Antonio Ingroia: “Le mafie colonizzano il Nord grazie al collante della classe dirigente corrotta”

La colonizzazione del Nord per le mafie è un dato di fatto. A mettere il sigillo è Antonio Ingroia, procuratore aggiunto a Palermo, che nel seminario organizzato venerdì e sabato scorsi a Torino da Libera, non ha usato mezze misure. “Stiamo assistendo – ha detto Ingroia ad un sistema di alleanze interne ed esterne delle mafie. Il primo riguarda la convergenza tra Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra nei grandi traffici internazionali. Il secondo riguarda la catena di rapporti e alleanze con un sistema corruttivo perfettamente funzionante anche in Nord Italia”.

Il sistema di colonizzazione si fonda su nuove basi e sono sempre più i colletti bianchi e gli insospettabili a tirare le fila della nuova geografia criminale. Il rischio è che al Nord si ripeta velocemente lo schema che negli ultimi anni ha sorpreso la Sicilia. “A Palermo – ha ricordato Ingroia il mandamento di Brancaccio era retto dai fratelli Graviano. Quando furono arrestati, le redini del comando furono assunte da un medico, Giuseppe Guttadauro, che di giorno riceveva i colleghi e di sera i picciotti. Lo stesso schema si è rivelato nel mandamento palermitano di San Lorenzo, dove dopo l’arresto di Salvatore Lo Piccolo il posto venne preso da un architetto, Giuseppe Liga, un professionista che aveva davvero capito tutto, fondando anche un piccolo partito regionale che colloquiava con il Governatore Raffaele Lombardo”.

La mafia, ha proseguito il pm, “è affare di classe dirigente ma questa verità la si vuole rimuovere. Il nodo cruciale del potere della mafia è il raccordo con le classi dirigenti”.

Un rapporto così stretto con le “stanze dei bottoni” favorisce il mimetismo sociale. “Oggi i mafiosi – ha infatti proseguito Ingroia sono invisibili. Il mafioso deve nascondersi, Una volta si chiamava mafia dai guanti gialli”.

GENOVA PER NOI

Colletti bianchi e insospettabili farebbero pochi passi in avanti senza la cecità della politica che non si rende ancora perfettamente conto che basta chiudere un solo occhio per spianare la strada ai capitali sporchi che stanno mangiando pezzo dopo pezzo l’economia legale. Un esempio è Genova, dove nonostante la ‘ndrangheta abbia da decenni un radicamento profondo, il sindaco Marta Vincenzi ha ricordato che solo “tra il 2007 e il 2009 si sono affacciate figure politiche di secondo profilo che sfiorano mondi di illegalità. In queste seconde e terze file gli inquirenti stanno scoprendo che si praticava un voto di scambio. Gli anticorpi ci sono ma ci vuole una consapevolezza politica nuova”.

Non vi perdete la prossima puntata dell’intervento di Ingroia – a breve su questo blog – perché farà riflettere parecchio sulla mancanza di anticorpi mafiosi nella società italiana.

2- to be continued (la precedente puntata è stata pubblicata ieri 11 ottobre)

r.galullo@ilsole24ore.com

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