San Marino ribalta il tavolo delle rogatorie con l’Italia: attacca su Niki Aprile Gatti ma rincula e tace su De Magistris perchè…

Devo ammetterlo: a seguire su www.giornale.sm la conferenza stampa del Congresso di Stato (cioè il Governo) della Repubblica di San Marino mi sono commosso come un vitello.

Lacrime copiose scorrevano il 17 agosto sul mio viso di cronista nel sentire e vedere – mentre ancora godevo qualche giorno di riposo nella mia Umbria – il pacchetto di mischia governativo sanmarinese mentre elogiava il proprio operato, spernacchiava il Governo precedente e tirava le orecchie all’Italia.

IL MORBO DI ARCORE COMPIE UNA STRAGE A SAN MARINO!

Il tutto condito da simpatici e ironici intermezzi, come quando nel corso della conferenza stampa Antonella Mularoni, segretario di Stato per gli Affari esteri, simpatica come un’ostrica chiusa, ha affermato che “la stampa locale non mette mai in rilievo le cose positive” che accadono nella Repubblica del Titano. Cribbio! Questa frase – mi consenta – ricorda le affermazioni di un politico nostrano che afferma che la Tv di Stato è l’unica al mondo ad attaccare l’operato di un Esecutivo. Magari mi sbaglio e forse la Mularoni neppure lo conosce.

Il morbo di Arcore deve essere contagioso (non per niente gli scalcagnati scienziati del Pd non sono riusciti ancora a trovare un antidoto) se è in grado persino di colpire con virulenza sospetta Gabriele Gatti, segretario di Stato per le Finanze e il bilancio di San Marino che, con un sorriso attraente quanto quello di un coyote, ha affermato che “esiste una responsabilità morale di chi dice o riproduce fesserie. Per il futuro è bene che pensiamo a tutelarci perché abbiamo sbagliato ma abbiamo pagato un prezzo fin troppo alto”. Ci consenta Gatti: anche queste simpatiche frasi in Italia le abbiamo sentite profferire più volte, non immaginavamo che anche lì da voi la libertà di stampa fosse così amata! Evviva: mal comune mezzo gaudio! Giornalisti di Italia e San Marino uniamoci! Propongo un bel gemellaggio nel nome della lotta e – lo sapete – come diciamo noi romani chi non si unisce nella lotta è ‘n gran fijo de na…pagnotta!

La stampa nazionale e internazionale nell’ultimo mese (e, da ultimo, i  miei colleghi del Sole 24 Ore Antonio Criscione e Lionello Mancini il 15 e il 18 agosto) hanno messo in evidenza alcune recenti polemiche che hanno investito i cosiddetti paradisi fiscali (compreso San Marino), ma il pacchetto di mischia sammarinese se ne è dunque fregato tre quarti delle critiche e ha ribaltato con abilità il quadro accusatorio, diffamatorio e dubbioso che alimenta le segreterie politiche di mezzo mondo.

In questo post non mi soffermerò tanto sugli aspetti economici, finanziari e tributari quanto sulla legalità e sui rapporti tra la Giustizia dei due Paesi, argomenti a me cari tanto da averne scritto su questo blog in cinque occasioni (si vedano i post dal 5 al 19 marzo 2009) e averne parlato anche su Radio24 nella mia trasmissione quotidiana “Un abuso al giorno”.

LA ROGATORIA SU NIKI APRILE GATTI E LA MASSIMA TRASPARENZA SULLE ROGATORIE…

Augusto Casali, segretario di Stato per la Giustizia e l’informazione, che per l’occasione ha anche messo una cravatta che lo rende ancor più somigliante all’ex allenatore dell’Inter Eugenio Bersellini, ha affermato che “non capisce tutto questo accanimento mediatico contro San Marino e il Governo. San Marino sembra diventato l’ombelico del mondo e sembra quasi che l’Italia abbia fatto lo scudo fiscale per San Marino ma l’impresa criminale più forte al mondo non ce l’ha San Marino”. Per dare dimostrazione di trasparenza cristallina, Casali, alias Bersellini, alias (per la bisogna) Jovanotti,  ha ricordato le iniziative in favore della celerità della Giustizia, come “l’aumento del numero dei magistrati”. Non solo: non c’ stata una sola rogatoria dall’Italia che non sia stata evasa. “Diversamente – ha aggiunto – non possiamo dire la stessa cosa dell’Italia. Stiamo infatti credo ancora aspettando l’esito della rogatoria che abbiamo chiesto noi sulla vicenda di Niki Aprile Gatti”.

