Sardegna isola (in)felice: donne-capomafia, speculatori e bombaroli

Se gli italiani non fossero quelli che sono, sarebbe facile convincerli che la Sardegna non è (solo) la Costa Smeralda o il Billionaire del “signor Gregoraci, ragionier Briatore da Cuneo”. Quelle sono cose che vanno bene per i depliant turistici o i tabloid che dissetano le voglie degli italianuzzi arrapati dal gossip nello stesso modo in cui io sono inebriato (ma con maggior godimento per pupille e papille) da un ottimo Cannonau (sardo, tra i miei vini preferiti).

No, quello che vorrei raccontare in pillole – magari a chi, come me, ci spende o ci ha speso splendide e selvaggie vacanze – è che la Sardegna, da troppi anni è soprattutto politica misera, criminalità feroce e terra da arrembaggio (per i soliti speculatori e new entry).

Ma procediamo con ordine. Sulla politica misera non spendo parole perché stancherei i miei preziosi amici di blog. Basta vedere cosa sta succedendo con le neonate province: inutili, fonti di sprechi e di lotte intestine tra politici locali più nani dei fenomeni da circo.

Sul volto della criminalità vorrei, invece, aprire gli occhi anche a chi in quegli occhi ha ancora il colore della sabbia o del mare sardo. Per farlo potrei elencare le decine e decine di titoli che il quotidiano “l’Unione Sarda” ogni benedetto giorno che Dio manda in terra dedica ad attentati contro gli amministratori locali, delitti misteriosi ma comunque legati alla criminalità, sequestri di armi, colpi di pistola sparati contro imprenditori, intimidazioni ai commercianti, militari sotto inchiesta per rapporti ravvicinati e pericolosi con persone poco raccomandabili e via di questo passo.

Un rosario di pene e miserie che i giornali locali sgranano ogni giorno, che i sardi onesti subiscono e che i media e il Governo nazionale (avercene così…il mondo ce lo invidia…) ignorano bellamente.

Una regione in preda a uno stillicidio di violenza piccola e grande ma che non fa notizia. O forse è meglio che non faccia notizia perché in questa Italia ipocrita, Calabria, Sicilia e Campania in mano alla criminalità possono già bastare (e avanzare).

E così, per far capire qual è il clima che si vive quotidianamente in Sardegna, lontano dal Billionaire, vi cito due notizie che non leggerete da nessun’altra parte (a meno che non siate assidui lettori delle cronache locali come chi scrive). La prima è la sentenza con la quale la Corte d’appello di Cagliari ha condannato a 17 anni Maria Ausilia Piroddi – si badi bene: ex segretaria della Cgil di Tortolì, un paese nell’inutile Provincia dell’Ogliastra – perché ritenuta capomafia. Si proprio così: una donna a capo di una cosca che ispirava attentati, minacciava amministratori locali e incuteva timore, con gang sempre pronte a colpire, come si legge nelle 736 pagine depositate pochi giorni fa.

La seconda notizia viene da Orosei, nel Nuorese, dove il sindaco Gino Derosas il 18 settembre ha deciso di istituire un fondo di solidarietà contro le vittime degli attentati (un vero e proprio stillicidio). In prima fila, tra chi potrà goderne, le vittime dei bombaroli (il tiro delle bombe, carta e no, è uno sport abbastanza diffuso in Sardegna).

E infine soffermiamoci sulla speculazione, fonte spesso di matrimoni con la criminalità organizzata nel nome del business. Sulla vecchia faccia della speculazione immobiliare – favorita anche dalla politica locale disattenta e affaristica – non spreco parole. Su quella nuova sì, perché ad allungare occhi e mani è (dopo Cosa Nostra e i Casalesi) la ‘ndrangheta. Ebbene: il riciclaggio in attività commerciali e immobiliari nelle zone più fascinose e ancora per poco incontaminate dell’isola è un punto di forza delle ‘ndrine calabresi che si fanno aiutare da finanziarie locali di comodo.

La prossima volta che vi specchierete negli occhiali brunati del “signor Gregoraci, ragionier Briatore da Cuneo” o che sfoglierete un depliant della Gallura per programmare le vostre prossime vacanze al sole, ripensate anche a questo breve post. Non vi dovrà passare la voglia di visitarla e amarla ma – forse – vi passerà la voglia di pensare che la Sardegna sia un’isola felice. E’ solo un’isola.

roberto.galullo@ilsole24ore.com

  • galullo |

    Andrea,
    la sua vigliaccheria – infatti non si presenta, si nasconde dietro un inutile e anonima mail, salvo poi insultare – è quasi pari alla sua ignoranza e al suo razzismo e alla sua diffamazione per tutti i popoli del sud, che si evince facilmente dalla connotazione che dà al mio cognome, che storpia volontariamente a meno che non sappia leggere, il che è possibilissimo visto che non tutti sono andati a scuola, come tipico di zone di mafia.
    Mi spiace deluderla. Non provengo da zone di mafia e mi dispiace perché se così fosse sarei ancora più fiero di essere quello che sono: libero, indipendente e senza alcuna paura. Non come lei che la ha anche della sua ombra, al punto da celarsi.
    Il resto del delirio della sua mail lo lascio giudicare ai suoi simili ma visto che lei è (per fortuna) un lettore casuale la invito (se sa leggere) a cercare anche gli altri post che negli anni ho scritto sulla Sardegna. E a continuare a insultarmi: con gente come lei vado a nozze.
    A mai più rileggerla

