Io, l’avvocato Aloi, i pentiti (?!) Marco Marino e Nino Lo Giudice e la libertà di stampa in Calabria

Il 12 marzo 2012 i dirigenti della Squadra Mobile e dei Carabinieri di Reggio Calabria, firmano un'informativa che viene spedita al capo della Procura di Catanzaro Vincenzo Lombardo e all'aggiunto Salvatore Curcio.

L'informativa si concentra sulla vicenda del pentito Marco Marino (che confuta le verità del pentito Nino Lo Giudice) e sulla presunta capacità di influenzare la stampa, me compreso, oltre ai giornalisti locali Lucio Musolino e Paolo Toscano, da parte di tal DomenicoAloi, avvocato del pentito Marino.

L'informativa viene allegata al processo – in corso a Catanzaro – sulle bombe a Reggio Calabria che si regge – in gran parte – sulle rivelazioni autoaccusatorie del pentito a orologeria Nino Lo Giudice alle quali personalmente – ma in buona compagnia, non ultima quella del procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro – ho fin dall'inizio creduto come un fanciullo può credere all'esistenza di Babbo Natale.

Neppure le presenti e future risultanze processuali mi convinceranno facilmente del contrario (anche se lascio aperte le porte, da buon giornalista, a tutto, compresa l'esistenza di Babbo Natale).

D'intesa e con l'assistenza dei legali del Sole-24 Ore (ancora al lavoro sulla vicenda) a fine giugno ho – intanto – spedito una lunga e circostanziata lettera a 25 soggetti istituzionali (dal Ministro dell'Interno al Capo della Polizia, dal Comandante generale dell'Arma al Procuratore generale di Reggio Calabria).

Con la stessa lettera è stato chiesto al Capo delle Procura di Catanzaro di allegarla ufficialmente agli atti del processo in corso e di ogni futuro procedimento in cui questo fosse necessario.

L'ampia sintesi di quella lettera, che ora rendo nota, è stata autorizzata dai legali del Sole-24 Ore: la ininfluenzabilità, la trasparenza, l'incorruttibilità, l'indipendenza e la libertà sono le uniche verità assolute nella quali mi rispecchio nella professione e nella vita e delle quali debbo rendere conto ai lettori, al direttore e alla mia coscienza. Ogni giorno. Da sempre e per sempre.

Buona lettura

La nota informativa datata 12 marzo 2012 della Squadra mobile e dei Carabinieri di Reggio Calabria (allegata al procedimento sulle bombe a Reggio) mi vede, nelle primissime pagine, (3 e seguenti) incredibilmente inserito in un non meglio specificato "preoccupante e complesso disegno che appare doveroso segnalare: il ruolo della stampa locale nella vicenda del pentimento di Marco Marino".

Pur non potendo essere definito esponente della stampa locale, è proprio il mio blog "Guardie o ladri" sull'home page del Sole-24 Ore ad essere oggetto della prima osservazione di un'informativa che, a quel che appare, tende a dimostrare una certa influenza di tal avvocato Aloi su alcuni giornalisti. Una influenza che per quel che mi riguarda è totalmente priva di qualunque fondamento.

La premessa è che la notizia del pentimento di Marco Marino, difeso dall'avvocato Aloi, per come si legge nell'informativa, trapela verso la fine di settembre 2011. Non so dove e come sia trapelata (a settembre non mi occupavo ancora di questa vicenda) e non capisco quale rilievo abbia nella ricostruzione operata nell'informativa richiamare quattro articoli che ho scritto – attenzione – il 20, 21, 23 e 26 aprile 2011, vale a dire 5 mesi prima delle fughe di notizie (a me totalmente sconosciute) del pentimento di questo Marino, cui l'informativa, nella sua prima parte sembra dedicata.

Quegli articoli sono tra le decine (ripeto: le decine) di articoli che ho scritto – prima e dopo aprile 2011 -  nei quali ponevo, pongo e porrò dubbi sull'attendibilità di tal pentito Nino Lo Giudice e sulle verità che egli ha raccontato.

Questa si chiama libertà di stampa, libertà di critica e di giudizio.