Per chi non lo ricordasse, Niki Aprile Gatti, è un giovane abruzzese che lavorava a San Marino in qualità di socio e dipendente di alcune imprese, che è stato arrestato dalla Polizia italiana in relazione a sospette truffe del numero 899 e trovato morto il 24 giugno 2008 nel carcere toscano di Sollicciano.

Per la Giustizia italiana si trattò di suicidio ma tante e tali sono le anomalie di quella morte che la mamma di Niki Aprile Gatti, Ornella Gemini, e comitati spontanei si stanno battendo contro l’ennesima archiviazione del caso (si veda www.nikiaprilegatti.blogspot.com oppure si ascoltino le puntate su www.radio24.it scaricabili dall’archivio di “Un abuso al giornodei giorni 1,2 e 3 aprile 2009). 

La madre esulta per questa notizia e si chiede giustamente, quando arriverà la risposta del Tribunale italiano competente: quello di Firenze. Noi siamo con lei e aspettiamo le risposte da Firenze e da Roma, vero ministro della Giustizia Angelino l’odo Alfano?

Anche il segretario di Stato Gabriele Gatti è intervenuto con forza sul tema delle rogatorie, affermando che questo “è un problema che riguarda il Tribunale di San Marino e non la politica. Un Tribunale che ha sempre lavorato bene e che ha persino ricevuto degli attestati per questo. Anche alcuni procuratori italiani stanno dando atto di quel che stiamo facendo. Da quando c’è questo Governo – a differenza di quanto accadeva nel Governo passato – non c’è mai stata un’intromissione da parte della politica sammarinese. Per quanto riguarda le collaborazioni e lo scambio di informazioni non abbiamo nulla da temere e da nascondere. Né sul riciclaggio, né sulla criminalità organizzata e sui reati correlati”.

Per non perdere l’occasione di fare bella figura, sul tema delle rogatorie è intervenuto anche Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria di San Marino. In realtà l’arzillo Arzilli si è mantenuto sul vago ma chi ha orecchie per intendere…

Qualsiasi Governo – ha affermato – non potrà prescindere da quanto fatto da questo Governo. In precedenza c’erano pratiche che venivano dimenticate per anni nei cassetti. Noi abbiamo tolto la polvere anche alle vecchie pratiche che rimanevano nei cassetti del precedente Governo sammarinese”.

…E LE ROGATORIE DI DE MAGISTRIS DELL’INCHIESTA WHY NOT?

Ci fa piacere, ovviamente, che la Repubblica di San Marino si batta per le rogatorie internazionali e altrettanto, vivo piacere desta la notizia che come “simbolo” sia stato preso quello dello strano omicidio-suicidio del giovane Aprile Gatti.

Il morbo di Arcore, però, probabilmente quando attacca cancella alcuni files vitali dalla memoria dei governanti.

Sarebbe bello, a esempio, sapere che fine ha fatto la rogatoria dell’ex pm Luigi De Magistris in relazione alla cosiddetta “Loggia di San Marino”, una loggia massonica deviata all’interno della quale – secondo il neo eurodeputato – operava una cabina di regia che faceva fare affari d’oro in Calabria (e non solo) grazia alle cospicue quote di finanziamento europeo destinate a finanziare lo sviluppo.

Ormai nessuno ricorda più che De Magistris avanzò subito richiesta di rogatoria internazionale per scavare a fondo sulla società Pragmata, con sede a San Marino, e su Piero Scarpellini, vicino-vicino all’ex premier Romano Prodi. A rivelarlo fu Fiorenzo Stolfi, ex segretario di Stato degli Affari esteri, in un’intervista pubblicata da  "Opinione.it. L’Opinione delle libertà", puntualmente riportata il 24 luglio 2007 (e mai smentita) dal sito sanmarinese www.libertas.sm.
Le rogatorie sono partite certamente dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e indirizzate a San Marino – dirà Stolfi – che seraficamente aggiungerà: “credo che saranno evase nel minor tempo possibile. Non abbiamo alcunché da nascondere”.

Stolfi, sullo stesso sito, il 16 febbraio, si rimangerà tutto.

