Non so quanti di voi si divertirebbero a passare sabato e domenica leggendo 449 pagine scritte in un inglese fitto fitto fitto e tecnico tecnico tecnico. Una vera goduria!
Io mi sono deliberatamente fatto del male e ho scelto – approfittando del fatto che il dio pagano Francesco Totti non scendeva in campo – di leggere le 449 pagine del report del Comitato di esperti sulla valutazione delle misure antiriciclaggio e di finanziamento del terrorismo.
In altri termini: Moneyval (www.coe.int/t/dghl/monitoring/moneyval). Il report è sulla Repubblica di San Marino, la nostra vicina di casa (anzi “in casa”) che un giorno sì e l’altro pure è sotto i riflettori della comunità finanziaria internazionale.
Per chi volesse capire subito come stanno le cose basta andare direttamente a pagina 13/14 del documento in inglese datato 24 settembre 2009, anno domini in cui i segretari di Stato della Repubblica del Titano hanno lanciato festosi gridolini di piacere alla notizia dell’uscita dalla procedura rafforzata.
IN ITALIA E A SAN MARINO QUALCUNO LEGGE L’INGLESE?
Mi domando: ma qualcuno ha letto cosa dice il punto 46 delle conclusioni del Moneyval? Qualcuno le ha lette in Italia e a San Marino? Se così fosse i miei dubbi sull’insensatezza della ratifica delle convenzioni bilaterali aumentano fino a sfiorare il dubbio della malafede politica nell’ventuale ratifica. Se così non fosse – sapete com è, l’inglese è lingua sconosciuta in Italia, non so a San Marino che comunque ha tutto l’interesse a non tradurre – spero vivamente che Strasburgo, Roma e lo stesso Titano spalanchino gli occhioni strabuzzati rispetto a quanto accade nella catena giudiziaria e processuale di San Marino nelle materie vitali per gli accordi stessi: lotta al riciclaggio e rogatorie internazionali. Ho l’impressione che l’interesse della politica sia quello di lasciare le cose come stanno e gettare molto, ma proprio molto fumo negli occhi che, alla fine, porterà alle firme perché quando tutto è nero, ogni cosa diventa uguale.
Ma andiamo con ordine, partendo proprio da quel punto 46.
COSA DICE IL PUNTO 46 DELLE CONCLUSIONI MONEYVAL
La traduzione ufficiale del punto 46 della sintesi del Rapporto del Terzo rapporto di conformità è la seguente: “ Anche la situazione relativa alle risorse, l'integrità e la formazione è migliorata per gran parte delle principali istituzioni. Tuttavia, è importante in questa fase sollevare preoccupazioni per la mole di lavoro dei magistrati responsabili di casi complessi di ricic1aggio, assistenza giudiziaria reciproca e richieste di estradizione (e che sono anche coinvolti nel processo di riforma generale, negli incontri di coordinamento, nelle attività di formazione, ecc.), in quanto il forte carico di lavoro può incidere negativamente sull'efficacia del sistema”.
Pudicamente il Comitato fa riferimento alla “mole di lavoro alla complessità dei casi” dicendo chiaramente che “il forte carico di lavoro può incidere negativamente sull’efficacia del sistema”. Ma quanto sono educati!
UN MAGISTRATO E DUE “MEZZE META’” ALL’ARREMBAGGIO…
Ciò che ipocritamente Moneyval non dice è proprio il numero dei magistrati che – da mane a dì – si fanno in quattro per far fronte a una materia sconfinata e dalla mille implicazioni.
A quanto mi risulta, infatti (ma se sbaglio chiedo al segretario alla Giustizia Augusto Casali di correggermi), la squadra di magistrati è composta nientepopodimenoche da…un magistrato e due metà ! Le due metà – sia detto con il massimo rispetto intellettuale e solo per indicare con un paradosso la situazione – sono formate dai due uditori giudiziari arrivati il 3 agosto 2009 nell’ufficio del commissario della legge Rita Vannucci.
A quest’ultima l’esperienza non manca mentre per i suoi colleghi la formazione dovrà essere intensiva e continua. Altrimenti non sarebbero uditori.
I due uditori sono giunti a seguito della distribuzione garantita dal magistrato dirigente del Tribunale commissariale civile e penale, Valeria Pierfelici, successivamente al concorso bandito dal Governo per due magistrati e tre uditori. I due magistrati sono stati assegnati l’uno all’ufficio amministrativo, l’altro al penale. Un concorso che ha fatto seguito – se non ricordo male – anche alle critiche di Strasburgo, secondo il quale le risorse umane erano decisamente insufficienti.
RAGGIO DI AZIONE A 360 GRADI PER UN SOLO MAGISTRATO
Al commissario della legge Vannucci – con una nota circolare del 19 febbraio 2009 – sono stati assegnati i procedimenti penali pendenti e iscritti a ruolo, a partire da quella data, in materia finanziaria e per i reati di riciclaggio. Quelli già fissati e in attesa di sentenza erano stati distribuiti all’avvocato Vittorio Ceccarini.
Sull’ufficio diretto da Vannucci (che non so neppure che faccia abbia, così come Pierfelici, Ceccarini e gli altri) gravavano complessivamente le seguenti materie: riciclaggio, antiterrorismo (nessun caso finora verificatosi nella Repubblica), reati bancari, rogatorie internazionali, estradizione e formazione del personale. Bingo!
