Cari amici di blog torno a voi con le nuove mirabolanti avventure della cosca Alvaro nel Comune di Reggio Calabria che, come sapete, vi sto raccontando da alcuni giorni.
Se avrete infatti la bontà di leggervi i 6 precedenti post in archivio (9, 10, 11, 13, 17 e 18 agosto) capirete che ho cominciato un viaggio di rigoroso approfondimento sull’assenza delle chiavi “politiche” reggine nell’inchiesta “Il Crimine”, scivolata a metà luglio tra Milano e Reggio Calabria. Un’inchiesta che ha miracolosamente fatto salvo il livello della stanza dei bottoni che pure, nelle precedenti inchieste “Bellu lavuru” e “Meta” era stato tracciato.
E in quei lavori, portati avanti con maestria dal Pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo e avversati dalla mani “invisibili” che in Calabria pullulano, alcuni collegamenti e molti fatti sono raccontati.
E così, con voi, mi sto dilettando a raccontare i rapporti tra ‘ndrangheta e politica reggina così come li ricostruisce il pm Lombardo nelle sue richieste di applicazioni di misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta Meta che ha fotografato la mappa del crimine a Reggio Calabria.
La situazione, come era facilmente prevedibile, intanto a Reggio Calabria, se mai fosse possibile, si sta ancor di più imbastardendo. Neppure la politica-spettacolo – con la nomina all’assessorato alla Cultura dell’ex presidente della Camera Irene Pivetti – sta distraendo chi veramente comanda in città. Proprio ieri il sindaco facente funzioni, Peppe Raffa, è stato raggiunto da un clichè abituale: proiettili e lettera di minaccia. Cose già viste, cosi come visto e trito è il clichè delle finte lettere di solidarietà di ogni colore politico. Con l’uscita di scena di Balù Scopelliti l’equilibrio è rotto e ora i lupi famelici che devono affermare la legge del branco sono lì che premono per far capire chi comanda davvero. I soldi da spartire sono a vagonate grazie alle prebende del decreto per Reggio e il Ponte sullo Stretto è sempre lì che attende.
Lo ripeto: Reggio e la Calabria sono irrecuperabili e fossi il ministro dell’Interno, il sassofonista Roberto Maroni, manderei ora, ma proprio ora, una bella ispezione al Comune di Reggio Calabria, per capire, tra gli atti, quali sono i patti che devono essere rispettati e chi li ha stretti. E magari capire quali dovevano essere raggiunti e ora sono a rischio. Ma il sasso-ministro non lo farà mai. Mai.
RICOMINCIAMO DA DOVE CI ERAVAMO LASCIATI
Ormai sarete abituati ad una figura familiare: quella di Cosimo Alvaro, “miracolosamente” sfuggito alla cattura nell’inchiesta Meta, appartenente all’omonima cosca che da Sinopoli è andata alla conquista del capoluogo.
Un’altra figura alla quale sarete abituati è quella di Michele Marcianò, consigliere comunale e vicecapogruppo del Pdl in Comune a Reggio.
E la strada di Marcianò – che non è indagato – si incrocia spesso con la cosca Alvaro (si vedano anche gli ultimi due post in archivio). “Marcianò come già evidenziato nell’ambito dei contatti politici mantenuti dai fratelli Barbieri – scrive il pm Lombardo – si è relazionato anche con questi ultimi, in occasione delle elezioni amministrative avvenute a Reggio Calabria nell’anno 2007. Un intreccio molto particolare, in considerazione che i fratelli Barbieri, oltre ad avere favorito la latitanza di uno dei fratelli di Cosimo Alvaro, hanno mantenuto con quest’ultimo costanti rapporti relazionali”.
Già il 29 ottobre 2006, i Carabinieri avevano registrato una conversazione in casa di Alvaro, sui futuri assetti politici della città di Reggio Calabria, laddove quest’ultimo riferiva ai propri interlocutori, Rocco Palermo (sindaco di San Procopio, per il quale nell’inchiesta Meta è stato spiccato mandato di arresto ma si è dato alla macchia) e Vincenzo Giuseppe Panuccio, di essere indeciso se appoggiare uno o due candidati, in vista delle consultazioni elettorali del maggio successivo (2007), anche se era necessario “mettere qualcuno al Comune”.
IL PACCHETTO DI VOTI
Alvaro riferiva agli interlocutori che tal Carmine gli aveva chiesto un appoggio, per le successive consultazioni elettorali del maggio 2007, a favore di Giuseppe Mangano, candidatosi nelle elezioni amministrative del maggio 2007, nella coalizione capeggiata dal candidato sindaco Eduardo Lamberti Castronuovo. Mangano non è stato eletto e non è indagato.
Il tal Carmine altro non era, secondo l’identificazione della Procura, che Carmine Alvaro, eletto consigliere provinciale di Reggio Calabria il 26 maggio 2006 con 2.206 voti.Cosimo Alvaro, nonostante fosse già impegnato in un appoggio elettorale a favore di un altro candidato, avrebbe comunque promesso a Carmine Alvaro 20/30 voti a Mangano.
