Questa è una di quelle notizie che non trovate sparate con grancassa e megafoni nei giornali e nei telegiornali.
Se siete dei maniaci della legalità, la potete cercare su blog come questo.
Veniamo al dunque. Ieri, a Roma, il presidente di Confindustria Imperia Alessandro Bocchio, il direttore Giuseppe Argiro', il presidente di Confindustria Liguria Sandro Cepollina e il vice presidente di Confindustria Ivan Lo Bello si sono incontrati con il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri.
Il motivo dell’incontro? Molto semplice: la Provincia di Imperia è destinata a sparire. Almeno così sembrerebbe alla luce delle riforme avviate dal governo Monti sulla revisione della spesa.
Della scomparsa della provincia di Imperia sentiranno la mancanza in quattro gatti e tra quelli – sono certo – non gli imprenditori. Che infatti, a Roma, non piangevano per questo ma per gli effetti che la scomparsa della provincia potrebbe avere sulla permanenza della Prefettura, della Questura e dei Comandi Provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza.
Insomma, non so se vi rendete conto: gli industriali di una ricca provincia del Nord vanno dal ministro e mettono le carte sul tavolo della legalità. Un plauso è il minimo che si possa.
La provincia di Imperia, terra di confine, storicamente è soggetta alla penetrazione economica da parte della criminalità organizzata. Nizza e Marsiglia – che non sono propriamente città per educande – sono lì a un passo. Così come storia è il fatto che il casinò è stata fonte irresistibile di richiamo per il riciclaggio nazionale e internazionale del denaro sporco.
La storia recente ricorda invece due Comuni sciolti per condizionamento della criminalità organizzata – Bordighera e Ventimiglia – che rappresentano circa il 20% della popolazione residente, facendone un record nel nord Italia.
“Oggi la reazione è in una fase delicatissima ma positiva con le recentissime evoluzioni giudiziarie ed investigative – affermano i vertici confindustriali di Imperia – e non possiamo dare l’impressione di abbassare la guardia ora. Sarebbe una scelta sbagliata, anche sotto il profilo del raggiungimento degli obiettivi per i quali il Governo correttamente vuole agire: la razionalizzazione della spesa”.
Il presidente Bocchio ha chiesto dunque con forza di non alleggerire la presenza dello Stato.
LA RISPOSTA DEL VIMINALE
E la risposta del Viminale qual è stata. Non poteva che essere quella di dare “ampissime garanzie che non vi sarà nessun alleggerimento e nessuna soppressione di presidi ed in particolare della prefettura e la questura, esprimendo anche la valutazione di un rafforzamento ulteriore del controllo del territorio”.
Questo accade in Italia. Non al Sud. Al Nord, nella Riviera dei fiori. E delle cosche.
r.galullo@ilsole24ore.com