Genova strega, ammalia e confonde. A partire dai politici. Non ne parliamo, poi, delle politiche (nel senso di donne). Animali – amministrativamente parlando – affascinanti. Genova strega, ammalia e confonde anche chi vi transita. Come, a esempio, questori e prefetti.
Protagonisti in settimana – amministratori locali e rappresentanti dello Stato – di uno sketch tragico-comico intorno a un tema serio: la mafia.
LA DENUNCIA DI VINCENZI,
SINDACHESSA “SPLINDENTE”
Prendiamo il sindaco di Genova, Marta Vincenzi. Sulla “Stampa” del 22 marzo 2009 tuona – svegliata dall’amorevole e caldo sole del primo giorno di primavera – contro le mafie nel capoluogo e, giustamente, il giornale diretto da Giulio Anselmi titola: “Le mani della mafia nel cuore di Genova”.
La “nostra”, il giorno dopo, ancora abbracciata ai tiepidi raggi, il 23 marzo rilancerà il suo pensiero attraverso le colonne della “Gazzetta del Lunedi” che titola: “Rischio mafia anche nei vicoli a Genova”. E li dichiarerà: “L’ultimo rapporto della Commissione antimafia è preoccupante, perché individua l’espansione delle mafie nelle aree più ricche dell’Italia del nord e indica la tendenza dello spaccio di eroina in aumento, perciò ho lanciato un allarme a favore della legalità”.
Benfatto. Che se ne parli. Sempre. Ma…
Ma qualcosa non mi tornava e allora sono andato a ripescare due miei articoli sul Sole-24 Ore del 27 e 28 maggio 2008 allorchè il direttore Ferruccio de Bortoli mi mandò come inviato a seguire in quella città il caso “mensopoli”.
Ebbene cosa titolava il mio giornale il 27 maggio? Ve lo dico subito: “Genova, l’ombra della ‘ndrangheta”. Per gli amanti dell’approfondimento, in calce a questo post, potrete leggere il pezzo che scrissi quasi un anno fa.
E’ PRIMAVERA SVEGLIATEVI BAMBINE (E BAMBINI)
Ebbene, dopo quell’articolo mi sarei aspettato una reazione – mi sarei anche accontentato dell’inarcamento sospetto di un sopracciglio – da parte della sindachessa Vincenzi Marta. Ohibo, pensavo tapino e meschino, scrivo di mafia a Genova, Vincenzi reagirà. E che diamine!
La incontro il giorno dopo in un ristorante: distesa e con un sorriso smagliante a 48 denti. Tra me e me penso (ari-meschino e ari-tapino): delle due l’una, o mi sputa in faccia o mi chiede di replicare all’inchiesta. Zero carbonella. Stretta di mano veloce e imbarazzo. “Se vuole – mi dice – possiamo vederci domani in Comune, ma avrò una giornata convulsa. Eventualmente si faccia sentire”. Se vuole? Una giornata convulsa? Eventualmente? Guardi sindaco – replico – forse non è chiaro: è interesse (anche) suo incontrarci. Sorriso che raddoppia e diventa a “96-denti-96” e arrivederci. E via – io, non lei – tra gli affascinanti carrugi.
Ora io dico: ma può un amministratore comunale di lunghissimo corso – Vincenzi è stata consigliere comunale, assessore negli anni 90, presidente della Provincia, eurodeputato e infine sindaco – accorgersi solo il 22 marzo 20009 dell’esistenza delle mafie a Genova?
La risposta è: no, non può. Ma poi ti assale il dubbio. E così mi sono andato a prendere – e leggere – le “100 pagine 100” del programma con la quale Vincenzi si è candidata a sindaco della sua città: non “una volta una” è citata la parola mafia. Il tema semplicemente non e-si-ste. Si parla genericamente di sicurezza con tante belle parole ma ne-ssu-na denuncia diretta e tosta del fenomeno mafioso. Con quel programma è stata eletta sindaco il 27/5/2007. Dei tre numeri due sono ricorrenti: Vincenzi è infatti nata il 27/5/47, 62 anni fa.
LA PAROLA MAGICA: SICUREZZA!
ED ECCO A VOI…PINOCCHIO
La sicurezza, già. Bella parola che ricomprende tutto. O meglio: i politici ci fanno rientrare tutto. E così – visto che sono odioso anche a me stesso, figurarsi al potere – sono andato a spulciarmi anche il sito Internet del Comune: gli ultimi 32 comunicati stampa emessi dall’amministrazione (gli altri non sono visibili). Bene.
