Credito sammarinese/4 Ivan Foschi, ex Segretario alla Giustizia, mi scrive: “Scandalo di proporzioni inaudite”

Ricevo e molto volentieri pubblico la lettera che mi ha spedito Ivan Foschi, leader politico sammarinese ed ex Segretario di Stato alla Giustizia.

In coda alla sua lettera c’è una mia risposta

 Caro Galullo,

trovo molto interessante la ricostruzione che sta facendo.

Naturalmente aspetto di leggere le conclusioni per potermi esprimere compiutamente. In ogni caso la questione non va assolutamente minimizzata. Fatte le premesse di rito e cioè "se le accuse saranno confermate…", "presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva…" "garantismo…" e bla bla vari tipici della politica alla quale anche io appartengo, ebbene quello che è successo è di una gravità inaudita.

Ancor più grave a mio avviso è che non si trattava di un’operazione di riciclaggio occasionale ma rischiava di diventare un rapporto sistematico, per cui la 'ndrangheta (che fosse una famiglia, una ‘ndrina o altro poco importa), sarebbe riuscita di fatto a mettere le mani su una banca del nostro Paese con tutte le conseguenze che è facile immaginare. Soprattutto in un momento come questo in cui la liquidità crea problemi a parecchi istituti.

Mi sembra molto difficile che a questo punto qualcuno possa dire di non essersi reso conto, almeno a livello di vertice e se è vero che qua ci conosciamo quasi tutti, bisognerà anche ammettere che evidentemente non ci conosciamo abbastanza. D’altra parte basta leggere le cronache delle varie indagini sulla criminalità organizzata anche su questo blog, o come l’operazione Vulcano, per rendersi conto di come le mafie si infiltrino nelle diverse realtà sempre grazie alla collaborazione di persone del posto, professionisti senza scrupoli, imprenditori in difficoltà, affaristi vari che non esitano a fare entrare di tutto in comunità anche piccole che si credono immuni.

Questo è uno dei motivi per cui non sono d'accordo quando Lei bolla come "inutili" la commissione antimafia e l’osservatorio.

Siamo tutti d'accordo invece che non sono strumenti di indagine e che non devono sovrapporsi al lavoro di polizia e magistratura. devono essere invece una sede di analisi, di riflessione e di promozione di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e mettere in guardia la cittadinanza, sulla base dei dati che escono dalle indagini. Se ragioniamo in quest’ottica penso che allora sia un contributo in più, non in sostituzione di qualcos’altro, anche perché si sta lavorando su una sorta di procura antimafia che possa dare maggiore impulso alle indagini e alla collaborazione internazionale.

In altre parole, preferisco avere uno strumento in più e lavorare su tutti i terreni, compreso quello sociale e culturale. Detto questo, per quanto riguarda le altre questioni nulla giustifica le responsabilità che le nostre Istituzioni hanno nell'avere dato un colpo di spugna sulla scandalosa vicenda Licenzopoli (viste anche le intime connessioni tra personaggi coinvolti e esponenti della maggioranza); così come gli altri scandali che abbiamo vissuto in questi ultimi due anni.

Ha ragione Matteo quando dice che finché i problemi del Paese non sono le infiltrazioni mafiose ma gli aggettivi del partito socialista o gli articoli dell'Espresso non si farà molta strada!

Cordiali saluti

Ivan Foschi

 

La mia risposta

Ho avuto il piacere di conoscere Ivan Foschi: persona dabbene e incline non solo al dialogo ma anche alle critiche. Comprese quelle feroci che io stesso non solo non gli ho mai lesinato ma che ho espresso, con la sua replica sempre corretta ed educata, anche pubblicamente.
In un Paese come San Marino dove chi governa ha lo stesso identico difetto dei governanti italiani – vale a dire infangare e additare al pubblico ludibrio i giornalisti che non guardano in faccia a nessuno e per questo basti vedere l’incredibile e recentissima reazione che ha avuto l’attuale Segretario di Stato sammarinese agli Esteri Antonella Mularoni a fronte a un articolo del collega del Corriere della Sera Mario Gerevini o la colpevole indifferenza di fronte al bel libro “Mafie a San Marino” dei bravi colleghi Antonio Fabbri e David Oddone – questi sono pregi enormi.

Ciò detto – e sottolineando che il blog è aperto ai commenti di tutti – posso dire che sono quasi in tutto d’accordo con Ivan Foschi.

