Qualità della vita: l’Albergo Miramare di Reggio Calabria e la sua esemplare storia (di infiniti scontri politici)

Giuseppe Falcomatà venne eletto sindaco di Reggio Calabria il 26 ottobre 2014 con il 60,99% dei voti. Questo – in una città come Reggio e in una regione come la Calabria – vuol dire solo e unicamente una cosa: i blocchi di potere (che in questa terra sono sempre transeunti e trasversali) erano passati armi e bagagli con il “predestinato” ben prima del risultato dell’urna. Non solo legittimo (per carità di Dio, l’urna è democrazia) ma ovvio, scontato e banale: dopo 10 anni di “modello Reggio” del prode Giuseppe Scopelliti e dei suoi sodali, i poteri e i singoli votanti non potevano far altro che virare sul “predestinato”.

Da allora – è passato poco più di un anno dal suo insediamento – Falcomatà jr non poteva certo compiere miracoli amministrativi ma ciò non toglie che gran cosa (ad avviso di questo umile e umido blog) sarebbe invertire la marcia rispetto ad usi e costumi che avevano contraddistinto l’erede (autoproclamato) di Ciccio Franco.

Valga l’esempio “Miramare” che proprio il sindaco, il giorno dopo l’inchiesta del Sole-24 Ore sulla qualità della vita da me condotta, ha citato come esempio virtuoso di svolta politica. Legittimo affermarlo, opinabile crederlo. Fino, almeno, a che ci sarà democrazia. Ciascun lettore – soprattutto fuori dai confini reggini e calabresi dove la vicenda, bene o (molto) male è nota – si formerà il proprio giudizio.

L’AFFAIRE MIRAMARE: SCOPELLITI UBER ALLES

Il 26 novembre 2008 il Comune di Reggio Calabria rientrò in possesso dell’hotel Miramare. Un albergo: ebbene sì.

Lo decise il 2 ottobre 2008 la Corte d’Appello reggina, disponendo che «il contratto di locazione, intercorrente tra le parti, è cessato per spirare del termine finale alla data del 26 novembre 2007»  ed ordinò alla società appellante Grande Albergo Miramare Gam srl di rilasciare l’immobile. La causa era iniziata nel primi mesi del 2006 e la sentenza di primo grado era intervenuta nel settembre del 2007 e su appello della Gam, a distanza di appena un anno, la Corte d’Appello emise la sentenza. All’epoca l’albergo era chiuso da circa due anni.

Il 7 settembre 2007 una determina del dirigente di settore aveva dato luogo alla pubblicazione di un avviso per l’affidamento in concessione d’uso e gestione del Miramare. Il 13 marzo 2008 venne approvato l’elenco delle ditte ammesse alla fase successiva ed il 23 settembre 2008 venne spedita la lettera d’invito fissando come termine ultimo di presentazione delle offerte il 9 dicembre 2008. «E’ stata una grande vittoria, un risultato che la città si attendeva – sottolineò garrulo l’allora sindaco Giuseppe Scopelliti, quello del vincente modello Reggio; talmente vincente che nel 2012 il Governo sciolse il consiglio comunale del fido Demetrio Arena per contiguità mafiosa –. Il Miramare torna a tutti gli effetti nella piena disponibilità del Comune. Si tratta di un fatto di straordinaria importanza soprattutto nell’ottica di quella Reggio turistica che abbiamo sempre voluto con determinazione sin dai primi giorni dal nostro insediamento. L’affidamento della struttura sarà fatto con criteri e regole diverse rispetto al passato che determineranno un vantaggio economico per l’ente. Le procedure per l’affidamento sono contemplate in un bando pubblico il cui iter è in via di completamento».

VENDITA FALLITA

Di quel bando si persero le tracce, l’Hotel, non ho mai capito perché tra i simboli della città, restava chiuso e la gestione commissariale conseguente allo scioglimento per contiguità mafiosa del consiglio comunale di Reggio Calabria, portò la commissione straordinaria a inserire lo stesso albergo nel piano di vendite e valorizzazioni immobiliari del triennio 2012/2014. Con la delibera n. 39 dell’11 dicembre 2012  si decise di vendere l’albergo (a mio modesto avviso decisione saggia ma so perfettamente di incorrere in lesa maestà nei confronti della trasversale opinione della politica reggina) ma nessuno lo acquistò.

