Adorati amici del blog ricorderete che in tempi non sospetti – pensate voi, era il 7 novembre 2008 – su questo umile blog scrissi un umile post dal titolo: “Bombe e delibere, affari e veleni, cosche e massoni: Lamezia apre i giochi della lunga campagna elettorale in Calabria”. Gli amanti del brivido possono leggerlo in archivio.
Fui facile (e unico) profeta: dopo la raffica di attentati in sequenza al segretario regionale dell’Udc, Franco Talarico e i veleni sull’atteggiamento che il suo partito prendeva in consiglio comunale, scrissi chiaro e tondo che era partita la lunga e bombarola campagna elettorale per le regionali in Calabria. Un modo come un altro per lanciare un messaggio chiaro a un partito che tutti sapevano essere vitale per la vittoria alla competizione del 2010. O di qua o di là. Però, meglio di qua, capisci a me, fiuta il vento Talarì, fiuta il vento….Questa si che è politica con la p minuscola!
Del resto Lamezia è la capitale mancata di questa regione. Qui si decidono molte sorti politiche, economiche, massoniche, affaristiche e mafiose.
Insomma, nel bene (cioè quasi mai) e nel male (quasi sempre), Lamezia Terme è la città laboratorio di ciò che sta per accadere in Calabria. In vitro assistiamo a quegli esperimenti che devastano poi, come un’esplosione nucleare, quel che resta di questa martoriata e fetida (per colpa della cupola che la governa) regione.
E dal 7 novembre 2008 a oggi, quando manca poco alle elezioni regionali, a Lamezia ne sono successe di tutti i colori e presto la tavolozza infangata di questa città conoscerà altre tonalità.
Andiamo con ordine. Così, giusto per ricostruire la lunga catena di eventi di questa città in cui nulla, ma proprio nulla, è affidato al caso. Alcuni di questi eventi, come quello che descrivo sulla nascita di una nuova loggia, sono legittimi e leciti ma comunque e ovviamente destinati a lasciare un segno profondissimo sul territorio.
ABUSIVI: HASTA LA VICTORIA SIEMPRE
Se c’è una città in cui il mattone illegale ha messo fondamenta (piaciuto il gioco di parole?) questa è Lamezia Terme. Ne ho parlato tanto su questo blog (si vedano i miei post del 23 e 28 novembre e del 2 dicembre) attirandomi le “simpatie” di migliaia di lametini. Il gesto di acquisire al patrimonio comunale alcuni di questi immobili a rischio demolizione è una scelta che giudico devastante per la legalità. E’ un condono a posteriori e una pietra tombale sugli sforzi di una Procura che dopo anni di profonde russate sul problema, ha cominciato a demolire le case. Bom, bom, bom, senza pietà grazie all’intervento del Genio guastatori di Palermo. Poca cosa, comunque, pochi immobili perché il pio sindaco e la pia giunta con il pio consiglio hanno prima chiesto una pausa di riflessione e poi hanno buttato la patata bollente sul prossimo consiglio comunale. E intanto mentre le migliaia di abusivi di Lamezia brindano, il capo della Procura, Salvatore Vitello , lancia attraverso la Gazzetta del Sud due allarmi: il primo legato alla carenza di fondi per gli abbattimenti. Il secondo legato al fatto che tra il luglio 2008 e il giugno 2009 ci sono stati 207 nuovi procedimenti aperti per costruzioni illegittime. Insomma: chi deve vigilare (il Comune come ha ricordato sempre il procuratore) dorme, il consiglio russa, i lametini disonesti godono. Quelli onesti soffrono e assistono sconsolati a una crisi senza fine, nonostante i miliardi che in quest’area sono arrivati e continueranno ad arrivare.
E VAI CON LA NUOVA LOGGIA
Come se a Lamezia mancassero le logge massoniche (coperte e no) di tutti i riti e di tutte le combinazioni, con squilli di tromba è stata presentata a fine dicembre 2009 la loggia massonica Federico II. All’evento rappresentanti massonici (ci informa CalabriaOra del 5 gennaio 2010) da tutto il mondo. Chi aveva, soprattutto all’estero, il tappo dello spumante tra le dita e ha fallito il fondamentale appuntamento ha spedito un sentito bigliettino di congratulazioni.
Anche i poppanti a Lamezia – molti dei quali non hanno il bavagliolo ma il grembiulino, non portano il cappellino ma il cappuccio, non giocano con i Lego ma con il compasso, non fanno il ruttino ma declamano versetti di iniziazione – sanno che a Lamezia e in tutta la Calabria la massoneria detta legge. Interessante scoprire che un nuovo soggetto si affaccia sulla scena proprio in vista delle elezioni regionali. Impensabile che la massoneria non illumini decine e decine di candidati e centinaia di funzionari amministrativi in carriera e vecchie volpi politiche. Anzi ho la convinzione che anche un altissimissimo e cattolicissimo (a parole e nelle dichiarazioni pubbliche) papavero tra quelli destinati a essere cacciati a calci dalla Regione…ma lasciamo perdere.