La sua lettura mi sembra lucida ma apporterei due dubbi (che sono l’anima del giornalismo e dell’intelligenza umana).

Primo dubbio: è così convinto Foschi che altre banche sammarinesi non abbiano o non abbiano avuto rapporti stretti, consolidati e prosperi con le mafie italiane ed estere? Io credo l’esatto contrario. Credo che il sistema dei controlli e delle autorizzazioni debba essere profondamente rivisto. Questa volta il tappo è saltato, a mio modesto avviso, per alcune ragioni e alcune coincidenze.

Primo (e vorrei sottolinearlo) l’integerrimo comportamento di un dipendente del Credito Sammarinese (a proposito: ma che gli dice il cervello a quel gruppo anonimo di dipendenti dell’Istituto che diffida gli organi di informazione a trattare della vicenda?).

Secondo: l’improvvisazione di un gruppo a mio avviso abborracciato di sensali e affaristi (sempre che questo sia convalidato dal prosieguo giudiziario e processuale) che sperava di fare il colpo della vita e che ha approfittato di una famiglia legata alla ‘ndrangheta che cercava di nascondere i propri e che, a mio avviso, aveva capito che la scalata alla banca poteva essere un formidabile trampolino di lancio per avere uno sportello, come ho scritto, pronto alle operazioni finanziarie “estero su estero”.

Terzo: una banca decotta, che è come dire che era quantomeno possibile tentare l’assalto a una donna che nella vita mai ti avrebbe guardato in faccia ma dopo una bottiglia di whisky magari anche i cessi sembrano adoni.

Quarto: la cattiveria mastina non solo dei pm italiani ma anche della vostra bravissima (e per questo spesso isolata) Rita Vannucci. Oserei dire che questa operazione è stata condotta a dispetto di gran parte della politica sammarinese e per questo è ancora più meritevole.

Quinto: le intercettazioni. Non nel vostro territorio ma in quello italiano. Quando le farete partire magari insieme alla riforma della procedura penale?

Secondo dubbio che in realtà è il ribadire una mia opinabile posizione: in Italia come a San Marino – e l’ho ampiamente documentato anche su questo blog con elementi difficilmente controvertibili – Commissioni e Osservatori sono fuffa, aria fritta, stipendifici, poltronifici, scambifici.

Si: in Italia sono case chiuse per scambisti del meretricio politico. Luoghi di squallida e deleteria compensazione.

E’ così sicuro Foschi che San Marino sia immune e scevra da questi rischi?

Io sono assolutamente convinto del contrario. E se anche avessi avuto dubbi mi basta richiamare quello che lei stesso richiama: la vicenda Licenzopoli. Ma se San Marino riesce a coprire un evento così disgustoso e lesivo per l’immagine delle persone perbene del vostro Paese (come disgustosi sono gli “anonimi” che lo hanno messo in atto e lo hanno coperto), crede davvero che una Commissione sia in grado di fare opera di prevenzione e sensibilizzare i cittadini sul tema delle mafie? E da quale pulpito proverrebbe poi la predica?

Si convincerà anche Foschi: l’antimafia (quella seria, non quella di facciata) è una cosa troppo seria perché se ne occupino i politici o i queruli che dalla politica parolaia dipendono.

Un caro saluto

Roberto Galullo

 

4 – to be continued (le precedenti puntate sono state pubblicate il 2 e 3 agosto)

r.galullo@ilsole24ore.com

p.s. Invito tutti ad ascoltare la mia trasmissione su Radio 24: “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”. Ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 6.45 circa e in replica poco dopo le 00.05. Potete anche scaricare le puntate su www.radio24.it. Attendo anche segnalazioni e storie.

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  • bartolo |

    gent.mo sig. foschi,
    quando l’italia era ancora una repubblica esistevano le mafie soltanto nelle tre regioni meridionali. tutti sapevano chi erano i mafiosi e tutti quanti in maniera netta negavano l’esistenza delle mafie. nell’italia antica e antiquata di oggi tutti quanti affermano con certezza l’esistenza delle mafie ma nessuno sa chi siano i mafiosi. Magari, sono in molti ad esserlo, persino, senza saperlo; e qualcuno di essi è facile possa essere stato tra gli intervenuti al vertice annuale della fondazione caponnetto. cari giornalisti, la mafia doveva essere abbattuta quando i mafiosi erano ben riconoscibili. per abbatterla adesso, bisogna rinnovare questo stato antico e antiquato.

