Commissione antimafia/ Viola, capo della Procura di Trapani, denuncia i silenzi della città – L’Addio di Linares: il nodo arriva al pettine

Quando un capo di una Procura vitale per la lotta a Cosa nostra, come Trapani, arriva a ringraziare la politica per la presenza in una manifestazione pubblica di sostegno ai magistrati, vuol dire che la situazione non è drammatica: di più. Un territorio, ricordo, con mandamenti mafiosi importanti e alcuni dei quali in sinergia con quelli palermitani, come testimoniano in primis gli abbracci mortali tra le famiglie Messina Denaro e Guttadauro.

Marcello Viola, capo della Procura di Trapani, lo ha fatto nel corso dell’audizione in Commissione parlamentare antimafia il 20 gennaio, descrivendo l’importanza dell’evento. La manifestazione, ha detto Viola, «ha costituito un momento importante di rottura proprio perché, in una città come Trapani, dal clima e ambiente estremamente chiuso, qualunque tipo di segnale – è raro che segnali del genere arrivino dalla gente – è stato avvertito in maniera forte. Ciò comprende anche la presenza di esponenti della Commissione, che hanno anticipato la loro presenza per quanto riguarda la vicenda degli uffici di Trapani».

Avete letto bene: la collettività, la gente di Trapani, è chiusa (traduco: ha paura o è omertosa o tutte e due le cose insieme) e persino (questo lo dico io) la presenza della politica rappresenta un’ancora di salvezza per tentare di rompere l’isolamento.

Questo è bene che lo mandiamo a mente quando si ciancia di lotta a Cosa nostra: i magistrati, spesso, sono soli e a Trapani si arriva perfino all’assurdo di un ex capo della Squadra mobile, Giuseppe Linares, che dopo aver dato per una vita la caccia a Matteo Messina Denaro, aver condotto una decennale vita monastica blindata per non essere ucciso dai macellai del boss latitante, viene trasferito a Napoli (ora è da circa due anni a capo della Dia del capoluogo).

E’ il deputato Claudio Fava (Sel), che il 16 dicembre 2013, nel corso dell’audizione a Milano, interloquendo con il ministro dell’Interno Angelino Alfano, gli dice senza peli sulla lingua: «Matteo Messina Denaro si nasconde quasi certamente nella provincia di Trapani da più di due decenni senza essere catturato. Un funzionario di polizia che ha rappresentato su quel territorio un punto di riferimento investigativo straordinario è il primo dirigente Giuseppe Linares. Linares è stato trasferito a Napoli, ad altro più prestigioso incarico, contro la sua volontà e contro l'opinione del procuratore della Repubblica, del prefetto e di quanti anche alla Dda di Palermo vedevano in lui la punta più avanzata dello Stato nella capacità di catturare Matteo Messina Denaro, anche per l'esperienza e la memoria operativa acquisita.
Le chiedo se ci può spiegare quale sia la ragione per cui sia stato disposto questo trasferimento. Purtroppo, questo era anche un auspicio nelle intercettazioni che sono state raccolte dagli uffici giudiziari di molti uomini e di molti amici di cosa nostra. In passato, come lei sa, spesso, a proposito del trasferimento auspicato di prefetti, questori e magistrati, tali soggetti mettevano tra i primi che dovessero essere allontanati da Trapani proprio Giuseppe Linares
».

Fava chiede dunque conto al titolare del Viminale del motivo per il quale Linares, apprezzato da chi si sporca ogni giorno le mani contro Cosa nostra e da quest’ultima odiato fino a volerlo morto, viene trasferito contro il parere di tutti, compreso quello di Viola, giunto Trapani nel dicembre 2011 e della Dda di Palermo.

La capacità della politica italiana di svicolare alle domande è da manuale. Leggetela con me, quella di Alfano a Fava: «relativamente alla risposta sulla destinazione ad altro e più prestigioso incarico del dottor Linares, mi permetterò di rispondere nella seduta successiva».

Punto e a capo. Ma non per me, che continuerò tra poche ore a raccontarvi ancora dell’incandescente situazione nel distretto giudiziario di Trapani, chiamato a combattere Cosa nostra e dare la caccia a tal Matteo Messina Denaro.

3 – to be continued (le precedenti puntate http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2014/01/commissione-antimafia-il-pg-roberto-scarpinato-spiega-come-le-procure-di-palermo-e-trapani-spolpano-il-tesoro-di-matteo-mess.html e http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2014/01/commissione-antimafia-lo-stato-di-insofferenza-personale-di-matteo-messina-denaro-lanalisi-di-scarpinato-pg-di-pale.html )

r.galullo@ilsole24ore.com