Via del Regresso, Lamezia Terme/1 La (vera) capitale calabrese dove la mafia da piovra diventa Medusa

Lamezia Terme, Padova, Vicenza, Montebello Vicentino, Vigonza: tutti questi comuni hanno una strada che si chiama “Via del Progresso”.

Solo una dovrebbe cambiare la toponomastica: Lamezia Terme, che quella strada dovrebbe chiamare “Via del Regresso”.

Debbo essere sincero: non ho mai capito e l’ho sempre scritto, perché questo comune calabrese che capoluogo non è ma capoluogo è, sia diventato negli ultimi anni il simbolo di un’antimafia che non c’è e non ci sarà mai. Misteri della fede oltre che di una pubblicistica – come spesso accade – sciatta, disattenta, credulona, ingannevole e ingannata, poco preparata, influenzabile, inventata. Più passa il tempo – debbo ammetterlo – e più mi rendo conto che la nostra categoria ha prodotto e sta producendo danni inenarrabili nella regressione culturale della lotta alla mafia. Quasi peggio di una certa magistratura manipolatrice e massonica che da Milano a Reggio Calabria approda inevitabilmente a Roma.

Lamezia Terme è tra le capitali mondiali dei traffici di ogni tipo: a partire da quello di armi e droga.

Lamezia Terme è la capitale degli intrecci tra affarismo, malapolitica e malamministrazione, come testimonia la sciagurata indagine “Why Not” dalla quale uno sciagurato “Giginiello ‘o sciantoso” è riuscito a trarre un millesimo del suo potenziale carico devastante.

Lamezia Terme è la capitale di investimenti milionari da 488/92, una legge che ha permesso a centinaia di truffatori di arricchirsi alle spalle dei calabresi onesti.

Lamezia Terme è la capitale dell’abusivismo edilizio alimentato dalle cosche, da un’intera città e da un nugolo di amministratori, consiglieri e politici che hanno chiuso gli occhi fottendosene di tutto e magari sfilando nelle marce antimafia.

Lamezia Terme è la città in cui ci sono stati una sessantina di omicidi (quanti risolti?) in pochissimi anni e dove un giorno si e l’altro pure commercianti, imprenditori e professionisti sono minacciati e pagano.

Lamezia Terme è una città che ha subito lo scioglimento per mafia per ben due volte.

Lamezia Terme è la città in cui vivono felici parecchie famiglie di ‘ndrangheta.

Lamezia Terme è la città dove la massoneria coperta detta legge dentro e fuori.

Lamezia Terme è la città in cui – parole e musica dell’ex capo della Procura Salvatore Vitello – un residente su 5 è in qualche modo legato, mischiato o coinvolto con le cosche.

Lamezia Terme è la città in cui un Governo (questo come tutti) al quale nulla interessa della vera lotta alle mafie, ha deciso di cancellare il Tribunale, forse l’unico vero presidio dello Stato.

Lamezia Terme è la città in cui persino il Papa tedesco non ha mai nominato la parola ‘ndrangheta e vadano a farsi…il bagno coloro i quali si beano del fatto che non c’era bisogno di nominarla. Ma fatemi il piacere analisti da 4 soldi: le parole sono macigni e colpiscono nel segno molto più delle pallottole. Per Dio – e lo dico onorando Nostro Signore – la ‘ndrangheta, le cosche Torcasio, Cerra, Giampà, Iannazzo e via elencando vanno nominate, strillate, esposte al pubblico ludibrio ogni volta che questo è possibile. Sono loro che uccidono le anime, caro Benedetto XVI!

Lamezia Terme è la città in cui per i cittadini la Chiesa è soprattutto un prete: don Giacomo Panizza. Mah!

Con queste premesse che – attenzione – non sono cambiate negli anni in cui l’antimafia di facciata camminava e marciava senza produrre – a mio giudizio – “un-solo-atto-uno” degno di questo nome, nessuno può sorprendersi di quanto è emerso dall’Operazione Medusa, con la quale la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha piegato ancora una volta la cosca Giampà. C’è da giurare che sarà l’ennesima ferita, che per quanto profonda, non infetterà il corpo della ‘ndrangheta perché gli anticorpi – quelli che dovrebbe produrre la società civile – sono falsi e finti come una scenografia cinematografica.

Dedicherò a questa operazione una serie di articoli perché – insisto ancora una volta – Lamezia è una delle capitali mondiali della cupola “massonico deviata-mafiosa-politica” che erode giorno dopo giorno la società. Calabrese e no.

Se leggeste – come ho fatto io – le 717 pagine dell’ordinanza firmata il 21 giugno dal Gip Assunta Maiore, vi trovereste uno scenario che – bando alle ciance – è così riassumibile: una città addormentata dove le cosche dettano legge. Punto. Non ci sarebbe null’altro da aggiungere se non complimentarsi – attenzione – oltre che con le Forze dell’ordine (quelle vere) e con la magistratura (quella vera), con quei pochissimi che davvero credono nella legalità, forse anche perché sono passati attraverso la mortificazione della dignità umana.

E mi riferisco – in particolar modo – al buon Rocco Mangiardi, che inconsapevolmente, era intercettato dai Carabinieri di Lamezia all’interno della sede dell’Ala (Associazione antiracket del centro lametino), luogo ove si riuniscono i commercianti dell'hinterland aderenti. Dalla viva voce di questi ultimi, ovviamente ignari del servizio di intercettazione, si legge nell’ordinanza, “è stato possibile ascoltare le diverse vicende e le storie personali che, nel corso degli anni, li hanno visti costretti a sottostare alle angherie dei maggiori esponenti del gruppo criminale in questione e, in definitiva, al pagamento dell'estorsione imposta dalla cosca, certamente egemone su tutta via del Progresso di Nicastro-Lamezia Terme”.

Tutta Via del Progresso. Tutta. Lo scrive la Polizia giudiziaria. Non lo scrivo io. Anche se lo penso da sempre per qualunque paese del Sud dove ci sia da spremere anche un solo centesimo.

L’ASSICURAZIONE

Ma quanto sia grave la situazione non lo si capisce da questo passaggio. No, no, no…

Leggete qui cosa scrivono – verosimilmente con il morale distrutto – i pm della Dda di Catanzaro: “E' sorprendete come l'affermazione che normalmente viene effettuata da qualsiasi cittadino calabrese circa il fatto che tutti pagano il pizzo, abbia tutt'altra valenza quando proviene da chi appartiene alla categoria che è vessata dalla criminalità, cioè commercianti e imprenditori: sentire dal capo dell'associazione antiracket o da uno dei suoi membri che alle riunioni tutti "hanno il problema " (del pizzo da pagare) e ne parlano, ma che poi nessuno fuori abbia il coraggio di denunciare, fornisce la prova piena dell'assoggettamento”.

Quando, poi, i due interlocutori intercettati commentano come per alcuni dei loro colleghi pagare sia una sorta di assicurazione, emerge anche il vincolo di omertà indotto dalla forza intimi
datoria del vincolo associativo. “Per taluni imprenditori il pagamento dell'estorsione viene accettato e sdoganato – si legge ancora nell’ordinanza – come se fosse il pagamento di una forma di assicurazione. Si tratta di un concetto di non trascurabile importanza, in quanto in esso è racchiusa, a ben vedere, anche la spiegazione più semplice e immediata del perché il fenomeno sia ormai così radicato nella zona di Lamezia e nulla riescono a sortire le periodiche (ma, comunque, nel complesso sporadiche) operazioni di Polizia giudiziaria”.

La conclusione, vergata probabilmente con la disperazione di chi sa che poco o nulla cambia o può cambiare, è devastante. “Il capitale simbolico della cosca – si legge – è e rimarrà elevato sino a quando ci sarà anche un solo imprenditore che percepirà il proprio pagamento dell'estorsione come una forma di assicurazione. Così facendo, la `ndrangheta trova terreno fertile per bloccare lo sviluppo economico effettivo di un territorio”.