  • ANDREA |

    probabilmente questo garullo (cognome tipico di regioni dove la mafia esiste, chissà avrà la coda di paglia) ne sa più di Pino Arlacchi (politologo e sociologo dalla grande reputazione) e dell’ ex procuratore anti mafia caselli, che affermano, insieme alla gran parte della gente sana di mente che in sardegna la mafia, intesa come quella del sud italia, che controlla il territorio, infiltrata nella società e nelle istituzioni non esiste.
    gli attentati?? si gli attentati che non hanno neanche causato un ferito, sono opera di movimenti anarchico insurrezionalisti, di estrema sinistra e indipendentisti, e si sono concentrati nei confronti, non di comuni citadini, ma di sedi istituzionali quali municipi, caserme dei carabinieri, abitazioni di politici, servitù militari, multinazionali, società minerarie, ecc, con intenti intimidatori prettamente di carattere politico e non mafioso, che ripeto non hanno mai causato un solo ferito!
    come successe nei confronti di berlusconi, dove nel 2004, il MIR, movimento indipendentista rivoluzionario (legato ai nuclei proletari per il comunismo) mise una bomba in un cassonetto di porto rotondo con l’ intento di ammazzare berlusconi!
    L’ EVERSIONE POLITICA NON E’ MAFIA (FORTUNATAMENTE)

  • galullo |

    Senta mister coraggio,
    di censura c’è solo quella che madre natura ha ringraziando Iddio dedicato ai suoi ragionamenti. Per fortuna non ho ricevuto più niente di suo a parte questa delirante esternazione. Per quanto mi riguarda può mettere il mio articolo ovunque, può anche appenderselo sulla fronte e girare per l’Isola. Quanto all’umiltà debbo ammetterne che non ne ho ma solo quando mi trovo di fronte a chi, come lei, ha zeru argumenti. Sfido chiunque a capire che cosa ha detto nei due commenti che ha pubblicato se non riuscire a insultarmi, accusa che assurdamente rivolge a me nei suoi confronti. Ma secondo lei io ho tempo da perdere con lei? Guardi, per ciò che mi riguarda può insultarmi e infangarmi quanto e quando vuole, non ha idea di quanto siano grandi le mie spalle.
    Si firmi la prossima volta mister coraggio, anche se mi auguro che una prossima volta non ci sia perché i lettori non hanno tempo da perdere e io nemmeno. Fine delle trasmissioni.
    Roberto Galullo

  • Alexspqr |

    Prendo atto , con dispiacere, che non e’ stato pubblicato il mio ultimo post…complimenti, ha dimostarto, con il suo silenzio e la sua censura, che il suo articolo e’ solo un castello di fregnacce e che appena qualcuno glielo ha fatto presente ha pensato bene di attaccarlo con frasi offensive ma prive di senso logico e per niente attinenti all’ argomento in questione…
    Per fortuna tante persone leggono e leggeranno su Facebook i miei post relativi al suo “articolaccio” sulla Sardegna…
    Tanti auguri per ilo suo proseguo Dr. Galullo e cerchi di essere un piu’ umile e aperto a chi non la pensa come lei…
    P.s. Non metto il mio nome e cognome perche’ non credo sia determinante a stabilire qualcosa di concreto su cio’ di cui stiamo argomentando e non certo perche’ avrei timore di confrontarmi con lei anche “live”…
    Per me lei si potrebbe chiamare Robinson Crusoe o Venerdi o Roberto Galullo…cio’ che la contraddistingue, in questo caso, non e’ il nome ma le balle che ha scritto sopra…

  • galullo |

    Qui se c’è uno che deve chiedere scusa è lei, Non a me – me ne frego delle sue scuse – ma all’uso che fa della lingua italiana. Guardi, facciamo una cosa: quando avrà studiato l’italiano mi riscriva. Visto che secondo lei ho la mente offuscata dal Cannonau (giuro che lo bevo ogni tanto ma lo reggo), faccio lo stesso giochino infantile con lei, abbassandomi malvolentieri al suo livello: prima di scrivere (ammesso che riesca) allontani l’erba che probabilmente fuma, dalla scrivania e magari lasci lontani anche i film porno. Eccitano (non a tutti). E abbia il coraggio di firmarsi che dei nickname ne ho piene le scatole. Voi e le vostre contorte filosofie sull’uso dei nickname su Internet: metteteci la faccia e il nome se avete il coraggio. Quanto al fatto che io la contatti, è più facile che diventi della Lazio.
    Roberto galullo

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