Quando la realtà supera la fantasia. Domenica 26 agosto è stato pubblicato sul Sole-24 Ore l'articolo che leggerete di seguito.
Ieri, inoltre, su questo blog ho pubblicato la lettera aperta della preside della scuola Corrado Alvaro di San Luca (Reggio Calabria), Domenica Cacciatore.
Sempre ieri l'ennesimo colpo di scena di cui do conto a voi lettori. La stessa preside è stata costretta a spedire una missiva al sottosegretario alla Pubblica istruzione Marco Rossi Doria, al prefetto di Reggio Calabria e al sindaco di San Luca, per poter accedere ai locali dal 1° settembre e preparararsi all'inizio regolare dell'anno scolastico il 17.
Causa lavori in corso – di cui la preside non conosce la fine – il personale docente e amministrativo non potrebbe entrare.
Della lettera vi riporto solo la parte conclusiva che vi invito a leggere con attenzione perchè testimonia che i Servitori dello Stato spesso sono gli Uomini e le Donne che non conosci e non conoscerai mai, come questa preside che per poche migliaia di euro al mese sacrifica la propria vita per la missione più nobile che esista: la formazione e l'istruzione dei giovani.
Ecco la parte conclusiva della lettera e a seguire l'articolo che domenica è uscito sul Sole: "
…
chiedo alle SS.LL. un intervento con il Comune di San Luca, al fine di chiarire in tempi ristretti l’incresciosa situazione, e di evitare alcun impedimento dell’ente suddetto alla necessaria presa di servizio di tutto il personale scolastico,
che giorno 1° Settembre dalle ore 8,30 alle ore 13,30 si recherà per assumere servizio necessariamente negli uffici di segreteria della sede centrale, che, come d’accordi intercorsi il 20 giugno us in caserma dinanzi ai Carabinieri, sono stati a tutt’oggi al servizio del pubblico che giornalmente ha avuto tranquillamente accesso.
Si precisa che quanto sopra richiesto è necessario ed inderogabile, considerato il fatto che altri plessi dell’Istituto sono sprovvisti di fax e linea Adsl per collegamenti con i sistemi informatici utilizzati abitualmente per l’iter gestionale-ammistrativo dell’istituzione scolastica.
Alle SS.LL. si chiede, altresì, di sollecitare il Comune di San Luca al fine della consegna dei locali scolastici (Palestra compresa) della sede centrale di Via Potamia n° 1, che la scrivente desiderebbe avere massimo entro il 10 Settembre pv per poter organizzare un corretto avvio dell’anno scolastico 2012/13 che, come da calendario scolastico regionale avrà inizio lunedì 17 Settembre.
Inoltre, i lavori attualmente in atto sono iniziati a giugno e ancora la scrivente non è stata informata del termine temporale di conclusione e consegna con collaudo degli stessi (ci si augura, altresì, che siano state sistemate anche le tapparelle, gli infissi, nonché gli stessi siano siliconati, onde evitare il ripetersi delle spiacevoli difficoltà vissute nell’anno scolastico 2011/12).
Corre l’obbligo di precisare che in realtà i lavori ancora in atto in alcuni bagni sono iniziati addirittura a febbraio 2012, nonché più volte interrotti, e sono stati effettuati con allievi e personale tutto presente, che ha operato nell’assoluto disagio e anche rischio. Tale situazione è stata rilevata e certificata, altresì, dall’Asl di Siderno, e in questo caso il Comune non ha impedito alcun ingresso né alle aule, né agli uffici di segreteria, presidenza o altri locali interni ed esterni, nonostante tali rischi rilevati fossero stati più volte segnalati. Ora non si comprende il perché di tale "chiusura" a trovare soluzioni condivise per operare con serenità".
Buona vita
IL MIO ARTICOLO PUBBLICATO SUL SOLE DOMENICA
A mezzogiorno del 14 agosto, giorno feriale (e caldissimo) come un altro, il comprensorio scolastico di San Luca, terra di banditi e scrittori ai piedi dell'aspromonte calabrese, è aperto anche se le aule sono vuote.
A rispondere al giornalista è una dipendente che preferisce non qualificarsi. Forse perchè la domanda di esordio – da queste parti – è tanto ingenua quanto pericolosa: «Buongiorno. Vorrei parlare con la preside dell'ennesimo abbandono, 11 bambini che invece di frequentare la scuola Corrado Alvaro, intitolata al suo più illustre cittadino, erano a casa o nei campi. E' possibile?». La risposta non può che essere obbligata: «Si, ne ho sentito parlare ma la prego, si riaffacci a settembre, quando la preside sarà tornata. Buongiorno».