Lamezia Terme città antimafia? Ma di cosa stiamo parlando…

1- to be continued

r.galullo@ilsole24ore.com

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  • ANTONIO |

    LA MAFIA A LAMEZIA NON E’ SOLO TORCASIO-GIAMPA’ IANNAZZO-DE FAZIO e si potrebbero aggiungere almeno altri 20 cognomi;
    Questa storia è relegata oramai ad un vessillo, e/o ad un Capo espiatorio .
    -Avete mai sentito parlare di Giudici che sono stati Mandati a Lamezia, e si fanno scrivere, le sentenze dagli Avvocati, Gli stessi Avvocati che difendono quelle Famiglie e che sono diventati i più importanti della Calabria?;
    -Avete mai sentito parlare della Grande Lobby degli Avvocati di Lamezia che hanno trasformato l’unico simbolo dello Stato (il tribunale) in una casa privata di appuntamenti ?;
    -Avete mai sentito parlare dei Commissari Straordinari mandati dallo Stato di Roma a governare Lamezia, (che prima si sono fatti Raccomandare , dalle stesse famiglie di cui parliamo,e poi addirittura promuovere dallo stesso Stato), e che hanno trovato Lamezia, “una città pulita, senza mafia” ?!
    -Avete mai sentito parlare dei Politi Rappresentanti di Lamezia che lamezia è una città ferita??!!
    -Avete mai sentito parlare dei Politici Rappresentanti di Lamezia che a Lamezia non si può governare la città a causa della PIOVRA||??
    ANCHE QUESTA E’ MAFIA..-coloro che OCCUPANO POSTI DI RILIEVO nella Società Lamettina e che AFFERMANO: ““Se ti comporti così….. dopo 2 mesi ti fanno fuori….??!!
    ANCHE QUESTA E’ MAFIA..-Coloro che rappresentano lo Stato e che convivono, per il quieto vivere, con alcune Associazioni; e potrei continuare ancora per tanto, con tante altre espressioni colorite evidenziate da ALTE CARICHE IN RAPPRESENTANZA,
    Poi c’è l’Antimafia;
    -Sono i Bambini innocenti delle scuole elementari e dell’asilo;
    Sono le persone che hanno nel cuore Lo spirito di Giustizia … solo fino a quando non lo perdono;
    Una parte isolata della chiesa che rappresenta una voce lontana e stonata;
    Qualche isolata associazione, che non ha voce in capitolo ( sono poco meno di 1000 Associazioni esistenti a Lamezia che parlano di Mafia –andate a vedere quante di queste presentano la Dichiarazione Dei Rediti ??!!)
    Infine la Stampa rilegata a scrivere, poco e male, e naturalmente solo quello che si può scrivere ..
    Tutto il Resto rientra nella NORMALITA’………..

  • Massimo Di Stefano |

    Galullo Roberto io l’ammiro per la sua professionalità ma sopratutto per la sua intelligenza, e poi perchè è molto parziale, dalle mie parti “a lamezia” si dice cà TAGLI CARNE E OSSA. Lei è un mito … 10-100-1000 Galullo il resto sono chiacchiere e distintivo diceva Del Niro 🙂

