Al Polo Sud, cari lettori, esiste un Regno che non c’è (ancora) e di cui ho scritto diffusamente ieri, domenica 13 febbraio, sul Sole-24 Ore. Si chiama Antarcticland ed è un territorio più o meno esteso come Portogallo, Spagna, Francia, Italia e Svizzera messe insieme.
Il sovrano dei ghiacciai eterni si chiama Sua Altezza Giovanni Caporaso Gottlieb, 51enne professionista che dal 10 aprile 2007 è Capo dello Stato “fantasma” (il sito è www.antarcticland.it).
Sir Caporaso fa sul serio perché oltre a presentare una richiesta di riconoscimento e rivendicazione ufficiale, notificata il 17 ottobre 2007 alle Nazioni unite attraverso la Corte Suprema di New York (finora mai presa in considerazione), ha dato una forma di governo a questo immenso blocco di ghiaccio, dove la temperatura più alta è -25 gradi.
La capitale è Capo Gott, ha una Costituzione, una valuta, un sistema legislativo, una bandiera, una lingua ufficiale ma soprattutto una forma di governo che è tutta un programma: meritocrazia.
Sua Altezza Caporaso Gottlieb prende il secondo cognome dalla madre, Francesca Gottlieb, discendente di Fabian Gottlieb von Bellinghausen, esploratore russo che nel 1821 fu tra coloro che scoprirono il continente antartico e ne rivendicarono in qualche modo la proprietà e l’appartenenza.
Antarcticland si dichiara no-tax area e, una volta riconosciuta ufficialmente, si propone di “poter sviluppare accordi bilaterali tendenti a proteggere gli investimenti dei cittadini in altre nazioni, ottenendo canali preferenziali per l’investimento in Paesi in via di sviluppo che non desiderano essere sfruttati dai grandi blocchi o che da essi sono snobbati”. Un nuovo Paese off-shore, un paradiso fiscale ghiacciato, governato da chi a Lugano, il 27 gennaio, nel convegno sui paradisi fiscali ha radunato 600 persone in gran parte italiane, compresi finanzieri in borghese? L’ennesimo paradiso promosso da chi, ancora Caporaso, è presidente dell’Opm, l’organizzazione dei paradisi fiscali e delle banche offshore?Caporaso nega tutto decisamente.
Nessuna paura che Antarcticland o i nuovi paradisi fiscali possano diventare meta anche dei criminali di tutto il mondo? Zero. Fantasia o realtà, questo regno di ghiaccio attira gli italiani, che “rappresentano circa il 50% del milione e trecentomila persone che hanno fatto richiesta di cittadinanza”, conclude Sir Caporaso Gottlieb dal caldo di Panama ma con il pensiero rivolto ai blocchi di ghiaccio di Capo Gott.
Ma questo Stato “fantasma” è l’unico che si propone come appetibile piazza offshore? Assolutamente no. Navigando su Internet si scopre che c’è anche Hutt River in Australia (dalla quale ha dichiarato la secessione unilateralmente), che più o meno, si propone le stesse cose di Antarcticland e si scopre anche che esiste lo Iorsh. Cos’è? E l’Organismo internazionale (non so riconosciuto da chi e come) dei regnanti e delle case sovrane non riconosciute.
Quel che segue è l’intervista integrale, reale e al tempo stesso surreale, che ho registrato venerdì della scorsa settimana alle 15 italiane (9 a Panama) a Giovanni Caporaso, che lì ha uno studio di consulenza e pianificazione fiscale internazionale. Buona lettura.
L’INTERVISTA A GIOVANNI CAPORASO
Domanda. Leggo sul sito Internet che lei spinge per il riconoscimento di Antarcticland da parte della comunità internazionale: perché? Ne vuole fare un nuovo paradiso fiscale?
Risposta. No assolutamente. Non è questa l’idea. E’ prima di tutto un progetto, una provocazione ma non come paradiso fiscale anche se poi chiaramente c’è una politica fiscale che è consona con il pensiero degli amministratori di Antarcticland.
Domanda. Scrivete testualmente: no alla tassazione dei cittadini, Antarcticland è no tax area. Questo non è un paradiso fiscale?
Risposta. Paradisi fiscali sono tutti i Paesi del mondo. Si tratta di tassare a seconda delle proprie esigenze. In Italia i parlamentari non pagano le tasse su una serie di soldi che ricevono e questo per me è una parte di paradiso fiscale. Alcune aree del Paese, come le regioni autonome, hanno agevolazioni, sono dunque una parte di paradiso fiscale.
