25 anni dopo Capaci/5 Meli non voleva smantellare il pool antimafia di Palermo (ipse dixit) ma Giovanni Falcone pensava il contrario

Amati lettori di questo umile e umido blog, imperterrito, continuo a scartabellare le carte su Giovanni Falcone desecretate dal Csm e di cui vi racconto dalla scorsa settimana (si vedano i link a fondo pagina).

Bene, ieri eravamo rimasti con il botta e risposta tra alcuni magistrati dell’Ufficio Istruzione di Palermo (tra cui lo stesso Falcone e Leonardo Guarnotta)  e Antonino Meli, da pochi mesi capo dell’ufficio e destinatario di una lettera di fine luglio 1988 molto dura nei confronti della sua nuova gestione. Meli il 1° agosto, come abbiamo visto, al Csm respinse ogni accusa. Compresa quella di voler smantellare il pool. Anzi disse testualmente (pagina 125 del verbale del Csm) che «ho spiegato che l’introduzione di nuovi elementi nel pool aveva il fine anche di assicurare il ricambio e la continuità…» ma che (pagina 126) «ci sono delle sensazioni che si provano e io so quanto loro erano gelosi di questo pool che doveva rimanere sempre lo stesso». Poco prima (pagina 116) aveva detto che «se loro (i magistrati ribelli, ndr) leggono la lettera (che scrisse loro, ndr) della quale si dice che io propugnavo lo smantellamento del pool, loro vedono che è un inno al pool, un inno all’operato del pool».

Lo stesso giorno, però,  la prima commissione referente Comitato antimafia del Csm audì anche Falcone il quale esordì dicendo di «aver sempre sollecitato il consigliere meli ad una maggiore apertura nei nostri confronti…».

Falcone continuò così: «Io mi rendevo conto che il consigliere Meli era prevenuto nei nostri confronti a seguito di quello che era accaduto e quindi  ho cercato di fare di tutto per rendere l’atmosfera più vivibile. Quindi nel corso di quei colloqui quotidiani da un lato io rappresentavo l’opportunità che o ci convocasse o forse meglio venisse a trovarci per vedere concretamente come lavoravamo, di che cosa avevamo bisogno, per impadronirsi della materia…».

Sollecitato da una domanda Falcone disse ancora (da pagina 133) che «Meli non lo faceva per secondi fini, per nessun motivo particolare, ma perché lui non andava in nessun posto, rimaneva nella sua stanza e diceva “comunque non ti preoccupare, anche se rimango in questa stanza io sono sempre informato di tutto”(…) io credo che forse lui viveva questo venire nei nostri locali come una sorta di diminutio capitis, come un qualcosa di lesivo delle sue prerogative…».

E (pagina 135) dirà successivamente: “«La nostra aspirazione era di far si che Meli lavorasse con noi esattamente come nel passato aveva fatto Caponnetto».

Quasi alla fine della sua audizione Falcone (pagina 157) dirà «io sono perfettamente d’accordo con Roberto Scarpinato: il problema non è quello del ricreare una sorta di élite che gode di chissà quali privilegi, perché ciò creerebbe magistrati di  serie A e magistrati di serie B ed esporrebbe ed aumenterebbe la pericolosità, non c’è dubbio che è così. Il problema, quindi, qual è? E’ quello di creare saggiamente quelle possibilità per trovarsi insieme e lavorare insieme ma non è pensabile che allargando così indiscriminatamente il pool si può fare qualche passo avanti, non è questa la maniera. La maniera è a mio avviso ovviamente, creare quei presupposti, quell’armonia perché si possa lavorare insieme…».

Presupposti che, con tutta evidenza, per un verso o per l’altro, mancavano.

Bene. Mi fermo qui. Domani cambio argomento ma su questo filone tornerò a breve.

r.galullo@ilsole24ore.com

5 – to be continued (per le precedenti puntate si vedano

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2017/05/19/25-anni-dopo-capaci1-per-lufficio-istruzione-di-palermo-la-commissione-del-csm-propose-il-piu-anziano-e-meritevole-non-era-giovanni-falcone/)

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2017/05/22/25-anni-dopo-capaci2-e-il-19-gennaio-1988-per-il-csm-meli-e-luomo-giusto-al-posto-giusto-scelto-con-criteri-giusti-giovanni-falcone-no/)

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2017/05/23/25-anni-dopo-capaci3-il-miglior-segnale-del-csm-era-quello-di-non-promuovere-falcone-allufficio-istruzione-di-palermo/