Puntuale a confermare i boatos che circolavano da giorni, il 16 luglio 2015 la giunta comunale del sindaco Falcomatà, nonostante la contrarietà di alcuni assessori, alle 17.30 approvò a maggioranza una delibera proprio su quella struttura liberty (unico assessore assente tal Mattia Fortunata Neto), visto che manifestazioni ed eventi di espressione artistica, culturale e musicale rappresentavano «un elemento aggiuntivo di vivacità» dell’area della città (vale a dire il lungomare) nella quale sorge l’albergo (si veda pagina 2 della delibera).

FINO A OTTOBRE MA…PER NATALE

Ebbene, vista l’unica proposta giunta da parte dell’Associazione senza fini di lucro “Il Sottoscala”, protocollata con il n. 87002 del 12 giugno 2015, che voleva valorizzare ingresso, salone piano terra, locale ex bar, veranda e connessi a fini aggregativi, sostenendo tutte le spese di allestimento, igienizzazione e sicurezza per rendere utilizzabili i locali, il Comune di Reggio Calabria deliberò di accettare sperimentalmente (agosto/ottobre 2015) e senza alcun onere a carico dell’ente locale, la proposta dell’Associazione, che avrebbe dovuto programmare eventi “acchiappa popolo” «nella stagione autunnale e invernale, con specifico riferimento al periodo natalizio».

Ora, come si possa affidare sperimentalmente una struttura fino a ottobre con specifico riferimento al «periodo natalizio» resta (per me) un mistero glorioso.

Il Comune senza fare alcun bando ma specificando che, dopo l’esperimento, avrebbe proceduto alla pubblicazione di un avviso esplorativo di manifestazione di interesse per acquisire ulteriori proposte concorrenziali, decise dunque di dare le chiavi della struttura a tal Paolo Zagarella. Un amico di Falcomatà (nulla di male, ci  mancherebbe altro), per il quale l’attore Pasquale Caprì, nella sua imitazione del sindaco Falcomatà, il 16 novembre 2014, dal suo programma “Pasquale Caprì Radio Show” in onda su Radio Touring, preconizzò l’assessorato al “Turismo, con delega ai bordo piscina dell’Altafiumara”. Così amico, Zagarella, da ospitare in un proprio immobile la segreteria politica di Falcomatà durante la sua campagna elettorale per le primarie a candidato sindaco nel centro-sinistra. Nulla di male, sia ben chiaro. Anzi: legittimo e reale. Talmente tanto amico che le cronache locali (e qualche politico che si poteva contare sulle dita di una mano monca) segnalano come la compagna venne candidata alle elezioni comunali nella lista “La Svolta” a sostegno di Falcomatà sindaco (ottenne 332 voti di preferenza). Nulla di male. Anzi: legittimo e reale.

PAROLA AL SINDACO

Mentre qualcuno tra le fila dell’opposizione e della maggioranza a sostegno della giunta prova a sollevare la questione (solo e puramente di opportunità, diciamo di maniera, nel procedere in tal modo all’assegnazione), il 7 agosto 2015, nel corso di un’affollata conferenza stampa nella quale la Giunta è schierata quasi al completo (quasi), Falcomatà difende a spada tratta l’operato suo e della squadra di governo locale. Legittimo e reale.

Ecco cosa dirà (si veda il Corriere della Calabria): «Nessun regalo e nessuna esclusività. Il Miramare è di tutti e lo stiamo restituendo alla città dopo oltre un decennio di abbandono. In questa città si può e si deve fare cultura a costo zero. Quando il Miramare chiude nel 2004, è una struttura agibile e fruibile cui viene preferita Villa Zerbi, la cui locazione dal 2004 al 2012 è costata alle casse comunali qualcosa come 2 milioni e 300mila euro finite in tasca a un privato. Questi sono soldi sottratti ai cittadini costretti oggi a restituirli sotto forma di imposte elevatissime. Sempre nel 2004 la giunta comunale decide di istituire un’unità che ha il compito di promuovere le attività presso villa Zerbi, al costo di 400mila euro l’anno. Vengono contestualmente approvati i finanziamenti per la mostra di Tazio Secchiari di 120mila euro, la mostra “Reghion 2010” di 460mila euro, “Metamorph” di 224mila euro e “Frammenti di luce”, esposizione dell’orafo Gerardo Sacco, facendo leva su un fondo di riserva costa al comune 277mila euro. Si decide persino di nominare un esperto remunerato ben 3.800 euro al mese. Recente la richiesta inoltrata dalla fondazione della Baam, la biennale ospitata a Villa Zerbi, al liquidatore di ben 2 milioni di euro. Ne cito solo alcuni ma mi chiedo quante strade avrebbe potuto fare la mia amministrazione con queste cifre? Quanti asili nido? Avrei potuto rifare persino Santa Venere. Ci vogliamo porre in discontinuità con il passato e lo facciamo con iniziative essenziali e concrete preferendo non vendere i gioielli di famiglia evitando, al contempo, di svalutarli e farli marcire. Un immobile di pregio come il Miramare, se non è chiuso e torna a rivivere sarà indiscutibilmente più appetibile per gli investitori rispetto ad un bene in balia di polvere ed agenti atmosferici. La nostra idea di cultura è quella che prevede il pieno coinvolgimento di tutti gli attori locali come enti, associazioni e volontari. Tenendo ferma la linea che ci siamo dati, quella del bando per la concessione definitiva, abbiamo ritenuto positiva la proposta, l’unica ricevuta a Palazzo San Giorgio, formulata dal Sottoscala. Aspettando il regolamento per le concessioni la giunta, unanimemente, ha adottato un atto di indirizzo muovendosi così come avviene per il teatro Cilea. Siamo aperti alle proposte che verranno. Ci siamo affidati a un’associazione che opera nel territorio senza fine di lucro che, unica, ha avanzato delle proposte al comune che abbiamo ritenuto interessati. Invitiamo chiunque voglia realizzare iniziative di carattere artistico-culturali che potrebbero essere ospitate nel prestigioso immobile a fare delle proposte all’amministrazione. Il Miramare è di tutti».

