Giuseppe Falcomatà venne eletto sindaco di Reggio Calabria il 26 ottobre 2014 con il 60,99% dei voti. Questo – in una città come Reggio e in una regione come la Calabria – vuol dire solo e unicamente una cosa: i blocchi di potere (che in questa terra sono sempre transeunti e trasversali) erano passati armi e bagagli con il “predestinato” ben prima del risultato dell’urna. Non solo legittimo (per carità di Dio, l’urna è democrazia) ma ovvio, scontato e banale: dopo 10 anni di “modello Reggio” del prode Giuseppe Scopelliti e dei suoi sodali, i poteri e i singoli votanti non potevano far altro che virare sul “predestinato”.
Da allora – è passato poco più di un anno dal suo insediamento – Falcomatà jr non poteva certo compiere miracoli amministrativi ma ciò non toglie che gran cosa (ad avviso di questo umile e umido blog) sarebbe invertire la marcia rispetto ad usi e costumi che avevano contraddistinto l’erede (autoproclamato) di Ciccio Franco.
Valga l’esempio “Miramare” che proprio il sindaco, il giorno dopo l’inchiesta del Sole-24 Ore sulla qualità della vita da me condotta, ha citato come esempio virtuoso di svolta politica. Legittimo affermarlo, opinabile crederlo. Fino, almeno, a che ci sarà democrazia. Ciascun lettore – soprattutto fuori dai confini reggini e calabresi dove la vicenda, bene o (molto) male è nota – si formerà il proprio giudizio.
L’AFFAIRE MIRAMARE: SCOPELLITI UBER ALLES
Il 26 novembre 2008 il Comune di Reggio Calabria rientrò in possesso dell’hotel Miramare. Un albergo: ebbene sì.
Lo decise il 2 ottobre 2008 la Corte d’Appello reggina, disponendo che «il contratto di locazione, intercorrente tra le parti, è cessato per spirare del termine finale alla data del 26 novembre 2007» ed ordinò alla società appellante Grande Albergo Miramare Gam srl di rilasciare l’immobile. La causa era iniziata nel primi mesi del 2006 e la sentenza di primo grado era intervenuta nel settembre del 2007 e su appello della Gam, a distanza di appena un anno, la Corte d’Appello emise la sentenza. All’epoca l’albergo era chiuso da circa due anni.
Il 7 settembre 2007 una determina del dirigente di settore aveva dato luogo alla pubblicazione di un avviso per l’affidamento in concessione d’uso e gestione del Miramare. Il 13 marzo 2008 venne approvato l’elenco delle ditte ammesse alla fase successiva ed il 23 settembre 2008 venne spedita la lettera d’invito fissando come termine ultimo di presentazione delle offerte il 9 dicembre 2008. «E’ stata una grande vittoria, un risultato che la città si attendeva – sottolineò garrulo l’allora sindaco Giuseppe Scopelliti, quello del vincente modello Reggio; talmente vincente che nel 2012 il Governo sciolse il consiglio comunale del fido Demetrio Arena per contiguità mafiosa –. Il Miramare torna a tutti gli effetti nella piena disponibilità del Comune. Si tratta di un fatto di straordinaria importanza soprattutto nell’ottica di quella Reggio turistica che abbiamo sempre voluto con determinazione sin dai primi giorni dal nostro insediamento. L’affidamento della struttura sarà fatto con criteri e regole diverse rispetto al passato che determineranno un vantaggio economico per l’ente. Le procedure per l’affidamento sono contemplate in un bando pubblico il cui iter è in via di completamento».
VENDITA FALLITA
Di quel bando si persero le tracce, l’Hotel, non ho mai capito perché tra i simboli della città, restava chiuso e la gestione commissariale conseguente allo scioglimento per contiguità mafiosa del consiglio comunale di Reggio Calabria, portò la commissione straordinaria a inserire lo stesso albergo nel piano di vendite e valorizzazioni immobiliari del triennio 2012/2014. Con la delibera n. 39 dell’11 dicembre 2012 si decise di vendere l’albergo (a mio modesto avviso decisione saggia ma so perfettamente di incorrere in lesa maestà nei confronti della trasversale opinione della politica reggina) ma nessuno lo acquistò.
