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Cari amici concludiamo questa settimana con l’ultima puntata dell’interrogatorio reso il 12 agosto 2010 da Gabriele Gatti alla Procura di Forlì, che continua(va) a scavare nei misteri del caso Sopaf-Delta-Cassa di Risparmio di San Marino.
La chiacchierata tra i pm forlivesì e Gatti finisce laddove era cominciata, vale a dire sull’interesse della famiglia Magnoni nella vicenda Sopaf-Delta-Cassa di Risparmio di San Marino. “I Magnoni non erano propensi a chiudere la vicenda con Fantini – dirà Gatti ai magistrati – e Farina, che penso avesse una quota presso la Sopaf, fungeva da mediatore. Riguardo al veicolo lussemburghese ritenevo che rappresentasse una posizione riferibile ai Magnoni e comunque così mi è stato detto.
Farina mi disse che Banca d’Italia poteva essere coinvolta nell’indagine della Procura di Forlì: ciò mi preoccupò in quanto, se così fosse stato, Banca d’Italia sarebbe stata ancora più dura verso San Marino. Io ero convinto che la vicenda civile con Sopaf fosse presso il Tribunale di Forlì per questo nel corso della conversazione ho fatto riferimento al fatto che la risoluzione della vicenda avrebbe riguardato anche Forlì. Non ho inteso rappresentare in alcun modo che chiudere il contenzioso con Sopaf avrebbe importato la chiusura dell’indagine della Procura di Forlì. Fantini era convinto che lo Stato sammarinese dovesse intervenire a favore della Cassa di Risparmio di San Marino e prendere delle posizioni pubbliche a favore della stessa. Non ci hanno mai chiesto di intercedere in maniera diversa. Il nostro ruolo di intermediari fra Farina (e quindi Sopaf) e Cassa di risparmio di San Marino è stato sicuramente inusuale, ma avevamo paura di una campagna di informazione di Sopaf contro San Marino”.
Prima di questa conclusione Gatti e i magistrati si erano ancora una volta intrattenuti sul sistema bancario sammarinese, perché alla Procura appare incredibile e incomprensibile (e la cosa è assolutamente logica e di buon senso) che il sistema creditizio di questo Stato non si sia adattato al cambiamento che pure era necessario, oltre che sospinto dalla comunità internazionale. “Voi non avete notato resistenza alla necessità di cambiare passo e per voi questa resistenza non rappresentava un elemento di sospetto?” chiede ad un certo punto la Procura a Gatti che, senza scomporsi, afferma di si ma “i banchieri non ci hanno filato”. E lo scudo? Lo scudo non poteva rappresentare uno spartiacque tra il vecchio modo di concepire il mercato del credito e le nuove necessità dettate dal buon senso oltre che dal diritto internazionale?, incalzano i magistrati. Gatti risponde dosando le parole: “Non c’è la consapevolezza che quel sistema è finito. A noi Fantini ci ha davvero creato problemi perché è ancora ascoltato”.
L’ultimo scambio di battute tra Gatti e i magistrati è fenomenale. “Lei ha mai sentito di qualche farabutto che ha aperto un conto corrente a San Marino?”. E qui la risposta di Gatti è una sublime, fragorosa risata che vale, tutto, il prezzo dell’interrogatorio.
A breve con altre avventure sammarinesi (e non solo). Nel frattempo auguro a tutti Buon Natale. Di cuore.
5 – the end (in archivio le puntate del 20, 21 e 22 dicembre)
p.s. Invito tutti ad ascoltare la mia trasmissione su Radio 24: “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”. Ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 6.10 circa. Potete anche scaricare le puntate su www.radio24.it. Attendo anche segnalazioni e storie.