OCCHIO A MISEFARI

9 agosto 2015: occhio a tal Valerio Misefari, capogruppo di Reset (una delle liste che hanno accompagnato Falcomatà verso il trionfo elettorale). Tronfio, dirà con un roboante comunicato stampa: «È musica per le orecchie di tutti noi reggini, la riapertura del Grande Hotel Miramare. A ottobre, infatti, verrà proposto il bando per l’affidamento di uno dei più pregevoli “gioielli” della Città Metropolitana di Reggio Calabria, tra gli immobili storici più amati e impressi nella memoria storica dei cittadini. Come garantito dal sindaco, il bando rispetterà il vincolo di destinazione turistico-alberghiera, e sarà avviato un percorso strategico, condiviso con le istituzioni cittadine, prima fra tutte le Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici. Le chiacchiere stanno a zero, e finalmente si respira aria di cambiamento. I goffi tentativi di alzare polveroni fondati su premesse inesistenti, messi in atto da un centrodestra sempre più confuso, non fanno altro che esaltare la concretezza di risultati messi a segno dall’amministrazione Falcomatà. Una minoranza rappresentativa di partiti che hanno contribuito a svendere la città, impoverendola, e che ha condannato i cittadini Reggio Calabria a pagare tasse altissime a causa di scelte scellerate. Quali? Le ha brevemente elencate il sindaco durante la conferenza stampa di venerdì scorso, e ascoltabile sul sito del Comune: vere consulenze pagate a peso d’oro a discutibilissimi esperti, esterni all’amministrazione; finanziamenti milionari a fondazioni di dubbia utilità (vedi la Baam); mostre, non sempre all’altezza, a Villa Zerbi, finanziate con centinaia di migliaia di euro di soldi dei reggini. È inaccettabile ricevere lezioni di moralità, da chi fino a ieri si è comportato ben diversamente. Da chi, addirittura, ha reso il Miramare un misero deposito. Che coraggio ci vuole! La credibilità di questa amministrazione è certificata nei fatti dalla sinergia con il Tribunale di Reggio Calabria, che ha permesso l’assegnazione al Comune delle tele provenienti dalla “confisca Campolo”: capolavori di Picasso, Dalì, De Chirico, che saranno ospitati nelle sale del Castello Aragonese che riaprirà a settembre (e, se possibile, anche presso il Miramare stesso). Medesima rilevanza hanno le collaborazioni con il Conservatorio Francesco Cilea (la cui orchestra eseguirà alcuni concerti proprio nello storico hotel) e con l’Ateneo reggino (sarà realizzata una mostra di modelli plastici che riproducono nei minimi particolari i palazzi storici della città, e realizzati all’interno del “Laboratorio Modelli” da studenti e docenti della facoltà di Architettura). Segnali inequivocabili: un sindaco che fa della legalità il cardine del proprio agire amministrativo. La strada è quella giusta: Giuseppe Falcomatà non deve fare altro che andare avanti, con rinnovata fiducia, sul percorso tracciato in questi primi mesi di amministrazione».

Letto il pistolotto? Letto il nome della lista? Bene, andiamo avanti.