Attendibilità che è stata posta in discussione per la prima volta da Angela Napoli, membro della Commissione parlamentare antimafia, il 21 ottobre 2010 quando l'arresto di Nino Lo Giudice era ancora "caldo" (fu arrestato l'8 ottobre).

I dubbi che porrò nei miei blog, dunque, hanno avuto un autorevole  ed insospettabile precedente!

Ma andiamo oltre.

A pagina 7 dell'informativa si riporta un mio articolo del 1° novembre 2011. E' l'articolo del 1° novembre 2011 (pochi giorni prima delle dichiarazioni rese da Marino in merito agli attentati) – si legge nell'informativa -  apparso sulla medesima rubrica del Sole-24 Ore, "tuttavia a destare particolare attenzione, in virtù della circostanza che Galullo prevede che a svelare i particolari sugli attentati possa essere il pentito Marco Marino".

Ebbene, al di là del fatto che, nell' ottobre 2011 le cronache locali sono piene zeppe di articoli sui racconti che fa o farebbe in carcere tal Marino, faccio presente che il mio articolo arriva buon ultimo (nel mio blog, infatti, non faccio cronaca ma riflessioni e approfondimenti) il 1° novembre 2011!

E come arrivo a scriverne? Perché il 27 ottobre – mentre mi trovavo a Reggio Calabria per una serie di inchieste – leggo sulla Gazzetta del Sud un articolo di un collega che non ho mai conosciuto personalmente, Paolo Toscano.

L'articolo parla di questo pentito e del suo avvocato, tal Antonino Aloi.

Decido – trovandomi a Reggio e interessandomi molto la cosa – di contattare Aloi. Non fidandomi di alcuno in Calabria, trovo sulle pagine gialle il numero di studio e chiamo lo studio dell'Avv. Aloi, senza ricevere alcuna risposta.

Risalgo attraverso conoscenti al cellulare di Aloi e lo chiamo.

Mi sembra di ricordare che non rispose mai personalmente.

Ricordo, invece, con precisione che, all'ennesimo tentativo, rispose – si badi bene – non l'avv. Aloi, ma una persona che si qualificò come suo assistente. Gli spiego perché cerco l'avv. Aloi: sono a Reggio e vorrei parlare del pentimento del suo assistito Marino.

La risposta fu più o meno: lascio il suo numero di cellulare ad Aloi e ne parlo con l'avvocato. Se sarà interessato la richiamerà.

Nessuno mi richiamò mai. Furono quelli i miei solo e unici contatti con l'avv. Aloi.

Ergo: io non solo non conosco il volto di tale avvocato Aloi, ma non ho mai neppure sentito la sua voce!

E' incomprensibile, perciò, che l'informativa prosegua
a pagina 9, 10 e seguenti con conclusioni gravemente lesive della verità dei fatti e della mia reputazione professionale.

"Quanto sopra riportato nella rubrica del Sole-24 Ore nonostante sembrerebbe costituire soltanto una semplice previsione giornalistica – si legge infatti a pagina 9 dell'informativa – assume ben altro significato se messo in relazione agli esiti dell'attività tecnica di intercettazione eseguita nei confronti dell'avvocato Aloi Domenico, difensore di Marino ed in considerazione che tale argomento veniva trattato 10 giorni prima dell'interrogatorio del collaboratore".

Non sapevo che 10 giorni dopo ci sarebbe stato l'interrogatorio, ma anche se lo avessi saputo, non mi sarebbe importato, ai fini dell'articolo in cui ribadivo – anche alla luce di questo nuovo pentito – i miei dubbi, già espressi, sulle verità di Lo Giudice e la speranza che tale pentito Marino aiutasse a fare luce. Nessuna previsione, dunque, ma ancora una volta  esercizio della libertà di stampa, critica e giudizio.

Sconcertante è il resto, laddove nell'informativa a pagina 9 si legge che -nel corso delle intercettazioni – venivano registrati numerosi contatti, specificamente sms, tra l'utenza a me in uso e quella dell'avvocato Aloi.