Interessante è scoprire che attualmente (almeno da come risulta dal sito della Provincia di Reggio Calabria) Carmine Alvaro è presidente della terza commissione consiliare che si occupa di siti industriali, aree depresse, infrastrutture portuali e aeroportuali, decentramento, circondari, tutela dei consumatori, legalità, lotta al racket e all’usura, trasparenza degli atti amministrativi, servizi pubblici, esternalizzazione e partecipazione in ogni tipo di organismo pubblico (!). Alle ultime regionali Alvaro si è presentato con il Psi-Sinistra per Vendola ma non è stato eletto.
E qui scatta la straordinaria considerazione del pm che riporto testualmente: “da tale discorso emergeva chiaramente che Alvaro aveva a disposizione un notevole pacchetto di voti, da distribuire tra i due schieramenti politici”.
Anche Giuseppe Panuccio, che frequentava, come riporta la Procura, la casa di Cosimo Alvaro, si era candidato nel 2007 alle elezioni comunali di Reggio Calabria come consigliere, nello schieramento “Dc per l’autonomia”, inserita nella coalizione politica avente come candidato sindaco Giuseppe Scopelliti.
Nel corso degli incontri, Cosimo Alvaro e Giuseppe Panuccio programmavano la strategia politica per reperire voti, anche grazie alla presenza attiva di altri soggetti. E le chiacchierate strategiche non sempre andavano per il verso giusto. Ad esempio il 27 gennaio 2007, Cosimo Alvaro si sfogò con Giuseppe Panuccio. Motivo dello sfogo? Il giorno prima aveva avuto un diverbio con Carmelo Barbieri, che era intenzionato ad appoggiare, per le future elezioni comunali di Reggio Calabria, il candidato “M.”, che i Carabinieri identificheranno in G.M., effettivamente eletto nella lista composta da NPsi, Udeur e Pri Insieme per la Calabria. “Il litigio – scrive il Pm Lombardo – scaturiva dal fatto che Cosimo Alvaro, sicuramente, aveva richiesto alcuni voti a Barbieri a favore di Panuccio, ma lo stesso aveva rappresentato di volere appoggiare M., poiché impiegato presso il…OMISSIS…il cui presidente era fratello del candidato”. I due fratelli, specifichiamo, non sono indagati.
Il 25 febbraio 2007 Cosimo Alvaro, parlando con Salvatore Mazzitelli (arrestato nell’inchiesta Meta e poi rilasciato dopo la decisione del Tribubale della Libertà del 24 luglio), Giuseppe Panuccio e altre persone non identificate, chiedeva se fosse stato possibile ottenere almeno un assessore. Nel discorso venivano fatti diversi nomi di probabili candidati e Alvaro spiegava che se avesse richiesto i voti ad “Enzo”, sicuramente Panuccio sarebbe stato eletto.
Il 20 marzo 2007 Cosimo Alvaro e Giuseppe Panuccio, in prossimità delle elezioni, fanno sul serio per acquisire voti. In particolare, durante una conversazione intercettata, Cosimo Alvaro dice di aver incontrato un soggetto, al quale aveva chiesto il voto a favore di Panuccio, ma quest’ultimo aveva riferito che, per ideologia politica, non aveva mai votato un partito di destra, nonostante che Alvaro gli avesse riferito testualmente: “se tu vai a destra per noi è più convenevole, per quanto riguarda me e tutti gli amici miei!”, la verità! più convenevole perché giustamente non posso…inc…, una persona che è….vota a sinistra.”
“L’affermazione è oltremodo significativa – annota il pm Lombardo – poichè evidenziava un diretto interessamento di Alvaro nei confronti di Panucci, poiché l’eventuale elezione a consigliere comunale di quest’ultimo, avrebbe costituito un valido appoggio all’interno del consiglio comunale, sia per lo stesso Alvaro che per l’intera organizzazione criminale d’appartenenza “tutti gli amici miei””.
COME TI CONTROLLO ILVOTO
Nel corso del tempo Alvaro fornirà un elenco di persone che aveva contattato, affinchè votassero Panuccio, aggiungendo che, in prossimità delle votazioni, avrebbero intensificato ulteriormente le richieste di voto. Molto “british” il dialogo con tal Peppe che riporto testualmente:
Alvaro: uno per uno, perché uno! nella famiglia e tutti gli amici miei me lo danno, uno! …capace che ne conosci cento e quando ne conosci mille…uno per uno, hai capito?…..ne conosco cento e capace fino a mille…stop! se no …inc…
Peppe: no!!! ancora è presto …inc…
Alvaro: eh!! ci facciamo il giro che siamo…inc…e ti ripeto! glielo spacchiamo il culo, nome , cognome e pure la fotocopia facciamo
Il 28 marzo 2007, all’interno della casa di riposo “Villa Speranza”, Cosimo Alvaro riferiva a Panuccio che subito dopo le festività pasquali avrebbe saputo i nomi di tutti coloro che avrebbero votato per Panuccio. Quindi, con la pubblicazione delle liste dei votanti, sarebbe stata in grado di sapere anche il seggio dove le persone coinvolte avrebbero votato. Insomma: un controllo finalizzato a verificare se i voti promessi dalle persone contattate, corrispondessero a quelli realmente espressi.
Panuccio (che non è indagato), in quelle elezioni comunali di Reggio Calabria, ottenne 593 preferenze, risultando il secondo della propria lista. Pertanto non venne eletto a dimostrazione che non sempre le ciambelle riescono col buco.
1 – TO BE CONTINUED
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