CONSIGLIO INFUOCATO

Il 3 settembre seduta infuocata – e fuori programma – del consiglio comunale a Reggio Calabria. Il leader (così dicono alcune cronache locali) del centrodestra Lucio Dattola: «Se il sindaco non ci risponde adesso sulla procedura Miramare noi occupiamo l’aula». E vai con la bagarre. Il presidente del consiglio comunale Demetrio Delfino invita i consiglieri di opposizione a tornare al proprio posto o ad abbandonare l’aula. Manco per idea e allora vai con l’occupazione dell’aula! Arrivano le forze dell’ordine che allontanano il consigliere Massimo Ripepi, che definisce il suo allontanamento «un’azione di pulizia politica». Bum!

«Ho chiesto agli agenti di ripristinare le condizioni per il proseguo dei lavori – fu la replica del presidente Delfinola richiesta dell’opposizione esula dall’ordine del giorno e io ho il dovere di applicare rigorosamente il regolamento. Se il sindaco vorrà risponderà nelle sue conclusioni ma non è possibile tollerare questi teatrini indegni dell’istituzione che rappresentiamo».

ARRIVA IL BANDO

Il 22 settembre 2015, in esecuzione della deliberazione della giunta comunale. n.101 del 16 luglio 2015, il dirigente del Settore servizi alle imprese e sviluppo economico del Comune di Reggio Calabria pubblica l’avviso pubblico con manifestazione di interesse per acquisire progetti ai fini aggregativi e culturali. In particolare, intende acquisire proposte progettuali di enti ed associazioni operanti senza scopo di lucro, che siano interessati ad organizzare, nel corso dell’anno 2015, e precisamente nei mesi di ottobre – dicembre ed anche in occasione delle festività natalizie, manifestazioni ed eventi di espressione artistica, culturale, musicale, ecc. negli spazi siti al pianterreno del “Miramare”, prestigioso complesso edilizio, con destinazione alberghiera, sito nel centro storico, in corso Vittorio Emanuele 11. Scadenza del bando: 7 ottobre 2015.

Il 6 ottobre il Comune risponde ad alcuni quesiti per rendere più agevole la partecipazione e il 4 novembre 2015 il Comune comunica la graduatoria di valutazione: prima l’associazione Ulysses, seconda la coop sociale Happy Days (a Reggio? Chissà dov è Fonzie), terzo Il Sottoscala, quarta On the Road. Tre non furono ammesse per mancanza di requisiti (progetti validi, mancanza di presentazione della domanda o degli allegati).

Demetrio Delfino dirà: «Per eliminare qualsiasi ombra adesso c’è il bando. L’intento del sindaco Falcomatà e di tutta l’amministrazione è di rendere fruibile e “appetibile” l’edificio. Nei fatti finora nessuno ha usufruito della struttura. Abbiamo aspettato che fosse pubblicata la manifestazione d’interesse a cui tutti possono partecipare». «Sulla carta – dirà invece il consigliere di minoranza (Fi) Antonio Pizzimentila struttura può essere utilizzata solo per ricezione turistico-alberghiera».

E a ben vedere si chiama…Hotel Miramare.

Pronta la risposta di Delfino: «Il vincolo riguarda l’utilizzo dell’intera struttura, noi diamo la possibilità di utilizzare solo i locali del piano terra».

BOTTA…

«Dopo l’assegnazione senza bando del prestigioso albergo Miramare all’associazione Il Sottoscala, dell’imprenditore Zagarella, compagno della ex candidata nella lista La Svolta , da un successivo bando la struttura viene assegnata all’Associazione Ulysses, facente capo a un’ ex candidata della lista Reset, nominata, nella stessa settimana, nel Cda del Museo della Magna Grecia. Entrambe le liste elettorali sono diretta emanazione dell’attuale sindaco»: il 4 dicembre 2015, alla faccia del “volemose bene” di natalizia indulgenza, tal Stefano Morabito, ex candidato sindaco per la lista “Per un’altra Reggio”, membro dell’associazione “Cosa pubblica”, spara a palle incatenate in conferenza stampa, alla presenza di rappresentanti della sinistra (!?), associazioni e del Movimento Cinque Stelle, lì presente con la deputata-cittadina Federica Dieni. «L’opposizione non esiste, è scomparsa. Quale che sia la maggioranza che governa, si assiste solo ad una battaglia di facciata. E nella città delle casualità di Reggio Calabria della regione delle casualità che è la Calabria, ci sono una serie di coincidenze che forse spiegano perché», concluderà Morabito.