Puntuale a confermare i boatos che circolavano da giorni, il 16 luglio 2015 la giunta comunale del sindaco Falcomatà, nonostante la contrarietà di alcuni assessori, alle 17.30 approvò a maggioranza una delibera proprio su quella struttura liberty (unico assessore assente tal Mattia Fortunata Neto), visto che manifestazioni ed eventi di espressione artistica, culturale e musicale rappresentavano «un elemento aggiuntivo di vivacità» dell’area della città (vale a dire il lungomare) nella quale sorge l’albergo (si veda pagina 2 della delibera).
FINO A OTTOBRE MA…PER NATALE
Ebbene, vista l’unica proposta giunta da parte dell’Associazione senza fini di lucro “Il Sottoscala”, protocollata con il n. 87002 del 12 giugno 2015, che voleva valorizzare ingresso, salone piano terra, locale ex bar, veranda e connessi a fini aggregativi, sostenendo tutte le spese di allestimento, igienizzazione e sicurezza per rendere utilizzabili i locali, il Comune di Reggio Calabria deliberò di accettare sperimentalmente (agosto/ottobre 2015) e senza alcun onere a carico dell’ente locale, la proposta dell’Associazione, che avrebbe dovuto programmare eventi “acchiappa popolo” «nella stagione autunnale e invernale, con specifico riferimento al periodo natalizio».
Ora, come si possa affidare sperimentalmente una struttura fino a ottobre con specifico riferimento al «periodo natalizio» resta (per me) un mistero glorioso.
Il Comune senza fare alcun bando ma specificando che, dopo l’esperimento, avrebbe proceduto alla pubblicazione di un avviso esplorativo di manifestazione di interesse per acquisire ulteriori proposte concorrenziali, decise dunque di dare le chiavi della struttura a tal Paolo Zagarella. Un amico di Falcomatà (nulla di male, ci mancherebbe altro), per il quale l’attore Pasquale Caprì, nella sua imitazione del sindaco Falcomatà, il 16 novembre 2014, dal suo programma “Pasquale Caprì Radio Show” in onda su Radio Touring, preconizzò l’assessorato al “Turismo, con delega ai bordo piscina dell’Altafiumara”. Così amico, Zagarella, da ospitare in un proprio immobile la segreteria politica di Falcomatà durante la sua campagna elettorale per le primarie a candidato sindaco nel centro-sinistra. Nulla di male, sia ben chiaro. Anzi: legittimo e reale. Talmente tanto amico che le cronache locali (e qualche politico che si poteva contare sulle dita di una mano monca) segnalano come la compagna venne candidata alle elezioni comunali nella lista “La Svolta” a sostegno di Falcomatà sindaco (ottenne 332 voti di preferenza). Nulla di male. Anzi: legittimo e reale.
PAROLA AL SINDACO
Mentre qualcuno tra le fila dell’opposizione e della maggioranza a sostegno della giunta prova a sollevare la questione (solo e puramente di opportunità, diciamo di maniera, nel procedere in tal modo all’assegnazione), il 7 agosto 2015, nel corso di un’affollata conferenza stampa nella quale la Giunta è schierata quasi al completo (quasi), Falcomatà difende a spada tratta l’operato suo e della squadra di governo locale. Legittimo e reale.
