Cari amici di blog, se mi avete seguito ieri sapete che sto pubblicando un’intervista a puntate (vista la complessità delle materie trattate) all’ex Gran Maestro del Goi (Grande Oriente d’Italia, dal ’90 a al ‘93) e Gran Loggia Regolare d’Italia (Glri, successivamente e fino al 2002) Giuliano Di Bernardo. Visto il suo profilo mi incuriosiva conoscere le sue verità e le sue esperienze su alcune vicende che, nel recente passato, hanno attraversato, incrociato o lambito la massoneria. Senza passato è impossibile conoscere il presente.
E’ Di Bernardo, infatti, che, nel giro di pochi mesi, nel 2014 è stato prima chiamato dalla Procura di Reggio Calabria e poi da quella di Palermo, a rispondere alle domande dei magistrati su alcune delicatissime vicende storiche i cui contorni sono ancora nebulosi e senza la cui chiarezza è di fatto impossibile capire quanto sta accadendo oggi in Italia. Di Bernardo, ad esempio, ha attraversato il periodo delle stragi mafiose in Italia e la fase immediatamente precedente e successiva, viste da osservatori privilegiati (rimando alla prima parte con il link a fondo pagina).
Nella parte dell’intervista di ieri Di Bernardo ha inquadrato il suo profilo, parlando a 360 gradi di massoneria, delle sue deviazioni, della legge Anselmi, dei suoi attuali rapporti con le obbedienze massoniche, del Dignity Order che ha fondato nel 2011 e di altre cose ancora. Premesse necessarie (ma non certo sufficienti) per affrontare questa seconda puntata in cui si entrerà ancora più nel vivo.
Buona lettura.
A sua diretta conoscenza o certezza acquisita quali alti vertici dello Stato, della politica, dell’economia, della finanza vanta oggi la massoneria?
Per capire il “peso” della massoneria, è necessario considerarlo nella dimensione temporale: ieri, oggi, domani.
Dall’unità d’Italia fino all’avvento del Fascismo, la massoneria ha dominato incontrastata la politica, l’economia, la finanza, le banche, le forze armate, la cultura. Non esisteva allora l’opposizione del Vaticano e della Chiesa Cattolica.
Il Fascismo ha dichiarato fuorilegge la massoneria e l’ha esiliata.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, è rinata con il sostegno della massoneria statunitense, che impose alcune condizioni destinate a pesare molto sugli sviluppi successivi. Nonostante interventi autorevoli di esponenti di spicco della massoneria statunitense, le guerre tra le rinate comunioni massoniche (più o meno legittime) sono state inevitabili ed è cominciato quel gioco al massacro che ha sempre impedito di avere in Italia una massoneria autorevole e potente. Nell’immediato dopoguerra, il peso complessivo della massoneria italiana è stato quasi irrilevante.
Crescerà a dismisura con l’avvento di Licio Gelli e della P2. Non è questa la sede per riconsiderare la natura e il ruolo della loggia P2. Dirò semplicemente che, grazie alla P2, la massoneria italiana è stata proiettata, almeno nell’opinione pubblica, ai vertici della massoneria mondiale. Se non vi fosse stata quell’ intervista di Gelli al Corriere della Sera che rese evidente il pericolo della P2, egli avrebbe controllato tutti i più importanti “luoghi del potere” in Italia.
Con la crisi della P2, inizia l’inesorabile decadenza del “potere” massonico, non solo nel Grande Oriente d’Italia che aveva dovuto “risolvere” al proprio interno i danni della P2, ma anche nelle altre Obbedienze.
Nel 1990 sono stato eletto Gran Maestro del Goi. La prima cosa che ho fatto è stata quella di “pesare” il suo potere. L’idea che mi son fatto è la seguente: prima di Gelli c’erano i “sergenti”, con Gelli arrivano i “generali”, dopo Gelli si passa ai “caporali”. La discesa è inarrestabile.
Perché allora sempre più persone vogliono iscriversi alla massoneria? Fede o convenienza?
La massoneria ha sempre esercitato un profondo fascino fin dalle sue origini agli inizi del Settecento. Non solo per il potere che essa emanava, ma anche per le cerimonie di iniziazione, passaggio ed elevazione. Dava, inoltre, un profondo senso di appartenenza che gratificava i suoi adepti.
Ma quella massoneria, nata sul modello della monarchia inglese, era costituita da élite pensanti e operanti. Aveva un grande potere che metteva a disposizione dei governanti dello Stato, come risulta nella storia dei Paesi in cui vi è stata una massoneria.