…E ANCORA RISPOSTA

Il 10 dicembre 2015 arrivano i soccorsi, che assumono la voce di tal Filippo Quartuccio, consigliere ventitreenne della lista Reset (do you remember?): «Dopo undici anni aria nuova dentro l’Hotel Miramare. Volevano svenderlo, il sindaco Falcomatà lo ha salvato e lo ha riaperto alla città. È il segno del cambiamento di questa amministrazione. La polvere e la puzza di chiuso hanno lasciato il passo al profumo dell’arte, della cultura, della musica. E tutto a costo zero, senza che il Comune e i cittadini abbiano sborsato un solo centesimo. Ogni giorno l’amministrazione Falcomatà dimostra con i fatti la voglia di rinascita di questa città. Passo dopo passo si riaccendono le luci di Reggio che lentamente riacquista la sua connotazione di città bella e gentile. Dopo la riapertura del Castello Aragonese, la riattivazione del teatro Cilea, la consegna dei lavori del teatro ex Enal di Gallico, solo per citare alcuni dei risultati conseguiti negli ultimi mesi, adesso è la volta del Miramare. Nonostante il piano di rientro stringente, l’amministrazione dimostra grande capacità e dinamismo, ma soprattutto una grande attenzione al mondo della cultura che è il vero motore della rinascita della città. Il mio invito adesso va ai cittadini, che sappiano avere cura dei beni comuni, che li trasformino in centri di aggregazione e di cultura degni della nostra bella città. Il sindaco Falcomatà ha dimostrato di non voler svendere i gioielli di famiglia adesso tocca a noi saperli lucidare e valorizzare per come meritano».

Non c’è altro fa dire. Solo da leggere e chiedersi se questi sono i cambiamenti e le svolte che Reggio Calabria attende e che vengono manifestati come il “nuovo che avanza”.

r.galullo@ilsole24ore.com

si veda anche http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2015/12/22/qualita-della-vita-reggini-e-calabresi-ringrazino-le-famiglie-di-ndrangheta-evolute-in-raffinati-sistemi-criminali/

 

  • Roberto Galullo |

    Donato voglio essere chiaro ancora una volta: non continui a interpretare secondo la sua fertile fantasia corroborata dal clima natalizio quel che io credo. Gliel’ho detto una volta non glielo ripeto più: non mi attribuisca nulla di quanto la sua fervida mente ricostruisce. Quanto al resto ribadisco e anzi rilancio aprendo un concorso di idee per chi riesce a interpretare ciò che lei vuole dire ai reggini. Ciò detto passo e chiudo perché mi sto annoiando ma soprattutto annoio i lettori.

  • Ninni Donato |

    Gentile dottor Galullo, le assicuro: Le credo. Tanto non cambia nulla…
    La Sua risposta ha insinuato in me il dubbio di essere dislessico. Non vorrei sbagliare ed essere frainteso ma credo che questa frase sia frutto della sua penna:
    Suo blog del 23 dicembre: Titolo “Qualità della vita: l’Albergo Miramare di Reggio Calabria e la sua esemplare storia (di infiniti scontri politici)”
    Frase: “Giuseppe Falcomatà venne eletto sindaco di Reggio Calabria il 26 ottobre 2014 con il 60,99% dei voti. Questo – in una città come Reggio e in una regione come la Calabria – vuol dire solo e unicamente una cosa: i blocchi di potere (che in questa terra sono sempre transeunti e trasversali) erano passati armi e bagagli con il “predestinato” ben prima del risultato dell’urna. Non solo legittimo (per carità di Dio, l’urna è democrazia) ma ovvio, scontato e banale: dopo 10 anni di “modello Reggio” del prode Giuseppe Scopelliti e dei suoi sodali, i poteri e i singoli votanti non potevano far altro che virare sul “predestinato”.

    Beh, non occorre far parte dell’Accademia della Crusca per “leggere” (non dico comprendere) quello che Lei scrive. È Lei che parla di percentuale di consenso e di una parte di esso, probabilmente non indifferente, costituito dal “voto controllato” che si sposta a favore dell’una o dell’altra parte… ma probabilmente voleva dire altro…
    Riguardo la riflessione sulla costruzione/analisi del voto faccio riferimento a questo suo scritto pubblicato sempre sul suo blog il 22 dicembre…
    Titolo: “Qualità della vita: reggini e calabresi ringrazino le famiglie di ‘ndrangheta evolute in raffinati sistemi criminali” …

    Frase: “Quinta conseguenza: il pubblico – inteso come settore economico e inteso come comparto politico/amministrativo – si è forgiato sotto la violenza delle cosche che hanno fatto incetta di lavori pubblici a costi folli per la collettività amministrata e hanno alimentato un corto circuito di clientes/votanti, appecoronati alle esigenze degli eletti, molti dei quali erano e sono diretta espressione di quel cortocircuito mafioso/massonico deviato.”