Ecco cosa dirà (si veda il Corriere della Calabria): «Nessun regalo e nessuna esclusività. Il Miramare è di tutti e lo stiamo restituendo alla città dopo oltre un decennio di abbandono. In questa città si può e si deve fare cultura a costo zero. Quando il Miramare chiude nel 2004, è una struttura agibile e fruibile cui viene preferita Villa Zerbi, la cui locazione dal 2004 al 2012 è costata alle casse comunali qualcosa come 2 milioni e 300mila euro finite in tasca a un privato. Questi sono soldi sottratti ai cittadini costretti oggi a restituirli sotto forma di imposte elevatissime. Sempre nel 2004 la giunta comunale decide di istituire un’unità che ha il compito di promuovere le attività presso villa Zerbi, al costo di 400mila euro l’anno. Vengono contestualmente approvati i finanziamenti per la mostra di Tazio Secchiari di 120mila euro, la mostra “Reghion 2010” di 460mila euro, “Metamorph” di 224mila euro e “Frammenti di luce”, esposizione dell’orafo Gerardo Sacco, facendo leva su un fondo di riserva costa al comune 277mila euro. Si decide persino di nominare un esperto remunerato ben 3.800 euro al mese. Recente la richiesta inoltrata dalla fondazione della Baam, la biennale ospitata a Villa Zerbi, al liquidatore di ben 2 milioni di euro. Ne cito solo alcuni ma mi chiedo quante strade avrebbe potuto fare la mia amministrazione con queste cifre? Quanti asili nido? Avrei potuto rifare persino Santa Venere. Ci vogliamo porre in discontinuità con il passato e lo facciamo con iniziative essenziali e concrete preferendo non vendere i gioielli di famiglia evitando, al contempo, di svalutarli e farli marcire. Un immobile di pregio come il Miramare, se non è chiuso e torna a rivivere sarà indiscutibilmente più appetibile per gli investitori rispetto ad un bene in balia di polvere ed agenti atmosferici. La nostra idea di cultura è quella che prevede il pieno coinvolgimento di tutti gli attori locali come enti, associazioni e volontari. Tenendo ferma la linea che ci siamo dati, quella del bando per la concessione definitiva, abbiamo ritenuto positiva la proposta, l’unica ricevuta a Palazzo San Giorgio, formulata dal Sottoscala. Aspettando il regolamento per le concessioni la giunta, unanimemente, ha adottato un atto di indirizzo muovendosi così come avviene per il teatro Cilea. Siamo aperti alle proposte che verranno. Ci siamo affidati a un’associazione che opera nel territorio senza fine di lucro che, unica, ha avanzato delle proposte al comune che abbiamo ritenuto interessati. Invitiamo chiunque voglia realizzare iniziative di carattere artistico-culturali che potrebbero essere ospitate nel prestigioso immobile a fare delle proposte all’amministrazione. Il Miramare è di tutti».
OCCHIO A MISEFARI
9 agosto 2015: occhio a tal Valerio Misefari, capogruppo di Reset (una delle liste che hanno accompagnato Falcomatà verso il trionfo elettorale). Tronfio, dirà con un roboante comunicato stampa: «È musica per le orecchie di tutti noi reggini, la riapertura del Grande Hotel Miramare. A ottobre, infatti, verrà proposto il bando per l’affidamento di uno dei più pregevoli “gioielli” della Città Metropolitana di Reggio Calabria, tra gli immobili storici più amati e impressi nella memoria storica dei cittadini. Come garantito dal sindaco, il bando rispetterà il vincolo di destinazione turistico-alberghiera, e sarà avviato un percorso strategico, condiviso con le istituzioni cittadine, prima fra tutte le Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici. Le chiacchiere stanno a zero, e finalmente si respira aria di cambiamento. I goffi tentativi di alzare polveroni fondati su premesse inesistenti, messi in atto da un centrodestra sempre più confuso, non fanno altro che esaltare la concretezza di risultati messi a segno dall’amministrazione Falcomatà. Una minoranza rappresentativa di partiti che hanno contribuito a svendere la città, impoverendola, e che ha condannato i cittadini Reggio Calabria a pagare tasse altissime a causa di scelte scellerate. Quali? Le ha brevemente