Questo è l’ultimo articolo di una lunga serie di servizi dedicati a novembre a San Marino.
Questo articolo ruota intorno alle “insuperabili e costanti difficoltà nel tentativo di svolgere un’effettiva attività di vigilanza sugli intermediari bancari e finanziarie sammarinesi”, denunciate da parte di Luca Papi (ex dg della Banca centrale di San Marino) e di Stefano Caringi (ex responsabile della vigilanza presso lo stesso Istituto) ai pm di Forlì. I pm di Forlì hanno poi inserito questo e altro materiale in una lunghissima nota spedita alla Procura nazionale antimafia l’11 giugno 2010.
Per la pubblicazione ho atteso che fosse nominato il nuovo presidente della Banca centrale di San Marino, Renato Clarizia. Nomina avvenuta il 15 dicembre alle 11.07 non senza difficoltà e crescenti polemiche.
I due stimati banchieri hanno in realtà detto molto di più di quanto accennato sopra, visto che i pm forlivesi, titolari di delicatissime inchieste sul Titano, affermano che i due hanno “riconosciuto, sino alla conclusione del loro incarico, una persistente e generalizzata inadeguatezza nell’attuazione concreta da parte degli operatori vigilati delle previsioni normative astratte, con particolare riferimento al settore dell’antiriciclaggio, riferendo altresì di singoli ma reiterati episodi di interferenze nella loro attività istituzionale ascrivibili all’azione diretta di alcuni esponenti del governo sammarinese, rivolte ad ostacolare i controlli ovvero a orientare le valutazioni finali degli organi di vigilanza, pure in situazioni nelle quali erano emerse gravi irregolarità gestionali di intermediari bancari o finanziari, con seri pregiudizi per la stessa stabilità degli stessi e, di riflesso, per la garanzia dei risparmiatori”.
FINGESTUS
In particolare Papi e Caringi fanno i casi dell’ispezione nei confronti della Finanziaria Fingestus riferibile al Gruppo Karnak e alla famiglia Bianchini, nel corso della quale erano emerse “importanti perdite su crediti per circa 10/15 milioni di euro”.
San Marino Oggi, il 19 novembre 2009, riporterà la seguente notizia a proposito di Fingestus: “Si è tenuta un paio di giorni fa l'assemblea dei soci della finanziaria Fingestus Sa. In quella occasione, la proprietà ha deciso la richiesta di amministrazione controllata della fiduciaria per condurre il tutto verso la liquidazione. Si tratterebbe di una scelta che non ha nulla a che fare con la crisi finanziaria e con lo scudo fiscale. La finanziaria Fingestus infatti, rientra tra le attività del gruppo Karnak e sembra proprio che la la nota azienda intenda concentrarsi nel settore che l'ha sempre caratterizzata non intendendo quindi proseguire in questo modo in quello finanziario”.
Marco Bianchini è stato di vittima di un attentato incendiario con una molotov e San Marino Oggi l’11 novembre riporta: “Nessun responsabile individuato. Si chiude così il rapporto della polizia giudiziaria inviato pochi giorni fa alla magistratura: ora, a meno di sorprese in tribunale, l’inchiesta sul lancio delle due molotov verrà archiviata. Decide il commissario della legge Roberto Battaglino”.
Riporto infine, di seguito, la sintesi dell’intervista del collega Paolo Mondani al consigliere di Sinistra Unita, Alessandro Rossi, andata in onda su Report il 28 marzo 2010. Si fa riferimento alle eventuali ingerenze del Governo in carica.
Rossi: Sono state ingerenze sul loro operato. La prima è stata su una compagnia di assicurazione che doveva essere concessa dove il governo ha in qualche modo modificato l’assetto sociale della compagnia senza rifare l’istruttoria a Banca Centrale.
Mondani: La seconda questione? La seconda ingerenza?
Rossi: La seconda questione è su una finanziaria FP che aveva dei problemi e in qualche modo il governo ha cercato di non procedere nella verifica di questi FP finanziari.