    È sempre Lei che individua la commistione tra potere politico e “mafioso/massonico deviato”, ma si tratta di esternazione di altra giornata e altro argomento…
    Le ripeto: sono solidale in linea di principio con Le sue analisi. Solidarizzo con la Sua guerra alle mafie… da cittadino di Reggio, che vive in questa città e non a Roma, avverto quotidianamente il disagio di un malaffare che stritola e distrugge vita e coscienza di chiunque tenti di opporsi. Ciò che non mi sento di condividere sono la mancanza di fiducia, di una alternativa e di una soluzione al problema mafie che non passi dallo sterminio di massa della popolazione calabra in generale e reggina in particolare.
    Da cittadino di questa “disgraziata-ultima in classifica-città” auspico ovviamente la possibilità di una vita decente. Ma tutti sappiamo che, spesso, la rinascita di un popolo è conseguenza di una ribellione che, a sua volta, passa dalla consapevolezza della propria condizione. Lei con i suoi scritti pensa di essere la soluzione rispetto alla condizione di “appecoronamento” della popolazione reggina? o non semplicemente la consolazione masochistica avvalorata dalla rassegnazione del “tanto non cambia nulla…”?
    Non mi sta bene che Lei condanni senza appello mettendolo alla berlina della “inconfutabilità dei fatti” e sparando nel mucchio di una intera popolazione apponendo il marchio di infamia su qualsiasi iniziativa venga intrapresa solo per il gusto di rappresentare il suo essere integerrimo e osservatore super partes.
    Suo blog del 23/12/2015: “«Dopo l’assegnazione senza bando del prestigioso albergo Miramare all’associazione Il Sottoscala, dell’imprenditore Zagarella, compagno della ex candidata nella lista La Svolta , da un successivo bando la struttura viene assegnata all’Associazione Ulysses, facente capo a un’ ex candidata della lista Reset, nominata, nella stessa settimana, nel Cda del Museo della Magna Grecia. Entrambe le liste elettorali sono diretta emanazione dell’attuale sindaco»”

    Forse non è chiaro cosa io abbia voluto dire… a questo punto lo chiarisco a beneficio Suo e dei lettori: il suo intervento, per com’è strutturato, chiuso in sé e senza soluzione, è viziato di qualunquismo!
    Nessuno mette in dubbio la Sua onorabilità di giornalista senza padroni e la puntuale e onesta ricostruzione cronologica dei fatti. Le assicuro, inoltre, che da queste parti non è stata fatta alcuna lista di proscrizione e pertanto il fatto che io sappia o meno della Sua venuta a Reggio non avrà alcuna conseguenza sulla Sua integrità fisica ma, mi faccia capire e scusi il mio essere ottuso: noi, per il solo fatto di aver partecipato ad un bando di assegnazione temporanea del “prestigioso Albergo Miramare” (in qualità di associazione parner della Ulysses, a carico della quale, e neanche troppo velatamente, Lei ipotizza uno scambio di “favori” elettorali) per la realizzazione di un progetto relativo ad una mostra di arte contemporanea siamo degli ingenui strumentalizzati dal potente di turno o dei delinquenti che appoggiano per convenienza un politico vincente grazie al democratico riscontro delle urne nelle quali è confluito il voto degli onesti ma anche di coloro che sono controllati dai “poteri” che Lei mette sotto accusa?
    Quale riflessione dovrebbe indurre nei lettori la Sua conclusione d’articolo del 23/12: “Non c’è altro fa dire. Solo da leggere e chiedersi se questi sono i cambiamenti e le svolte che Reggio Calabria attende e che vengono manifestati come il “nuovo che avanza”.”

    Siamo in periodo natalizio e il Messia è già nato da qualche giorno. Tra qualche tempo Egli si immolerà per la salvezza del genere umano. Noi abitanti della città ultima in classifica abbiamo bisogno forse di qualcuno che investa il suo tempo in piccole cose in quanto della nostra povertà siamo ampiamente consapevoli.