  • Nico |

    Premesso che non posso negare (in nessun modo) quello che viene scritto nell’articolo… diciamo che però l’elenco “Lamezia Terme è […]” è un pò crudo e provoca risentimento per chi (come me) è cresciuto e ha lasciato gli affetti in quella città.
    Si, Lamezia è anche (forse soprattutto) quello che scrive lei. Ma Lamezia è anche altro: per esempio (giusto per rimanere legato al suo articolo) a Lamezia 4 residenti su 5 non sono legati, mischiati o coinvolti con le cosche… giusto? Io stesso sono cresciuto in una famiglia e ho avuto (nel corso della mia adolescenza) amici che niente avevano a che fare con le varie famiglie famose (giampà, torcasio, ecc…)
    Ebbene, il problema di fondo non siamo noi Lametini o le manifestazioni antimafia (che comunque è meglio farle che non farle…) ma piuttosto l’assenza concreta dello Stato Onesto!
    Ma lei si rende conto che nel momento stesso che tutti (lei compreso) conoscono alla perfezione i cognomi, i nomi e le facce dei mafiosi ma nel frattempo essi continuano a delinquere quasi indisturbati è la conferma che a Lamezia la Giustizia e il controllo del territorio da parte dello Stato sono nulli?
    Chi è che dovrebbe risolvere il problema? I comuni cittadini?
    Neanche mi va andare contro tutti gli imprenditori/commercianti che pagano il pizzo: magari qualcuno è veramente colluso, ma per tutti gli altri opporsi a questo abuso, in mancanza della fiducia nello Stato (che le assicuro è minima nel nostro territorio), non sarebbe atto di coraggio ma addirittura “follia” pura! Alcuni ci hanno provato e adesso ne pagano le conseguenze in termini di libertà, sicurezza (e, questione non secondaria, reddito…)
    Del resto, se è vero che alcuni imprenditori vedono il pizzo come una sorte di “assicurazione” ciò implica che non ritengono adeguato il livello di protezione/sicurezza garantito dallo Stato.
    Insomma, risolviamo il tumore nel corpo dello Stato e dopo (semmai) prendiamocela con i cittadini onesti…

  • GALULLO |

    Melandro,
    nel primo commento, giuro, ho provato, seppur tra pizzichi, “daje che ce la fai” e tazze di caffè, a seguirla nei meandri dei suoi ragionamenti.
    In questo secondo mi arrendo: ma di cosa sta parlando, ma di quale buco nell’acqua!? Ma quale sommatorie di informative?! Ma di cosa scrive?!! Ma lei manco immagina quante volte io sia venuto a Lamezia, neppure ha la più pallida idea! Ma di cosa ciancia! Guardi le do un consiglio: non vada oltre, si fa de male da solo. Poi faccia come crede, suppongo sia adulto e vaccinato.
    Un’ultima cosa: ma chi sarebbero gli amministratori amici? Ma di chi? Suoi? Una cosa è certa: io non ho amici. Ma non tra gli amministratori: non ne ho proprio quando scrivo. Non guardo in faccia a nessuno e me ne fotto di tutto. E sappia -lei che si fa un’idea sui media sulla base dei meandri suoi e solo suoi – che questo ha un prezzo elevatissimo che pago io e solo io.
    Si ripigli

  • Pierdanilo Melandro |

    La ringrazio, sinceramente, per la Rispettosa e accurata risposta. Ho solo provato a dire la mia, mi spiace essere apprezzato da lei solo per la naturale sottoscrizione delle mie idee. Le comunico pero’, e comunico a tutti, che quella indagine, come tutte le indagini, è il sunto di migliaia di pagine di informative di polizia giudiziaria che assommano le notizie di reato e che comunicano i dati che lei ha potuto citare. Se lei avesse scritto di Chiesa in Calabria venendo in Calabria non avrebbe citato don Giacomo contrapponendolo alla falsa pratica antimafia lametina. Lei, la prego di porsi un minimo dubbio, ha fatto un buco nell’acqua, non so dove lei risieda ma se verrà a Lamezia e leggerà un po’ di storie e di carte, avrà la verità davanti ai suoi occhi, non avrà bisogno della mia intermediazione. Ripeto che dare un giudizio su una città del sud sulla base di notizie giudiziarie è molto tipico e triste di certa stampa nazionale, si ravveda perché abbiamo tempo. Vede, io al contrario di molti altri ho sempre letto il suo blog e da questi articoli su Lamezia non colgo un’occasione per attaccare i nemici amministratori di turno, ma posso farmi un’idea sul potere ingiustificato dei media in Italia.

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