Amati lettori di questo umile e umido blog da ieri sono ritornato a scrivere del rapporto tra mafie e massonerie, spigolando qua e là tra le pieghe della relazione conclusiva della Commissione parlamentare antimafia. Per quel che ho scritto rimando al link a fondo pagina.
Oggi proseguo da dove mi sono fermato ieri. Vale a dire sul sistema di relazioni “esterne” che permette alle mafie di diventare sempre più forti. La scoperta dell’acqua calda, verrebbe da dire, ma tant è.
Il discorso viene approfondito con uno dei tanti passaggi dedicati alla ‘ndrangheta. Il racconto parte da lontano, vale a dire dal momento in cui la famiglia De Stefano intuisce che bisognava tessere con la società sia calabrese sia nazionale nuove relazioni.
Venne così fuori la necessità di cambiare le vecchie tradizioni della ‘ndrangheta contrarie alle doppie affiliazioni. La cosca De Stefano fa fuori contemporaneamente tre capi della ‘ndrangheta: Macrì, Nirta e Tripodo. Con questo gesto ha la possibilità di rompere con il vecchio mondo e di aprire strade nuove nel massimo della segretezza possibile, dando vita a una cosa inusuale dentro la storia delle mafie: una terza organizzazione, in bilico tra mafia e massoneria, che si chiamerà la “santa”, un’organizzazione che non tutti debbono conoscere perché ha delle relazioni così delicate che neanche tutti gli aderenti alla ‘ndrangheta possono parteciparvi ed esserne perfino a conoscenza.
Inizialmente saranno solo trentatré coloro che ne potranno far parte, poi inizierà un’inflazione di queste presenze. Ecco l’invenzione dei “crocevia”, luoghi di incontri e di relazioni segrete che faranno la fortuna dei mafiosi calabresi e consentirà loro il salto nazionale e internazionale. Nei sotterranei della politica e dell’economia si estendono quelle relazioni che non è utile per nessuno tenere alla luce del sole. Nasce “la mafia underground”, nascono i crocevia delle relazioni impronunciabili, i sotterranei dei rapporti indicibili.
La “santa” è vincente perché nella storia d’Italia, dove si intrecciano da sempre reti illegali, criminali, politiche, affaristiche, sono fondamentali gli “incroci” di élite che non possono avvenire in superficie. Ecco, la santa è una di queste opportunità. Che diventa a sua volta un modello da replicare per quella parte di classe dirigente (compresa quella criminale) che ha interesse a muoversi al di fuori della legge.
La “santa” è un’organizzazione di relazioni, perché è abitudine e lunga consuetudine delle classi dirigenti italiane crearsi dei circuiti particolari delle influenze e delle conoscenze. Le conoscenze e le relazioni stabiliscono un capitale che nessun merito personale può sostituire. Servono nelle reti clientelari, in quelle corruttive e da alcuni anni nelle reti mafiose. Una persona ambiziosa (politico, professionista, uomo delle istituzioni, imprenditore o mafioso) non potrà mai essere influente se non è in possesso di un circuito stabile di relazioni.
Ed eccoci al clou del ragionamento esperito dalla Commissione antimafia: «Questo consente ai mafiosimassoni di cercare di avere tre tipi di relazioni: con il mondo politico locale e nazionale, con il mondo imprenditoriale locale e nazionale, con la magistratura e gli avvocati: l’infiltrazione della massoneria è in grado di offrire opportunità per tutte e tre queste relazioni.
La storia delle mafie, quindi, è una storia di integrazione della violenza popolare dentro le strategie delle classi dirigenti. E in questa storia di integrazione bisogna andare a leggere e analizzare tutti i crocevia di queste relazioni, anche quelli con la massoneria. Le mafie colpite come non mai nella loro storia da una repressione continua si rifugiano in luoghi opachi e occulti approfittando della presenza di organizzazioni delle classi dirigenti affermatesi proprio grazie allo scambio o al commercio di influenze. La storia del rapporto massoneriamafia è la sintesi perfetta dell’opacità del potere in Italia. Un’opacità del potere che ha permesso la continuazione di tante forme illegali: la mafia è una di queste».
Beh, ora mi fermo. Ma domani si ricomincia!
r.galullo@ilsole24ore.com
2 – to be continued
(per la precedente puntata si legga