Commissione antimafia: 25 miliardi per Expo 2015 fanno gola – Pisanu: “Lotta alle mafie? Tempi lunghi”

Certo che fa male scoprire – a distanza di decine di anni dalla presa coscienza del fenomeno, migliaia di indagine della magistratura e decine di migliaia di operazioni delle Forze dell’Ordine – che per avere ragione delle mafie “occorrerà sferrare un’offensiva di medio-lungo periodo, mettendo in campo risorse adeguate e combinando ciò che oggi è invece sterilmente disgiunto: e cioè la forza della repressione con la forza dello sviluppo economico e del rinnovamento sociale”.

Nero su bianco è quanto scrive Beppe Pisanu nella relazione sulla penetrazione delle mafie nell’economia della Commissione parlamentare antimafia di cui sto scrivendo da alcuni giorni (si vedano post in archivio ieri e oggi).

Fa male scoprire che siamo non dico all’anno zero ma…insomma…Certo la commissione antimafia ha ragione nel battere sul nervo scoperto: senza sviluppo economico, come può il Sud allontanare l’ombra lunga delle mafie?

Solo il Sud? Eh no ragazzi miei.

Una parte invero molto interessante della relazione è quella relativa alla “cruciale e fruttuosa” missione a Milano (così testualmente la definisce Pisanu) che la Commissione parlamentare antimafia ha condotto il 21 e 22 gennaio 2011.

Cruciale perché Milano, "capitale economica d'Italia", non può non essere obiettivo dell'espansione economica delle mafie di ogni tipo e di ogni provenienza, sempre interessate a qualunque fonte di arricchimento, con strumenti leciti o illeciti.

Fruttuosa perché i dati acquisiti nel corso della missione hanno delineato un quadro chiaro delle problematiche in gioco ed un altrettanto chiaro quadro delle possibili soluzioni.

L’area metropolitana di Milano è il territorio più ricco ed economicamente sviluppato d’Italia: le 338.659 imprese attive nel 2007 costituiscono circa il 42% delle imprese lombarde e il 6,5% delle imprese italiane. Anche il reddito disponibile pro capite si attesta su livelli molto alti (21.660 euro) e lo stesso dicasi per i consumi finali interni pro capite (19.392 euro).

La leadership nel settore economico del territorio milanese è confermata dai dati relativi alla produzione di ricchezza: nel 2007 l’area metropolitana di Milano ha generato un Pil di 153.384,8 milioni di euro (pari a circa il 10% del Pil nazionale), con una quota di Pil pro capite di 39.557,08 euro. “Non stupisce, pertanto, che il territorio milanese, come tutte le aree produttive del Paese – si legge nella relazione –  sia obiettivo privilegiato di espansione e radicamento di strutture associative di tipo mafioso, che tendono sempre di più ad infiltrare la attività produttive, economiche, imprenditoriali sane, per reinvestire (e così riciclare) attraverso l'uso di strumenti economico-giuridici "puliti" e formalmente legali – capitali provento di attività illecite”.

Le imprese non hanno difficoltà di accesso al credito, atteso che hanno un surplus di liquidità, ovviamente di provenienza illecita; non hanno difficoltà a superare concorrenti o ad imporsi nei rapporti commerciali, anche senza l'uso della violenza ma con la semplice "spendita del nome mafioso"; hanno facilità a trovare manodopera senza incorrere in episodi di conflittualità sindacale, potendo contare su un notevole numero di soggetti disposti a lavorare per essa e potendo vincere le resistenze dei contraddittori con metodi eterodossi).

Negli ultimi anni molte cosiddette "grandi opere" sono state progettate, finanziate e poste in esecuzione nella regione Lombardia: sistemi stradali come l'Autostrada Pedemontana e l'Autostrada Brescia-Bergamo, la Tangenziale Est esterna di Milano, il Raccordo Autostradale della Valtrompia; sistemi ferroviari quale l'Alta velocità ferroviaria Torino-Lione.

Certamente, però, il grande evento è rappresentato dall'Expo 2015, assegnato dal Bureau International des Expositions proprio a Milano. Come vero e proprio traino, l'Expo comporta da solo la realizzazione di ben 17 grandi opere infrastrutturali connesse (viarie, ferroviarie e metropolitane, contemplate o direttamente indicate nel dossier di candidatura), alcune delle quali sono in realtà opere già avviate indipendentemente dall'Expo e poi rifinanziate con i fondi stanziati per la manifestazione internazionale.

L' elenco delle opere previste fa percepire concretamente che è in arrivo su Milano una marea di denaro pubblico, stimato fino a 25 miliardi tra opere e costi diretti (ossia creazione degli spazi espositivi e gestione, che rappresentano tuttavia la voce minore, pari a circa 4 miliardi) e costi indiretti (infrastrutture connesse). “Per questo l'Expo 2015 – afferma la Commissione parlamentare antimafia – rappresenta una vera e propria emergenza di legalità per i concreti e notevoli rischi di infiltrazione delle imprese mafiose nelle procedure di aggiudicazione ed esecuzione dei lavori, come confermato dall'emanazione da parte del Governo di un decreto-legge che ha esteso all'Expo milanese la normativa di verifica e di prevenzione antimafia già utilizzata per prevenire infiltrazioni di tipo mafioso nelle opere di ricostruzione in Abruzzo”.

Per ora mi fermo qui.

r.galullo@ilsole24ore.com

3 – to be continued (la prima puntata è stata pubblicata ieri 26 gennaio, la seconda oggi)

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