Caserta e Terra dei fuochi: cave abusive, discariche abusive, città abusive e mattoni “fragili” destinati all’edilizia

317 cave abbandonate, 59 chiuse, almeno 26 abusive e 46 autorizzate: sono questi i numeri sulle attività estrattive nei 104 comuni della provincia di Caserta che detiene il primato per numero di cave presenti e per la pressione che queste attività generano sul territorio: merito di questa fotografia è di Legambiente, che tre giorni fa ha presentato il Rapporto Cave 2017.

In questa provincia è presente una cava ogni 5,8 chilometri quadrati, più del doppio rispetto alla densità del resto della Campania.

Per rendersene conto basta osservare lo stato dei monti Tifatini, nell’area fra Capua e Maddaloni, una zona nota come “la città continua”, oggi profondamente segnata dai 20 siti estrattivi presenti (di cui sette ancora in attività), con fronti di cava enormi, visibili da ogni punto della città.

Il problema paesaggistico non è però l’unico e, trovandoci nella provincia di Caserta, è facilmente comprensibile il motivo. L’influenza esercitata dai clan camorristici è fortissima, visto che dalle attività estrattive partono per i traffici legati al ciclo del cemento e a quello dei rifiuti. «In Campania e nella provincia di Caserta – recita il testo della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti del febbraio 2013 – il problema è particolarmente sentito per l’elevato numero di cave e per il massiccio utilizzo illecito che negli anni ne è stato fatto [..] Cave abusive, città abusive, discariche abusive: nella Regione Campania ed in particolare nella provincia di Caserta ogni segmento connesso con l’utilizzo delle risorse naturali ed ambientali attiva ed alimenta un ciclo illecito, in relazione al quale straordinari sono gli interessi delle organizzazioni criminali».

I Carabinieri del Noe il 26 maggio 2016 hanno messo alla luce un traffico di rifiuti attraverso la predisposizione di falsi documenti di trasporto e falsi certificati di analisi nel Comune di Giugliano (Napoli). Oltre 250mila

tonnellate di rifiuti smaltiti illecitamente in due cave nel cuore della Terra dei Fuochi, in Campania, 14 persone, tra imprenditori e professionisti, agli arresti domiciliari, un consolidato sistema e soprattutto un enorme danno ambientale. Di conseguenza sono state sequestrate anche le due cave, la San Severino e la Neos di Giugliano in Campania, oltre ai mezzi di diversi ditte, aree di stoccaggio di rifiuti ed impianti.

Presso la cava San Severino, autorizzata ad effettuare operazioni di ricomposizione ambientale, secondo le indagini che oggi ricorda Legambiente nel suo Rapporto, in realtà venivano smaltiti i rifiuti provenienti da demolizioni di edifici della città e provincia di Napoli, senza essere sottoposti a processi di separazione, vagliatura e macinazione mediante apposito impianto, peraltro in una zona a rischio idraulico, così come individuata dall’autorità del bacino nord occidentale della Campania. Situazione simile nell’altra cava con la differenza che in questo caso i rifiuti provenienti dalle demolizioni venivamo miscelati con la pozzolana

prodotta nella cava, rivendendone il prodotto ad un’industria della provincia di Caserta, produttrice di laterizi e cemento.

I controlli hanno stabilito come i mattoni, destinati all’edilizia civile, presentassero una particolare fragilità. Poi uno si domanda perché cadono le casa, crollano i ponti, franano strade e autostrade e basta una minima scossa tellurica per provocare morte e dolore.

r.galullo@ilsole24ore.com

 (si legga anche

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2017/02/15/in-calabria-le-cave-abusive-non-sono-censite-e-le-cosche-della-ndrangheta-controllano-cosi-il-ciclo-del-cemento-illegale/)

  • Roberto Galullo |

    GRAZIE. ho corretto.

  • ernesto |

    Hai scritto terra dei aa FUchi

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