Oltre i fischi durante Italia-Croazia: per Eva Klotz l’inno è un affronto al Tirolo e non entrerà nelle scuole – Lega Nord d’accordo

L’inno d’Italia è un affronto all’Alto Adige. Firmato: Eva Klotz.

Ammesso – e non concesso – che ieri la “pasionaria” abbia visto l’Italia pareggiare contro la Croazia si sarà forse tappata occhi e orecchie per non vedere gli azzurri cantarlo (mai, comunque, come lo splendido team rugbistico che vede anche gli oriundi e i naturalizzati urlarlo a squarciagola). Se mai avesse visto la partita magari avrà sorriso di fronte agli osceni insulti dei tifosi (si fa per dire) croati contro il nostro inno nazionale.

La consigliera regionale altoatesina spicca nella mozione 461/12 approvata il 7 giugno dal consiglio provinciale di Bolzano con 25 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astensioni il cui titolo è tutto un programma: “No all’inno di Mameli nelle scuole dell’Alto Adige”.

Il testo, il giorno dopo, 8 giugno, è stato spedito al presidente Luis Durnwalder.

Nella mozione si legge che “il testo dell’inno è un vero affronto per l’Alto Adige. Parole come “Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte”, “i bimbi d’Italia si chiaman Balilla” e “già l’Aquila d’Austria le penne ha perdute” sono espressione di un’ideologia che disprezza il genere umano ed è ostile nei confronti delle minoranze”.

Pertanto è inammissibile – si legge nella  mozione che non a caso cita anche la strofa sull’aquila d’Austria – che l’inno di Mamelivenga obbligatoriamente insegnato nelle scuole altoatesine”.

E – giusto per dare l’idea dello scontro che viene richiamato nella mozione con la citazione del disprezzo del genere umano – il consiglio provinciale incarica la giunta di fare tutto il possibile per impedire che l’inno d’Italia risuoni nelle classi.

E allora quali strofe far risuonare? Qui soccorre un’altra mozione, dell’11 marzo 2010, con il quale il consiglio provinciale promuove “A Mantova in catene”, canto di Andreas Hofer, che oltre 160 anni fa fu dichiarato inno ufficiale del Tirolo.

Ma l’attacco all’inno d’Italia (che altro non è se non un continuo, martellante, distruttivo, anticostituzionale e deleterio attacco all’unità nazionale) non è isolato e per quanto possa apparire incredibile le idee “geniali” viaggiano sempre in coppia.

Ieri, infatti, con il voto contrario della Lega Nord è passata in commissione istruzione alla Camera la legge che, a partire dal prossimo anno scolastico, prevede lo studio dell’inno di Mameli in classe. La commissione aveva chiesto la sede deliberante e, quindi, il testo ora andrà direttamente al Senato senza passare per l’aula.

La legge (che porta la firma della deputata Pdl Paola Frassinetti e della collega del Pd Maria Coscia) prevede anche l'istituzione della giornata dell’unità nazionale che si celebrerà ogni 17 marzo.

Ma attenzione: c’è un riferimento anche alla questione altoatesina e all’inno nelle classi. Il deputato del gruppo misto Karl Zeller, eletto nella lista Sudtiroler Volkspartei aveva detto “no” all'inno in classe nelle aree dove ci sono minoranze linguistiche.

La soluzione? Per queste aree ci sarà la possibilità, di “dare applicazione alla leggeseguendo l'articolo 6 della Costituzione che difende le minoranze stesse. Che vor di? Boh. Non lo sa nessuno. E' un modo come un altro di decidere di non decidere! Arte in cui la poitica italiana . da Bolzano a Pantelleria – eccelle.

Il testo é arrivato all'ok dopo più di un anno di gestazione ma la Lega Nord ha comunque deciso di votare contro “probabilmente per partito preso – ha commentato Frassinettivisto che nell'inno si cita legnano e nel loro simbolo c'é Alberto da Giussano. E’ evidente che non conoscono il nostro inno”. Come sarebbe a dire è evidente? Forse sarebbe meglio dire che è “deprimente”.

Vorrei chidere soffermandomi sul fatto che l’identità nazionale – per me sacra – non si distrugge con le pagliacciate dei falsi miti celtici o delle sacre acque dei fiumi ma con questi piccoli, martellanti, ripetuti e incessanti gesti politici. Una tortura cinese – goccia dopo goccia – che punta proprio sull’annientamento dei principi e dei valori comuni di Patria. Da dove cominciare? Dalle sagre? Dalle giostre? Dalle analisi batteriologiche delle ampolle? No: dalla formazione e dalla scuola.

Forza Italia (lasciatemelo dire senza alcun secondo fine!)

  • nicky |

    galullo ma vai a farti fot°°re!!!!

