ribadisco: la legalità, termine più ampio e comprensivo) è un percorso che non si insegna con un parcometro (le due ore settimanali) ma con uno spirito di vita continuo e costante dalla famiglia alla scuola libera quest’ultima – con l’autonomia formativa – di dare una forte impronta a difesa dei valori e dei principi della nostra Costituzione nei programmi. In tutti i programmi: a partire da quelli di storia e di italiano che sono (sarebbero) in grado di lanciare semi di legalità a piene mani. Ogni giorno, senza relegare a due inutili e demagogiche orette questo cammino vitale per la democrazia.
A differenza di Ciancio (che forse non ha ancora completato gli studi di buona educazione) saluto cordialmente augurandole – con tutto il cuore perché il nostro Paese cammmina sul futuro dei giovani – di mantenere intatto lo spirito combattivo. La legalità ha bisogno di questo. E anche di confronto.
Roberto