  • Ivan Foschi |

    Aggiungo solo, in risposta a Matteo, che per quanto riguarda la Fondazione Caponnetto, ho avuto il piacere di partecipare ai vertici che tengono annualmente a Firenze, ai quali sono intervenuti tra gli altri i giudici Piero Grasso, Giancarlo Caselli, Felice Casson, Piero Luigi Vigna, il capo della Polizia Manganelli e altre persone sulla cui competenza non possiamo dubitare. Quindi la Fondazione non è che millanti rapporti virtuali. Puoi benissimo non essere stato soddisfatto di quello tenutosi a San Marino (riportato per intero nel libro di Oddone e Fabbri), ma questo non vuol dire che sia tutto inutile. Sono piccoli tasselli che formano il quadro. Credimi, quelli da combattere sono altri, e cioè quelli che negano i problemi, non quelli che ne parlano, come fate anche voi con le vostre iniziative interessanti. E’ a forza di negare e minimizzare che la nostra Repubblica da Antica è diventata antiquata…

  • Ivan Foschi |

    Tenterò di dare una risposta alle sollecitazioni di Galullo, che ringrazio e a cui ricambio la stima, ma sarò costretto ad aggiungere ulteriori dubbi, in quanto ci troviamo a fare i conti con fenomeni sconosciuti (in parte anche volutamente poiché a lungo sottovalutati) per la nostra Repubblica. Pertanto in una realtà ancora in divenire come quella attuale non mi vengono incontro molte certezze ma alcuni interrogativi e alcune ipotesi da mettere in campo.
    Non sono a conoscenza delle situazioni specifiche all’interno del settore bancario, per cui sinceramente non mi sento di escludere nulla, anche se mi voglio augurare che nella stragrande maggioranza dei casi sia prevalso il buon senso e non si sia giunti a livelli di gravità come quelli delineati dall’inchiesta in corso.
    E’ verissimo quanto da Lei detto, e ripreso anche da Oddone, circa la necessità dell’Ufficio Inquirente e soprattutto della riforma della procedura penale. Sono dell’idea infatti che se dobbiamo creare un nuovo ufficio mantenendo in capo al Magistrato le stesse funzioni allora ci si limita ad un semplice spostamento logistico poco utile all’attività di indagine. Io personalmente sarei invece per scindere la figura del Giudice da quella dell’Inquirente, in modo da condividere fra più soggetti le responsabilità (sul modello ad es. del PM e del GIP italiano); prevedendo più inquirenti a cui assegnare le inchieste e una sorta di Procuratore Capo che supervisiona e coordina. Questo potrebbe essere un obiettivo realizzabile se c’è la volontà.
    L’ideale sarebbe il nuovo Codice di Procedura Penale che in tutti i programmi elettorale è definito come “prioritario” e la cui adozione “non è più rinviabile”, ma siccome non vogliamo raccontarci le favole, sappiamo tutti che essendo già oltre metà legislatura (ammesso e per nulla concesso che arrivi a scadenza naturale), non è realistico pensare che la riforma si possa fare a breve.
    Meglio allora selezionare alcuni interventi mirati, almeno alla fase istruttoria, che possano essere utili.
    Tra questi va inserita assolutamente anche la realizzazione pratica delle intercettazioni telefoniche (e secondo me occorrono anche quelle ambientali). Nel 2007 ad esempio, come Segreteria per la Giustizia avevamo individuato anche una strada, in accordo con il Ministero della Giustizia italiano, poi cadde il Governo Prodi e non se ne fece più nulla. Volendo si potrebbe ripartire magari anche su altre strade se ce ne sono di più efficaci.
    Non sottovaluterei la proposta avanzata recentemente di una sorta di Procura antimafia sammarinese che attraverso la Convenzione di Palermo collabori in maniera diretta con le omologhe italiane.
    In ogni caso i problemi principali sono sempre due: i tempi e le volontà, i primi oggettivi, i secondi soggettivi.
    Credo che nessuno si illuda che a San Marino, così come in qualunque altro Paese, possano essere tutti convinti dell’importanza della trasparenza e della legalità. Però è dovere di chi ne avverte la necessità, all’interno della politica, dell’informazione, della società civile, fare di tutto per riaffermare questi principi e non lasciare nulla di intentato.
    Ecco perché penso che valga la pena mettere almeno alla prova la Commissione Antimafia e l’Osservatorio, dopodiché ne valuteremo serenamente l’operato e se non sarà soddisfacente ne trarremo le conseguenze: di certo dipenderà molto dalle intenzioni di chi ne farà parte. Possiamo già anticipare che la Commissione costerà zero in quanto non prevede nemmeno il gettone di presenza. Inoltre penso che una persona come Piero Luigi Vigna sia una risorsa da utilizzare quanto più possibile e visto che è proprio lui a coordinare l’Osservatorio, mi sento già più rassicurato rispetto alle preoccupazioni sollevate da David. Ricordo che pochi anni fa la Commissione Antimafia italiana presieduta da Francesco Forgione ha redatto un dettagliato e interessante rapporto sulla ‘ndrangheta e le sue colonizzazioni del Nord Italia. Credo che almeno in quel caso il risultato sia stato senza dubbio positivo.
    Saluti
    Ivan Foschi