    Cordialità

    Ninni Donato

  • Roberto Galullo |

    Caro Ninni Donato, che mi creda o no (tanto non cambia) da qualunque parte abbia girato il suo commento/riflessione/denuncia/satira/nonsocosaltro non sono riuscito a capire che cosa voglia dire ma – soprattutto – cosa voglia dire ai lettori. Una sola cosa l’ho capita: non si permetta mai più di attribuirmi cose che non ho scritto e a cui non credo, tipo le sue percentuali sulla composizione del voto massonico/mafioso a Reggio Calabria. Quello che io devo dire o scrivere non me lo attribuisce né lei né il mio direttore e neppure Gesù Cristo. Lei probabilmente è un lettore occasionale perché altrimenti saprebbe queste banali ed elementari cose della mia umile persona (tant è che deve ricorrere alla mia biografia per saperne di più). Sono 11 anni che scrivo di Calabria e 28 che la frequento avendo sposato una calabrese e dunque tralasci le ovvietà o le partigianerie (sue, peraltro legittime finchè ci sarà democrazia) e vada, se ne ha, al sodo. Io purtroppo non sono all’altezza di quanto ha voluto propalare. La ringrazio dell’invito a venire a Reggio ma certamente sarà l’ultimo a saperlo. Cordialmente

  • davisi |

    Caro dottor Galullo non si sprechi più di tanto poichè i reggini su facebook hanno messo foto di reggio il 25 dicembre con il sole dicendo che a milano c’era la nebbia: questo perchè hanno pensato che al sole 24 ore ci sia qualcuno razzista nei confronti di reggio ed ha messo la città all’ultimo posto per qualità della vita…siamo in pochi quelli ad essere indignati e lo dobbiamo fare a bassa voce…

