Cari amici daalcuni giorni (rimando all’archivio) sto analizzando l’ordinanza del 4 aprile 2011 del giudice milanese Ghinetti sull’omicidio del presunto boss di ‘ndrangheta Carmelo Novella, ucciso a San Vittore Olona il 14 luglio 2008. Delitto che sto analizzando alla luce non solo dei verbali del boss pentito Antonino Belnome (che dopo averlo negato si è autoaccusato di quell’omicidio) ma dalla loro lettura incrociata con l’ordinanza.
Il movente (principale) non sarebbe l’idea secessionista di Novella, che voleva proclamare la “Libera Repubblica di Lombardia” fondata sulla ‘ndrangheta ma principalmente (ripeto: principalmente) questioni terra-terra. Tra queste – visto che siamo tra calabresi seppur nati, cresciuti o pasciuti al nord, sgarbi che Novella avrebbe fatto (o detto) nei confronti di donne.
Come ho già detto un fatto è certo (la morte di Novella) ma un altro è incerto (il movente principale). Un conto è dire che è stato ucciso perché voleva recidere il “cordone ombelicale” tra “mamma-Calabria” e “figlia-Lombardia” (il che presuppone nuovi e imprevedibili scenari non solo nel crimine ma anche nella lotta al crimine stesso) e un conto è dire che è stato ucciso per un regolamento di conti basato su una miscela pur sempre esplosiva: donne e affari.
Una cosa però vorrei dire chiara e tonda: è innegabile che l’aspetto secessionista della strategia di Novella ha una influenza enorme sulla decisione di ucciderlo. Innegabile – sembra quantomeno perché le fa mettere a verbale Belnome che è ritenuto credibile e attendibile dalla Procura di Milano – è la presenza delle altre concause.
Leggete gli stralci dell’interrogatorio condotto dal procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini. Ricordo intanto che Novella, in una conversazione intercettata con tal Domenico Origlia si sarebbe lasciato andare ad espressioni irriguardose nei confronti della madre di Gallace, comportamento che nel contesto ‘ndranghetistico non può essere definito una semplice “trascuranza”.
Anche Andrea Ruga (si vedano i post precedenti) avrebbe avuto motivi di risentimento nei confronti di Novella, poiché costui, in occasione del matrimonio del figlio di Ruga, si sarebbe comportato in modo irriguardoso.
INTERROGATORIO DEL 1° DICEMBRE 2010
Pm: Quando lei dice che una delle regole della 'ndrangheta è di non esprimere giudizi
sulle donne, lei intende in generale oppure nei confronti di madri, spose, sorelle, parenti di appartenenti all'organizzazione?
Belnome: In generale una delle regole ferree del1a 'ndrangheta è proprio quella di rispettare le donne che siano madri, sorelle, cugine di appartenenti all'organizzazione. Il che non vuol dire che non si possono allacciare relazioni o altro, è necessario però che venga dato preventivamente avviso alla famiglia di appartenenza. Per quanto riguarda la sua domanda, nessuno di noi può permettersi di esprimere giudizi non consoni, quindi volgari e non rispettosi, nei confronti di donne delle nostre famiglie, mentre evidentemente ognuno di noi è legittimato ad avere o fare battute su donne che non fanno parte delle rispettive famiglie.
Dirà poi Belnome, rispondendo ad un’altra domanda: “Se sono parenti o mogli o sorelle di affiliati, è una gravità mostruosa, li si muore proprio se ci sono apprezzamenti di questo genere o addirittura che uno tenti di provarci, si può avere … però con le dovute maniere. Primo, si deve andare a parlare con la famiglia, prima ancora di parlare con lei deve parlare con la famiglia, nel senso mettere al corrente che c'è questa situazione "Guarda, mi piace tua sorella", e allora questo è un altro discorso. Cioè farsi avanti con le dovute correttezze perché se no, altrimenti, se vengono a scoprirlo è di una gravità mostruosa; o addirittura una relazione nascosta”.
E Novella, tutto ciò, non lo avrebbe fatto con stile e correttezza. Nossignori.
INTERROGATORIO DEL 2 DICEMBRE 2010
E ora, infine, altri 2 interrogatori del 2 e 3 dicembre 2010 in cui si ritorna sul rapporto Lombardia-Calabria.
