Ricevo e molto volentieri pubblico la lettera che mi ha spedito Ivan Foschi, leader politico sammarinese ed ex Segretario di Stato alla Giustizia.
In coda alla sua lettera c’è una mia risposta
Caro Galullo,
trovo molto interessante la ricostruzione che sta facendo.
Naturalmente aspetto di leggere le conclusioni per potermi esprimere compiutamente. In ogni caso la questione non va assolutamente minimizzata. Fatte le premesse di rito e cioè "se le accuse saranno confermate…", "presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva…" "garantismo…" e bla bla vari tipici della politica alla quale anche io appartengo, ebbene quello che è successo è di una gravità inaudita.
Ancor più grave a mio avviso è che non si trattava di un’operazione di riciclaggio occasionale ma rischiava di diventare un rapporto sistematico, per cui la 'ndrangheta (che fosse una famiglia, una ‘ndrina o altro poco importa), sarebbe riuscita di fatto a mettere le mani su una banca del nostro Paese con tutte le conseguenze che è facile immaginare. Soprattutto in un momento come questo in cui la liquidità crea problemi a parecchi istituti.
Mi sembra molto difficile che a questo punto qualcuno possa dire di non essersi reso conto, almeno a livello di vertice e se è vero che qua ci conosciamo quasi tutti, bisognerà anche ammettere che evidentemente non ci conosciamo abbastanza. D’altra parte basta leggere le cronache delle varie indagini sulla criminalità organizzata anche su questo blog, o come l’operazione Vulcano, per rendersi conto di come le mafie si infiltrino nelle diverse realtà sempre grazie alla collaborazione di persone del posto, professionisti senza scrupoli, imprenditori in difficoltà, affaristi vari che non esitano a fare entrare di tutto in comunità anche piccole che si credono immuni.
Questo è uno dei motivi per cui non sono d'accordo quando Lei bolla come "inutili" la commissione antimafia e l’osservatorio.
Siamo tutti d'accordo invece che non sono strumenti di indagine e che non devono sovrapporsi al lavoro di polizia e magistratura. devono essere invece una sede di analisi, di riflessione e di promozione di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e mettere in guardia la cittadinanza, sulla base dei dati che escono dalle indagini. Se ragioniamo in quest’ottica penso che allora sia un contributo in più, non in sostituzione di qualcos’altro, anche perché si sta lavorando su una sorta di procura antimafia che possa dare maggiore impulso alle indagini e alla collaborazione internazionale.
In altre parole, preferisco avere uno strumento in più e lavorare su tutti i terreni, compreso quello sociale e culturale. Detto questo, per quanto riguarda le altre questioni nulla giustifica le responsabilità che le nostre Istituzioni hanno nell'avere dato un colpo di spugna sulla scandalosa vicenda Licenzopoli (viste anche le intime connessioni tra personaggi coinvolti e esponenti della maggioranza); così come gli altri scandali che abbiamo vissuto in questi ultimi due anni.
Ha ragione Matteo quando dice che finché i problemi del Paese non sono le infiltrazioni mafiose ma gli aggettivi del partito socialista o gli articoli dell'Espresso non si farà molta strada!
Cordiali saluti
Ivan Foschi
La mia risposta
Ho avuto il piacere di conoscere Ivan Foschi: persona dabbene e incline non solo al dialogo ma anche alle critiche. Comprese quelle feroci che io stesso non solo non gli ho mai lesinato ma che ho espresso, con la sua replica sempre corretta ed educata, anche pubblicamente.
In un Paese come San Marino dove chi governa ha lo stesso identico difetto dei governanti italiani – vale a dire infangare e additare al pubblico ludibrio i giornalisti che non guardano in faccia a nessuno e per questo basti vedere l’incredibile e recentissima reazione che ha avuto l’attuale Segretario di Stato sammarinese agli Esteri Antonella Mularoni a fronte a un articolo del collega del Corriere della Sera Mario Gerevini o la colpevole indifferenza di fronte al bel libro “Mafie a San Marino” dei bravi colleghi Antonio Fabbri e David Oddone – questi sono pregi enormi.