Domanda. Quante persone hanno fatto richiesta di cittadinanza?
Risposta. Per il momento oltre 1,3 milioni di persone da tutto il mondo.
Domanda. Quante domande sono giunte dall’Italia?
Risposta. Una buona parte, posso dire il 45-50%.
Domanda Quali sono i benefici immediati per chi ne fa richiesta? A quanto pare, nessuno.
Risposta. Sicuramente nessuno ma bisogna anche dire che non c’è nessun costo. Può darsi che prevalga la protesta o la curiosità.
Domanda. La vostra forma di governo è la meritocrazia. Che cosa vuol dire?
Risposta. Chi lavora può ottenere di andare avanti con posti di rilievo.
Domanda. Ma chi e come può andare avanti visto che voi stessi dite che Antarcticland non è abitato?
Risposta. In questo momento non è abitato. Nell’Artico ci sono delle basi che sono abitate. Non è detto che nel futuro non riusciremo a creare città anche in Antarticland.
Domanda. Una meritocrazia formata sulla famiglia: Sir Giovanni Caporaso Oldoni è il presidente del consiglio. E’ suo figlio?
Risposta. E’ mio cugino.
Domanda. Sua Eminenza Fabrizio Zampieri è ministro delle Finanze. L’Italia va di moda in Antartide.
Risposta. Abbiamo maggiori conoscenze in Italia e dunque è più facile fare scelte di questo tipo ma l’idea è internazionalizzare e non italianizzare Antarcticland.
Domanda. Non avete paura che in lista di attesa per il futuribile passaporto ci siano moltissimi criminali che possano in futuro portare i propri capitali ad Antarcticland e da lì svolgere i propri traffici?
Risposta. Assolutamente no per due motivi. Primo perché per poter ottenere un passaporto di Antarticland è necessario presentare il certificato penale del proprio paese di residenza e in futuro rafforzeremo i maggiori e poi perché è una buffonata pensare che i paradisi fiscali siano l’approdo d
i mafiosi e criminalità.
Domanda. Perché è sbagliato pensarlo?
Risposta. C’è una campagna di controinformazione di molti giornali che portano avanti questa tesi ma gli stessi magistrati non la pensano così. Il discorso è sempre lo stesso: quando si parla di paradisi fiscali si pensa che ci siano milionari o criminali. La criminalità ha un proprio sistema economico che è staccato dai paradisi fiscali.
Domanda. Se un criminale sa che c’è discrezione assoluta ad Antarcticland può essere tentato.
Risposta. Ma chi l’ha detto che c’è discrezione assoluta?
Domanda. I criminali hanno interesse a esportare i capitali dove sanno che possono essere meno facili da scovare.
Risposta. Non è vero. I criminali hanno tutto l’interesse a mantenerli nel proprio paese, dove sono protetti. Nel passato si sono verificati casi limitati. Oggi le mafie i soldi se li tengono in casa. Che poi in alcuni casi molto limitati i criminali usino il sistema internazionale è possibile ma usano anche quello nazionale.
Domanda. Il suo studio Caporaso & Partners è in un paradiso fiscale, Panama. Chi si rivolge a lei perché lo fa?
Risposta. La maggior parte sono persone che non ce la fanno più a sostenere le tasse e cercano alternative. Svolgo questo lavoro da 20 anni e mi sarò imbattuto al massimo due volte in persone equivoche. Se vedo che una persona mi fa tre domande strane gli dico di rivolgersi a qualcun altro. Noi spingiamo un sistema di investimenti. Il paradiso fiscale è uno strumento.
Domanda. Lei è un tax planner dunque?
Risposta. La pianificazione fiscale non è evasione.
Domanda. Assolutamente no, però lei ha detto che eludere le tasse è corretto e giusto.
Risposta. Certo, se questo vuol dire andarmi a scegliere il sistema di tassazione. All’interno degli Usa la tassazione di New York è diversa da quella del Delaware ma nessuno si sogna di tacciare di antiamericanismo chi sceglie tra i due Stati. Domanda. Quanti clienti italiani ha avuto nella sua attività di pianificatore fiscale?
Risposta. Migliaia.
Domanda. Complessivamente o all’anno?
Risposta. Ogni anno centinaia o migliaia di italiani mi chiedono dove e come investire, dove comprare un appartamento o qualunque altro buon suggerimento.
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