Neppure il sito riesce a tenere il conto di agenzie, enti, autorità e società partecipate dalla Regione Puglia.
Anche a scorrere l'elenco con l'assessore al Bilancio, Michele Pelillo, che ho incontrato la scorsa settimana nel mio giro in Puglia per l’inchiesta sui conti della Regione che ho pubblicato due giorni fa sul Sole-24 Ore, ne manca sempre qualcuna o, nella migliore delle ipotesi, i nomi sono nell'elenco sbagliato. Fino al paradosso dei sette consorzi di bonifica nei quali – giura l'assessore – «la Regione non c'entra assolutamente nulla» e non si capacita di come siano finiti nell'elenco degli enti regionali. Sarà pur vero ma è ancor più vero che i consorzi – tutti commissariati tranne due – ricevono dalla Regione fondi a rotazione e c’è solo l'impegno politico a chiudere i rubinetti dal 2012. E comunque vaglielo a spiegare agli Internauti del sito istituzionale che la Regione può nominare otto uomini nei collegi sindacali. Chissà perchè.
Forse per il solo fatto che la Regione Puglia ha diritto di nomina in tutti i comitati, collegi, assemblee, direzioni, conferenze, cda, osservatori, nuclei, commissioni, amministrazioni, presidenze, consulte, consigli e giunte di qualunque ente si affacci dalla Capitanata al Golfo di Taranto (e ritorno). Un esercito potenziale di 734 persone che – dalle Asl alle Camere di Commercio, dalle Fiere ai Porti passando per i comitati per l'abilitazione dei centralinisti – sono gli occhi e le orecchie della spesa regionale. Senza contare i vertici – a partire dai presidenti – che sono tutti fedelissimi del Governatore.
«In questi anni – dichiara Rocco Palese, leader dell'opposizione targata Pdl, sconfitto nella corsa alla poltrona di Governatore nel 2010, nel suo studio stracolmo di fascicoli ordinati come se stesse per traslocare da un momento all'altro o dovesse ricevere una visita della Finanza – abbiamo assistito a un proliferare di agenzie, enti e partecipate che sono le fondamenta di una Regione-parallela piena di fedelissimi di Vendola . Dalla sanità al turismo, dall'ambiente alla tecnologia, dalla mobilità allo studio, ne ll a foresta zione e perfino nella cinematografia, sono stati dirottati centinaia di milioni gestiti con convenzioni e contratti che per lo più si alimentano di fondi Ue di cui si perdono le tracce».
La cassaforte europea è piena di soldi. Come specifica Mario Aulenta, direttore regionale dell'area finanza, per il periodo 2007-2013 i fondi Ue sono 8 miliardi, che anche per una parte della maggioranza si perdono in mille rivoli creando occupazione precaria e cantieri che poi rimangono in attesa delle risorse nel le fasi di avanzamento. «Il vero bilancio e il centro di potere della Regione – prosegue Palese – sono fuori, visto che quello autonomo è bloccato per oltre l'80% dalle spese sanitarie la cui gestione, come dimostrano le indagini della Procura d a l 2009, merita un velo pietoso ». Nonostante, i tagli annunciati degli ospedali e il dimezzamento delle Asl.
Già la sanità. È di poche ore fa la denuncia in assemblea del consigliere della "Puglia prima di tutto" Francesco Damone: «Le Ausl di Bari e Foggia spendono 12 milioni di euro all'anno in deodorante». Secca la replica dell'assessore alla Sanità Tommaso Fiore: «Forse intendeva disinfettante».
SEMBRA IL PDL MA E’ IL PD
Il carico da novanta sulla «Regione clientelare parallela» arriva da chi (forse) non te lo aspetti, vale a dire Francesco Boccia, il cui partito è nella maggioranza di governo regionale, parlamentare Pd e sconfitto nel 2005 e nel 2010 nella corsa alle primarie da Vendola. Il suo esempio cade su Innova Puglia. A questa struttura – dice – sono stati affidati progetti comunitari per 60 milioni e persino il fascicolo processuale informatizzato, vanto del Governatore per il risparmio di tempo e denaro di cui beneficiano le Procure (spesa: 10 milioni). Tutto lecito, spiega Boccia, «ma cosa fanno le agenzie che non possano fare gli assessorati competenti? Assolutamente nulla. Sono strutture che generano un apparato che crea consenso e blinda il potere parallelo attraverso i vertici in cui siedono uomini del Governatore. Vendola non venga a dire che c'è stato un risparmio sui costi e una razionalizzazione della gestione. Un esempio? L'Agenzia Puglia Promozione: 64 dipendenti aveva prima e forse ora ne ha qualcuno in più visto che trasformando gli enti in spa la mano libera sulle assunzioni è garantita». Bernardo Notarangelo, dirigente generale all'organizzazione e alle riforme, ex fedelissimo di Raffaele Fitto e ora fedelissimo di Vendola, unico sopravvissuto nello spoil system degli ultimi 6 anni, difende a spada tratta il sistema. «Gli assessorati non hanno la competenza per gestire le risorse – dichiara – e le agenzie sono in grado di intercettare e gestire i fondi comunitari».
Vendola fa parlare tutti ma si capisce lontano un miglio che non si cura di nessuno. Smonta pacatamente il castello di accuse e neppure si perita di smentire che il baricentro della spesa si è spostato. Anzi. Contrattacca e spiega che il sistema gode di ottima salute. «Le Agenzie – riflette – sono un pezzo di Regione che funziona. Solo per fare un esempio l'Adisu, l'Agenzia per il diritto allo studio, prima del mio arrivo pagava persino i rappresentanti degli studenti che sedevano in consiglio. C'è una visione cinematografica da parte della minoranza e dei malpancisti all'interno della maggioranza. Sono orgoglioso di queste agenzie e annuncio che stiamo per costituirne una nuova, quella sulla legalità».
