Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata il 13 maggio nell’ambito dell’indagine Fata Morgana (alla quale rimando con i link sotto) c’è uno spaccato straordinario sulla fusione, in Calabria anche se il discorso a mio giudizio può essere esteso a tutta Italia, tra ‘ndrangheta, massoneria deviata e grande impresa altrettanto deviata.
Abbiamo cominciato a leggere ieri quanto, sul punto, il Gip di Reggio Calabria Barbara Bennato che, quell’ordinanza, ha firmato, ha recepito del lavoro svolto dai pm (Rosaria Ferracane, Giuseppe Lombardo, Luca Miceli e Stefano Musolino.
Ebbene, eravamo arrivati al punto in cui il collaboratore di giustizia Cosimo Virgiglio, imprenditore a Gioia Tauro riattualizzava (da ultimo e semmai ce ne fosse ulteriore bisogno) la fusione tra questi organismi mortali, geneticamente modificati.
Virgiglio, testualmente, il 29 aprile 2015, nell’ambito di un processo penale dirà: «A Reggio Calabria c’era almeno una loggia coperta che si riuniva regolarmente e che si estendeva fino a Valanidi. All’interno non erano ammessi solo notabili e professionisti. Al contrario, i signori della Reggio bene autorizzati a vestire il grembiule erano indicati dai clan».
Emergono pertanto ulteriori e chiarissimi elementi dimostrativi della corretta ricostruzione della sentenza Meta (712/2014) e, scrive il Gip da pagina 282, «occorre ora considerare che se vi è ampia traccia di questo superiore livello di ‘ndrangheta in cui ad una componente immediatamente percepibile si unisce, secondo il contenuto stesso dell’imputazione ritenuta fondata nel giudizio dibattimentale Meta, una componente cosiddetta invisibile, questo momento assolutamente innovativo dell’approfondimento delle conoscenze del fenomeno mafioso calabrese non può essere disgiunto dalle conclusioni cui, con la forza del giudicato, si pervenuti in merito alla sua natura unitaria.
E infatti non erra il requirente quando, nel decreto di fermo, evidenzia che la conclusione probatoria giustifica l’affermazione di responsabilità per la partecipazione alla ‘ndrangheta unitaria piuttosto che ad una specifica cosca, non è affatto peregrina e rappresenta anzi il coerente e logico sviluppo degli accertamenti giudiziari che le indagini Crimine e Meta, condotte dal proprio ufficio e quella Infinito, condotta dalla Dda di Milano, hanno conseguito, conseguendo plurimi, convergenti ed omogenei provvedimenti giurisdizionali.
Bene (si fa per dire). Per ora è tutto.
8 – to be continued (per la precedente puntata si legga http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2016/05/11/con-lindagine-fata-morgana-la-dda-continua-la-caccia-alle-logge-selvagge-che-governano-la-calabria/
http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2016/06/29/indagine-fata-morgana7-ecco-la-fusione-della-ndrangheta-con-la-massoneria-in-calabria/)