Il Comune ci informa che ieri, 25 marzo, a Genova ha fatto tappa un Pinocchio da primato (per nobili cause legate all’infanzia, premetto). Notizione condito da dettagli. “Si tratta – riporto testualmente – di un Pinocchio di legno alto 16 metri, una dimensione che dà a questa statua del celebre burattino il primato di Pinocchio più alto del mondo”. E giù con altri dettagli di cui i genovesi non potevano fare a meno (non lo dite in giro ma qualcuno si era anche vestito da Geppetto con i trampoli pur di incontrarlo tra i carrugi). “La statua di Pinocchio – trascrivo ancora – arriva dalla Svizzera dove è stata interamente realizzata in legno, con un abete bianco di 120 anni, proveniente dalla foresta di Burtigny, alto 46 metri e con un diametro alla base di 150 cm. La statua, costruita dall’Atelier Volet, carpenteria svizzera di St. Légier, partirà da Montreux, passerà il confine al San Bernardo e dopo Genova proseguirà il viaggio per Collodi”. Dite la verità: state pensando di rincorrere il Pinocchione per le valli svizzere, lassù tra prati e fior…
Negli altri 31 comunicati non c’è n’è uno che affronti il tema della criminalità organizzata. Ma il 24 marzo – in compenso – ancora al Secolo XIX, Vincenzi riporterà le dichiarazioni rese a Novara nel corso di un convegno dell’Anci (l’Associazione dei Comuni): “Bisogna valorizzare la sicurezza partecipata che viene dall’aggregazione dei cittadini, evitando le squadre di volontari mercenari . Non è vero che i reati sono diminuiti, non servono le ordinanze dei sindaci ma le politiche integrate”.
LE REAZIONI DI QUESTORE E PREFETO:
SENZA PAROLE…
Finora ho messo a nudo parecchie contraddizioni ma al sindaco Vincenzi va riconosciuto, comunque, il merito di aver risuonato l’allarme sulle mafie. Giù il cappello!
Mi sarei aspettato che – suonata la carica – la cavalleria (cioè lo Stato al quale comunque tocca garantire Giustizia e sicurezza) avrebbe attaccato lancia in resta.
E invece accade l’imponderabile. In sintesi ecco le straordinarie dichiarazioni rese nell’ordine a varie testate e agenzie dal prefetto e dal questore. Annamaria Cancellieri (prefetto): “Non ci risultano infiltrazioni mafiose, al contrario di quanto avviene nel Ponente”. E vai col tango! Mafia a Genova? “A noi non risulta” afferma il questore Salvatore Presenti. E vai col liscio!
Evidentemente hanno ragione loro e torto anche i responsabili di Sos-Impresa Confesercenti. Il leader Andrea Dameri – riporta il sito di Radio Babboleo – testualmente dichiara: “Tutti sanno tutto ma il problema non è mai stato risolto. La zona della Maddalena, a esempio, è da anni nelle mani di alcune famiglie vicine alla ‘ndrangheta”.
FORGIONE E LA SUA RELAZIONE? IN CAVALLERIA
E dire che – come ricorda Francesco Forgione nella relazione sulla ‘ndrangheta approvata dalla Commissione parlamentare antimafia nella scorsa legislatura, di cui Forgione è stato presidente – la ‘ndrangheta (e non solo) “sverna” in Liguria fin dagli anni 70.
Di fronte alla lettura del programma elettorale non capisco ma mi adeguo: devo prendere atto che effettivamente il sindaco Vincenzi non pensava che in Liguria e a Genova ci fosse un tale livello di penetrazione delle mafie – a partire dalla ‘ndrangheta – e così capisco perché il sindaco di lungo corso politico lo scopre solo il 21 marzo, mentre a Napoli sfilava nella Giornata della memoria contro le vittime della mafia (quasi 900 morti acclarati).
Allora, per non rischiare che un domani anche quell’ingenuone del Governatore della Regione Liguria, Claudio Burlando, scopra che in Liguria ci sono le mafie e per dare qualche elemento in più agli “sprovveduti” amministratori liguri (e a quelli al confine regionale), oltre che ai rappresentanti dello Stato, ecco che cosa si legge nella Relazione 2009 della
Direzione nazionale antimafia. Ovviamente ve lo dico in sintesi. Come promesso, cari lettori, continuo nella “vivisezione” della relazione della Dna.
ANCHE LE TOMBE FANNO GOLA
ALLA ‘NDRANGHETA
I magistrati della Dna scrivono che nel Ponente ligure si riscontra la presenza più numerosa di esponenti delle cosche della Piana di Gioia Tauro e delle cosche della città di Reggio, mentre nella Riviera di Levante e nella zona (confinante) di Carrara, il dato prevalente è la presenza di cosche originarie della zona jonica e del catanzarese. Anche il settore lapideo (si insomma, il marmo, che freddo come il ghiaccio si posa anche sulle nostre tombe) è a rischio di infiltrazione.
E’ fantastico scoprire quanto i magistrati della Dda di Milano hanno già scoperto in Lombardia: cosche che in Calabria si scannano, in Liguria fanno l’amore in nome degli affari. Quali? Semplice: narcotraffico innanzitutto (e come ti sbagli con la presenza di tutti quei porti), gioco d’azzardo, appalti pubblici e servizi.
UN’ORGANIZZAZIONE METICOLOSA
Quale sorpresa – lo dico a quelli che ancora credono alla Befana o al fatto che la Padania e l’Insubria esistano davvero – scoprire che in Liguria ci sono “locali” di ‘ndrangheta.