MA CHE RAZZA DI COMUNE E’ LAMEZIA?
Il mio amico sindaco Gianni Speranza mi tira spesso le orecchie perché anche se ci conosciamo da anni sa che non guardo in faccia a nessuno quando scrivo. Mi sparerà (a salve) quando leggerà che mi interrogo su quanto sta accadendo in Giunta e in Consiglio. Sulla Giunta l’Idv spara a raffica: perché l’inquisito assessore all’urbanistica Andrea Iovene, fratello dell’ex senatore Nuccio Iovene, rinviato a giudizio per fatti inerenti la costruzione (poi bloccata) di un enorme albergo è ancora al suo posto? Perché l’ha voluto lui, Speranza, anche dopo il bel gesto delle dimissioni presentate da Iovene.
Perché – si chiede ancora l’Idv – la dirigente comunale Asnora Porcaro, funzionaria regionale comandata presso il Comune, per la quale è stata fatta richiesta di rinvio a giudizio e responsabile dello sviluppo sostenibile del Comune è ancora al suo posto? Perché la vuole lui, Speranza. Avrà ragione, senza dubbio.
E perché – questo lo chiedo alla politica tutta – il presidente del Consiglio comunale Gianfranco Luzzo, ex tecnico della sanità nella Giunta regionale di Loiero Agazio ma prima ancora assessore con il centrodestra, non sente la necessità di un bel gesto dopo la condanna a 1 anno e 4 mesi (con pena sospesa) beccata il 17 gennaio nell’ambito dell’inchiesta “Onorata sanità”? Anche io so che siamo tutti innocenti fino a una sentenza definitiva, e dunque a maggior ragione lo è Luzzo ma vivaddio, la questione morale e la politica hanno bisogno di trasparenza assoluta! Oh no? E sarebbe di oggi la notizia (riportata dalla Gazzetta del Sud) secondo la quale Luzzo si sarebbe autosospeso e non dimesso. Autosospeso? Bel gesto ma di grazia, qualcuno mi spiega cos è l'autosospensione dalla carica di presidente del consiglio? Comunque un gesto che, sono convinto, sarà prodromico e beneaugurante alla completa assoluzione di Luzzo.
LA TRIANGOLAZIONE SPERANZA-LUZZO-LOIERO
Come l’amico Loiero Agazio e il di lui fratello Tommaso (tanto per citarne alcuni ma l’elenco dei politici e dipendenti è lungo come la Calabria ), Luzzo (che, ripeto, è innocente fino a sentenza definitiva come nel caso di cui sopra) è indagato nell’ambito dell’inchiesta Why Not del fu pm Luigi De Magistris e fu sfidante di Speranza nella corsa alla poltrona di sindaco. Quando fu nominato esperto nella Giunta di Loiero Agazio, Luzzo fu attaccato da tutti. O quasi. Il sindaco Speranza il 29 giugno dichiarò a CalabriaOra: “…lo spirito di Loiero è stato quello di utilizzare una competenza, quale quella dell’ex assessore regionale alla sanità Luzzo, nell’ambito di una commissione tecnica che ha un bisogno di pluralità di apporti e contributi, anche a livello di conoscenze di informazioni che l’esperienza di Luzzo può dare in questa fase così difficile e complesso…lo spirito di Loiero è condivisibile”.
Loiero, sullo stesso giornale, il 5 luglio 2009, ricambiava lo scambio di amorevoli sensi con Speranza. “…nel momento in cui è venuta fuori la pressione di un parlamentare del centrodestra che con il suo operato puntava a far cadere il sindaco Speranza – dichiarò Loiero Agazio – sono stato invitato a tenere conto della situazione e del ruolo di Luzzo”.
In pratica Luzzo – alla faccia della competenza che comunque non sono certo in grado di giudicare – Loiero se lo sarebbe portato in casa per salvare Speranza. “Ho anche avvertito Marco Minniti”, conclude. Dunque non ci sarebbe discussione sul punto.
Bene, bene, bene, questa sì che è politica. Del resto, lo sanno tutti, Minniti è un genio della politica calabrese. Ma che dico: italiana. Ma che dico: mondiale. Ma che dico: extraterrestre! E lo dico sul serio.
Tutto questo senza contare che il candidato indipendente a sindaco di Lamezia, Roberto Molinaro, alcuni giorni fa se ne è uscito con una dichiarazione leggera leggera: “ci sarebbe un consigliere comunale colluso con la ‘ndrangheta”. Ma se fosse solo uno io stapperei una bottiglia di ottimo spumante, caro Molinaro! Sto scherzando. Comunque ha ragione Luzzo quando sfida Molinaro a fare nomi e cognomi nella sede giusta, a partire dalla magistratura, altrimenti il tutto puzza di manovra elettoralistica e di propaganda.