Ecco cosa dirà: “al di là di quanto appreso dalla stampa non sappiamo nulla. Neanche dell’esistenza o meno di rogatorie. Possiamo solo dire, come già fatto a suo tempo quando filtrarono le prime informazioni sull’inchiesta Why not, che siamo a disposizione. Se la Procura avesse bisogno di informazioni ci sono tutti gli strumenti utili per ottenerle come ad esempio le rogatorie”.

De Magistris il 9 ottobre 2008 dichiarerà ai colleghi di Salerno, autori del famoso decreto di sequestro nei confronti della Procura di Catanzaro. “…il filone investigativo che stavo seguendo al momento della illecita avocazione da parte del dr, Favi della Procu
ra generale di Catanzaro conduceva da Macrì, attraverso un reticolo di società, direttamente all’entourage del Presidente Prodi. Avevo anche preso contatti in quei giorni per procedere a una rogatoria presso la Repubblica di San Marino
”.

La domanda che posi nel post del post del 5 marzo 2009 fu: che fine hanno fatto le richieste di rogatoria?

Anche perché con un telex spedito il 15 luglio 2008, non potendo svolgere accertamenti a San Marino, la Procura di Catanzaro chiederà a un collegio di 6 consulenti torinesi di effettuare accertamenti su alcune società chiamate in causa dai testi di accusa.

MA CHE STRANO: AVEVO CERCATO LA RISPOSTA MA…

…E ALLORA RIPROPONGO LA STESSA DOMANDA

Il 3 dicembre 2008 San Marino dirà bye bye a Stolfi ed ecco arrivare Antonella Mularoni, di Alleanza Popolare (Stolfi era del Partito socialista).

Nei primi giorni di marzo 2009 cominciai a tempestare di telefonate la suddetta e a inviare anche una mail per sapere che fine avesse fatto la richiesta di rogatoria di De Magistris.

Mularoni non rispose mai e la sua segretaria alla fine mi dettò testualmente: “Gli obblighi istituzionali del Segretario sono solo nei confronti dei cittadini sanmarinesi e non delle testate italiane”. Strano, quelle stesse testate italiane alle quali ora tengono…eccome!

Ricordate amici? Tutto vero e tutto scritto sul mio post del 9 marzo. Andatevelo a rileggere please!

Io non sono bravo in politichese ma una cosa mi sembra chiara anche perché ci sono i filmati televisivi che – a meno che non siano stati sabotati – parlano chiaro: il Governo sanmarinese in pieno agosto ci ha informato che ha tolto la polvere da tutte le vecchie pratiche, che è trasparente come acqua sorgiva di montagna e ci ha anche informato che il Governo precedente – cattivone cattivone – insabbiava le pratiche.

Allora egregio Esecutivo sanmarinese, visto che la prima volta mi avete chiuso il telefono in faccia e vi siete negati per giorni e considerato che strombazzate trasparenza e sprizzate cristallinità da ogni poro governativo, richiedo con la stessa educazione: “Che fine ha fatto la richiesta di rogatoria internazionale di De Magistris sull’allegra banda per lui esistente, di potenziali massoni affaristi e criminali?” E ancora: “Sareste disposti ad accogliere ed evadere una nuova richiesta della Procura di Catanzaro?

Ve lo chiedo anche perché nella vostra conferenza stampa di metà agosto non vi siete limitati a propagandare trasparenza e ribaltare il tavolo delle rogatorie ma avete anche affermato che San Marino è pronta a fare il suo dovere nella lotta alla criminalità organizzata. Lo avete fatto attraverso le voci ufficiali (e registrate) di Gabriele Gatti che mi ha commosso fino ai singulti (“…siamo pronti contro la malavita organizzata che non è penetrata dentro San Marino ma che ha o ha avuto propaggini…”) e di Antonella Mularoni che mi ha straziato il cuor (“abbiamo la gendarmeria che fa i controlli e abbiamo varato il censimento per sapere chi c’è e cosa fa a San Marino…”).