Quella massoneria non esiste più. Quel che oggi si chiama massoneria non è massoneria. Dalla fine della seconda guerra mondiale è iniziata una “controiniziazione” che sta profanando e distruggendo il fondamento esoterico della massoneria.
Nonostante tutto, la massoneria continua ad attrarre. Perché? Non per le sue cerimonie rituali nel tempio, che ancora vi sono anche se sono state svuotate del loro significato esoterico. La massoneria attrae per interesse materiale. Nell’Italia di oggi, essa è l’ultima spiaggia per trovare un lavoro, per uscire dalla disperazione in cui sono caduti generazioni di giovani che si son visti privare della speranza per il futuro. Non voglio dire che questa sia l’esclusiva ragione per bussare alle porte del tempio massonico, ma ne è oggi la tendenza generale. Nella massoneria italiana, vi sono ancora autentici massoni, i quali però soffrono per la “controiniziazione” che è in atto. Io offro loro una “scialuppa di salvataggio” per riunirli nell’afflato iniziatico.
Un esempio tipico, che convalida quanto ho detto sopra, è proprio il boom di massoni in Calabria in tutte le Obbedienze, da quelle storiche a quelle appena nate.
In città (Reggio Calabria, ndr), si ridicolizza sul “venerdì massonico”, ma esso è l’espressione più evidente che la massoneria, almeno in Italia, è morta.
Poco si parla, ma a mio modesto avviso molto di dovrebbe invece parlare, di affiliazione alla massoneria di magistrati e alti rappresentanti delle Forze dell’Ordine. Per la sua esperienza, passata e presente, quanto massiccia è la loro presenza e a quali fini?
Magistrati e rappresentanti delle Forze dell’Ordine hanno sempre avuto accesso nelle logge massoniche. In base alle mie esperienze, direi che oggi la loro presenza è molto limitata.
Vorrei riflettere, invece, sull’opportunità della loro appartenenza alla massoneria. E’ chiaro che, dal momento in cui lo Stato riconosce le associazioni massoniche, tutti i cittadini italiani hanno il diritto di farne parte: se magistrati e rappresentanti delle Forze dell’Ordine vogliono diventare massoni, hanno tutto il diritto di farlo. Il punto in discussione, tuttavia, non riguarda tanto il diritto, quanto, piuttosto, l’opportunità.
Non intendo entrare nel merito del problema. Cercherò, invece, di chiarirlo con un esempio. Quando Norberto Bobbio venne a sapere che ero diventato Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, tramite alcuni colleghi universitari, chiese d’incontrarmi. I miei rapporti con Bobbio risalivano agli anni Settanta, quando eravamo promotori di studi e ricerche sulla Filosofia del diritto e sulla Logica deontica. Bobbio, con la franchezza che lo caratterizzava, mi disse: “Io ho sempre ammirato e in parte condiviso i principi che ispirano la massoneria, ma non ho mai capito (e per questo l’avverso) perché si rifiuta di agire alla luce del sole. Consideriamo il caso in cui tu, io e altri tre professori ordinari siamo in una commissione per valutare alcuni candidati che aspirano a diventare professori ordinari. Di quattro commissari tutti sanno a quale concezione della vita fanno riferimento (laico, cattolico, comunista, liberale) ma di te nessuno sa nulla. Mi sono sempre chiesto a quale mondo tu appartenga. Adesso so, perché l’ho letto sui giornali, che sei massone. Io non ti nego il diritto di essere massone. Ti chiedo però di dirmelo affinchè io possa capire le tue scelte nei concorsi universitari. Se tu, nei lavori della commissione, nascondi i tuoi riferimenti valoriali, io posso anche pensare che tu stia perseguendo finalità contrarie alle istituzioni dello Stato. Posso comprendere che, durante le lotte risorgimentali, i massoni si dovessero nascondere per salvaguardare la loro vita, ma oggi viviamo in una società aperta che tutela tutti. La vostra decisione di continuare a nascondervi fa nascere inevitabilmente timori e pregiudizi che si rivolgono, in definitiva, contro di voi”.
Bobbio aveva ragione. Dopo la mia elezione a Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, ho cercato di far uscire la massoneria dalle “catacombe” col progetto denominato “trasparenza”. Fui sconfitto e, con me, si sconfisse anche la massoneria.
