Eternit: il caso si riapre

Eterno come il nome. Eterno come la morte che – entro il 2030 – raggiungerà solo in Europa 100mila persone che sono entrate stabilmente in contatto con l’amianto. Un prezzo da pagare altissimo: in nome dell’Eternit, il materiale in fibra di amianto che ha coperto i tetti di milioni di case, capannoni, industrie e che continua a mietere vittime.

C’è però chi non si arrende e – a distanza di 30 anni dalle prime indagini – continua a cercare giustizia per le vittime che, solo in Italia, sono state negli ultimi 10 anni circa 3mila. E dopo averla cercata a Casale Monferrato, in Piemonte, dove fino a 21 anni fa esisteva una fabbrica di Eternit tra le più grandi, ora si spinge anche in Svizzera dove vivono e gli eredi naturali e adottivi delle famiglie che hanno dato vita, anima, corpo e morte potenziale a questo materiale.

Il nome di questa "guardia" che non si arrende è Raffaele Guariniello, della Procura della Repubblica di Torino. Dopo tre anni dalla richiesta di rogatoria internazionale, finalmente nei giorni scorsi ha avuto l’ok del Paese extracomunitario alle porte di casa nostra. Ebbene sì: l’inchiesta di Guariniello non è un pericolo per la democrazia e per la tranquilla e serena vita dei cittadini svizzeri. Che si indaghi pure su Stephan Schmidheini, socio di Jean Lous Marie Ghislain de Cartier de Marchienne. L’uno svizzero, l’altro belga, accusati di disastro doloso e omissione dolosa di norme antinfortunistiche nella loro qualità di effettivi responsabili nella gestione della società.

Che la fame di giustizia possa varcare i confini nazionali, toccare la Svizzera e raggiungere magari anche la Sardegna, dove da anni i sindacati si battono perchè anche a Ottana – dove esisteva un impianto della Enichem – e in tutta l’isola vengano riconosciute le cause di servizio e di morte riconducibili all’uso improprio di amianto. Inps e Inail – contrariamente a quanto accade nel resto d’Italia – non hanno finora riconosciuto il nesso causale lavoro-malattia. Le ragioni – per carità – ci saranno pure ma i sindacati non si arrendono e ora si appellano ai magistrati perchè sia fatta chiarezza fino in fondo.

Del resto lo si deve a decine di migliaia di persone e familiari che mentre continuano a soffrire e morire in nome del progresso  – come racconta la puntata messa in onda da "Guardie o ladri" di sabato 1 dicembre e scaricabile dal sito di Radilo24 – devono assistere impotenti alle conferenze in giro per il pianeta di Stephan Schmidheiny che è diventato da anni un paladino dell’ambiente a fianco degli uomini più potenti della Terra. Così va il mondo dove guardie e ladri spesso si confondono e si rincorrono. La pace doni a tutti i giusti l’eterno riposo.