Belnome: Perché per fare un locale serve l'autorizzazione. di tutti i capi locali, a meno che poi lo spiegheremo nel dettaglio si intrometteva il Novella, quando decideva il Novella cambiavano tutte le scene perché la maggior parte dei locali erano con lui. Perché un locale del nord non è come il locale della Calabria, i locali del nord … è come un parto di una donna, un cordone ombelicale, sono sempre legati a un cordone per esempio Giussano con Guardavalle, Cormano con la Gioiosa, Bollate con Rosarno, perché la maggior parte degli abitanti sono di Rosarno, Erba con gli Arena e viceversa. Un locale che non ha queste fondamenta è come una scialuppa nell' Oceano Atlantico; e questo era quello che voleva il Novella. Parecchi locali sono stati formati· da lui, chi gli diceva di no,? E per tutte persone strette vicine a lui, tipo Pioltello, tipo i Barranca, tipo i Mandalari. Dopo la sua morte lì ci sono stati i veri problemi, perché poi il nord … perché poi giù in Calabria dovevano… praticamente al nord non è che prendono ordini dalla Calabria però la Mamma è della Calabria, quindi le novità bisogna passarle . in Calabria, determinate doti si prendono in Calabria. La copiata che si dà in Calabria è unica, non la può dare il nord. Al nord chi dà le copiate, un affiliato… ? Non puoi. La copiata è unica, se voi siete… vi viene data la dote di santista, la copiata del santista è unica; se ve la danno al nord non è la copiata della Calabria, è capace che vai in Calabria e manco ti riconoscono come santista. Così il vangelo e via dicendo le doti ristrette nel locale, lì non c'è problema; però diciamo ogni locale c'ha un suo referente in Calabria. Si può fare anche un esempio: se si riuniscono tutti i capi locali o tutti i locali, decidere di organizzare due/tre mastri generali, che rappresentano uno la Piana, uno Reggio e uno la Ionica, e porta le novità, nella Plana, a Reggio e nella Ionica. Ma non è che il mastro generale sia una figura dominante…Certo, ci sono dei capi locali intimoriti, nel senso che non hanno queste fondamenta e sono in balia del Novella, quello lui era un… tre quarti di locali erano in mano a lui i se non eravate in mano a lui avevate dei grossi problemi al nord. Lui non aveva Giussano, non aveva più Seregno, non aveva più Cormano e qualcun altro, ultimamente anche con Barranca non aveva ottimi… ma il resto ce li aveva in mano lui. Lui faceva bello e cattivo tempo, quando lui prendeva una decisione … gli altri locali poi non volevano andargli contro perché significava la rovina. Quindi era una figura rilevante in Lombardia.
INTERROGATORIO DEL 3 DICEMBRE
Belnome: Niente, per quanto riguarda poi i locali, i
locali della Lombardia per esempio sono figli dei locali della Calabria, perché la 'ndrangheta è la Calabria, non è della Lombardia. Il locale al nord lo si può aprire anche senza un cordone ombelicale con la Calabria, in che senso? Una propria autonomia la potrebbe anche avere al nord, però è un locale, primo, debole; secondo, sono i classici locali dove vanno dove tira il vento. In che senso? Se una persona ha un notevole spicco o un locale forte, si aggregano con quel locale, non prendono mai iniziative e non assumono mai una direttiva o una presa di posizione perché non hanno queste possibilità, si aggrappano sempre a qualcuno; invece quando un locale è forte, che ha le sue radici in Calabria, be' gli aspetti cambiano. A parte il rispetto cambia,oltre il rispetto si è temuti, insomma. Insomma, quando si prende una qualsiasi decisione lo si dice "Bisogna parlare con Giussano. Bisogna parlare con Bollate. Bisogna parlare con Legnano. Se non sono d'accordo loro, non si fa niente. Senza la loro autorizzazione non si fa … ". Non è che gli spetta questa cosa, gli viene data,dagli altri.
3 – the end (le precedenti puntate sono state pubblicate l’8 e il 9 maggio)
P.S. Ora potete acquistare il mio libro: “Vicini di mafia – Storie di società ed economie criminali della porta accanto” online su www.shopping24.ilsole24ore.com con lo sconto del 10%