Ed allora, cari governanti amici vicini-vicini di San Marino, fate di tutto per agevolare il lavoro di chi nella magistratura ha scoperchiato uno dei pentoloni più nauseabondi della politica calabrese e italiana tutta. Altrimenti potrebbe sorgere il sospetto che attaccate l'Italia sulle rogatorie solo per difendervi da qualche pratica "scottante" rimasta nei cassetti. Magari laggiù dove non pensavate che fosse insabbiata, scostando meglio quelle penne dai cassetti, potreste trovare la pratica di De Magistris. Guardate meglio, via! Come cittadino italiano ve ne sarò grato a vita e – giuro – sono disposto anche a tifare nella motoGp per il sammarinese Alex De Angelis…tanto Valentino Rossi ha già il titolo in tasca!

roberto.galullo@ilsole24ore.com

  • Marino Rossi Zanotti |

    Dopo la politica e l’economia off-shore, a San Marino nasce anche il giornalismo off-shore! Vedo diversi parallelismi tra il governo ci centrodestra italiano e quello sammarinese. Nel primo il premier ha il monopolio. Nel secondo, il segretario agli esteri Mularoni esterna il suo pensiero attraverso un sito dal direttore responsabile anonimo, con sede a Panama! In questo modo forse, visto che replica proprio all’espresso, spera di non poter essere querelata… chissà! O forse nella miglior tradizione del centrodestra, si tratta dell’ennesimo segno di spregio contro il giornalismo, quello serio! La Mularoni snobba le domande dei giornali sammarinesi, e preferisce attaccare tutto e tutti, da un sito off-shore! Succede davvero di tutto qui sul monte
    Eppoi ci lamentiamo degli attacchi dell’Italia… se questa è la serietà! Lei cosa ne pensa?
    Cordiali saluti,
    M. Rossi Zanotti

  • galullo |

    Caro Stefano Rossi,
    so che mi seguite in molti (lo testimoniano ringraziando Iddio numeri, accessi e i circuiti che alimentano ciò che scrivo, da Internet a Facebook) e che spesso da commentare non c’è nulla, perché a differenza di molti inutili blog non commento: do notizie. Che poi, magari commento. Non è un caso che tu stia intervenendo non sul mio pezzo – fatto di fatti, scusa il gioco di parole – ma sull’interessante dibattito avviato dalla signora Gemini.
    Veniamo a noi. Come amo spesso ripetere a mio figlio, lo studio scolastico è una porziuncola ridicola della vita. Non prepara, non stimola, non analizza, non polemizza. E’ un nozionificio. Mio figlio ha talmente ben appreso la lezione che a scuola ha un rendimento scarsissimo ma è un ragazzo intelligentissimo che ama interessarsi di tutto e spesso non può dialogare con i suoi coetanei perché al di fuori del calcio, argomenti non esistono. Sanno chi è Trezeguet o Totti ma ignorano cosa è un lager o chi sia Napolitano. A 16 anni avrei preferito che fosse un po’ più moderato nella drastica pigrizia scolastica ma non me ne faccio un cruccio. Più andrà avanti e più si imbatterà con il nozionismo, condensato negli assistenti universitari che interrogano sulle proprie tesi di laurea. Ovvio: più di quello non sanno e non capiscono.
    Come il tuo, anche il mio feeling con l’Università è stato scarso. Mi sono laureato comunque molto bene in Legge a Roma studiando poco e lavorando molto (bazzico nei giornali da quando avevo 21 anni) e quando il mio professore, affascinato dalla mia tesi scritta stranamente in italiano e non in italiota, mi propose di fermarmi con lui per tentare la strada accademica non ebbi dubbi: avevo la quasi certezza che il mondo accademico fosse fatta di zucche perlopiù vuote (a causa dei mali che conosciamo), volevo dunque provare a vedere se i giornalisti erano più, come dire, intelligenti e stimolanti.
    Ora, dopo 25 anni di carriera sono giunto a questa conclusione: anche il mio mondo è tempestato di zucche vuote. Troppo tardi ho realizzato il motivo: chi gestisce il potere – salvo eccezioni in cui ho avuto la fortuna di imbattermi prima con il direttore Guido Gentili che mi volle alla guida dei dorsi regionali nonostante la sfilza di colleghi che bussavano proponendosi, poi con il grandissimo Ferruccio de Bortoli che tentò amichevolmente di tutto per lasciarmi lì e solo stremato dalla mia insistenza per tentare una nuova esperienza mi promosse inviato speciale, ora con Gianni Riotta – ama circondarsi di mediocri o imbecilli. Ma questo vale ovunque. Io sono stato testardo e fortunato.
    Orbene, posso dire con orgoglio che quando sono stato per 4 anni caporedattore al Sole, governando una redazione di 35 giornalisti sparsi per l’Italia (questo accadeva 8 anni fa) ho avuto solo ed esclusivamente un pallino: avere accanto a me e al comando delle redazioni periferiche gente con le palle. Devo dire che sono stato fortunato: i miei due vice a Milano che cito perché lo meritano – Federico Momoli, ora caporedattore centrale al Sole e Marco Mancini, colonna insostituibile dei dorsi regionali – avevano due gran “palle”. E così molti dei responsabili nelle sedi decentrate, molti dei quali nuovi e scelti da me con l’ok dei direttori. Fortuna e schiena dritta: un cocktail divertente.
    Non so dare consigli ma tieniti pronto a subire parecchie sportellate in faccia. Ne so qualcosa, ma ho sempre risposto in un solo modo: mai piegare la schiena, passi lunghi e pedalare.
    Un caro saluto
    roberto