In quel periodo – avendo registrato anche il cell. dell'Avv. Aloi tra i miei contatti calabresi – spedivo sms con l'annucio dell'uscita dei miei articoli sul blog anche a lui, oltre che a centinaia e centinaia di soggetti calabresi, compresi i pm Vincenzo Lombardo e Salvatore Curcio destinatari dell'informativa! Che – verosimilmente – si saranno soffermati su questa analisi fatta dalla Squadra mobile e Carabinieri sui miei sms.

Centinaia e centinaia di  persone possono confermare questa pratica che ho usato negli anni per accelerare la diffusione del mio blog e che ho interrotto due mesi fa, solo perché con il nuovo blackberry di cui l'Azienda mi ha dotato non sono capace di mandare sms multipli come facevo prima!

Quando imparerò, ricomincerò e rimanderò sms anche ad Aloi che non ho mai visto né conosciuto, ma la cui utenza è rimasta nella mia rubrica, dalla quale non ho alcuna intenzione di eliminarla!

Sconcertante è infine il fatto che da pagina 10 in poi l'informativa documenti l'interesse che l'Avv. Aloi mostra per i miei articoli, parlando con il giornalista Toscano.

Aloi – apprendo dall'informativa – è tra le migliaia di persone che sono interessate a quel che scrivo e ne sono fiero perché scrivo per farmi leggere. Ma a testimonianza di quanto profonda sia la conoscenza tra chi scrive e tale avv. Aloi  faccio incidentalmente presente che nelle telefonate tra Aloi e Toscano, il primo storpia più volte il mio cognome, corretto poi dal collega. 

Ritengo gravemente lesiva per la mia persona, per la mia dignità e per la mia altra professionalità il solo e mero tentativo di accostare il mio nome e la testata che rappresento ad un presunto condizionamento da parte di questo soggetto, con cui non ho mai avuto alcun contatto. Di lui come di Marino, di Lo Giudice e di chiunque altro in Calabria e nel mondo mi interesso solo ed esclusivamente quando diventano notizie.

 Non solo non è possibile che alcuno manovri ciò che scrivo, ma in questo caso è addirittura incredibile il fatto che io non abbia mai interloquito o parlato con colui il quale avrebbe dovuto manovrarmi!

 L'informativa arreca a me e alla testata che rappresento un danno incommensurabile, anche in ragione dei soggetti cui è destinata e di coloro che, per varie ragioni, ne sono venuti o ne verranno a conoscenza.

 

Segnalo infine, a compendio delle stranezze, fin qui evidenziate,  incredibilmente, essendo Aloi intercettato, come nell'informativa non vi sia alcun riferimento ai miei tentativi di contattare al cellulare di Aloi e al contenuto dell'unico dialogo, intercorso tra me e il suo assistente nonostante degli stessi dovrebbe esservi traccia quantomeno nei tabulati.

 

Concludo, formulando espressa riserva – d'intesa con il Sole-24 Ore  – di adìre le competenti Autorità a tutela della mia dignità personale e professionale, oltre che di quella della testata che rappresento.

Per questo chiedo ufficialmente che questa mia nota venga inserita nel fascicolo, oggetto del procedimento, ai cui atti è stata allegata l'informativa e a qualunque altro fascicolo o procedimento nel quale quest'ultima dovesse essere inserita. Mia intenzione sarà darne comunque la massima diffusione e visibilità.

Distinti saluti

Roberto Galullo

  • Andrea Paolo |

    Mi aspettavo che a rimestare nel covo di serpi (per non dire peggio) reggino prima o poi arrivasse un morso anche per Lei. Non si scoraggi, sono convinto che non lo farà, e continui nel suo prezioso lavoro!
    Un saluto affettuoso
    Andrea

  • bartolo |

    oppure…tutto si risolverà… quando quell’esercito di boss che viene torturato sotto il regime del 41 bis decide finalmente di esercitare il proprio ruolo di falsi uomini d’onore denunciando i referenti istituzionali che li hanno traditi…

  • bartolo |

    gira e volta ci sono sempre i pentiti di mezzo. tutto si risolverà quando un vero parlamento, eletto dal popolo sovrano, attiverà una commissione d’inchiesta per fare emergere tutte le tragedie, delle mafie, poste in essere in italia, grazie all’utilizzo di mercenari, già assassini…

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