Ciò detto – e sottolineando che il blog è aperto ai commenti di tutti – posso dire che sono quasi in tutto d’accordo con Ivan Foschi.
La sua lettura mi sembra lucida ma apporterei due dubbi (che sono l’anima del giornalismo e dell’intelligenza umana).
Primo dubbio: è così convinto Foschi che altre banche sammarinesi non abbiano o non abbiano avuto rapporti stretti, consolidati e prosperi con le mafie italiane ed estere? Io credo l’esatto contrario. Credo che il sistema dei controlli e delle autorizzazioni debba essere profondamente rivisto. Questa volta il tappo è saltato, a mio modesto avviso, per alcune ragioni e alcune coincidenze.
Primo (e vorrei sottolinearlo) l’integerrimo comportamento di un dipendente del Credito Sammarinese (a proposito: ma che gli dice il cervello a quel gruppo anonimo di dipendenti dell’Istituto che diffida gli organi di informazione a trattare della vicenda?).
Secondo: l’improvvisazione di un gruppo a mio avviso abborracciato di sensali e affaristi (sempre che questo sia convalidato dal prosieguo giudiziario e processuale) che sperava di fare il colpo della vita e che ha approfittato di una famiglia legata alla ‘ndrangheta che cercava di nascondere i propri e che, a mio avviso, aveva capito che la scalata alla banca poteva essere un formidabile trampolino di lancio per avere uno sportello, come ho scritto, pronto alle operazioni finanziarie “estero su estero”.
Terzo: una banca decotta, che è come dire che era quantomeno possibile tentare l’assalto a una donna che nella vita mai ti avrebbe guardato in faccia ma dopo una bottiglia di whisky magari anche i cessi sembrano adoni.
Quarto: la cattiveria mastina non solo dei pm italiani ma anche della vostra bravissima (e per questo spesso isolata) Rita Vannucci. Oserei dire che questa operazione è stata condotta a dispetto di gran parte della politica sammarinese e per questo è ancora più meritevole.
Quinto: le intercettazioni. Non nel vostro territorio ma in quello italiano. Quando le farete partire magari insieme alla riforma della procedura penale?
Secondo dubbio che in realtà è il ribadire una mia opinabile posizione: in Italia come a San Marino – e l’ho ampiamente documentato anche su questo blog con elementi difficilmente controvertibili – Commissioni e Osservatori sono fuffa, aria fritta, stipendifici, poltronifici, scambifici.
Si: in Italia sono case chiuse per scambisti del meretricio politico. Luoghi di squallida e deleteria compensazione.
E’ così sicuro Foschi che San Marino sia immune e scevra da questi rischi?
Io sono assolutamente convinto del contrario. E se anche avessi avuto dubbi mi basta richiamare quello che lei stesso richiama: la vicenda Licenzopoli. Ma se San Marino riesce a coprire un evento così disgustoso e lesivo per l’immagine delle persone perbene del vostro Paese (come disgustosi sono gli “anonimi” che lo hanno messo in atto e lo hanno coperto), crede davvero che una Commissione sia in grado di fare opera di prevenzione e sensibilizzare i cittadini sul tema delle mafie? E da quale pulpito proverrebbe poi la predica?
Si convincerà anche Foschi: l’antimafia (quella seria, non quella di facciata) è una cosa troppo seria perché se ne occupino i politici o i queruli che dalla politica parolaia dipendono.
Un caro saluto
Roberto Galullo
4 – to be continued (le precedenti puntate sono state pubblicate il 2 e 3 agosto)
p.s. Invito tutti ad ascoltare la mia trasmissione su Radio 24: “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”. Ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 6.45 circa e in replica poco dopo le 00.05. Potete anche scaricare le puntate su www.radio24.it. Attendo anche segnalazioni e storie.
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