Tribunali salvi in zone di mafia: Rossano cade ma gli occhi sono puntati su quelli di Cassino e Gaeta

Questo mio servizio è stato pubblicato sul Sole-24 Ore di venerdì 10 luglio. Lo ripropongo per coloro che non hanno potuto leggerlo sul quotidiano.

 

Per capire cosa significhi un Tribunale antimafia in terra di frontiera non vale tanto la pena soffermarsi sul "salvataggio" dei presidi giudiziari di Caltagirone (Catania), Sciacca (Agrigento) o Lamezia Terme (Catanzaro).

Troppo facile ricordare che questi territori sono penetrati dalla criminalità organizzata e a nulla serve ricordare che i procedimenti per mafia si aprono e si chiudono di fronte alle Direzioni distrettuali antimafia.

La realtà nuda e cruda è che la maggior parte dei delitti e dei reati è comunque riconducibile alle mani, all'influenza o al controllo delle mafie.  A Caltagirone Cosa nostra è talmente pervasiva che la famiglia dominante, alcuni anni fa, ha tentato persino di "scalare" il ranking criminale dellla provincia di Enna attraverso una rete di fedelissimi. A Lamezia Terme le cosche Giampà, Torcasio e Iannazzo controllano anche l'aria che si respira e non passa giorno che non ci siano arresti, intimidazioni o attentati.

Per capire cosa vuol dire un Tribunale antimafia di frontiera è giusto soffermarsi sul salvataggio di quello di Cassino (Frosinone), al quale è stata accorpata la sezione staccata di Gaeta, che pure si trova a 40 km di distanza e in una differente provincia (Latina).

Da anni la Direzione nazionale antimafia (Dna), nella relazione che ogni fine anno consegna al Parlamento, dedica un ampio capitolo al circondario. 

La provincia di Frosinone, sia per la posizione baricentrica tra Roma e Napoli, sia per la presenza dello strategico asse autostradale che la attraversa e degli importanti insediamenti industriali, genera particolare interesse nella criminalità camorrista. "Come già si osservava nella precedente relazione – ha scritto nel 2011 il sostituto procuratore nazionale antimafia Diana De Martino la vicinanza dei territori direttamente controllati dai casalesi e lo scarso radicamento della criminalità locale, pongono l’esponente di un clan camorrista che si insedia su questo territorio, in una posizione di assoluta egemonia. In tali "tranquille" realtà territoriali, l’assoggettamento si realizza automaticamente, senza necessità di inutili minacce, cosicché l’organizzazione camorrista si atteggia con una presenza meno invasiva, assumendo iniziative violente e clamorose solo nei rari casi in cui ciò è indispensabile".

Forse l'accorpamento gioverà anche a Gaeta, città sensibile alle infilitrazioni come tutta la provincia di Latina, in cui i gruppi criminali sono sempre stati attratti dalla ricchezza degli insediamenti produttivi e hanno mirato al controllo di quelle attività commerciali, quali gli stabilimenti balneari e le attività ricettive del litorale, che generano elevati proventi.

Anche per la sua particolare collocazione geografica la zona ha sempre suscitato l’attenzione dei clan criminali campani e calabresi. La vicinanza delle provincie di Caserta e Napoli ha favorito rilevanti investimenti immobiliari da parte delle famiglie camorriste e proprio su questo territorio, spesso soggetti appartenenti a clan camorristi si nascondono durante la latitanza.

In Calabria vale la pena di sottolineare la permanenza in vita del Tribunale di Lamezia Terme. Come ricorda Gianfranco Barbieri, presidente degli avvocati della terza città calabrese per numero di abitanti, "è stata evitata un'ingiustizia epocale. Ricordo che dal 2004 al 2011 la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha condotto 26 procedimenti e che il territorio è soffocato dalla presenza degli uomini delle cosche". Non da meno Castrovillari (Cosenza) che accorperà quello di Rossano, nella stessa provincia. Questo comprenosorio è sotto l'occhio vigile e criminale delle cosche Forastefano, Acri e dal cosiddetto gruppo degli "zingari" di cui fanno parte le famiglie Pepe e Abbruzzese. solo pochi giorni fa a Cassano allo Ionio Celestino Abbruzzese, nel momento dell'arresto dopo un anno di latitanza, è stato difeso dal quartiere che ha insultato le Forze dell'ordine.