  • galullo |

    Anonimi Paolo 75 e Mariano (mi rendo conto che ci vuole coraggio, che non avete, a mettere faccia nome e cognome per sostenere quel che scrivete) risposta a entrambi:
    A Paolo75:
    1) il mio mondo se permette lo decido io. Lei senza dubbio ne resta fuori. Punto
    2) straordinario il ricorso alla “provvisorietà”. Ma che vor dì? Ma cosa vuole dire? Provvisorio sarà lei come tutti noi su questo mondo
    3) il suo razzismo nord-sud non ha bisogno di ulteriori commenti: dice tutto
    4) patetico il ricorso al Financial times. Ma cosa c’entra il confronto? Ciascuno è libero di pensarla come vuole. Persino lei! Se non le va bene questo Paese, prego si accomodi. Piangeremo per un nanosecondo ma poi ce ne faremo una ragione!
    5) Vedo che non ha trovato modo di rispondere che così a quanto ho scritto e dunque direi: “arrivederci e alla prossima”
    A Mariano:
    1) sono commosso dalle sue origine austriache. Io anche ne ho credo di albanesi o greche e forse risalendo ad Adamo ed Eva i miei progenitori e i suoi vivevano accanto. E allora? Ma che c’entra! Anche l’Italia ha ceduto Corsica e Pola – tanto per dire – e allora? Magari tornando indietro nel tempo i romani (io sono romano) potrebbero rivendicare i confini del Sacro Romani Impero: che ne dice? Ma mi faccia il piacere! Vuole riabbracciare l’Austria il buon governo austriaco magari incarnato da qualche nazista mascherato che si propone come il nuovo e le strofe di Hofer: c’è posto anche per lei. Si accomodi. Addio, mi mancherà!
    2) me ne fotto della differenza strofa-verso perché è la sostanza quel che conta.
    Addio

  • Mariano |

    Sono trentino, i miei nonni erano cittadini austriaci. Non lo sono più stati da quando l’italia ha deciso di attaccare l’Austria per chiudere i proprii confini sulle Alpi, come i neo-americani volevano conquistare tutto il Nord America, a dispetto dei nativi. Oltre ai confini, gli altoatesini perser anche il Buon Governo austriaco per essere invasi dai FASCISTI che industrializzarono gran parte della terra fertile dedicata all’agricoltura (zona sud di Bolzano). Non solo, li costrinsero ad emigrare verso la Boemia,confiscando le loro case e dandole proprio au fascisti che volevano stabilirsi.
    Ecco perché il Tirolo ha come eroe Andreas Hofer, simbolo della resistenza antinapoleonica da oltre 200 anni.
    Ultima cosa, scrittori della domenica:
    una riga di poesia o di canto SI CHIAMA VERSO E NON STROFA!!!!!

  • Paolo75 |

    1)Pur non volendo scalfire la sua felicità le devo confidare che viviamo nello stesso mondo
    2)Dal momento che “una modestissima classe di insegnanti” insegnerà ai virgulti un’ inno che risulta essere PROVVISORIO DAL 1946 quale sarà il sentimento prevalente se non quello di rigetto?
    3)Se “nulla si impone ma si propone” immaginandomi ancora come studente, potrei rifiutarmi di accettare la “proposta” di studiare un inno PROVVISORIO DAL 1946?
    4)”le differenze tra nord e sud sono la nostra forza” ??
    Chi avrà ragione: Roberto Galullo o il Financial Times?? Ai posteri l’ ardua sentenza

  • galullo |

    Eugenio (Eugenio chi? Dove sono faccia, nome e cognome?) e Paolo75 (idem come sopra) sono felice di vivere in un mondo che non è il vostro.
    A “Eugenio Chi?” non rispondo neppure perchè ho già espresso il mio pensiero e mi viene il voltastomaco a replicare.
    A Paolo75 chiedo dove abbia visto, letto o vissuto (non personalmente ma per la maggioranza alla quale si riferisce) che quel che viene imposto a livello scolastico viene rigettato dagli studenti. Al di là del fatto che nulla si impone ma si propone (i programmi scolastici non sono un’imposizione ma un percorso didattico che via via e vieppiù si modifica con il passare degli anni e dei corsi di studio) e al di là del fatto che le materie si amano nella misura in cui questa modestissima classe di insegnanti, questa disgustosa classe politica e queste distratte famiglie italiane sono in grado di farle amare e di farne capire l’importanza, vorrei sottolineare il fatto che io rimpiango una materia come “Educazione civica”. AI miei tempi esisteva: lì ho cominciato ad amare (anzichè disprezzare) le differenze tra gli italiani (da nord a sud) che sono la nostra forza anche se qualche imbecille le spaccia per la nostra debolezza.
    besitos “azzurri”

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