elencate il sindaco durante la conferenza stampa di venerdì scorso, e ascoltabile sul sito del Comune: vere consulenze pagate a peso d’oro a discutibilissimi esperti, esterni all’amministrazione; finanziamenti milionari a fondazioni di dubbia utilità (vedi la Baam); mostre, non sempre all’altezza, a Villa Zerbi, finanziate con centinaia di migliaia di euro di soldi dei reggini. È inaccettabile ricevere lezioni di moralità, da chi fino a ieri si è comportato ben diversamente. Da chi, addirittura, ha reso il Miramare un misero deposito. Che coraggio ci vuole! La credibilità di questa amministrazione è certificata nei fatti dalla sinergia con il Tribunale di Reggio Calabria, che ha permesso l’assegnazione al Comune delle tele provenienti dalla “confisca Campolo”: capolavori di Picasso, Dalì, De Chirico, che saranno ospitati nelle sale del Castello Aragonese che riaprirà a settembre (e, se possibile, anche presso il Miramare stesso). Medesima rilevanza hanno le collaborazioni con il Conservatorio Francesco Cilea (la cui orchestra eseguirà alcuni concerti proprio nello storico hotel) e con l’Ateneo reggino (sarà realizzata una mostra di modelli plastici che riproducono nei minimi particolari i palazzi storici della città, e realizzati all’interno del “Laboratorio Modelli” da studenti e docenti della facoltà di Architettura). Segnali inequivocabili: un sindaco che fa della legalità il cardine del proprio agire amministrativo. La strada è quella giusta: Giuseppe Falcomatà non deve fare altro che andare avanti, con rinnovata fiducia, sul percorso tracciato in questi primi mesi di amministrazione».
Letto il pistolotto? Letto il nome della lista? Bene, andiamo avanti.
CONSIGLIO INFUOCATO
Il 3 settembre seduta infuocata – e fuori programma – del consiglio comunale a Reggio Calabria. Il leader (così dicono alcune cronache locali) del centrodestra Lucio Dattola: «Se il sindaco non ci risponde adesso sulla procedura Miramare noi occupiamo l’aula». E vai con la bagarre. Il presidente del consiglio comunale Demetrio Delfino invita i consiglieri di opposizione a tornare al proprio posto o ad abbandonare l’aula. Manco per idea e allora vai con l’occupazione dell’aula! Arrivano le forze dell’ordine che allontanano il consigliere Massimo Ripepi, che definisce il suo allontanamento «un’azione di pulizia politica». Bum!
«Ho chiesto agli agenti di ripristinare le condizioni per il proseguo dei lavori – fu la replica del presidente Delfino – la richiesta dell’opposizione esula dall’ordine del giorno e io ho il dovere di applicare rigorosamente il regolamento. Se il sindaco vorrà risponderà nelle sue conclusioni ma non è possibile tollerare questi teatrini indegni dell’istituzione che rappresentiamo».
ARRIVA IL BANDO
Il 22 settembre 2015, in esecuzione della deliberazione della giunta comunale. n.101 del 16 luglio 2015, il dirigente del Settore servizi alle imprese e sviluppo economico del Comune di Reggio Calabria pubblica l’avviso pubblico con manifestazione di interesse per acquisire progetti ai fini aggregativi e culturali. In particolare, intende acquisire proposte progettuali di enti ed associazioni operanti senza scopo di lucro, che siano interessati ad organizzare, nel corso dell’anno 2015, e precisamente nei mesi di ottobre – dicembre ed anche in occasione delle festività natalizie, manifestazioni ed eventi di espressione artistica, culturale, musicale, ecc. negli spazi siti al pianterreno del “Miramare”, prestigioso complesso edilizio, con destinazione alberghiera, sito nel centro storico, in corso Vittorio Emanuele 11. Scadenza del bando: 7 ottobre 2015.
Il 6 ottobre il Comune risponde ad alcuni quesiti per rendere più agevole la partecipazione e il 4 novembre 2015 il Comune comunica la graduatoria di valutazione: prima l’associazione Ulysses, seconda la coop sociale Happy Days (a Reggio? Chissà dov è Fonzie), terzo Il Sottoscala, quarta On the Road. Tre non furono ammesse per mancanza di requisiti (progetti validi, mancanza di presentazione della domanda o degli allegati).
