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Cari amici di blog come sapete sto analizzando moltissimi aspetti dell’operazione “Il Principe e la (scheda) ballerina” della Dda di Napoli con la quale il 6 dicembre ha indagato 73 persone tra le quali imprenditori, funzionari, clan e politici del calibro dell’onorevole Nicola Cosentino per il quale è stato chiesto l’arresto, sospeso in virtù della qualifica parlamentare. Al centro della vicenda c’è il centro commerciale Il Principe, che avrebbe dovuto essere costruito proprio nella terra di Gomorra. Un centro commerciale che, secondo i pm. sarebbe poi servito per riciclare una parte delle immense fortune dei clan Russo, Schiavone e Bidognetti sia nella realizzazione delle opere necessarie per la costruzione del centro commerciale, sia nella acquisizione della totalità o di parte delle attività commerciali e dei servizi (ristorazione, parcheggi, pulizia eccetera).
Lo faccio perché ritengo che questa operazione rappresenti un concentrato (o se preferite una summa o più laicamente un bignamino) delle nefandezze e al tempo stesso della machiavellica destrezza dei Casalesi.
Prendiamo il caso dei Testimoni di Geova. La loro religione – e devo dire grazie a questa operazione per averlo scoperto – vieta di partecipare alle competizioni elettorali. Eppure…
Eppure accade che la Procura riceve esposti anonimi che segnalavano che la lista del Popolo delle Libertà, risultata vincente all’esito delle consultazioni, aveva beneficiato di larghe e intense attività fraudolente organizzate da tal Elio Natale, grande elettore di Cristiano Cipriano (candidato sindaco del Popolo delle Libertà alle elezioni comunali del 2010, secondo una strategia che prevedeva una sorta di staffetta fra i due politici locali) coniugato con Maria Assunta Di Lauro, impiegata comunale a Casal di Principe. I brogli, secondo gli esposti, ruotavano intorno alla falsificazione del voto dei Testimoni di Geova iscritti nelle liste elettorali. Costoro, proprio per il loro precetto religioso, non votano e al loro posto si sarebbero dunque recati sotto falso nome, a votare Popolo delle Libertà, soggetti non legittimati.
LA CHIACCHIERATA CON LA GUIDA SPIRITUALE
Per verificare se davvero vi fosse stato un utilizzo di tessere elettorali intestate a Testimoni di Geova e ritirate fraudolentemente con l’apposizione di firme false e l’utilizzo di carte d’identità contraffatte, la polizia giudiziaria cosa fa? Parla con Filiberto Corvino, membro anziano ed guida spirituale dei Testimoni di Geova di Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa e Casapesenna.
Corvino chiarisce che i confratelli residenti nel territorio di competenza erano suddivisi in due congregazioni denominate rispettivamente “Casal di Principe Est” e “Casal di Principe Ovest”: la prima con circa 80 confratelli di cui 50 circa in età di voto, la seconda con circa 120 confratelli di cui 80 in età di voto.
Corvino, nella sua qualità di guida spirituale della congregazione, conferma che per scelta religiosa, i Testimoni di Geova non partecipano alla vita politica del paese ma che questo non costituisce un vincolo assoluto, restando ferma la possibilità per ciascuno di esercitare comunque il diritto al voto ma solo ed esclusivamente sulla scorta di una scelta individuale. Corvino peraltro conferma che molti suoi confratelli avevano distrutto il certificato elettorale.
La polizia giudiziaria a quel punto ascolta un campione di Testimoni di Geova iscritti nelle liste elettorali del Comune di Casal di Principe, allo scopo di verificare se avessero effettivamente esercitato il voto in occasione delle ultime elezioni.
Tutte le persone ascoltate, tranne rarissime eccezioni, confermano di non aver esercitato il diritto di voto.
Si trova riscontro invece che molti Testimoni di Geova, che avevano formalmente dichiarato di non aver esercitato il diritto di voto, risultavano aver votato.
Miracoli…in terra di camorra…Ma non sono gli unici. Seguitemi nel prossimo post