  • Matteo Zeppa |

    Carissimo Roberto, mi permetto di rispondere qui sul suo blog, visto che sono stato citato da Ivan.
    Caro Ivan, come detto in diverse circostanze pubbliche, a chi gestirà questa ennesima pantomima della Commissione, non affiderei nemmeno il pannolo sporco di mio figlio. E’ come decidere di offrire ruoli di supervisore a chi ha permesso, nel corso degli anni, l’entrata della malavita. La Politica non esiste più a San Marino e forse a parte qualche storica eccezione, non è mai esistita. Abbiamo assistito all’instaurarsi di una OLIGARCHIA di potenti, esattamente conniventi con la sfera politica e con quella infiltrata nel tessuto sociale. Ad essa si da un significato troppo eclatante, troppo ridondante.
    Semplicemente si tratta di gestione del potere. Ora…si ha la supponenza pure di dire: “ahhh abbiamo scoperto il fenomeno, e ora lo argineremo”….beh è troppo tardi. Il signor Galullo e David hanno supportato con dovizie di particolari, pestaggi, minacce, e metodi ben poco afferenti alla nostra piccola realtà. Metodi sconosciuti? Siamo seri….e’ che non li si voleva vedere. E perchè? Per i motivi di qui sopra. Commistione. Che differisce dal termine Commissione solo per una schifosa consonante!!!
    Siamo sporchi. Tutti abbiamo la colpa di ciò che sta accadendo, perchè tutti ne abbiamo recepito i vantaggi economici. Personalmente no. Li ho sempre schifati come la peste, in nome di una libertà di pensiero e di vita che nessuno può negarmi.
    Come già detto, il referente della Fondazione Caponnetto di San Marino, venuto alla nostra serata Mafiopoly con Pino Maniaci, alla quale solo UN membro del Consiglio _lo stesso Consiglio che ora dovrebbe fare ora una Commissione_ partecipò disse: “dì umà dèt da vnì…a sò dovud vnè…” Traduco: “Di…mi hanno detto di dover venire, sono dovuto venire” per poi andarsene dopo 24 minuti…
    Questi signori sarebbero quelli delegati a costituire una Commissione o a dare consigli? Le stesse persone a cui lo Stato Sammarinese ha concesso 50000 euro per l’organizzazione del vertice Antimafia mesi fa, assolutamente immondo?
    Bene, da cittadino caro Ivan ne faccio a meno, e potendo scegliere, li combatto. Perchè è anche grazie a questa mentalità obsoleta e anacronistica che si sono aperti i cancelli alla malavita. Questa Terra, conosciuta come quella d’essere la più Antica del Mondo, d’antico ha solo il pensiero. La Sovranità tanto declamata, è sempre stata storicamente frutto di compromessi con il nemico/amico di turno. Del resto, tutte le piccole Repubbliche hanno questa caratteristica. Libere per essere sfruttate in altra maniera. Fino a che il gioco lo consente ed è “economicamente” vantaggioso.
    Capitolo LICENZOPOLI: è molto semplicemente uno schifo!
    Quante amene pantomime create per cercare di parare il culo a qualcuno di importante. Un colpo di spugna sul passato. Ma quello che mi sconvolge in quanto cittadino, è il menefreghismo sulle presenze durante la Commissione. Poi Ivan, io non so se sia vero, ma emerge che proprio tu eri assente. Ora per come la penso io, chi è ASSENTE HA SEMPRE E COMUNQUE TORTO. Per cui ti domando: a che pro fare un comunicato di “scomunica” e di denuncia, quando si fu assenti? Sempre meglio avere il buon senso del famoso adagio “il silenzio è d’oro”, per non incappare in cadute di stile francamente imbarazzanti. Ognuno poi ha la sua vita, ma la politica, o quella per cui personalmente la intendo, deve essere Professionale e Professionista e cercare di perseguire il bene sociale in primis, a tutti i costi.
    Ma ti prometto che non finisce qui, e che cercherò assieme a coloro che credono di dover dare un senso alle cose, di riportarla da “qualche” parte.
    Ma di questo ne parleremo al dibattito di domani sera di Voi di Sinistra Unita.
    Roberto, le domando scusa per lo sfogo, ma qui mi pare che si meni il can per l’aia.
    Buona vita.