Il 3 agosto 2009 una nuova nota-circolare sulla “distribuzione del lavoro giudiziario” sempre a firma della dottoressa Pierfelici ha (ri)assegnato a Vannucci i reati tributari, bancari e finanziari e riciclaggio (eccezion fatta per le truffe ai danni dello Stato), le rogatorie internazionali passive (salvo quelle che riguardano l’identificazione del presentatore all’incasso di un titolo di credito). Aribingo!
IMPRESSIONANTE MOLE DI LAVORO SU UN SOLO UFFICIO
Visto che tutto è relativo, un magistrato e due uditori – Massimiliano Simoncini e Giovagnoli – oltretutto a mezzo servizio (a quanto mi risulta, infatti, svolgono anche altre funzioni con il giudice inquirente Di Bona, arrivato tre mesi fa, e la dott.ssa Pasini) potrebbero anche bastare e avanzare. Ma è così?
Per capirlo prendo i dati ufficiali consegnati da San Marino al Consiglio d’Europa (da pagina 8 della sintesi in poi).
Nel 2008, il Tribunale sammarinese ha ricevuto 8 richieste relative al reato di riciclaggio (su un totale di 229). Tutte sono state tutte eseguite prontamente. Nel 2009, sono pervenute 12 richieste per casi di riciclaggio (su un totale di 89 al 31 luglio 2009) e 11 sono state esaminate in tempi ragionevoli. “Le autorità – si legge a pagina 9 del rapporto Moneyval – hanno dichiarato che due Commissari della Legge si occupano di queste richieste; uno di essi è responsabile specificatamente dei casi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo”. Quindi i due in realtà sono…uno. Lo dice Moneyval, non io.
Ma visto che sono una carogna, ho controllato i numeri e sono andato a scartabellarmi una per una le tabelle che accompagnano il Report Moneyval e ho trovato – nero su bianco e i tanti san Tommaso sammarinesi possono consultare il 1° allegato di 81 pagine da pagina 5 fino a pagina 29 – un carico di lavoro riconducibile all’ufficio di Vannucci (sostenuto tra il 1° gennaio 2008 e luglio/agosto 2009) che stroncherebbe un cavallo arabo. Lei è ancora in piedi e Moneyval ha dato atto della mole di lavoro svolto dalla Repubblica del Titano. Gli atti esaminati mettono a rischio anche la sicurezza personale. Insomma, detto in altre parole, quando si ha a che fare con le mafie e la criminalità bisogna avere le spalle ben coperte. Innanzitutto dalla politica. I guaglioni e i quaquaraqua delle mafie intimidiscono, minacciano e fanno bum bum quando vogliono.
I processi per riciclaggio dal 1° gennaio al 31 luglio 2009 sono stati 14, di cui 7 con rogatorie promosse da San Marino. Due verso la Dna (Procura nazionale antimafia), 1 verso la Procura di Parma, 1 verso la Procura di Milano, 1 verso la Procura di Firenze e 1 verso la Procura di Camerino.
Le rogatorie passive per riciclaggio dal 1° gennaio al 31 luglio 2009 sono state 12, di cui 7 dall’Italia. Quelle dal 1° gennaio 2008 a fine 2008 sono state 7 di cui 5 dall’Italia.
Le rogatorie passive per altri simpatici reati (ricettazione, bancarotta, estorsione, truffa, contraffazione, associazione a delinquere di stam
po camorristico, usura e tratta di persone) dal 1° gennaio al 31 luglio 2009 sono state 76 (di cui 75 dall’Italia). Dal 1° gennaio 2008 a fine 2008 sono state 90 (di cui 86 dall’Italia).
Le richieste di estradizione dal 1° gennaio al 15 agosto 2009 sono state 2, mentre i sequestri e le confische dal 1° gennaio 2009 al 31 luglio 2009 hanno consentito il sequestro per riciclaggio di 155.776,21 euro in certificati di deposito al portatore. Dal 1° luglio al 31 dicembre 2008 c’è stato un altro sequestro per riciclaggio che però nelle carte di Moneyval (si veda tabella 13 a pagina 31) non è quantificato. La cifra dovrebbe essere però intorno ai 350mila euro circa.
Tutto questo, senza contare che le notizie di reato per riciclaggio continuano (e continueranno sempre più se le cose saranno fatte per bene) ad alimentare una catena di lavoro a ritmi da catena di montaggio.
SE QUESTE VI SEMBRANO LE FONDAMENTA DI UN ACCORDO
Concludendo, mi domando come possa un Paese come San Marino, che ha gli occhi della comunità finanziaria internazionale puntati e accesi dalla mattina alla sera 366 giorni su 365, permettere che l’ufficio più delicato, quello per cui Moneyval ha aperto una generosissima linea di credito, poggiare su un magistrato esperto e due uditori a mezzo servizio. Oltretutto mi viene il sospetto che anche gli altri uffici non se la passino così bene (se avete notizie da darmi, vi prego, cari parlamentari e politici sammarinesi, datemele): comunque si tiri la coperta, è sempre corta. Per volontà politica (maggioranza e opposizione). Non che in Italia siamo messi meglio, anzi. Tutto questo dunque riaccende nella mia umile testolina il solito quesito: ma veramente Italia e San Marino – nelle condizioni in cui versano – possono stringere accordi di epocale portata? Io quasi quasi lo chiederei a Tremonti, Alfano, Vannucci e Casali ma sono sicuro che non mi (ri)prenderebbero neppure in considerazione. Non so Casali, Tremonti e Alfano, ma forse Vannucci è sepolta dalle carte e non può rispondere….
roberto.galullo@ilsole24ore.com