Cari amici di blog, rieccomi a voi dopo un periodo di silenzio usato per raccogliere idee, documenti e svolgere qualche interessante inchiesta giornalistica.
Come quella sul contrabbando di sigarette che molti di voi (mi auguro) avranno letto questa domenica sul Sole-24 Ore (per chi l’avesse persa ecco a voi il link http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-06-21/quelle-bionde-bancomat-mafie-081324.shtml?uuid=ACEqqRE&fromSearch).
Martedi su questo umile e umido blog ho dato conto delle capitali italiane del contrabbando, appuntando un’attenzione particolare su Milano. Mercoledì ho dato conto delle sigarette che vanno per la maggiora seguendo i flussi dei sequestri dell’Agenzia delle Dogane. Ieri ho descritto
l’ignoranza degli italiani sulla filiera agricola italiana del tabacco.
Oggi termino con la visione di Cesare Sirignano, ancora per pochi giorni magistrato della Dda di Napoli, visto che da metà luglio è destinato alla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo.
Il suo intervento, nel corso del tour del contrabbando organizzato a Napoli, è stato forse il più interessante. Oltre alle cose che ha detto e che potrete leggere nel link della mia inchiesta sul Sole-24 Ore, Sirignano ha descritto quella che potremmo definire “l’insostenibile frustrazione” degli investigatori e degli inquirenti.
Il pm, ricordando che Napoli ha sempre convissuto con questo fenomeno e che ci sono famiglie che hanno vissuto e continueranno a vivere solo di questo, ha ricordato che si è spesso trovato di fronte, dopo due o al massimo tre anni dagli arresti, alle stesse persone che aveva colpito in precedenza. Per arrivare alla descrizione dell’”insostenibile frustrazione”, Sirignano è partito da lontano. «L’unico strumento per fare bene queste indagini – ha detto il pm antimafia – sono le intercettazioni, per le quali in Italia si spendono centinaia di migliaia di euro. In un’indagine che ho svolto abbiamo messo contemporaneamente sotto intercettazione 370 utenze per 7/8 mesi ma se poi il risultato è giungere a 8 mesi di condanna e pena sospesa, bisogna interrogarsi. Ne è valsa la pena?».
Se a questo si aggiunge che, come ha ricordato lo stesso Sirignano, la cooperazione internazionale extraUe è una chimera (la Cina non ci pensa proprio a fornire collaborazione visto che sull’economia illegale sta fondando il proprio impero politico e finanziario mondiale, l’Ucraina è sulla stessa strada omertosa e così via), ecco li che è facile capire il drammatico senso di frustrazione che, anziché colpire tutti gli italiani, distrugge solo quelli che fanno della legalità una ragione di vita.
Del resto la politica si trastulla (ad esempio sull’inasprimento delle pene non giunge nessun segnale) e la malavita prospera.
Da questo punto di vista (e non ci si riferisce certo a Sirignano che ha fatto oltre quanto le umane possibilità consentono) la stessa magistratura non ha dati certo una mano a comprendere fino in fondo la drammaticità del problema.
Non esiste alcun capo di imputazione nelle indagini sulle famiglie mafiose che dimostri che il traffico illecito di tabacchi esteri lavorati è strumentale alla provvista dei clan. Certo, qualche pentito ha parlato e detto ma poi approfondimenti pochi e, come ha specificato Sirignano nell’incontro a porte chiuse della settimana scorsa a Napoli con alcuni giornalisti, su questo bisogna fare molta strada. La via è però tracciata anche perché, ha affermato il pm, in Campania «Contini, Licciardi e Mazzarella, stabilmente si dedicano alle attività di contrabbando nelle stesse piazze dove controllano lo spaccio della droga. A Secondigliano contrabbandieri storici sono legati ai clan Mazzarella e Licciardi. Molti contrabbandieri hanno parenti tra i vertici dei clan». Insomma, ha concluso Sirignano, al famoso capo di imputazione nel quale si leggeranno le aggravanti delle modalità mafiose o la frase “al fine di agevolare l’associazione mafiosa…” «ci si arriverà presto».
4 – the end (per le precedenti puntate si vedano http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2015/06/23/contrabbando-di-sigarette1-a-milano-tra-le-capitali-il-pacchetto-costa-piu-che-dal-tabaccaio/
r.galullo@ilsole24ore.com
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6)“Le parole di una vita – Gli scritti giornalistici” – Giancarlo Siani – 18 giugno
7)“Il caso Valarioti” – Rosarno 1980: così la ‘ndrangheta uccise un politico (onesto)” di Danilo Chirico e Alessio Magro con interventi di Giorgio Bocca, Enrico Fontana e Giuseppe Smorto – 25 giugno
8)“Chi comanda Milano” di Alessia Candito – 2 luglio
9)“La mafia fa schifo – Lettere di ragazzi da un Paese che non si rassegna” di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso – 9 luglio
10) Ho ucciso Giovanni Falcone – La confessione di Giovanni Brusca” – di Saverio Lodato – 16 luglio
11)“Il giudice ragazzino” di Nando Dalla Chiesa – 23 luglio
12) “Peppino Impastato – Una vita contro la mafia” – di Salvo Vitale – 30 agosto
13)“Libero – L’imprenditore che non si piegò al pizzo” di Chiara Caprì con Pina Maisano Grassi –6 agosto
14)“Maledetta mafia – Io, donna, testimone di giustizia con Paolo Borsellino” – di Piera Aiello e Umberto Lucentini – 13 agosto
15) “Anime nere” – Gioacchino Criaco – 20 agosto
16) “La peste – La mia battaglia contro i rifiuti della politica italiana” di Tommaso Sodano e Nello Trocchia 27 agosto
17) “Delitto imperfetto – Il generale, la mafia, la società italiana” – di Nando Dalla Chiesa – 3 settembre
18) “Nomi, cognomi e infami” di Giulio Cavalli con prefazione di Giancarlo Caselli – 10 settembre
19) “C’erano bei cani ma molto seri – Storia di mio fratello Giovanni ucciso per aver scritto troppo” – di Alberto Spampinato – 17 settembre
20) “Senza padrini – Resistere alle mafie fa guadagnare” di Filippo Astone – 24 settembre
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