A sorpresa, di ritorno da un incontro, tra i commenti all'ultimo post che ho dedicato ieri al caso Rappocio, ho tovato quello dell'onorevole Angela Napoli, membro della Commissione parlamentare antimafia. Non potevo che portarlo ad una maggiore evidenza per i lettori.
Come suo costume, un intervento molto duro e critico. Può permetterselo: è stata – nell'indifferenza totale della presunta classe dirigente calabrese e italiana – tra le pochissime a denunciare la "sospensione della democrazia" che pende da anni in Calabria.
Apprezzatissimo il suo passaggio sulle "coperture romane" che hanno sempre caratterizzato la possibilità di fare scempio di quella terra.
Cara onorevole Napoli lei sa benissimo – perchè abbiamo condiviso la riflessione in tempi non sospetti, vale a dire anni fa – che le coperture romane anzichè diminuire si arricchiscono ogni giorno di putridi e infettati figuri che avvelenano i pozzi e continuano a fare strame (o consentire di fare strame) delle spoglie della Calabria. Figuri apparentemente sempre più presentabili e – proprio per questo – sempre più pericolosi ma, soprattutto, in grado di accelerare quel processo di putrefazione della democrazia italiana che appare irreversibile.
Il motivo è semplicissimo: il "modello Calabria" è un modello vincente da rassegna internazionale politicomassonicomafiosa, come lo era al cinema per gli spettatori il "modello Giuditta" di Roberto Benigni nel "Piccolo Diavolo". Come quello (apparentemente) fa ridere ma a differenza di quello sciantosamente e irresistibilmente indossato dal comico toscano, dietro la maschera corrode ciò che resta della legalità e dei princicipi di questo Paese.
Prevedo – senza avere sfere di cristallo – che l'aria diventerà sempre più irrespirabile. Spero di sbagliarmi ma ho il bruttissimo presagio che la violenza farà ingresso sul proscenio e questo accade quando – avendo giocato tutte le carte – per la cupola politicomassonocomafiosa non è possibile corrompere gli spiriti liberi che riescono a leggere quel che la stessa cupola che governa Reggio, la Calabria e l'Italia tutta non vuole che venga neppure sfogliato.
Saluti e buona vita a tutti
r.galullo@ilsole24ore.com
LA LETTERA DELL'ONOREVOLE NAPOLI
Gentile Dottor Galullo, da subito desidero darle atto, ancora una volta, dell'attenzione posta su quanto accade in Calabria e della trasposizione corretta nei suoi post di quanto si nasconde dietro le varie inchieste giudiziarie che continuano ad investire questa regione e, in particolare, la cità di Reggio Calabria.
Gli ultimi suoi post, nel riferire sul "caso Rappoccio", riportano a galla gli annosi scontri interni alla magistratura reggina che, nel tempo, a volte sono stati resi palesi, a volte sono rimasti silenti. Ma, a mio avviso, proprio grazie a questi scontri interni alla magistratura reggina, a volte coperti dai "poteri" romani, numerose inchieste sono sfociate in interventi giudiziari a distanza di tempo e molti "personaggi" appartenenti alla cosiddetta "area grigia" (la quale ormai, a mio parere, dovrebbe definirsi solo 'ndrangheta!), sono rimasti garantiti dall'assoluta impunità.
Vede, caro dottor Galullo, anche le vicende interne alla magistratura reggina sono componenti di quel "sistema malato" che coinvolge tutte le Istituzioni di quella città; dico tutte nessuna esclusa!
Contro di me si sono scatenate le ire del Governatore calabrese e dei suoi amici quando ho osato affrontare il tema delle liste pulite nella competizione regionale del 2010 e quando ho palesato il condizionamento elettorale che avrebbe pesato sul rinnovo delle ultime amministrative della città. Adesso tacciono ed intrecciano celatamente "lacci e lacciuoli" per mantenere le posizioni di potere.
Per loro sono "acqua limpida" che scorre gli arresti di Santi Zappalà, di Franco Morelli, di Cosimo Cherubino, di Antonio Rappoccio, di Giuseppe Plutino, di Dominique Suraci; sono "acqua limpida" le indagini che stanno coinvolgendo altri consiglieri e assessori regionali, consiglieri e assessori del Comune di Reggio; sono "acqua limpida" le inchieste "caso Fallara", "Meta", Crimine", "Reale3", "Infinito", la falsa politica","Sistema", ecc.
E' "acqua limpida" la relazione di 170 pagine dei servizi ispettivi del mnistero dell'Economia e delle Finanze sul Comune di Reggio che attesta un disavanzo di oltre 160 milioni di euro; "acqua limpida" l'operazione "Astrea" che ha evidenziato il controllo della cosca Tegano sulla Multiservizi spa", società della quale il Comune di Reggio Calabria deteneva il 51% elle quote e che fino allo scorso anno aveva avuto quale consulente l'attuale sindaco della città Demetrio Arena; "acqua limpida" partecipare a banchetti insieme a noti boss; "acqua limpida" cià che dichiara il colonnello Giardina o ciò che dichiarano diversi collaboratori di giustizia.
Per loro tutta acqua purificata sia dall'alibi "le azioni sono personali" che dalle "coperture" che garantiscono l'impunità.
Vede, gentile Galullo, io posso davvero permettermi di parlare di "coperture", in particolare di quelle di cui gode buona parte della politica calabrese, e non solo; lo posso dire perchè anche io non sono riuscita ad avere contezza di quel politico che aveva dato mandato alle cosche della 'ndrangheta di Rosarno di "farmi fuori". Ma come mi disse qualcuno della Magistratura reggina: "sono cose che succedono a chi fa determinate battaglie!"
Con stima
Distinti saluti
On.le Angela Napoili
4 – to be continued
(le precedenti puntate sono state pubblicate il 29, il 30 e il 31 agosto)