OltReggio contiguo/10 Nella città sciolta per infiltrazione della ‘ndrangheta a chi case popolari e servizi sociali? A loro!

Cari lettori sapete un Comune – quale Reggio Calabria – quante risorse impegna nel settore della Politiche sociali in un solo anno? No? Ve lo dico io che ho letto la Relazione della Commissione prefettizia di indagine alla base dello scioglimento deciso dal Governo: 10,4 milioni. Il periodo di riferimento da gennaio 2011 a febbraio 2012.

E pensate voi che una tale manna possa sfuggire agli appetiti delle cosche reggine?

E – attenzione – non lo dicono solo gli estensori “criccaroli” della relazione ma prima, molto prima, anche altri membri d’ufficio della “ cricca” di cialtroni e affini che governati da una Spectre internazionale hanno portato a questa decisione: i sostituti magistrati della Direzione nazionale antimafia. Nientepopodimenoche….

Ebbene sono proprio loro a scrivere  nell’ultima Relazione annuale, a pagina 107, che nell'ambito reggino "si è individuato il particolare interesse manifestato dalle organizzazioni criminali al mondo delle associazioni no-profit, in realtà strumentalizzate per la realizzazione di cospicui guadagni realizzati attraverso l'accaparramento di risorse pubbliche ".

Recenti indagini giudiziarie hanno evidenziato come alcune famiglie criminali, attraverso la costituzione di associazioni o cooperative, spesso intestate ad anonimi prestanomi, abbiano ricevuto l'affidamento di alcuni servizi di carattere sociale finanziati dal Comune.

Ancor più inquietante la circostanza che i casi individuati – si legge nella relazione della Commissione di indagine – abbiano avuto ad oggetto lo svolgimento di funzioni assistenziali rivolte ai ragazzi (nel caso di specie, la gestione dei centri ricreativi estivi per minori e dei centri ricreativi balneari per minori del Comune di Reggio Calabria per il periodo 16 giugno 2008- 31 luglio 2008)”.

Come dicono i pm che hanno seguito le indagini, l’interesse della criminalità organizzata nell'intercettare i flussi di finanziamento che coinvolgono questo settore, risulta agevolato dalla particolare facilità con la quale è possibile, nei fatti, gestire associazioni o cooperative sociali per il tramite di soggetti prestanome. “Tali forme di organizzazione sociale, peraltro, in ragione della loro snella struttura organizzativa – continuano i membri della Commissione di indagine che, senza saperlo, sono parte di una mefistofelica cricca – si prestano agevolmente agli appetiti criminali delle cosche di ‘ndrangheta atteso che, in questo senso, l'unico elemento di trasparenza verso l’esterno è dato dal nominativo del legale rappresentante”.

Quest'ultimo, nella quasi totalità dei casi, risulta immune da pregiudizi penali o di polizia tuttavia proprio le indagini hanno evidenziato come spesso il vero potere gestionale in queste associazioni è riservato a soggetti di ben diverso spessore criminale.

La Commissione d’indagine ha portato alla luce l’alto indice di associati gravati da precedenti penali (e/o di polizia) di carattere associativo anche di stampo mafioso, presenti all'interno delle associazioni o delle cooperative destinatarie di affidamenti da parte del Comune di Reggio Calabria. E giù la lista che vi risparmio anche per il rispetto che si deve non solo alle persone oneste che comunque vi lavoravano ma anche per il fatto che sembra che vi siano alcune incongruenze che ovviamente non inficiano il complessivo lavoro fatto dai commissari su questo settore.

CASE POPOLARI

Il vizietto di dare un’occhiata particolare agli ambienti malavitosi, nel Comune di Reggio Calabria si riproduce in ogni dove e, ancora una volta, le categorie in apparenza svantaggiate sono quelle in cui è più facile insinuarsi.

Prendete, ad esempio, gli assegnatari di alloggi comunali in favore di soggetti gravati da precedenti di polizia giudiziaria per reati di natura associativa. L’attività della Commissione ha riguardato anche questa verifica e i risultati sono sotto i vostri occhi: 18 locatari di alloggi popolari – ex Aterp, 37 locatari di alloggi popolari – Nuovo Patrimonio Edilizio e infine 18 locatari di alloggi popolari – Vecchio Patrimonio Edilizio che hanno precedenti e/o pregiudizi di polizia giudiziaria per reati di natura associativa (articoli 416, 416 bis del codice penale, 73 e 74 del Dpr 309/90).

7 – to be continued (le precedenti puntate sono state pubblicate il 16, 17, 18, 19 e 20 ottobre)

r.galullo@ilsole24ore.com