Da questa premessa, discende un’idea che è andata sempre più sviluppandosi nella mia mente. Oggi io penso che magistrati e rappresentanti delle Forze dell’Ordine non debbano essere affiliati alla massoneria. Il loro ruolo nella società è quello di tutori dello Stato, al di sopra delle parti. Questo vale non solo per la massoneria ma anche per tutte le altre istituzioni. Per la massoneria, almeno per la ragione addotta da Bobbio, la loro ammissione è ulteriormente inopportuna.
Questo limite vale, purtroppo, per la massoneria italiana. Se usciamo dall’Italia e andiamo verso Paesi dove la massoneria è trasparente (non si nasconde) come l’Inghilterra e gli Stati Uniti d’America, troviamo magistrati e rappresentanti delle Forze dell’Ordine che ostentano con simboli e atteggiamenti la loro appartenenza alla massoneria. In questi Paesi, non vi sarebbe mai un Bobbio che esprime dubbi sulla massoneria. Io ho cercato, ma inutilmente, di riformare la massoneria italiana per renderla, circa il modo di rapportarsi alla società, simile a quella anglo-americana.
A Suo giudizio qual è e quanto eventualmente grave è l’affiliazione alla massoneria degli uomini dei servizi segreti italiani e internazionali?
Se ritengo inopportuna l’affiliazione alla massoneria di magistrati e rappresentanti delle Forze dell’Ordine, a maggior ragione ritengo grave l’affiliazione di esponenti dei servizi segreti, nazionali e internazionali. La loggia non può essere il luogo ove avvengono intrighi di ogni tipo.
Tanto forte è stata per me tale convinzione che, dopo la mia elezione a Gran Maestro del Goi, ho deciso lo scioglimento della famigerata loggia “Colosseum”, ritrovo di spie di tutto il mondo. La motivazione ufficiale? Non pagavano le capitazioni.
Se davvero massoneria è sinonimo di oltre che di riservatezza, anche di trasparenza, perché mai non vengono forniti i nomi degli iscritti alle Prefetture affinché tutti possano giudicare l’opportunità o meno di certe affiliazioni secondo criteri di buon senso, oltre che di legge?
I nominativi di massoni delle varie Obbedienze non vengono forniti ufficialmente alle autorità dello Stato (Ministero degli Interni, Prefetture, Questure) poiché si continua a privilegiare il “gioco a nascondino”, con la motivazione che solo così si evitano le “persecuzioni”. E’ semplicemente ridicolo parlare di persecuzioni in uno Stato democratico. Nella realtà, tuttavia, gli elenchi si trovano in molte Questure, ove zelanti massoni, non autorizzati ufficialmente dalle autorità massoniche, li hanno consegnati confidenzialmente, forse per accattivarsi la loro benevolenza.
Proprio perché io sono convinto assertore della trasparenza, dopo aver lasciato il Goi e fondato la Gran loggia Regolare d’Italia, ho concordato col Ministro degli Interni la consegna ufficiale di tutti gli iscritti alla Glri: alla fine di gennaio di ogni anno, il Gran Segretario avrebbe consegnato, con la procedura formale, a due Prefetti nominati appositamente per tale scopo dal ministro, l’elenco completo (con le relative generalità) di tutti gli affiliati alla Gran Loggia Regolare d’Italia. L’elenco sarebbe stato preso in consegna e chiuso in una cassaforte, a disposizione delle autorità dello Stato che desiderassero visionarlo. Così è stato per tutti gli anni che ne sono stato Gran Maestro.
Pubblicherebbe dunque i nomi degli iscritti alla sua obbedienza?
Finché sono stato Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia, ho sempre pubblicato gli elenchi dei massoni alla mia obbedienza, come ho spiegato precedentemente.
L’Ordine Dignity, che ho fondato dopo il mio ritiro definitivo dalla massoneria mondiale, non è un’Obbedienza massonica, come spiegherò tra poco. Essa s’ispira ai principi che regolano il percorso esoterico dell’umanità e svolge le sue attività sotto la luce del sole, in piena trasparenza in Italia e all’estero. Se per ipotesi si dovesse rendere necessario pubblicizzare i suoi elenchi, non tarderei un solo istante a farlo.
Ci fermiamo qui ma domani torno con la terza e ultima puntata.
2 – to be continued (per la precedente puntata si legga http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2015/01/26/storia1-lex-gran-maestro-giuliano-di-bernardo-in-esclusiva-su-questo-blog-parla-di-p2-massoneria-legge-anselmi-e-deviazioni/)