Mondani: La terza?
Rossi: Fingestus.
Mondani fuori campo: Fingestus è la finanziaria del gruppo industriale Karnak che la Banca Centrale voleva ispezionare per via della sua situazione debitoria, ma anche qui si sarebbe opposto il ministro delle Finanze Gatti, chiamato in causa anche per una quarta ispezione bloccata, quella a Banca Partner, di proprietà dell’influente immobiliarista sammarinese Marino Grandoni.
Gabriele Gatti, ex Segretario di Stato alle Finanze, come riporterà il collega Mario Gerevini sul Corriere della Sera il 23 febbraio 2010 dichiarerà, riferendosi alle dimissioni di Papi e Bossoni: «Mai alcuna pressione. Loro stessi nell’ultima lettera fanno un passo indietro e dicono che non si sono dimessi per queste pretese interferenze. Ma certo ci siamo preoccupati di favorire un appoggio al sistema».
BANCA PARTNER
Il secondo caso che fanno Papi e Caringi ai due pm è proprio quello dell’ispezione alla Banca Partner, controllata da Marino Grondoni, “banca che aveva richiesto un finanziamento all’Istituto centrale sammarinese nell’ordine di 15/20 milioni e che presentava – continuano i pm nelle loro note su quanto segnalato dai due ex alti dirigenti – crisi di liquidità per problemi economico finanziario originati da perdite rilevanti non dichiarate in bilancio”.
Anche in questo caso sarebbe stato tirato in ballo Gatti che sarebbe sceso in campo (lui ha sempre smentito) per bloccare l’ispezione della Banca centrale decisa a gennaio. Sempre nello stesso articolo del Corriere, il presidente di Banca Partner, Aldo Loperfido, ex Bankitalia, al telefono di Gerevini lamentava «le troppe illazioni» e disse che: «ci sono schieramenti che vogliono danneggiarci».
T-GCG
Il terzo caso è relativo all’acquisto della San Marino international Bank (Smib), ex Banca del Titano, da parte della società olandese T-Gcg, “senza la disponibilità reale – dichiarano Papi e Caringi – da parte di quest’ultima di comunicare le informazioni richieste dalla Banca centrale di San Marino circa l’attività svolta e la sua effettiva sottoposizione al controllo di autorità pubbliche di vigilanza in Olanda. Degna di rilievo è la circostanza che la società olandese si mostrava disposta a pagare la somma di circa 20/25 milioni di euro,
all’incirca doppia rispetto al valore reale della Smib, il cui patrimonio non superava i 10/12 milioni di euro”.
Basta, mi fermo qui non prima di una doverosa precisazione.
Avrete notato che nel corso di questi servizi ho omesso volontariamente nomi di persone e società (a meno che non fossi obbligato a farlo e in questo caso ho riportato le repliche quando presenti o note) perché ciò che interessa è la descrizione di un fenomeno così come emerge dagli atti e dalle carte. Prendere parte a contese o cordate – lo sapete – non mi interessa e non mi interesserà mai. Anzi, spero che le segnalazioni fatte alla Procura nazionale antimafia e le eventuali ipotesi di reato nelle inchieste della Procura di Forlì, si rivelino senza conseguenze alcuna sul fronte giudiziario e processuale per le imprese e per le persone coinvolte.
Buon Natale a tutti!
5 – the end (la precedenti puntate, in archivio, sono state pubblicate il 10, 11, 12 e 13 novembre)
p.s. Come persona “male informata sui fatti” metto anche questo articolo (come tutti gli altri scritti dal 2008 su San Marino) gratuitamente a disposizione del Segretario di Stato Augusto Casali e della relazione sulla presenza della mafia sul Titano che tra appena 8 giorni sarà depositata sul suo tavolo. Brindiamo!
p.p.s. Invito tutti ad ascoltare la mia nuova trasmissione su Radio 24: “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”. Ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 6.45 circa e in replica poco dopo le 21.05. Potete anche scaricare le puntate su www.radio24.it. Attendo anche segnalazioni e storie.