VESCOVO MINACCIATO: MA CHE RAZZA DI CITTA’ E’ LAMEZIA?
In una città in cui le note positive sembrano arrivare tquasi utte dalla magistratura (di Vitello si è detto, ma ricordiamo la sentenza di primo grado contro la cosca Giampà ottenuta nel processo Mangiardi dal giudice Bruno Spadaro) accade intanto che le cosche continuano a fare il bello e il cattivo tempo. Al punto di far arrivare (loro o chi per loro, visto che un atto del genere è impossibile senza il loro via libera) una minaccia il 15 gennaio 2010 al vescovo Luigi Cantafora. Un biglietto di auguri natalizi con la sua foto e il disegno di una bara e la scritta “Amen”.
Ora se in Calabria c’è un vescovo che non è un cuor di leone quello è proprio Cantafora, di cui i più ricordano le sue frasi nel corso delle intercettazioni nell’inchiesta Why Not, in cui cercava, secondo l’accusa, di far assumere sua nipote da Antonio Saladino, l’indagato numero uno dell’inchiesta (a proposito: mi dicono che Saladino, stanco e depresso, si sia dato ai massaggi shiatzu per ritrovare vigoria fisica e atletismo mentale. Se la massaggiatrice è brava vorrei provarla anche io).
L’UDC NAZIONALE VUOLE OCCHIUTO, L’UDC LOCALE NO…
Mi domando anche che razza di politica si faccia mai a Lamezia nell’uno e nell’altro schieramento.
E’ notizia di ieri che l’Udc – che era a un passo da chiudere l’accordo con il centrosinistra e l’Italia dei valori sul nome del candidato Governatore Roberto Occhiuto – sia a un passo dall’ufficializzazione dell’accordo con il Pdl e dunque con Beppe Scopelliti.
La cosa straordinaria è che mentre Pierferdinando Casini lavorava in armonia con il Pd calabrese per candidare Occhiuto, a quanto mi risulta (negheranno alla morte), il segretario regionale Talarico, lo stesso segretario Lorenzo Cesa, Mario Tassone e tutto il gruppo dirigente del partito lavorava di notte per disfare la tela tessuta di giorno da Casini. Una bella fossa intorno a Occhiuto. Ah il vento, il vento che spira verso una direzione certa….
IL PD SI AUTOCONVOCA PER FAR FUORI LOIERO
Mi domando ancora che razza di politica si concentri da tutta la Calabria a Lamezia, dove il Pd – che già ha rinviato le primarie regionale nelle quali, sotto un commissariato di garanzia con un massone superdoc all’interno avrebbe dovuto scegliere il candidato tra tre – domani, alle 10 della mattina si autoconvoca per dire no a Loiero e al loierismo.
A capitanare la ciurma nientepopodimenoche Mario “Piro” Pirillo, europarlamentare, fino a ieri amico per la pelle di Loiero Agazio, intimo e sodale, cofondatore del minuscolo partitino Pdm e oggi pronto ad affondarlo. Ma a Loiero da una parte entra e dall’altra esce: intanto perché spera che fatti fuori uno dopo l’altro i candidati possibili, il Pd lo richiami con le scuse al suo posto e poi perché, se così non fosse, delle due l’una: o tratta la buonuscita politica (qualcuno dice che la Rai sia pronto ad accoglierlo) o se entra in consiglio per proprio conto è capace di aggregarsi al Pdl. E poi Loiero, oggi, per sfida, sapete dove sarà? Ma sempre a Lamezia, ovvio! Alle 9.30 presso il Teatro Umberto parlerà al convegno nazionale “Un mare amico”. Vuoi mettere gli amici veri! Forse va a quel convegno anche per rispondere ironicamente al suo ex sodale Pirillo che ieri ha dichiarato all’Ansa:“Cresce l’onda inarrestabile del cambiamento”. L’onda che rischia di travolgere i profughi del Pd sul gommone. E Loiero invece è pronto a trovare il “mare amico”.
Domani a Lamezia dovrebbero essere 2mila. Forse più, forse meno, perché questo Pd rintronato come un pugile rintronato, è capace di sospendere la rivolta in casa e rimandare anche questo appuntamento. Ormai è come una nave senza timoniere in balia dei venti.
Ah i venti che spirano da destra…
Auguri Lamezia, città e Comune antimafia e paladina della legalità. Sulla carta. Solo sulla carta se non fosse, spesso, per la sola magistratura o quasi.
roberto.galullo@ilsole24ore.com
p.s. notizia dell'ultima ora: Carlo Guccione, leader del Pd in Calabria, ha invitato a sospendere l'autoconvocazione di domani a Lamezia. Contrordine compagni: indietro tutta!