Carlo Azeglio Ciampi e la lotta alla mafia nel suo discorso davanti all’Assemblea regionale siciliana

Il 13 gennaio 2000, nel primo incontro dell’anno con una regione e dopo appena sette mesi di presidenza della Repubblica, aveva impiegato una manciata di minuti per andare al cuore del discorso e declinare i termini imprescindibili dello sviluppo nel nome della legalità.

Davanti all’Assemblea Regionale Siciliana Carlo Azeglio Ciampi aveva infatti affermato che «la lotta senza compromessi contro la mafia è una delle pre-condizioni necessarie per dare vita a un nuovo modello di sviluppo civile ed economico». Con la schiettezza e la semplicità di sempre, il Capo dello Stato era entrato nel vivo coniugando il suo profilo di economista a quello di più alto Servitore dello Stato.

Ciampi aveva sottolineato che la Sicilia e l’Italia avevano una grande occasione: la liberazione dalla soggezione a quella vecchia cultura che si sintetizzava «nella paura della mafia, e che si combinava con l’indifferenza, con una sorta di fatalismo».

Per trasformare le promesse e le speranze in realizzazioni e combattere la mafia Ciampi sottolineò come non bastasse e non basti l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine, l’azione sul fronte culturale, l’azione di rilancio economico o la pur indispensabile opera di ammodernamento della pubblica amministrazione e di semplificazione delle procedure. «Occorre saper avanzare contemporaneamente su tutti questi fronti», disse. Un’azione corale dunque, un circolo virtuoso di lotta alla criminalità e alle prassi illegali – come lui stesso lo definì – che potesse creare condizioni propizie a una maggiore sicurezza e fiducia, premessa necessaria per una crescita economica e per un risanamento sociale che inaridisca le radici della criminalità. «Non c’è, non vi può essere stanchezza in questa lotta», ribadì.

E per essere ancora più esplicito fece riferimento al fratello dell’attuale presidente della Repubblica, quel Piersanti Mattarella ucciso esattamente 20 anni prima, il 6 gennaio 1980. Le prime ore della sua presenza in Sicilia, infatti, Ciampi le  aveva dedicate ad un omaggio alle vittime della mafia e alla partecipazione alla commemorazione di Piersanti Mattarella, «uomo delle istituzioni che con la vita ha pagato l’impegno per il riscatto civile di questa terra».

r.galullo@ilsole24ore.com