I “locali” sono la struttura organizzativa di base della ‘ndrangheta (non si può prescindere dalla loro esistenza) e la Liguria ne conta ben nove: Ventimiglia, Lavagna, Sanremo, Rapallo, Imperia, Savona, Sarzana, Taggia e Genova. Il più importante – è al confine e dunque è ovvio – è il “locale” di Ventimiglia. Ma non perdetevi Sanremo: sapete com è…c’è il Casinò!
Per le cosche il riciclaggio va alla grande e così il reinvestimento speculativo, ma fa male leggere degli interessi in attività economiche legali controllate (riporto testualmente) “attraverso una fitta rete di partecipazioni societarie nel campo dell’edilizia, soprattutto, ma anche dello smaltimento dei rifiuti e del commercio e una spregiudicata pressione usuraria su operatori economici locali funzionale a obiettivi di sostituzione nell’esercizio di imprese in crisi finanziaria”.
COSA NOSTRA E’ VIVA E LOTTA…
…NEI CANTIERI NAVALI
Per chi credesse che Cosa Nostra è sparita dalla Liguria e dal suo capoluogo, eccovi serviti. Bisogna tener conto – si legge testualmente nella relazione a pagina 508 – “della perdurante operatività nella città di Genova e in altre zone del territorio regionale”. Perdurante: chiaro sindaco? Chiaro Burlando? Chiaro amministratori e rappresentanti dello Stato di ogni ordine e grado, sesso e religione?
E anche qui è inquietante scoprire che le indagini investigative stanno portando alla luce proiezioni finanziarie e imprenditoriali nel settore della cantieristica navale con collegamenti tra gli impianti produttivi di Palermo e quelli della Spezia.
PERCHE’ LA MAFIA SI (RI)SCOPRE SOLO ORA?
A questa domanda è difficile rispondere e si può andare dunque solo per ipotesi. La prima è che la sindachessa dai denti “splindenti” si sia allarmata dal fatto che un bando comunale riservato alle imprese che volevano insediarsi nel quartiere della Maddalena e sviluppare lì la propria attività sia andato deserto. In tutto 1,3 milioni di euro che incredibilmente – in periodo di crisi – non fanno gola e che ora la sindachessa teme che vadano a finire nelle mani della criminalità organizzata. Ma perché, scusi sindachessa, non le risulta che la Magistratura stia da tempo mettendo (o abbia messo) sotto la lente decine e decine di milioni di euro stanziati per la bonifica dei siti industriali? A me risulta, l’ho anche scritto e nessuno lo ha smentito, così come nessuno ha mai smentito che Magistratura e Forze dell’Ordine starebbero indagando (o abbiano indagato) su alcune “famiglie” imprenditoriali a tutti – e ripeto, tutti – note. Che poi la magistratura si svegli, anch’essa, dopo anni di indagini , al primo sole di primavera, è un altro discorso.
Questo improvviso “risveglio” della sindachessa potrebbe spiegarsi proprio con la scoperta che le imprese sane hanno paura di entrare in alcuni business perché temono di rompere equilibri delicati.
Un’altra interpretazione plausibile è che una valanga di milioni di euro – che ogni anno piove su Genova e sulla Liguria tra fondi pubblici, europei e degli enti locali – rischia di non essere
più gestibile alla luce dell’alzo zero, da parte della criminalità, con il quale ormai le amministrazioni devono confrontarsi.
Certo è che a Genova c’è chi si è accorto da tempo che la mafia non è una parola vuota. A esempio la onlus “Sicurezza sociale” ( www.casadellalegalita.org ) che per il 4 aprile ha dato appuntamento a tutti gli uomini di buona volontà alle 15.30 in Piazza Senarega, nel cuore del centro storico. Una manifestazione contro l’illegalità, organizzata quando le dichiarazioni ai media non erano state ancora rese.
E’ bene prendere subito il toro per le corna anche perché in tempo di crisi economica le mafie godono. Come dimostra il titolo del Secolo XIX del 24 marzo a pagina 25: “Usura: il fenomeno cresce, l’osservatorio non decolla – Nato con il patto frimato nel 2007 in Prefettura, non si è mai riunito”. Meglio che si riunisca. E in fretta. Magari anche alla presenza della sindachessa, del questore e del prefetto.
roberto.galullo@ilsole24ore.com
IL TESTO DELL’INCHIESTA PUBBLICATA IL 27 MAGGIO 2008 SUL SOLE-24 ORE
Inchiesta. Interrogato l'imprenditore Alessio sugli appalti mense, le indagini si allargano alle bonifiche |
Genova, l'ombra della 'ndrangheta |
Oggi Consiglio comunale, il sindaco Vincenzi prepara il rimpasto – GLI SVILUPPI INVESTIGATIVI La Procura sta valutando i progetti per le aree Stoppani e Cornigliano mentre la Dia cerca di fare luce sulle attività della famiglia Mamone |
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Roberto Galullo |