ESISTE ANCORA IL PSDI
Il potere di Vendola (la Giunta è lui e solo lui, senza si andrebbe al voto domani) passa, dunque, dalle sue donne e dai suoi uomini. Tante, tantissimi. Per averne conto basta fare un giro da Domenico Magistro. Ha più persone in fila dietro la porta pronte a denunciare le presunte malefatte della Giunta che iscritti nel partito, che potrebbero essere radunati in una discoteca. In tutto, sono meno di 1.500.
Magistro è il segretario nazionale del Psdi. Ebbene sì, esiste ancora e a Bari ha anima e cuore. Non è solo l'erede di Giuseppe Saragat – che era Presidente della Repubblica quando Magistro sgambettava tra i giovani socialdemocratici – ma è soprattutto il terminale delle denunce di mezza Puglia. Appena un'ora nel suo ufficio, che ho visitato alla periferia di Bari e ti presenta una pletora di persone e ti riversa sul tavolo decine di lettere e mail di sindacalisti, dirigenti, funzionari, cittadini e politici che bussano alla porta, chiamano o scrivono per trovare una sponda autorevole in questo ex mega dirigente regionale ed ex assessore nel Comune di Bari, che sa come svelare i trucchi che alimentano gli «eserciti delle primarie» come li chiama Francesco Boccia o per riconoscere «gli eserciti dei precari» come dichiara lo stesso Magistro.
Gli eserciti – va da sé – sono quelli di Vendola per i qu
ali, dice Magistro, «prima o poi i pugliesi pagheranno il conto. Stagisti, precari, lavoratori a tempo determinato, borsisti e bandi di assunzione tagliati su misura dei supporter del Governatore. Ecco l'esercito clientelare che non si era mai visto neppure ai tempi di Raffaele Fitto».
Magistro continua a spadellare solleciti, appelli, denunce e ricorsi presenti e prossimi venturi: dalla Corte dei conti alla Procura, passando per il consiglio regionale dove poche ore fa si è levata la richiesta di una commissione interna che faccia il punto sulle assunzioni e sulle consulenze persino tra i giornalisti e le testate.
AHI AHI LE CONSULENZE
Già, le consulenze. Dal 2006 a oggi la Giunta ha deliberato 1.011 incarichi per un cifra che si aggira intorno ai 16,9 milioni. Molti sono incarichi per contenziosi o per verifiche sui progetti Ue ma spulciando si trovano anche gli esperti in inanellamento della fauna selvatica e esperti junior in lingua albanese. Mario Aulenta, direttore dell'area finanza della Regione, puntualizza che «la Regione è abbondantemente sotto la media nazionale e potrebbe spendere ancora nel rispetto della legge», nonostante dal 2006 al 2010 la Giunta abbia anche assegnato 64 incarichi a società esterne per oltre 1,7 milioni. Sarà che – come specifica l'assessore Pelillo «incarichi e consulenze sono previste per legge» – ma scorrendo l'elenco l'occhio si sofferma non tanto sugli importi elevati quanto sulle consulenze da 100 euro o poco più. Ma anche in questo caso interviene Vendola in persona per scudare i suoi. «I miei uomini – spiega – sono 3 o 4 al massimo».
La matematica, in Puglia, è un'opinione.
IL “TESORETTO”
La gioiosa macchina da guerra di Nichi Vendola non arretra di un millimetro di fronte a critiche e accuse e tira le orecchie al Governo facendo uscire dal cilindro persino un tesoretto. «La Regione ha 2,3 miliardi da spendere – dichiara l'assessore al Bilancio, Michele Pelillo – ma non possiamo farlo per i vincoli del patto di stabilità. La nostra ragioneria ha sempre avuto liquidità ma ora vedere le casse piene e inavvicinabili fa male».
Pelillo – scortato dai conti del dirigente dell'area finanza Mario Aulenta – sciorina un'elaborazione fatta nei suoi uffici, che si ferma al 2009 ma che si discosta pochissimo dall'attuarizzazione al 2011. «Come può vedere – afferma – la Puglia è la Regione più penalizzata tra quelle a statuto ordinario. Al massimo possiamo spendere 356 euro per cittadino. Più o meno ai nostri livelli è il Veneto mentre i nostri vicini della Basilicata possono arrivare a 1.231 euro pro capite. Per non parlare poi delle Regioni a statuto speciale».
È proprio vero che da queste parti più che altrove i numeri si interpretano, se è vero che il leader del centrodestra in Puglia, Rocco Palese, bolla come «patacche quei dati. La verità e che la Puglia ha sempre sfondato il tetto del patto di stabilità».
E così, tra un tesoretto congelato e un bilancio autonomo mangiato dalla sanità cosa resta per lo sviluppo economico? «Dal bilancio zero – ammette candidamente Pelillo – ma per fortuna abbiamo i fondi comunitari».
P.S. Nuntio vobis gaudium magnum che il 15 novembre 2011 nelle edicole di tutta Italia, in allegato al quotidiano il Sole-24 Ore fino al 15 dicembre, al prezzo di 12,90 euro, uscirà il mio nuovo libro “VICINI DI MAFIA – Storie di società ed economie criminali della porta accanto”. Richiedetelo agli edicolanti e acquistatelo e fate girare la voce: la parola scritta è quel che più temono le mafie!
p.p.s. Invito tutti ad ascoltare la mia trasmissione su Radio 24: “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”. Ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 6.08 circa. Potete anche scaricare le puntate su www.radio24.it. Attendo anche segnalazioni e storie.