Più che i numeri contano le storie.
A scorrere il Rapporto Ecomafia 2009 presentato poche ore fa da Legambiente i numeri vincono anche perché le storie bisogna andarle a cercare.
E così noi giornalisti troviamo (e vedrete che i quotidiani di domani e i servizi radio e tv di oggi mi daranno ragione) più semplice snocciolare numeri: 20,5 miliardi di fatturato annui per gli eco-criminali, 3 reati ambientali all’ora e 258 clan che si spartiscono la parte più consistente della torta. Il ciclo illegale dei rifiuti supera i 7 miliardi, quello del cemento due. Ma se si calcolano anche gli investimenti a rischio si superano cifre iperboliche. Nulla di nuovo sotto il sole. Purtroppo.
Bene. Dietro ogni numero, però, c’è una storia di violenza e disprezzo della vita. Di storie ho così deciso di raccontarvene una, una sola. Ma per chi vorrà documentarsi e leggere altre storie agghiaccianti, consiglio il sito www.legambiente.it.
E’ una storia che coniuga – come poche – spregiudicatezza e senso dell’impunità.
BELLU LAVURU…IN CALABRIA NON SI GUARDA IN FACCIA NEPPURE AGLI STUDENTI
Il 17 giugno 2008 la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria – dopo almeno due anni di intercettazioni e investigazioni – fa scattare l’operazione “Bellu lavuru” che porta all’arresto di 31 persone e – a dicembre 2008 – al sequestro di beni per 10 milioni.
Il nome dell'operazione, “Bellu lavuru”, è frutto di una intercettazione ambientale effettuata presso il 18 novembre 2006 presso il carcere di Parma tra il presunto capo dei capi della ‘ndrangheta Giuseppe Morabito, ’U Tiradrittu" e suo genero, Giuseppe Pansera con i parenti Francesco Stilo e Antonia Morabito. La cimice piazzata dai Carabinieri ha intercettato brani sull’aggiudicazione, appunto, di un "bellu lavuru" per il restyling della strada statale 106.
Tutto ciò che si muove sul territorio, però resta impigliato nella rete della ‘ndrangheta. Compreso l'appalto relativo al Liceo scientifico "Euclide" di Bova Marina. Si tratta di un maquillage consistente, di lavori di consolidamento della solidità strutturale. Insomma non è quella che a Roma si chiama “na romanella”, vale a dire una lavata di faccia e nulla più.
Ebbene nelle interettazioni telefoniche un’imprenditore invita un collega a mettere più sabbia e meno cemento nell’impasto. Ma quest’ultimo…
Nulla di nuovo direte voi. È cronaca (e storia) che lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria interi tratti siano stati “impastrocchiati” con rifiuti, sabbia di mare e ogni sorta di porcheria.
Così come è storia che il 24 settembre 2008, sempre in Calabria, alemno 350mila tonnellate di arsenico, zinco, piombo, indio, germano e mercurio (provenienti dagli scarti dell’area industriale Pertusola), invece di essere smaltite regolarmente sono state utilizzate per costruire parcheggi, strade e persino due scuole a Crotone e nella vicina Cutro.
Vox populi racconta che in molti sapessero, fatto sta che è dovuto intervenire il Pm Pierpaolo Bruni (uno dei migliori magistrati in Italia, non a caso nel mirino delle cosche) per rompere con la sua inchiesta il muro di omertà e complicità.
Qualcosa di nuovo in realtà in questa storia della scuola di Bova Marina, in provincia di Reggio Calabria, c’è: l’imprenditore che avrebbe dovuto mettere più sabbia e meno cemento…si ribella.
LA VITA DI UN RAGAZZO SI PUO’ BRUCIARE MA UNA POMPA IDRAULICA NO…
Era ora direte voi: in nome della sicurezza degli studenti (figli) c’è chi finalmente chi si è messo una mano sulla coscienza.
Ma quando mai…L’imprenditore (anch’egli sospettato di legami con le cosche) non può correre il rischio che la troppa sabbia possa bruciargli la pompa idraulica necessaria per la mis
celazione.
Il 7 marzo 2007 alle ore 16.45.09 dichiara infatti (testualmente) “che non può mettere a rischio una pompa idraulica da 300mila euro per consentire all’impresa di risparmiare 500 euro sulla fornitura”.
500 euro capite. E’ questo il prezzo, per gli ecocriminali, della vita di un’intera scolaresca?
E per chi non credesse ai propri occhi, allego lo stralcio originale dell’intercettazione. Buona lettura e “bellu lavuru” a tutti. Ma nel mome della legalità.
roberto.galullo@ilsole24ore.com
LA TELEFONATA INTERCETTATA NEL RAPPORTO
CONSEGNATO ALLA PROCURA DI REGGIO CALABRIA
Nella conversazione intercettata in data 07.03.2007, viste le continue ordinazioni con le quali il xxxx si ostina a richiedere calcestruzzo dalla consistenza eccessivamente bassa per essere fornito con le pompe, yyyy si spinge ad affermare che “non può mettere a rischio una pompa idraulica da 300.000 euro per consentire ai xxxx di risparmiare 500 euro sulla fornitura”;
yyyyy nella fattispecie, dimostra di preoccuparsi esclusivamente di salvaguardare la funzionalità dei propri mezzi di lavoro, perché con altre modalità, sarebbe tranquillamente disposto a fornire calcestruzzo anche di consistenza ben inferiore;
E’ evidente come l’unico criterio preso in considerazione nell’attività di costruzione del Liceo “Euclide” è quello della realizzazione del massimo profitto possibile, anche a discapito di gravi carenze che possano minarne la stabilità strutturale;
Registrazione: 25731
Ora registrazione: 07/03/2007 16.45.09
Direzione (1:Usc 2:Entr) 2
Sintesi: Conversazione nr. 25731 del 07.03.2007 ore 16.45.09
TTTTTTTTT chiede a ZZZZ se gli hanno dato la chiave ZZZZZ gli risponde di si.
TTTTTTTT chiede a ZZZZZ se gli hanno dato la pompa e ZZZZZZ gli risponde di si.
TTTTTTTT dice a ZZZZZ che gli sta mandando il fax per il cemento di domani e che gli serve il 200 Kg con la pompa.
ZZZZZZ gli dice che a 200 Kg non lo pompa, e che meno di 250 Kg non lo può pompare perché altrimenti rischia di bruciare una pompa del valore di 300.000 euro per gettare il cemento a 200 Kg.
ZZZZZZZ gli dice che a 250 Kg gli fa una cortesia e non è che per risparmiare 500 euro lui non è che deve rovinare una pompa idraulica.
Corsaro gli dice che gli farà sapere.
ZZZZZZ gli dice anche che se lo vuole con la gru glielo manda anche a 50Kg.