  • Ninni Donato |

    Gentile dott. Galullo,
    leggo il suo articolo relativo alle vicende dell’Albergo Miramare di Reggio Calabria. Indubbiamente la disamina dei fatti, conditi dalle sue sagaci affermazioni, non lasciano adito a dubbi di sorta:
    In questa città non c’è speranza! Da qualsiasi parte ci si schieri e qualsiasi cosa si tenti di fare, infallibilmente, ci si troverà dalla parte sbagliata…
    Eravamo cittadini sbagliati al tempo del governo delle amministrazioni precedenti, durante il quale attraverso il “Modello Reggio”, successivamente esportato alla Regione, ci ottenebravano le menti deliziandoci delle grazie della Signora Marini a spasso sul Corso Garibaldi e ci stordivano con la buona musica di RTL. Erano tempi “felici” per noi, pochi pensieri, pensava a tutto il nostro Giuseppe (Scopelliti): Peppone, per gli ultras della curva, Peppe DJ per gli ascoltatori della radio in parola (vox populi).
    Era sbagliata la nostra cittadinanza durante la gestione commissariale, non più un sindaco da mantenere ma tre funzionari statali con vasto codazzo di consulenti. L’emergenza della loro gestione ha rappresentato il punto più basso della nostra vita aggregativa e culturale, neanche uno straccio di teatro hanno lasciato aperto, ci hanno regalato “lacrime e sangue” sotto forma di gabelle varie giustificate dal “buco di bilancio”, condito dallo spauracchio del dissesto finanziario, per il quale, a parte noi cittadini, nessuno ha pagato… questi erano funzionari/rappresentanti dello Stato non eletti da noi (almeno per questi non siamo vittime del senso di colpa) e ci hanno traghettato, da provetti nocchieri, verso l’ultima parte del suo articolo: l’elezione di Giuseppe (questa volta) Falcomata alla carica di Sindaco di Reggio Calabria…
    Da qualche parte Lei, illuminato, scrive che prendere più del 60% dei consensi sicuramente è conseguenza di uno spostamento dei voti, a favore dell’uno o dell’altro candidato, dovuto all’appoggio di gruppi di potere vari: massoneria, ‘ndrine varie e figli della chiesa… Probabilmente è così. Lei sicuramente ha le prove di quanto afferma e, in base al suo assunto, ritengo siano da attenzionare i sindaci di Scandicci, Pesaro e Sassari (elezioni Maggio 2014) e tutti gli amministratori che ricevono più del 60% dei consensi, si salva per qualche decimo di percentuale il sindaco di Firenze, o forse ciò vale solo per il Sud e nel caso specifico per la Calabria?
    Inoltre, è da rilevare un chiara reiterazione di imbecillità collettiva, anche questa manovra mafiosa, quando i cittadini reggini, interrogati dal giornale dal quale Lei pontifica (Governance Poll 2015), confermano le scelte fatte a favore dell’attuale amministratore collocandolo al 4° posto nazionale e reiterando un 62% di gradimento. Anche in questo dunque siamo pervicacemente dalla parte sbagliata… “CA…VOLO”, io che forse non sono massone, forse sono agnostico e forse manco mafioso, avrei dunque dovuto votare per il restante meno del 40% per essere dalla parte giusta??? Vuoi vedere che in questa città per essere onesti occorre necessariamente essere dalla parte di chi perde?
    L’assunto naturale della Sua analisi è che la popolazione reggina è costituita da un buon 60/70% di mafiosi/massoni in balia delle correnti dello stretto e da una restante minoranza di poveri mentecatti che possono solo stare zitti o emigrare o divenire eroi e incontrare un proiettile vagante…
    Qualche mese fa, il procuratore De Raho, che notoriamente non è uno che le manda a dire e non riscalda sedie romane, affermava il suo disagio a muoversi negli ambiti cittadini per la commistione di interessi non chiari tra i cosiddetti colletti bianchi e i poteri occulti… sicuramente il procuratore ha una chiara consapevolezza di quanto affermato e il fatto che per fare questa disamina abbia scelto la sede della nostra piccola associazione che si occupa di arte contemporanea, in qualche maniera ci solleva dal marchio di mafiosità manifesta.
    Da esseri umani avvezzi alla parte sbagliata… gratuitamente lo scorso Natale (quello del 2014), rispondiamo “ingenuamente” alla richiesta dell’amministrazione comunale di fare qualcosa per la città e ci inventiamo un albero di Natale fatto di stracci bianchi, costruito nell’androne del Palazzo San Giorgio (la casa del Sindaco per intenderci) con il contributo dei cittadini che hanno creduto in un progetto che per un mese ha fatto diventare lo spazio istituzionale spazio di tutti ed ha creato oltre che aggregazione anche una possibilità di confronto con i linguaggi dell’arte contemporanea …
    Nel mese di ottobre scorso, ci propongono di divenire partner culturali per il progetto da presentare a corredo della manifestazione d’interesse per l’assegnazione a titolo temporaneo (per 90 giorni) della struttura, sempre a fini aggregativi e culturali come da Lei ampiamente documentato…
    Affamati di spazi culturali decidiamo di sposare la causa costituendo una ATS con l’associazione Ulysses (che rimane capofila) ed elaboriamo un progetto di mostra di arte contemporanea, sappiamo fare solo questo, da proporre alla città… E’ una delle poche volte che si realizza un progetto organico (non un pacchetto preconfezionato), autoprodotto e a costo ZERO per la collettività (tranne che per le nostre tasche) realizzato grazie a prestiti “importanti” di collezionisti, gallerie e di artisti che, come noi, hanno creduto in questa possibilità… Il progetto espositivo è già attivo, in pochi giorni di apertura della struttura registriamo diverse migliaia di visitatori e tanti insegnanti, persino delle scuole secondarie di primo grado, hanno avuto la necessità di mostrarlo ai loro studenti.
    Lei è un giornalista in prima linea… dalla profonda onestà intellettuale, ribadita fortemente nella sua biografia: sguardo fiero e schiena dritta… alla luce di tale onestà le chiedo cosa ci azzecchi il sostegno in campagna elettorale al Sindaco con i punteggi assegnati durante la valutazione del nostro progetto per il Miramare? Per fare questa affermazione sicuramente lei avrà letto attentamente le proposte di tutti i concorrenti…
    Da ingenuo non comprendo quale rilevanza politica, che non sia un mero prestigio personale, abbia, ai fini dell’assegnazione della struttura, la nomina della Dott.ssa Cagliostro (che probabilmente ne ha titolo e diritto e non ha bisogno della mia difesa d’ufficio), in un comitato scientifico che valuta i progetti culturali per il Museo Nazionale, struttura che dipende direttamente dal MIBACT?
    Sostenere il sindaco, quando propone qualcosa che da cittadini riteniamo culturalmente interessante, equivale a collusione con il potere mafioso/massonico e configura il reato di voto di scambio?
    La sua soluzione per un futuro della città è forse la bomba al neutrone? Anche in considerazione che è di qualche giorno fa la notizia delle mazzette versate dalla ditta appaltatrice (pugliese) ad una famiglia mafiosa reggina. Pensi fino a qualche anno fa non si sarebbe saputo nulla, adesso c’è un’inchiesta in corso portata avanti dal solito De Raho…
    Alla luce del suo essere in prima linea, la invito a venire a Reggio Calabria, se possibile a Sue spese (o quelle del giornale per il quale scrive) perchè non abbiamo sovvenzioni per pagare il viaggio, sarò lieto di accompagnarla, sottobracciò se vorrà, sul Corso Garibaldi fino al Miramare… ma, purtroppo, Lei non è la Marini ed io non sono Lele Mora.

    Cordialmente
    Ninni Donato, Associazione Technè – Arte contemporanea.

  Post Precedente
Post Successivo