Demetrio Delfino dirà: «Per eliminare qualsiasi ombra adesso c’è il bando. L’intento del sindaco Falcomatà e di tutta l’amministrazione è di rendere fruibile e “appetibile” l’edificio. Nei fatti finora nessuno ha usufruito della struttura. Abbiamo aspettato che fosse pubblicata la manifestazione d’interesse a cui tutti possono partecipare». «Sulla carta – dirà invece il consigliere di minoranza (Fi) Antonio Pizzimenti – la struttura può essere utilizzata solo per ricezione turistico-alberghiera».
E a ben vedere si chiama…Hotel Miramare.
Pronta la risposta di Delfino: «Il vincolo riguarda l’utilizzo dell’intera struttura, noi diamo la possibilità di utilizzare solo i locali del piano terra».
BOTTA…
«Dopo l’assegnazione senza bando del prestigioso albergo Miramare all’associazione Il Sottoscala, dell’imprenditore Zagarella, compagno della ex candidata nella lista La Svolta , da un successivo bando la struttura viene assegnata all’Associazione Ulysses, facente capo a un’ ex candidata della lista Reset, nominata, nella stessa settimana, nel Cda del Museo della Magna Grecia. Entrambe le liste elettorali sono diretta emanazione dell’attuale sindaco»: il 4 dicembre 2015, alla faccia del “volemose bene” di natalizia indulgenza, tal Stefano Morabito, ex candidato sindaco per la lista “Per un’altra Reggio”, membro dell’associazione “Cosa pubblica”, spara a palle incatenate in conferenza stampa, alla presenza di rappresentanti della sinistra (!?), associazioni e del Movimento Cinque Stelle, lì presente con la deputata-cittadina Federica Dieni. «L’opposizione non esiste, è scomparsa. Quale che sia la maggioranza che governa, si assiste solo ad una battaglia di facciata. E nella città delle casualità di Reggio Calabria della regione delle casualità che è la Calabria, ci sono una serie di coincidenze che forse spiegano perché», concluderà Morabito.
…E ANCORA RISPOSTA
Il 10 dicembre 2015 arrivano i soccorsi, che assumono la voce di tal Filippo Quartuccio, consigliere ventitreenne della lista Reset (do you remember?): «Dopo undici anni aria nuova dentro l’Hotel Miramare. Volevano svenderlo, il sindaco Falcomatà lo ha salvato e lo ha riaperto alla città. È il segno del cambiamento di questa amministrazione. La polvere e la puzza di chiuso hanno lasciato il passo al profumo dell’arte, della cultura, della musica. E tutto a costo zero, senza che il Comune e i cittadini abbiano sborsato un solo centesimo. Ogni giorno l’amministrazione Falcomatà dimostra con i fatti la voglia di rinascita di questa città. Passo dopo passo si riaccendono le luci di Reggio che lentamente riacquista la sua connotazione di città bella e gentile. Dopo la riapertura del Castello Aragonese, la riattivazione del teatro Cilea, la consegna dei lavori del teatro ex Enal di Gallico, solo per citare alcuni dei risultati conseguiti negli ultimi mesi, adesso è la volta del Miramare. Nonostante il piano di rientro stringente, l’amministrazione dimostra grande capacità e dinamismo, ma soprattutto una grande attenzione al mondo della cultura che è il vero motore della rinascita della città. Il mio invito adesso va ai cittadini, che sappiano avere cura dei beni comuni, che li trasformino in centri di aggregazione e di cultura degni della nostra bella città. Il sindaco Falcomatà ha dimostrato di non voler svendere i gioielli di famiglia adesso tocca a noi saperli lucidare e valorizzare per come meritano».
Non c’è altro fa dire. Solo da leggere e chiedersi se questi sono i cambiamenti e le svolte che Reggio Calabria attende e che vengono manifestati come il “nuovo che avanza”.
r.galullo@ilsole24ore.com
si veda anche http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2015/12/22/qualita-della-vita-reggini-e-calabresi-ringrazino-le-famiglie-di-ndrangheta-evolute-in-raffinati-sistemi-criminali/