  • stefano rossi |

    Caro Dott.Galullo,
    è da un pò che non interagisco con il suo blog pur avendo sempre letto i suoi posts.
    Quello di cui sta parlando lei oggi (la morte assistita della stampa) è ciò che ha depresso me negli ultimi mesi/anni.
    Vede io sono ancora un insulso studentello universitario che sta facendo piano piano i conti con quello che Lei chiama avere la schiena dritta.
    La mia università, di cui non farò il nome, nella gran parte dei casi è impegnata a sfornare eccellenti laureati con un testa carica di nozioni ma senza sale nella scatola che conta. Mi spiego: ho sempre avuto fin da piccolo una smaniosa curiosità; ho sempre cercato di capire eventi, fatti ecc… più a fondo possibile. Non pensavo di dover arrivare all’università e veder messa a tacere questa sete di conoscenza.
    I professori proteggono loro stessi e il sistema in cui vivono. E’ come un organismo biologico: mi sento come una cellula tumorale che viene fatta fuori dal sistema immunitario. E quindi mi chiedo: ma perché se io faccio domande, e le domande non piacciono, sono io ad essere il cancro? Non sarà forse il contrario?
    Le dico sinceramente che finita l’esperienza universitaria non mi farò passare nemmeno per l’anticamera del cervello di iscrivermi ad una scuola di giornalismo. Come lei più volte ha ricordato per essere un giornalista (nel vero senso della parola) bisogna avere una sola cosa: la schiena dritta. Non serve nessun attestato e nessuna approvazione da parte di nessun un Ordine (chissà perché Ordine mi ricorda tanto la massoneria).
    Sicuramente tenterò di fare questo mestiere consapevole di essere pronto a ricevere le randellate del sistema immunitario. Ma di una cosa sarò sempre certo: potersi guardare allo specchio la sera e avere la coscienza pulita è qualcosa di umanamente inquantificabile.
    Un saluto a Lei e un abbraccio alla Madre di Niki

  • galullo |

    Caro Cantarelli
    La ringrazio per l’incitamento. Mi passi la battuta: ormai siamo ai cori da stadio per le specie protette, quali sono i giornalisti che non si vendono. Non credo – ripeto – che ci sia futuro per la mia professione. Quando c’è un così grave deficit di democrazia e la libertà di stampa viene sempre più vissuta come un fastidio, altri Galullo giornalisti diventano inutili. Come forse, lo sono anche io e tutti i colleghi che – come chi scrive – rispettano solo il lettore e possono guardarsi sereni allo specchio ogni sera. Se qualcosa dovesse cambiare sarei il primo a spingere i miei figli verso quella che non considero una professione né un mestiere ma una vera e propria seconda pelle e seconda anima.
    Saluti carissimi
    roberto

  • massimo cantarelli |

    Leggo che la signora Gemini si e’ rivolta anche al capo (c minuscola) dello stato (s minuscola), senza ottenere risposta.Ma se ne aspettava qualcuna? Come si puo’ ormai credere che qualcuno che rappresenta una qualsiasi istituzione, in Italia, si faccia carico di farlo in modo degno.Quello che mi fa piu’ rabbia e’ vedere quanti pseudo giornalisti si avvicendano nei vari tg per ”commentare” le notizie.Loro ”commentano” le notizie,fornite sempre dalle stesse agenzie, non se le vanno a cercare,come dovrebbero fare dei veri giornalisti.Aspettano scodinzolando , che il ‘padrone’ gli piazzi davanti il piatto pronto.Lei caro Galullo , fa parte ,ormai di una specie in via d’estinzione.Ma contrariamente a quello che lei spera per i suoi figli,io sarei felicissimo che altri ‘Galullo’ diventassero giornalisti.Ne abbiamo bisogno.Tanto.Specialmente chi ancora riesce a pensare con la propria testa e spera …spera …spera..,forse inutilmente.
    cordialmente

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