Come vi avevo promesso, amati amici sammarinesi e no, ho ripreso a parlare e scrivere delle vicende del Titano che, così da vicino, toccano anche il mio Stato.
Colgo l’occasione – a seguito dei quattro articoli che ho dedicato al “memoriale Fantini” reperibili in archivio – per ringraziare l’ex ad del Gruppo Delta Paola Stanzani, i dirigenti, i funzionari e gli impiegati di quel Gruppo che hanno scritto e commentato gli articoli in questione. Lo hanno fatto con garbo, delicatezza, amore per la loro professione, per se stessi e per le loro famiglie. Quel che più mi fa piacere è che hanno capito che questo blog è luogo di notizie separate dal commento. Il ruolo di un giornalista non è facile soprattutto quando ciò di cui scrive tocca nel profondo migliaia di persone che hanno perso il lavoro o lo hanno ancora ma appeso a un filo commissariale. Per loro ho il massimo rispetto.
Torno oggi sul Sole-24 Ore, nel dorso Plus, a occuparmi di Delta e Cassa di Risparmio di San Marino. Lo faccio, anche in questo blog, approfondendo ciò che scrivo sul Sole, con una lettera, non la sola si evince, scritta di proprio pugno dall’ex ad di Carisp, Mario Fantini. Lettera che avevo in mano da mesi, ancor prima che venisse spedita, il 19 agosto di quest’anno, dall’ex segretario di Stato alle Finanze Gabriele Gatti proprio alla Procura di Forlì.
LA LETTERA DATAT 8 MAGGIO 2008
E’ datata 8 maggio 2008 la lettera con la quale Fantini scrive dell’”investimento nel Progetto Italia-Gruppo Delta”. E’ proprio questo l’oggetto.
La lettera, indirizzata agli allora Segretari di Stato per gli Affari esteri e Finanze, rispettivamente Fiorenzo Stolfi e Stefano Macina, è dunque antecedente all’iscrizione della Procura di Forlì di notizie di reato a carico dei vertici della stessa Carisp San Marino e del gruppo bancario Delta.
Quella lettera, scriverà di suo pugno il 19 agosto l’ex segretario di Stato alle Finanze Gabriele Gatti alla stessa Procura di Forlì, fu consegnata “a tutti i membri del consiglio Grande e Generale”.
In altre parole, l’intera classe politica era a conoscenza del Progetto Italia-Gruppo Delta che, per stessa ammissione di Fantini, andava avanti da almeno cinque anni ed era “stato presentato e condiviso con le Istituzioni del Paese, costantemente informate sugli sviluppi e sui risultati conseguiti”.
Ma perche Fantini scrive proprio nel maggio 2008? Perché di lì a poco sarebbe stato presentato un progetto riduttivo che di fatto avrebbe fatto cessare il progetto “in aperto contrasto con la strategia perseguita in questi ultimi anni”. Con le nuove regole dettate dalla Banca centrale sammarinese, da ottobre 2008 sarebbero entrati infatti in vigore limiti severi alla concessioni di affidamenti sui singoli gruppi e alla concentrazione dei rischi, mentre la strategia fino a quel momento aveva portato Carisp a investire in Delta 115 milioni in capitale di rischio e a finanziamenti per un miliardo.
Questa innovazione, a detta di Fantini – a conoscenza di tutti i politici sammarinesi con quella lettera – non sembrava attagliarsi al Gruppo Delta “ove il presidio al rischio è di tipo organico e consente agli amministratori della Cassa la piena consapevolezza e ogni forma di intervento per regolare i flussi”.
Per questo Fantini chiede al Governo sammarinese di trovare una soluzione che consentisse alla Carisp di proseguire il suo trend virtuoso e al sistema sammarinese di assicurare il contenimento nella concentrazione dei rischi. “E’ agevole comprendere – scrive Fantini – come sia oggi estremamente complessa, autolesionista e densa di responsabilità una modifica che sconvolga la rotta di programma e le scelte strategiche consolidate in oltre cinque anni”.
LE TRE RAGIONI PER LA DEROGA AD HOC
E per spiegare le ragioni che erano alla base della deroga richiesta e nel descrivere il rapporto tra Carisp San Marino e Gruppo Delta, Fantini scrive testualmente che “si è in presenza di una posizione di influenza dominante” nelle forme individuate dall’articolo 2 del comma 2 della legge sammarinese sulle regole del credito.
“Peraltro si ritiene che nel caso specifico – prosegue Fantini – sussista anche il secondo degli elementi per l’estensione della deroga, ovvero la sottoposizione del soggetto finanziato, e quindi di Delta, a regole di vigilanza prudenziale, tese al contenimento della concentrazione dei rischi nelle operazioni di rischio. Non dimentichiamo che il Gruppo Delta è un gruppo bancario controllato da Banca d’Italia ed è noto a tutti che il fatto di avere a monte un’istituzione sammarinese ha accentuato, anche in maniera abnorme, ogni tipo di controllo in Italia sul gruppo, controllo esteso a tutte le società facenti parte del gruppo bancario”.
Ma c’è anche un terzo motivo per i quali viene richiesta la deroga. “La terza e ultima condizione – spiega – è relativa all’esistenza di accodi di cooperazione tra Autorità di vigilanza di San Marino e del Paese in cui opera il soggetto affidato”.
“Tale deroga – prosegue Fantini – non credo che possa essere oggetto di critica da parte di chicchessia, senza dimenticare che tenderebbe a preservare la capacità di reddito della Cassa che da anni è il maggior contribuente della Repubblica, nonostante la sensibile riduzione della quota di mercato per effetto della continua proliferazione di sportelli”.
La deroga ad hoc richiesta poteva estendersi secondo Fantini anche alle posizioni di rischio verso parti correlate “nel caso il soggetto connesso a parte correlata fosse un soggetto controllato dalla Cassa, posto che gli esponenti della Cassa e della Fondazione svolgono, nelle società del Gruppo Delta, come in altre società controllate, funzioni di indirizzo e controllo per conto della Cassa stessa; la loro presenza in quei consigli di amministrazione non è dunque espressione di interessi personali”.
Infine la stoccata, garbata e intelligente nello stile dell’uomo, rivolta alla politica sammarinese. Una stoccata – seppur diretta a Stolfi e Macina in quel momento in carica – nella quale si evince che la classe dirigente politica (e finanziaria?) sammarinese era costantemente tenuta al corrente di tutto. “Mi scuso se sono tornato in argomento – scrive infatti Fantini – ma ritengo che la questione abbia una valenza politica e di sistema che non può essere compiutamente portata alla Sua sensibilità e alla Sua attenzione, anche tenuto conto del ruolo istituzionale da Voi rivestito”.
Qualche tempo dopo la Procura di Forlì condurrà l’inchiesta proprio sulla posizione di controllo, e quindi dominante, vietata dalla legge italiana in caso di soggetti non autorizzati a operare sul territorio nazionale e Bankitalia più tardi commissarierà il Gruppo Delta.
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