  • David Oddone |

    Intervengo solo per una piccola precisazione su Osservatorio e Commissione Antimafia. La politica continua a non capire o fare finta di non capire. Senza prima avere messo a punto una riforma del codice di procedura penale; senza un Ufficio Inquirente dotato di uomini e mezzi; tutto è inutile. Peggio: dannoso. L’Osservatorio e la stessa Commissione infatti si troverebbero a dover gestire una mole enorme di segnalazioni – più o meno fondate – che il Tribunale, una volta trasmesse, avrebbe l’onere comunque di controllare. Ciò significa carichi di lavoro impensabili e la macchina giudiziaria finirebbe per essere ancora più ingolfata di quanto non lo sia oggi. Insomma se la casa non si comincia a costruire dalle fondamenta, ma si parte dal tetto, l’Osservatorio finirebbe paradossalmente per fare il gioco della criminalità organizzata. Veniamo poi alle intercettazioni telefoniche, primo e più importante strumento per la lotta alle mafie. Non esiste un regolamento attuativo, né i mezzi per farle. Cosa si deduce da tutto ciò? Semplice, che la classe politica continua a ciurlare nel manico, a gettare fumo negli occhi e a riempirsi la bocca con la parola trasparenza, senza arrivare a nulla di concreto. Purtroppo gli ultimi sviluppi del caso Licenzopoli hanno messo in evidenza ancora una volta, una connivenza con un certo sistema da parte di larghissima parte del parlamento, quasi tutto per la verità. Compresi quei partiti che si rifanno alla moralità… i peggiori! I passi fatti fino ad oggi sono ancora pochi, pochissimi e se non ci saranno a breve dei correttivi, saranno del tutto inutili. Mi viene da ridere a sentire come qualcuno gongoli per le parole di Pietro Grasso. La verità è che grandissimo merito degli attestati di stima che stanno arrivando al Titano, lo si deve all’impegno di una parte del Tribunale e questo le procure italiane lo sanno benissimo. E a proposito di Tribunale o ci si mette in testa che deve essere autonomo e che la politica non ci deve mettere becco, oppure continueremo a prenderci in giro. Prima ancora di cercare di buttare fuori i mafiosi dal Paese, io credo che sarebbe il caso di cacciare fuori a pedate dal parlamento certi figuri. Come? Con l’arma democratica per eccellenza: il voto. Concludo ricordando che lo stesso Ivan Foschi non era presente alla votazione su Licenzopoli, contribuendo a fare sì che tutto ancora una volta finisse a tarallucci e vino. Avremmo tutti preferito più atti concreti e meno comunicati stampa e interventi. Fermo restando che il Consigliere di Su ha spiegato di essere stato impegnato con una visita medica, scaricando le colpe sul presidente della commissione, reo di non essere andato incontro nel fissare la votazione alle istanze dei commissari-consiglieri, cosa peraltro testimoniata da molti altri. Chi è assente comunque, ha sempre torto. Un discorso che vale anche per gli altri partiti che – scientemente?- non si sono prensentati per il voto. Insomma quando ci sono da difendere gli interessi del mondo economico e forse non solo di quello, la casta in un modo o nell’altro fa quadrato. Vi chiedo e mi chiedo quale futuro vedete per questo benedetto Paese e per i vostri figli. Sono seriamente preoccupato perché nonostante gli ultimi tre anni costellati da crisi, operazioni della Gdf e dell’Antimafia e chi più ne ha, più ne metta, devo rilevare come la classe politica sammarinese non abbia ancora capito che si deve cambiare registro per davvero. La palla passa ora ai sammarinesi, ai giovani, alle associazione, che hanno il diritto e il dovere di pretendere per se stessi e le loro famiglie, un futuro migliore rispetto a questo squallido e opaco presente.
    David Oddone

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