Mentre sabato 19 marzo l’Italia assisteva stancamente alla giornata della memoria per le vittime di mafia tenuta a Potenza, l’associazione Mafiacontro di Palermo sparava un sondaggio fra gli studenti che – a parte qualche giornale locale – è stato ampiamente ignorato.
Le domande ma soprattutto le risposte avrebbero dovuto interessare emotivamente e razionalmente chiunque – dentro e fuori i confini nazionali – perora la causa della legalità.
L’associazione, a distanza di tre anni dall’ultimo sondaggio, ha verificato se, tra gli studenti degli istituti superiori siciliani, sia cresciuta la consapevolezza sugli effetti della contaminazione del fenomeno mafioso nella vita sociale siciliana.
L’ultima volta ne era emerso un quadro disastroso nel quale i ragazzi scambiavano i morti per mano della mafia con rockstar.
Questa volta? Peggio. Molto peggio e a poco è servito che le domande poste questa volta fossero ancora più dirette. “Dall’analisi asettica delle risposte fornite e dalla consistenza delle percentuali acquisite – commenta l’Associazione Mafiacontro – pur prendendo atto dell’esistenza di una maggiore coscienza critica tra i giovani, rimane uno zoccolo duro sul quale bisogna insistere per rimuovere ampi residui di un sentire “mafioso” fortemente condizionato da fattori socio/ambientali”.
Il campione preso in esame è stato di 1.062 ragazzi di età compresa tra i 15 ed i 18 anni, intervistati a febbraio. Hanno partecipato 10 istituti scolastici: 1 di Catania, 4 di Palermo, 1 di Altofonte, uno di Belmonte Mezzagno, 1 di Mussomeli, oltre a uno di Palazzolo sull’Oglio (Brescia) e uno di Udine.
Se un difetto ha questo sondaggio è quello di non aver analizzato la differenza tra le risposte dalla Sicilia e quelle provenienti dal Nord. Non so perché, ma al netto della risposte volontariamente dissacratorie date dai ragazzi, ho l’impressione che Udine e Palazzolo sull’Oglio abbiano una sensibilità più spiccata se non altro perché nel Paese cresce la consapevolezza che le mafie sono una metastasi e non un cancro localizzato.
Non credo che le risposte abbiano bisogno di commenti se non quello di vergogna che dovrebbero provare gli studenti italiani e forse anche le scuole, spesso assenti. Gesualdo Bufalino diveva che la mafia si sconfigge con un esercito di insegnanti. Ho l’impressione che in molte parti d’Italia gli insegnanti non siano ancora stati arruolati!
LE 11 VERGOGNE
1) Il 34% di giovani che non ha mai sentito parlare (o solo qualche volta) della imposizione del pizzo. Ad una verifica successiva solo il 76% di coloro che hanno dichiarato di sapere cosa sia il “pizzo”, conferma che si tratta di una estorsione. Rimane, comunque, un 24% di intervistati che non sa o che non è in grado di definire questa diffusa pratica criminale ai danni di imprenditori e commercianti.
2) Per il 31% di ragazzi la mafia rimane una invenzione se non addirittura un bene .
3) Qualora dovesse trovarsi nelle condizioni di subire una ingiustizia, il 48% di coloro che hanno risposto al sondaggio afferma che provvederebbe a vendicarsi direttamente o, peggio, si affretterebbe a chiedere aiuto a qualcuno in grado di spalleggiarli. Solo il 52% si dichiara disponibile a denunciare.
4) Si riscontrano percentuali che superano il 71% quando si tratta di esprimere la sfiducia dei giovani nelle istituzioni, a cui fa riscontro una minoranza del 29% che si riconosce nello stato di diritto.
5) Non a caso il 41% del campione intervistato ritiene che le Forze di polizia siano sbirri e basta se non persino inutili.
6) Un dato clamoroso è quello che indica la totale disaffezione dei giovani dalla politica. Per il 64% dei giovani la politica è solo uno spreco di denaro pubblico o, peggio, il 44% non sa come definirla .
7) Problematico, se non contraddittorio, si manifesta il rapporto tra gli studenti e la scuola. Una percentuale pari al 21 % afferma che, nel 2011, i maggiori insegnamenti li ha ricevuti dalla strada, il 50% dalla famiglia e solo il restante 29% dalla scuola
8) Il 55% è convinto che le attività scolastiche non aiutino a formare le coscienze e che non sono sufficienti a fornire un grado di istruzione adeguato.
9) Sebbene la notorietà acquisita dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sia riuscita a determinare nei loro confronti un giudizio estremamente positivo tale da poter considerare eroi i due magistrati assassinati nel 1992, esiste una minoranza del 18% per i quali Falcone e Borsellino degli illusi se non addirittura dei fessi.
10) Il 32% degli intervistati, qualora si fosse trovato al loro posto, professionalmente avrebbe operato scelte diametralmente opposte: andare via o non fare assolutamente nulla per contrastare il dilagare di Cosa Nostra. Rimane una percentuale del 26% di intervistati che è convinta che la mafia bisogna accettarla o rassegnarsi a conviverci.
11) Da ultimo una percentuale imbarazzante. E’ quella che si riconosce nel 10% di studenti che considera Riina e Provenzano uomini d’onore e in quel 5% che ritiene che si tratti di soggetti perseguitati dalla malasorte.
C’è altro da aggiungere?
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