Nessun biasimo. Aprire bocca qui è difficile. Soprattutto se si chiede come mai, ancora una volta, 22 genitori sono stati denunciati per inosservanza dell'obbligo dell'istruzione elementare dei minori. In due anni fanno 38. Diciannove coppie che – come spiega al Sole-24 Ore Francesco Donvito, comandante della compagnia dei Carabinieri di Bianco che il 9 agosto ha condotto l'indagine sulla dispersione scolastica – non hanno fornito alcuna motivazione per le assenze dei figli, che hanno marinato per l'intero anno. Figli o nipoti di 'ndranghetisti?
«In un paese come questo i cui i vincoli di sangue sono strettissimi – continua Donvito – è difficile districarsi tra le parentele ma nessuna famiglia mafiosa conclamata è finita nell'indagine».
Aprire bocca in questa terra è difficile ma impossibile no. Perchè nel paese che il 15 aprile 1895 diede i natali ad Alvaro, c'è chi ha il coraggio di resistere e dare dignità ad una collettività famosa non solo per il suo scrittore-poeta ma soprattutto per avere tra i più alti tassi di concentrazione mafiosa al mondo. Su quattromila anime che da 21 anni si tormentano in una faida senza ritorno che a ferragosto di cinque anni fa bagnò di sangue persino Dusiburg in Germania, ci sono almeno sette 'ndrine e centinaia di affiliati che si compongono e scompongono in un caleidoscopio di traffici mortali che toccano i cinque continenti.
E sono proprio i Carabinieri, in questo lembo aspromontano a due passi da Polsi, luogo sacro per la 'ndrangheta, a indicare chi, per primo, tenta di rompere la catena mafiosa che, come un cane che si morde la coda, è fatta di scienza (le menti raffinatissime, la zona grigia) e di ignoranza (che si alimenta con la dispersione scolastica).
«Parli con la preside del comprensorio – conclude Donvito – con la quale abbiamo un rapporto che va oltre gli obblighi istituzionali. La incontri, è una donna eccezionale».
Dare torto all'Arma è impossibile. Una montagna di riccioli sulle spalle, giovanile e sicura di sè, Domenica Cacciatore, ogni giorno, dal 1° settembre 2011 parte in auto da Vibo Valentia per raggiungere San Luca. Quando va bene sono cinque ore perse, tra andata e r
itorno, tra le rovine della statale 106 e l'inferno dei cantieri sulla Salerno Reggio Calabria. «Lo faccio per i miei ragazzi» dice senza titubanze. Titubanze, del resto, non se ne possono avere in una scuola che – all'esterno e all'interno – è fatiscente. Più un girone dantesco che un luogo di studio, formazione e cultura.
Dopo l'esordio una frase che lascia di stucco. «Qui la scuola non la vuole la cultura mafiosa mentre invece le mamme dei ragazzi fanno a gara per avere un'istruzione migliore e questo è un bel segno», dice Cacciatore al Sole-24 Ore. Non è difficile crederle. Non poi così distante da qui, in Sicilia, lo scrittore di Comiso Gesualdo Bufalino, diceva che per sconfiggere la mafia è necessario un esercito di maestri elementari. C'è voluto un anno di impegno, la chiamata a raccolta delle migliori forze sane della provincia, oltre all'Arma dei Carabinieri e al Governo, per portare il Comune di San Luca a ristrutturare parzialmente la scuola che, oltre alla materna conta anche elementari e medie.
"Bisogna continuare in questa direzione – spiega la preside – ma è altrettanto urgente intervenire per risolvere il disadattamento scolastico e comportamentale di diversi alunni, che se non ripresi subito rischiano di sfociare nella devianza».
Anche in questo caso è difficile darle torto e mentre ricorda che da settembre farà montare quattro telecamere a circuito chiuso in ogni aula per evitare i continui vandalismi, mostra le foto di quelli che una volta erano banchi e oggi sono diventati opere d'arte.
"Quasi ogni giorno ne vola uno dalla finestra – conclude Cacciatore – e così, da questo cimitero di pianali distrutti, abbiamo tratto tavole dipinte o comunque decorate».
Anche questo aiuta a tenere lontano il realismo di : «La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile».